La sussistenza dei libri cartacei e delle librerie indipendenti del mondo
  2012-03-22 15:49:23  cri
Nelle lingue latine la parola libro deriva dal latino liber (in francese livre, italiano libro, portoghese livro ecc.) In origine questo termine indicava la pellicola di un albero compresa fra la corteccia esterna ed il legno propriamente detto e visto che era un supporto scrittorio, in seguito, per estenzione, la parola ha assunto anche il significato di opera letteraria. Un'evoluzione identica ha subito la parola greca biblion. Il termine biblion differisce da biblios . Quest'ultimo era il nome dato alla sostanza fibrosa del papiro egiziano e visto che anche questo materiale era usato come supporto per la scrittura, successivamente la parola biblios divenne, per estensione, sinonimo di "libro". Anche nelle lingue germaniche la parola buch in tedesco e book in inglese deriva dall'antico tedesco bokis che vuol dire faggio.

In occidente con la diffusione del papiro egiziano, si passa quindi dalla scrittura su tavolette di argilla che venivano cotte dopo essere state incise con i segni grafici, all'uso del papiro e della pergamena (ossia pelli opportunamente conciate, di pecora, vitello ecc). I più antichi esemplari di libro erano sotto forma di volumen o rotolo, per lo più scritti a mano su papiro. Dal II sec a.C compare la pergamena. E dal II sec d. C comincerà a diffondersi una nuova forma di libro, il codex o codice in papiro o pergamena che dal IV d.C sostituirà il rotolo. Quasi tutta la letteratura latina ci è giunta grazie alla trascrizione su codici di pergamena eseguita dai monaci medievali. Verso la fine del Medioevo il codice pergamenaceo fu sostituito dalla carta, meravigliosa invenzione cinese di Zai Lun del II sec a.C. che però fu introdotta in Europa solo nel VIII sec. dagli arabi e diffusa su larga scala verso il XIII sec. Ed in Cina invece? Qual'è l'evoluzione del libro?

In Cina le più antiche testimonianze di scrittura (già dal Neolitico) vanno fatte risalire alla scapulomanzia ossia iscrizioni per la divinazione so ossa oracolari e sulla plastromanzia ovvero iscrizioni per la divinazione su gusci di tartaruga. Si scriveva anche su bronzo, argilla e poi su bambù, antenato del libro cinese. Il bambù fu usato come supporto scrittorio sin dall'antichità. Ma il suo ruolo fu importantissimo tra la fine del II millennio e il III millennio a.C. Le lamine di bambù, lunghe fino a 75-80 cm, venivano usate per scrivere i caratteri in senso verticale. Le varie lamine rilegate tra loro con cordoni di seta e canapa e poi ripiegate, formavano rotoli che costituivano veri e propri libri.

Libro si dice shu (书) o tushu (图书) in lingua cinese. Se si osserva la forma classica di questo carattere si potranno rintracciare gli elementi grafici che ci riportano al libro in bambù, ossia due dita che tengono un pennello che sta scrivendo su due listelle di bambù. (書 da 聿, 彐 una mano che regge un 丨 pennello, e che scrive su due listelle 二 di bambù e 者 zhě ponetico. 者 poi ridotto a 日.)

Poi però in Cina prima e in Europa poi, il supporto scrittorio per eccellenza che sostituì seta, bambù, pergamene e papiri, fu la carta che come abbiamo detto prima fu inventata dai cinesi nel II sec. a. C. Il prezzo molto basso di questo materiale, ricavato da stracci o materiali fibrosi, quindi molto più abbondanti della pergamena, ne favorisce la diffusione.

Ma la vera rivoluzione del libro avviene con l'invenzione della stampa a caratteri mobili per merito di Gutemberg verso la metà del XV sec. Questo mezzo, permettendo l'accelerazione della produzione delle copie di testi contribuirà alla diffusione del libro e della cultura.Quindi l'invenzione della scrittura, il passaggio dal rotolo al libro, al libro rilegato, l'invenzione della stampa, quella della produzione libraia di massa, l'industrializzazione ed in fine i media legati alle nuove tecnologia tra cui l'ebook. Questo è un'altra rivoluzione nella produzione libraia ma non è che la più recente di una lunga serie di trasformazioni capitali sopra descritte.

