A partire dal 15 febbraio, quando a Bengasi, città orientale libica, sono esplose le prime manifestazioni di protesta, sono già trascorsi 20 giorni di instabilità nel Paese e gli scontri hanno provocato numerosi morti e feriti. Ad oggi, le truppe fedeli a Muammar Gheddafi hanno combattuto contro i ribelli armati di molte città. Inoltre, il Colonnello ha lanciato il suo primo appello all'Onu e all'UA, affinché inviino una Commissione d'inchiesta nel paese per osservare la situazione.
Secondo quanto riportato il 6 marzo dal canale di Stato libico, le truppe governative hanno riconquistato alcune città, come Ras Lanuf, importante campo petrolifero, Misurata, terza città libica e Tobruk, città portuale orientale vicina al confine con l'Egitto. Dalle 6:00 di mattina dello stesso giorno nella capitale Tripoli, migliaia di sostenitori di Gheddafi hanno iniziato le loro celebrazioni sparando in aria e organizzando manifestazioni nelle piazze Verdi nel centro della città, per sostenere il loro leader. Tuttavia, i rivoltosi di tutte e tre le città hanno negato questo fatto, definendo infondati questi reportage e dichiarando che attualmente queste città sono ancora sotto il controllo dei ribelli.
Secondo quanto riportato, attualmente le truppe fedeli a Gheddafi e i ribelli stanno attaccando la zona orientale ed occidentale. Il 6 marzo, a Zawiyah, città a circa 60 chilometri da Tripoli, le truppe di Gheddafi hanno attaccato diversi luoghi usando equipaggiamenti come i carri armati, così come i ribelli che, dall'altra parte, hanno contrattaccato con i carri armati e le armi anti-carro. Le due parti hanno combattuto in molte strade, ferendo e uccidendo un gran numero persone. Secondo quanto appreso, attualmente i centri nevralgici, come il centro di Zawiyah, sono ancora nelle mani dei ribelli. A Bin Jawad, cittadina a circa 160 chilometri da Sirte e luogo di nascita di Gheddafi, i ribelli sono caduti sotto un agguato dell'esercito verde. A circa 10 chilometri da Bin Jawad, ci sono state sparatorie intense tra le due parti e le truppe governative hanno attaccato i rivoltosi con armi pesanti come cannoni, infine i ribelli sono stati costretti a ritirarsi verso Ras Lanuf, conquistata ormai il 4 marzo dagli stessi insorti.
Secondo quanto riportato da un giornale francese, recentemente Gheddafi ha espresso la speranza che l'Onu o l'UA inviino una Commissione d'inchiesta in Libia per osservare la situazione. Si tratta del primo appello di questo tipo dall'inizio degli scontri. Durante l'intervista, Gheddafi ha promesso che i lavori dell'eventuale Commissione dell'Onu o dell'UA non subiranno alcun ostacolo, e la parte libica concederà sufficiente libertà di azione al personale di indagine. Gheddafi ha avvertito che, se gli scontri libici dovessero continuare, anche l'Europa ne subirà le conseguenze, visto che decine di migliaia di libici cercheranno di emigrare verso il vecchio continente, che dovrà affaticarsi per impedire l'ingresso degli immigranti illegali dal Nord Africa.
Inoltre, Gheddafi ha nuovamente condannato al-Qaeda per il suo sostegno ai ribelli. Il Colonnello ha aggiunto che il Mediterraneo rischia di trovarsi di fronte alle minacce della Jihad islamica, con la possibilità che Bin Laden stabilisca la sua base in Nord Africa ed estenda il terrorismo alle porta meridionale dell'Europa. Gheddafi ha dichiarato che al-Qaeda non solo potrebbe attaccare la sesta flotta americana, ma potrebbe anche attuare la pirateria alle porte dell'Europa, avviando una vera crisi internazionale.
Secondo quanto riportato, il 5 marzo il vice ministro degli Esteri libico Khaled Kaaim ha affermato che la Libia è già riuscita a contattare il segretario generale della Lega Araba Amr Mahmoud Moussa, chiedendo alla Lega di revocare la sua decisione di sospendere la qualifica della Libia di paese membro dell'organizzazione.