La mattina del 26 febbraio, la petroliera "Venizelos", affittata dall'Ambasciata cinese in Grecia, col secondo gruppo di 2898 persone a bordo evacuate dalla Libia, è arrivata al porto dell'isola di Creta, in Grecia. Quando la petroliera si è avvicinata al porto, i cinesi a bordo non potevano contenere la propria commozione, agitando le braccia e urlando: "Viva la patria! Grazia alla patria!" Tra le persone evacuate, un uomo di mezz'età piangeva silenziosamente per la commozione. Si chiama Yang, impiegato del Dipartimento del Progetto libico dell'ottava Divisione d'ingegneria edile dell'impresa edile di Tianjin. Il nostro corrispondente gli ha fatto un'intervista. Ecco di seguito un nostro servizio in merito:
Yang Xi, 48 anni, si è recato in Libia il 2 luglio 2010 per lavoro. Sarebbe dovuto tornare in Cina fra 4 mesi, ma sfortunatamente ha incontrato questa sommossa. Parlando della vita durante la rivolta in Libia, egli ha detto:
"Già il 17 febbraio mi sono accorto della gravità della situazione, quando si sono verificate molte violenze, assalti e rapine nelle altre compagnie, i veicoli della nostra compagnia sono stati tutti rapinati, ero natualmente molto preoccupato."
Il timore di Yang è stato il primo umore comune dei cittadini cinesi in Libia. Con il rapido peggioramento della situazione in Libia, nutrivano timore nel cuore, incerti della propria incolumità e della futura sorte. La caserma dove si trova la compagnia di Yang non è stata rapinata, per cui si poteva ancora guardare la televisione. Quando ha conosciuto le varie disposizioni sul salvataggio dei cittadini cinesi in Libia e la risoluta posizione dei leader cinesi dalla TV, Yang non era più così preoccupato.
"Siccome la caserma del nostro dipartimento non è stata rapinata, potevamo ancora guardare il telegiornale. Inoltre, i leader della nostra compagnia ci hanno contattato frequentemente. Così potevamo sapere tempestivamente le informazioni nazionali. Conoscendo queste informazioni, sapevamo che il nostro paese si stava impegnando per salvarci, e così non eravamo più così timorosi."
Sebbene non più così impaurito, Yang sperava di ricevere al più presto l'annuncio di evacuazione. Poco tempo dopo, egli ha saputo che il paese avrebbe mandato una petroliera per prenderli in Grecia.
"La sera del 23 è toccato a me il turno di pattuglia. Alle 11:30 ho finito la ronda e ho cominciato a cucinare. Guardavo il telegiornale, da cui ho saputo che il paese aveva mandato una petroliera a prenderci. I leader del nostro dipartimento ci hanno detto di fare i preparativi per l'evacuazione. Pensavo che, essendoci nel nostro dipartimento più di diecimila impiegati in Libia, avrei dovuto aspettare almeno una decina di giorni prima di evacuare. Fortunatamente alle 3 del giorno successivo, abbiamo ricevuto l'annuncio di evacuazione. Non potvo crederci, mi sentivo molto fortunato, molto felice!"
Così Yang e i suoi colleghi, convinti di dover aspettare una decina di giorni, il giorno stesso si sono recati al porto di Benghazi in Libia. Hanno camminato per oltre 20 ore, ed a causa delle condizioni proibitive, arrivati al porto non c'erano cose sufficienti da bere o mangiare; addirittura, da una bottiglia di acqua, ciascuno ne poteva bere solo un sorso. Finalmente però sono potuti salire a bordo della Venizelos, che li avrebbe riportati in patria.
"Una volta a bordo, mi sono sentito più sicuro. Sembravano non esserci più rischi. La nave è stata presa in affitto dalla mia madre patria, e il rumore delle armi si allontanava per lasciare spazio a voci amiche"
A bordo, Yang è finalmente riuscito a contattare telefonicamente i suoi famigliari che da ben 10 giorni non sentivano la sua voce.
"In Libia, le comunicazioni della rete telefonica e cellulare erano interrotte, ma a bordo erano ripristinate. L'ambasciata ci ha distribuito carte internazionali per chiamare a casa"
Dopo 20 ore di navigazione, Yang ed i suoi colleghi sono arrivati al porto di Heraklion a Creta, dove Luo Linquan, ambasciatore cinese in Grecia, e altri funzionari dell'ambasciata li hanno accolti sotto la pioggia assieme al presidente e il vice presidente della provincia di Creta. Gli operai che lavoravano sul porto hanno addirittura trasportato le loro valigie di volta in volta.
"Visto che c'era qualcuno che mi accoglieva e si prendeva cura di me, mi sono commosso e non sono riuscito a trattenere le lacrmie. Ringrazio molto il Paese per le misure positive. Sceso dalla petroliera, c'erano anche i leader dell'ente governativa di Greca e il presidente della provincia di Creta che ci aspettavano e ci accolgevano, e le ambulanze che ci aiutavano, ero davvero commosso e piangevo a dirotto."
L'esperienza di questi giorni ha lasciato un ricordo indimenticabile per Yang. Parlando della sua situazione, egli ha detto
"Mi chiamo Yang Xi, vengo dalla provincia dello Shaanxi. Adesso sono all'Isola di Creta. Mi trovo molto bene. In questa occasione, volevo dire a tutte le persone che mi hanno aiutato: sono molto orgoglioso di essere cinese."