Se ci si attiene però alla definizione moderna di libro pronunciata dall'UNESCO ossia una pubblicazione stampata non periodica di almeno 50 pagine, è chiaro che l'avvento dell'ebook rivoluziona anche questa definizione. Ma come nasce l'ebook?

Nel 1971, anno che viene considerato da molti la nascita dell'ebook, nasce il Progetto Gutenberg, lanciato da Michael S. Hart, con l'obiettivo di costituire una biblioteca in versione elettronica, ossia una riproduzione libera dei libri stampati, oggi chiamati ebook. I testi disponibili in questa biblioteca libera sono per la maggior parte di pubblico dominio, o per lo meno non coperti da diritto d'autore o da copyright. Oggi il Progetto, grazie ad Internet, vanta nella propria collezione oltre 33.000 libri. Nel 1987 viene pubblicato e distribuito su floppy dalla Eastgate Systems il primo romanzo ipertestuale. Il romanzo, realizzato tramite l'uso di ipertesti era caratterizzato da una struttura non lineare. Nel 1995 Amazon.com inizia la vendita di libri cartacei via Internet. Nel 1998 vengono lanciati i primi eBook reader: "Rocket ebook" e "SoftBook" . Nel 2007 Amazon lancia Kindle negli Stati Uniti Nel 2009 poi Amazon lancia il Kindle 2 ed il Kindle DX negli USA. L'integrazione tra l'eBook store di Amazon ed il Kindle ha permesso ad Amazon di coprire il 60% delle vendite di eBook alla fine del 2009.

Fino ad arrivvare al 2010 anno in cui la Apple lancia il tablet computer iPad, un dispositivo multifunzione utilizzabile anche come ereader. Contemporaneamente annuncia un accordo con i cinque maggiori editori in lingua inglese, che permette ad Apple di iniziare la vendita su larga scala di eBook mediante l'iBookstore, in aperta concorrenza con Amazon e Barnes & Noble. E nel 2012 nasce Ebook Mania, la prima rivista letteraria italiana dedicata agli ebook e all'editoria digitale.

Quindi dopo gli anni novanta, con la diffusione della rete, i libri hanno assunto una fisionomia nuova ossia quella degli ebook che hanno conquistato uno spazio preminente nel mercato dell'editoria grazie anche alle loro proprietà di poco spazio, diffusione e consevazione, lanciando una nuova tendenza futura di sviluppo dei libri. Tuttavia come dicevamo ad inizio programma questa rivoluzione ha avuto forti ripercussioni sulla vendita dei libri cartacei e soprattutto sulle librerie indipendenti.

Negli ultimi tempi le librerie indipendenti stanno chiudendo una dietro l'altra, sebbene siano riccamente fornite e siano diventate un punto di riferimento (geografico) per gli abitanti della città. Un colpo mortale per gli appassionati di libri e un fenomeno che ha richiamato l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica. Negli ultimi mesi, dalla chiusura in America di 399 filiali della seconda grande catena di librerie Boders, a quella delle famose librerie Guanghe Zuoyong e la Fengrusong, fondata da un professore dell'Università di Pechino ed altri intellettuali, e ancora la chiusura di Jifeng, la più famosa libreria di Shanghai, le condizioni di sopravvivenza delle librerie indipendenti diventano argomento centrale sia nell'ambiente dei lettori che sociale. Al momento la questione che si pone è : davanti alla supremazia sempre più evidente di internet, quanto spazio hanno ancora le librerie indipendenti?

