Innegabile significato positivo dell'"Accordo di Copenaghen"
  2009-12-25 14:16:24  cri

Dopo intensi confronti, si è conclusa la conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici. Tuttavia l'eco ancora non si è spenta, soprattutto sull'"Accordo di Copenaghen" approvato dalla conferenza, il quale ha ottenuto l'apprezzamento di un gran numero di paesi e di organismi internazionali ma anche suscitato l'insoddisfazione di altri.

Senza pregiudizio si deve riconoscere che l'"Accordo di Copenaghen" è radicato nei principi della "Convenzione quadro dell'ONU sui cambiamenti climatici" e del "Protocollo di Kyoto", sottolinea le "responsabilità comuni ma differenziate" a riguardo dei paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, difende il termine ultimo dei negoziati del "sistema del doppio binario", sollecitando i paesi sviluppati a ridurre obbligatoriamente le emissioni e a fornire sostegno finanziario e tecnologico a quelli in via di sviluppo.

Con l'intervento di alcuni paesi sviluppati che hanno distolto ripetutamente l'attenzione e si sono passati le responsabilità, non è stato facile conseguire tali risultati, che si devono in primo luogo all'impegno incessante dei paesi in via di sviluppo, inclusa la Cina, di persistere nei principi, di impegnarsi nelle negoziazioni e di raggiungere un consenso.

Proprio per questo, l'"Accordo di Copenaghen" ha ricevuto l'alto apprezzamento della comunità internazionale e di molti paesi in via di sviluppo. Il 21 dicembre, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha affermato che la Conferenza è stata un successo, "un passo importante verso la giusta direzione" e che l'"Accordo di Copenaghen" ha gettato le basi per il futuro raggiungimento da parte dei vari paesi del mondo di un vero accordo globale sulla limitazione e riduzione delle emissioni di gas serra. Il 22, l'Agenzia internazionale dell'energia ha espresso il proprio benvenuto all'"Accordo di Copenaghen", ritenendolo una guida per ulteriori negoziati sui cambiamenti climatici.

Da dove allora l'insoddisfazione? Rievocando il processo tortuoso della conferenza, non è difficile capire che le voci discordanti giungono essenzialmente da due direzioni. Da un lato, alcuni paesi sviluppati consideravano la conferenza sui cambiamenti climatici un'occasione per scaricare le proprie responsabilità e costringere i paesi in via di sviluppo ad assumersi obblighi non commisurati, ma l'accordo ha sventato tale complotto; non solamente quindi ne negano il significato positivo, ma attaccano anche i paesi in via di sviluppo che si sono impegnati a riguardo. Dall'altro lato, alcuni paesi che speravano che la conferenza potesse risolvere una serie di problemi sui cambiamenti climatici e sullo sviluppo, con l'"Accordo di Copenaghen" che non ha soddisfatto tutte le loro aspettative.

Bisogna notare che le emissioni di gas serra sono strettamente legate allo sviluppo economico e al tenore di vita e toccano gli interessi centrali dei vari paesi. Quindi, la strada percorsa dall'umanità in risposta ai cambiamenti climatici non è mai stata liscia; dall'approvazione della "Convenzione quadro dell'ONU sui cambiamenti climatici" da parte della Conferenza dell'ONU su ambiente e sviluppo nel 1992, all'approvazione dalle parti firmatarie del "Protocollo di Kyoto" nel 1997, alla "Roadmap di Bali" del 2007, ogni risultato è stato accompagnato da un duro lavoro e da intensi confronti. Non fa eccezione la nascita dell'"Accordo di Copenaghen". Come ha affermato il presidente della 64° Assemblea generale dell'ONU, Ali Treki, il raggiungimento dell'Accordo è un simbolo importante dei progressi della Conferenza. Sebbene alcuni paesi non siano molti soddisfatti dei risultati, "dobbiamo guardare a suddetti risultati con atteggiamento pratico", frutto di negoziati difficili dal "significato positivo."

Si può prevedere che i successivi negoziati sulla questione saranno più complessi e difficili, tuttavia l'"Accordo di Copenaghen" ha fornito un punto di partenza concreto a riguardo; solamente se i vari paesi dimostreranno pienamente le proprie intenzioni politiche, si cureranno degli interessi reciproci e rafforzeranno i consensi, partendo da questo punto si potrà trovare una strada efficiente per la promozione dei negoziati. Da questo punto di vista, il significato positivo dell'"Accordo di Copenaghen" è innegabile.

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