Il 18 marzo il quotidiano nipponico "Yomiuri Shimbum" ha rivelato che il governo del Giappone ha rifiutato per un certo periodo l'assistenza tecnica offerta dagli Usa, il che ha posposto di parecchi giorni il trattamento della fuga nucleare alla centrale di Fukushima 1.
Secondo il riportage, la parte americana riteneva da tempo che occorresse mettere fuori servizio i reattori della centrale, ed ha avanzato a quella nipponica un'offerta di assistenza. Tuttavia il primo ministro Naoto Kan non ha immediatamente accettato, ritenendo che la Tokyo Electric Power Company fosse in grado di trattare autonomamente l'incidente.
Il reportage aggiunge che la mattina del 17 le forze di autodifesa giapponesi hanno utilizzato dei grandi elicotteri da trasporto per immettere acqua nel reattore n.3, un'iniziativa presa su forte pressione della parte americana.