In effetti, la stessa attenzione prestata dai media e dall'opinione pubblica fa emergere già la necessità di far sopravvivere queste librerie. Pertanto, quando parliamo delle difficoltà che si trovano ad affrontare queste librerie, dobbiamo porci la seguente domanda: c'è futuro per loro? Nel Forum "Sopravvivenza e soluzioni per le Librerie Indipendenti della Cina" tenutosi di recente dalla fiera commerciale del libro di Pechino, i partecipanti hanno così definito le "librerie indipendenti": rispetto alle librerie di proprietà statale ad esempio la Libreria Xinhua, le librerie indipendenti sono quelle a capitale privato. Ma non è l'unica caratteristica delle librerie indipendenti. Secondo il direttore della famosa libreria indipendente di Pechino Wansheng, la maggiore peculiarità di questo tipo di librerie consiste nel collegamento strettissimo con la vita spirituale e culturale locale ed il ruolo insostituibile che esse svolgono.

In qualità di uno dei caporedattori e revisore del libro "Ciao, librerie indipendenti", Xue Yuan crede che quando scompaiono le librerie indipendenti, svanisce anche un stile e un approccio alla vita, che nei riguardi di una citta' si traduce con la perdita della sua essenza culturale. Essendo una delle risorse che da' spazio alla cultura aperta a tutti, la libreria indipendente, essa è come una finestra attraverso la quale vedere la cultura di una citta' e i suoi lettori. Potremo dire che ogni città ha le proprie librerie indipendenti, ma allo stesso modo si puo' dire che ogni libreria indipendente riflette la città in cui si trova.

Chiaramente il fascino delle librerie indipendenti non consiste solo in un luogo nel quale gli appassionati di libri cercano e comprano i loro testi preferiti, ma anche la loro stessa esistenza è un simbolo culturale e un biglietto da visita di una città che incarna gli ideali e i sogni degli intellettuali. Purtroppo, di fronte all'impatto che avuto internet sulle vendite, i magri profitti dell'industria del libro stesso ed il continuo aumento degli affitti dei locali, le librerie indipendenti saranno costrette probabilmente ad abbandonare quel tratto poetico che le contraddistingueva. Secondo il fondatore della libreria Longzhimei, Xu Zhiming, la parola chiave delle librerie di oggi non è "libro" bensì "cliente" perché le loro esigenze verranno sempre al primo posto. Quindi, per una libreria indipendente, sarà necessario trasformarsi velocemente ed indagare a fondo, attraverso metodi e contenuti adeguati, il modo per soddisfare le esigenze della clientela.

Non c'è dubbio che la considerazione suddetta è diventata oggi un'opinione comune. La ricerca di modelli di gestione nuovi e di soluzioni dell'attuale crisi, sono i problemi più urgenti che le librerie indipendenti devono affrontare. Ma una gestione diversificata che sia in grado di aumentare il profitto delle vendite è l'unica via di uscita per la libreria indipendente o è solo un palliativo? Come trovare un compromesso tra l'ideale e la realtà? Questa controversia ha scatenato molte polemiche. Secondo l'opinione del recensore di libri, Si Yu, attualmente molte "librerie indipendenti", cosi chiamate, non hanno più la funzione originaria, ossia quella di vendere libri e fornire una conoscenza libresca, bensì si sono trasformate in club privati in cui si può bere un caffé o un tè, si fa conversazione o si trattano affari, ed i libri sono diventati un semplice accessorio decorativo del locale. Egli mette in dubbio la gestione diversificata di una libreria affermando che questo spoglia della vera natura le librerie ridotte ormai a funzione di supermercati che vendono merci. La domanda che si pone è: la diversificazione ha come fine quello di sostenere lo sviluppo delle librerie o ridurne e comprimerne lo spazio di sopravvivenza?

In breve, la libreria indipendente in futuro potrebbe non essere più la libreria intesa tradizionalmente, bensì uno spazio bello a vedersi in cui i libri saranno comunque gli oggetti principali al suo interno. La libreria Chengping, nella provincia di Taiwan, agli occhi di Si Yu mantiene il suo sviluppo culturale tramite la commercializzazione, ed il suo successo consiste proprio nel "sostegno" commerciale e non nel consumarsi lentamente o ancor meno nella "sostituzione".

In che modo le librerie indipendenti riescono ad attirare l'attenzione dei clienti? Il revisore, Hu Hong, parla di "fascino dello spazio". Dal suo punto di vista, una libreria indipendente di successo dovrebbe avere un atteggiamento da prima ballerina, una scelta qualitativa dei testi propria e un servizio che la distingue dalle altre. Per scelta qualitativa si intende soprattutto la specializzazione in un settore e la particolarità dei testi venduti, come ad esempio avere il monopolio sulla vendita di libri in edizione rilegata o autografati o libri riguardanti il Sud America ecc. In questo modo è in grado di fare concorrenza ad internet; un servizio distintivo non vuol dire un ribasso dei prezzi ma un valore aggiunto che rende i suoi libri diversi dagli altri.

Come rendersi distintivi ed unici è anche una domanda che si pone spesso il sovrintendente della libreria Fangsuo di Canton. L'apertura di questa nuova libreria sta attirando molta attenzione. Gli impiegati sono definiti creatori culturali e la loro posizione professionale non è più quella di commesso, bensì sono considerati tutti degli editori. Egli dice: " Noi ci auguriamo che i colleghi diano nuova vitalità nella gestione dei libri ed esprimano le proprie opinioni ai clienti sui temi trattati nei testi, mettendo in moto un scambio di conoscenze che possa cosi costruire una relazione più stretta tra le persone e i libri e segnare un linea di demarcazione netta con le librerie su internet e gli e-book. La gestione di una libreria indipendente -dice - non è un business. "Non possiamo sempre parlare di tax-free, innovazione e modelli di profitto. Dobbiamo realmente organizzare al meglio una libreria indipendente non considerandola sempre e solo una professione ma una missione, ossia creare, attraverso di essa, la cosiddetta società civile".

A tal proposito abbiamo intervistato due famose e importanti librerie indipendenti. Una è Avanguardia di Nanchino, l'altra è Orientalia di Roma. La libreria Avanguardia è una delle più famose librerie in Cina con sede centrale a Nanchino. E' considerata un luogo della città "dove sostare", "un riferimento geografico, un punto culturale di Nanchino" e "la seconda libreria dell'Università di Nanchino". Fondata nel 1996, durante i primi anni ha affrontanto molte difficoltà ma ora è diventata una delle più conosciute librerie indipendenti in Cina. In questa libreria non si vendono solo libri ma si organizzano eventi con intellettuali e artisti. Essa è conosciuta in tutto il mondo grazie anche all'interesse che alcuni media le hanno prestato ed è molto apprezzata.

A tal proposito abbiamo intervistato due famose e importanti librerie indipendenti. Una è Avanguardia di Nanchino l'altra è Orientalia di Roma. La libreria Avanguardia è una delle più famose librerie in Cina con sede centrale a Nanchino. E' considerata un luogo della città "dove sostare", "un riferimento geografico, un punto culturale di Nanchino" e "la seconda libreria dell'Università di Nanchino". Fondata nel 1996, durante i primi anni ha affrontanto molte difficoltà ma ora è diventata una delle più conosciute librerie indipendenti in Cina. In questa libreria non si vendono solo libri ma si organizzano eventi con intellettuali e artisti. Essa è conosciuta in tutto il mondo grazie anche all'interesse che alcuni media le hanno prestato ed è molto apprezzata.

Ho visto che la libreria Avanguardia ha un motto, tratto da una poesia del poeta austriaco Georg Trakl "forestiero della terra", cosa intende con questa espressione? Sentiamo cosa ha risposto il suo fondatore.

"Io sono un forestiero, in effetti, la maggior parte dei lettori che frequentano la Libreria Avanguardia sono forestieri, sopratutto quelli provenienti da vari paesi del mondo, sono tutti forestieri, e allo stesso tempo, anche gli autori dei libri sono forestieri. La libreria rappresenta in realtà la nostalgia di casa... Il motivo per cui la gente preferisce la nostra libreria, sopratutto quella della sede centrale di Wutaishan, è che la sua principale caratteristica è che al suo interno non entra nemmeno un raggio di sole, non vi è infatti alcuna finestra; solo una struttura mista di legno ed acciaio. Quest'ultima stimola però il pensiero. Per questo motivo, da un certo punto di vista, la libreria rappresenta la nostalgia di casa. Ogni persona che viene nella nostra libreria può provare sensazioni diverse. Potrà guardare e toccare il panorama vivace di un paese o di una etnia e potrà anche leggere riguardo i diversi costumi dei vari paesi. Molti stranieri o studenti stranieri che provengono dall'Italia, dall'Argentina, dal Giappone, dagli Usa e dal Regno Unito vengono a fare un giro alla Libreria Avanguardia ogni volta che sono a Nanchino"

Decisamente molto peculiare ed originale. Ma dalla sua fondazione, nel 1996, ad oggi ci siamo chiesti se la libreria abbia subito cambiamenti e questa è la risposta che ci abbiamo ricevuto.

"In tutti questi anni la Libreria Avanguardia non ha subito enormi cambiamenti, e mantiene sempre il suo spirito indipendente e umanistico. Queste caratteristiche non sono mai cambiate. Abbiamo sempre voluto aprire una libreria pura e indipendente, con un pensiero indipendente e libero, capace di mantenere sempre un'impronta accademica, questo è un obiettivo che ci siamo prefissati da tempo"

La cultura e l'indipendenza sono due tratti distintivi di Avanguardia, ma a livello gestionale cosa accade?

"La Libreria Avanguardia ha un tipo di gestione basata su tre differenti sezioni: l'area caffeteria, l'area creativa e quella per i libri".

Sappiamo che le librerie stanno vivendo un momento difficile anche per l'avvento degli ebook e delle librerie on line. Avanguardia quindi com'è riuscita ad affermarsi in un settore in forte difficoltà?

"Nel contesto poco favorevole del settore dei libri, la Libreria Avanguardia è riuscita a creare, impegnandosi, uno spazio dove poter vivere la libreria, questo costituisce senz'altro l'obiettivo principale della nostra libreria al fine di fare profitti. In altre parole, noi siamo una libreria non solo dal punto di vista dei libri, ma anche da quello di uno spazio che potrà far vivere un'esperienza peculiare ai consumatori. Credo che questa sia una delle caratteristiche principali della libreria Avanguardia. Al contempo, nel contesto poco favorevole del settore libri, Avanguardia cerca di percorrere una nuova strada, il settore dell'innovazione culturale, elevando la funzione emopoietica dell'azienda. Attualmente, abbiamo prodotto circa 5 mila tipi di prodotti innovativi, la libreria ha fondato inoltre un proprio team di designer, ha fondato la Compagnia di Disegno Artistico Wuye di Nanchino e ha registrato un marchio indipendente presso l'ufficio nazionale responsabile. Tutte queste sono le iniziative adottate da Avanguardia nell'ambito della trasformazione culturale. Perciò, in futuro non bisognerà copiare la Libreria Avanguardia, ma l'industria Avanguardia. Ritengo che in questo Avanguardia sia un pioniere assoluto nel panorama delle libreria nazionali".

Quindi concetto esperenziale di spazio libreria e innovazione sono la formula vincente del successo di Avanguardia. quali sono le sfide e i rischi maggiori che questa libreria si trova ad affrontare?

"Le sfide ed i rischi che deve affrontare Avanguardia riguardano diversi aspetti, tuttavia dal mio punto di vista, quello più importante riguarda il team creativo e gestionale dell'azienda. Siccome lo stipendio di questo settore non è abbastanza alto, è difficile trattenere le persone valide. Questo rappresenta uno svantaggio vitale per tutta l'attività. Per quel che riguarda questo aspetto, noi possiamo accelerare la formazione ed il ricambio dei talenti, sviluppando la capacità creativa del gruppo".

Come dicevamo prima gli ebook e le librerie on line stanno minando la sopravvivenza delle librerie indipendenti in Cina, come in Europa. Quindi c'e' il rischio reale che i libri cartacei vengano sostituiti da quelli elettronici o addirittura che possano sparire? Vediamo cosa come ha risposto il fondatore di Avanguardia.

"Ci sono delle librerie che chiudono. Ciò avviene ogni giorno. Le librerie private affrontano enormi rischi, pensi che secondo i dati emersi l'anno scorso, quasi più di dieci mila librerie hanno chiuso. Anche recentemente molte librerie hanno avuto una sorte simile. Ad esempio la Libreria Hongwen, una libreria di riferimento nella provincia del Sichuan, la Libreria della Breve Storia di Tempo, anch'essa una libreria storica, e perfino la famosa Libreria di Shanghai a via Huaihai sono fallite. Questi sono tutti segnali per il nostro settore che i libri cartacei si apprestano al viale del tramonto. Per questo motivo, incessantemente adattiamo la tipologia dei nostri prodotti passando a quelli da collezione, design ed arte". "Secondo me, anche in queste condizioni sfavorevoli per le librerie private, esiste ancora una strada e una prospettiva di sviluppo. Il segreto sta nella trasformazione. La libreria deve creare un concetto nuovo di esperienza e non vendere solo libri. Questa vecchia concezione di libreria non ha futuro. Deve essere rivisto il concetto di spazio della libreria. In questo spazio può esserci una caffetteria, una sala creativa, un cinema, una zona di lettura, una galleria d'arte e perfino un gruppo musicale. Tutto ciò può favorire il cambiamento dello spazio libreria, sebbene tutti questi aspetti debbano ancora concretizzarsi".

Dall'intervista è emerso anche un interessante confronto fra le librerie indipendenti cinesi e quelle occidentali. Vediamo di cosa si tratta.

"Ho l'impressione che le librerie cinesi siano diverse da quelle straniere. Prendiamo ad esempio quelle in Gran Bretagna. Qui le librerie sono più piccole, settoriali, specializzate e molto belle, mentre quelle statunitensi hanno una dimensione più grande. Ho visitato 34 librerie degli Usa, 46 in Gran Bretagna, 100 nella Provincia di Taiwan e 46 ad Hongkong. Quanto alle librerie di Taiwan e Hongkong, la loro condizione commerciale è piuttosto matura, e ciò è legato al territorio e all'ambiente in cui si trovano. Dato che la superficie di entrambe le città è minore di altri luoghi, se la gente del posto non studiasse o non si avvalesse dei libri come strumento di conoscenza del mondo, sarebbe difficile per loro evadere culturalmente dai luoghi di nascita. Ciò spiega bene la maturità dell'ambiente dei libri, il gusto che si ha nella lettura e l'habitat commerciale delle librerie di Hongkong e Taiwan, alle librerie continentali che hanno ancora una lunga strada da percorrere. Le librerie continentali non sono sufficientemente professionali, ma vogliono al contempo gestire tutto. Al contrario, nella zona di Wangjiao di Hongkong ci sono tante librerie che vendono libri di secondo mano; vicino all'Università di Taiwan non mancano tante librerie che hanno libri a buon mercato, mentre le stesse sul continente rischiano di chiudere. Due realtà diametralmente opposte".

In Italia, le librerie stanno vivendo gli stessi problemi. Prendiamo la famosa libreria Orientalia. Orientalia è una libreria specializzata in medio ed estremo oriente, la prima ed unica a Roma e una delle migliori in tutta Italia se non d'Europa. Da qualche anno è anche Casa Editrice. Fondata nel 2002 da Palmira Pregnolato, sinologa e amante dei libri e da suo marito Andrea Marcelloni, anch'egli sinologo, sin dal suo esordio ha cercato di contraddistinguersi come libreria specializzata in orientalistica, fino a quel momento assente a Roma. Ma vediamo le parole della sua fondatrice, Palmira Pregnolato.

"La libreria è nata nel 2002, dalla volontà mia e di mio marito, insommma, che siamo due sinologi laureati entrambi appunto alla facoltà di lingue e letterature moderne con indirizzo orientale e nasce dall'esigenza proprio in prima persona di trovare libri e una libreria specializzata appunto dove poter trovare cose di nostro interesse. Naturalmente siamo specializzati in medio e estremo oriente abbiamo un catalogo abbastanza fornito di testi che riguardano sia la didattica, testi universitari, di cultura generale quindi filosofia, arte storia, fino a comprendere la narrativa in lingua che importiamo direttamente dai vari paesi con cui abbiamo allacciato rapporti e principalmente sono la Cina, l'India, il medio oriente, importiamo libri dall'Egitto, e niente, questa è la nostra specializzazione insomma."

Sbaglio o la libreria si trova nella Chinatown di Roma?

"Noi ci troviamo all'Esquilino. La Chinatown di Roma, non solo Chinatown. E' presente la comunità cinese anche quella indiana, africana, appunto è il quartiere multietcnico della capitale".

Orientalia è anche casa editrice, come dicevamo prima. vediamo le parole di Palmira Pregnolato cosa ci dice a riguardo.

"Si, siamo Casa Editrice da un anno, abbiamo, appunto avviato questa avventura, e al momento abbiamo pubblicato 3 libri, abbiamo esordito con una pubblicazione importante curata dalla Prof. ssa Camera d'Afflitto sullo Yemen e praticamente anche con la casa editrice cosi come per la libreria stiamo provando a colmare alcune lacune dell'editoria italiana che molto spesso è disinteressata ad aspetti importanti invece delle culture del medio ed estremo oriente."

Un compito importante e fondamentale per la diffusione di una conoscenza a 360 gradi, ma che incontra oggi difficoltà enormi che vanno dal continuo aumento degli affitti, alla forte concorrenza delle librerie online e degli e-book e i profitti molto bassi delle vendite.

"Direi che hai centrato i problemi centrali della nostra libreria, come di tutte le librerie indipendenti. I costi gestionali appunto son sempre più alti, questo poi è un periodo di crisi economica per l'intero paese, per cui c'è sicuramente una propensione da parte dei clienti al risparmio, diciamo cosi, alla spesa più oculata che viene offerta appunto dalle librerie on line. Questo a scapito del servizio e del mestierie del libraio insomma che viene snaturato no?

E la stessa...., i costi gestionali appunto, gli affitti, i margini che sono sempre più bassi e legati purtroppo alla grande distribuzione che, diciamo, detta un pò le leggi del mercato, non badando appunto al servizio ma alle questioni legate appunto al marketing, al prezzo, alle quantità vendute, a scapito dell'offerta editoriale no? "

Quindi la grande distribuzione, internet, e la stessa crisi economica stanno minacciando la sopravvivenza delle librerie indipendenti e dei libri cartacei. Che valore ha oggi una libreria indipendente? Sentiamo la risposta della titolare di Orientalia.

"Sicuramente non economico, diciamo cosi. Ha un grandissimo valore per me, ma insomma, non solo la mia, ma come tutte le librerie indipendenti. Le librerie indipendenti son quelle appunto in cui si trovano i libri che vengono scartati dalla grossa distribuzione perchè non interessano il grande pubblico, per cui la libreria indipendente offre un pò, non so come protrei definirla, l'attività democratica per eccellenza per quanto riguarda la cultura ed è importantissima, è importantissimo perchè, insomma, tende ad annullare l'effetto di massa che hanno invece le librerie a catena."

Molte librerie indipendenti in Italia, come in Cina, stanno chiudendo a causa anche dell'avvento degli ebook e delle librerie on line. Allora c'e il rischio che queste attività spariranno lentamente come lentamente scomparirà l'uso del libro cartaceo? Sentiamo cosa ne pensa Palmira Pregnolato.

"Ma io credo di no! Mi auguro di no! Insomma, comunque no. La libreria esiste da millenni, esiste da sempre non credo che nulla la spazzerà via insomma. Sicuramente non so quante se ne salveranno, come evolverà il mestiere del libraio però non credo che sparirà, assolutamente!"

Nell'intervista Palmira ci ha fornito un dato importante ossia che nel censimento effettuato lo scorso anno è risultato che esistono 105 librerie indipendenti e che il 40% degli italiani legge 3 libri l'anno.Nel mondo e in Cina cosa accade?

Secondo le statistiche sulla quantità di libri letti l'anno scorso, gli israeliani sono ancora al primo posto con un somma totale di 64 libri letti annualmente pro capite, poi la Russia con 55 libri, mentre e gli Usa 50 libri. In Cina la cifra effettiva ha raggiunto quota 5 libri. Infatti, l'espansione di diversi dispositivi elettronici hanno influenzato le nostre abitudini di leggere, cosi come la quantità dei testi.

C'è da dire infatti che in Cina, molte riviste e giornali hanno promosso le loro versioni elettroniche sull'Iphone e Ipad. Per esempio, Cina News Weekly, China Daily e China Business News Weekly, i cui costi sono più bassi di quelli cartacei. Ogni edizione cartacea costa 10 yuan, mentre quella elettronica solo 2, quindi in un anno che conta 48 edizioni, la e-rivista si risparmiano 384 yuan in totale, una cifra non bassa per il ceto impiegatizio medio.

Insomma possiamo dire allora che il futuro dell'editoria è in internet e negli ebook?

Veidmoa le parole di Umberto Eco che in collaborazione con Jean-Claude Carriere (sceneggiatore e saggista francese) qualche annno fa hanno scritto un libro proprio su questo tema ed il suo titolo è significativo: Non sperate di liberarvi dei libri.

Eco afferma: Ci sono due tipi di libro, quelli da consultare e quelli da leggere.I primi (il prototipo è l'elenco telefonico, ma si arriva sino ai dizionari e alle enciclopedie) occupano molto posto in casa, son difficili da manovrare, e sono costosi. Essi potranno essere sostituiti da dischi multimediali, così si libererà spazio, in casa e nelle biblioteche pubbliche.

I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Son fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in barca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell'intensità e regolarità delle nostre letture.

L'umanità è andata avanti per secoli leggendo e scrivendo prima su pietre, poi su tavolette, poi su rotoli, ma era una fatica improba. Quando ha scoperto che si potevano rilegare tra loro dei fogli, anche se ancora manoscritti, ha dato un sospiro di sollievo. E non potrà mai più rinunciare a questo strumento meraviglioso. La forma-libro è determinata dalla nostra anatomia."

Però non tutti la pensano come il Professor Eco. In una intervista apparsa sul Corriere della Sera, due anni fa, fatta a diversi grandi romanzieri e saggisti, si chiedeva se e come l'era dell'ebook sta cambiando la narrativa e modificando l'approccio alla creazione letteraria. Tra questi scrittori Beppe Severgnini ha affermato di essere favorevole all'ebook, usando una simpatica metafora per descrivere l'importanza del contenuto rispetto al contenitore. Cito le sue parole. Egli dice che: "quello che conta è la marmellata, non il vasetto che la contiene. Se la marmellata è buona la mangi volentieri: che sia incartata o che sia spalmata sul vetro dell'ebook. E poi il vasetto ebook si ricicla, lo puoi svuotare della marmellata che non ti piace e riempirlo di quella che ti piace."

Alessandro Piperno, sempre nella stessa intervistata dice:

Sono molto favorevole all'ebook, lo dico come scrittore, perché offre nuove possibilità espressive. E poi se citi un film, una cattedrale, un'immagine, una parola che chi legge non conosce, tramite la tavoletta, lui trova subito la risposta al suo vuoto in testa.

 Forum  Stampa  Email  Suggerisci
Messaggi
Dossier
• Concorso a premi sul tema "Amo studiare la lingua cinese"
Cari amici, con il continuo crescere della febbre per lo studio della lingua cinese, ora nel mondo coloro che tramite vari canali studiano la nostra lingua superano ormai i 40 milioni, ivi compresi molti italiani. La sezione italiana di RCI sta esplorando nuovi canali per aiutarvi ad apprendere e migliorare il vostro cinese in modo più facile e comodo...
Angolo dei corrispondenti
Foto
Eventi
• 60 anni della Nuova Cina
• Primo convegno letterario italo-cinese
• Amo il cinese
© China Radio International.CRI. All Rights Reserved.
16A Shijingshan Road, Beijing, China. 100040