Nuove politiche di sviluppo del settore editoriale cinese
  2010-01-20 16:24:18  cri
Insieme alla buona notizia relativa alle stime sul valore produttivo del settore editoriale cinese nel 2009, superiore a mille miliardi di RMB, recentemente è stata emanata la Pianificazione dello sviluppo del settore editoriale cinese. Il documento stabilisce 5 compiti chiave dello sviluppo futuro, proponendo una strategia per creare imprese con capitali e vendita entrambe superiori a 10 miliardi di RMB, e definendo in modo dettagliato le modalità e i canali di partecipazione al settore editoriale da parte dei capitali privati. Inoltre, viene evidenziata anche la promozione dello sviluppo delle imprese editoriali cinesi all'estero. Alcuni esponenti editoriali si dicono ottimisti sulle prospettive a lungo termine del settore dopo l'emanazione del documento.

All'inizio dell'anno, l'Ufficio statale di Stampa ed Editoria cinese ha emanato le "Opinioni guida sull'ulteriore promozione dello sviluppo del settore editoriale cinese", in cui ha stabilito i 5 compiti chiave per lo sviluppo, ossia la crescita dell'editoria tradizionale di libri, giornali, riviste ed altre pubblicazioni cartacee, l'incremento dell'editoria emergente strategica come quella digitale, lo sviluppo del settore dell'animazione e dei videogame, l'espansione dell'industria della stampa e dell'editoria, e lo sviluppo della logistica editoriale.

Secondo i dati statistici, le tipologie e la quantità delle pubblicazioni di testi, giornali e quelle digitali si sono piazzati al primo posto del mondo per 5 anni consecutivi. Attualmente, si contano 120 mila imprese editoriali a capitali statali, privati, esteri e misti in tutto il paese. Riguardo al prossimo obiettivo di sviluppo, il direttore del dipartimento dello Sviluppo editoriale dell'Ufficio statale di Stampa ed Editoria cinese, Fan Weiping, ha detto:

"Che tipo di obiettivo dobbiamo raggiungere per quanto riguarda lo sviluppo? Bisogna elevare notevolmente la capacità produttiva, la crescita dell'editoria deve superare quella del PIL dello stesso periodo, aumentare la propria quota nell'economia nazionale, cercando di realizzare un valore aggiunto di quattro volte rispetto a quello del 2006 entro la fine del 12° piano quinquennale (2010-2015)."

Prima degli anni '80 del secolo scorso, l'editoria ed altri settori collegati erano considerati come importanti componenti dell'ideologia di Stato. Giornali, case editrici, riviste, persino le fabbriche di stampa, erano tutti enti statali. Negli anni '90 del secolo scorso, l'editoria cinese aveva appena cominciato a connettersi con il mondo. Tuttavia, gli enti editoriali non sono diventati veri e propri soggetti di mercato, e la bassa concentrazione, le dimensioni limitate, la debole competitività ed altri problemi rimanevano evidenti.

Dal 2003, la Cina ha avviato la riforma sperimentale del sistema editoriale e di stampa. Sulla base di tale sperimentazione, ad aprile del 2009, l'Ufficio statale di stampa ed editoria ha emesso un documento guida della riforma sistematica dell'editoria, in cui ha richiesto a tutte le case editrici commerciali di libri e prodotti audio-visivi e digitali dei governi locali, delle università, dei dipartimenti del governo centrale e di altri enti pubblici di applicare la riforma, costituire un sistema aziendale moderno e cercare di diventare veri e propri soggetti di mercato entro il 2010. Finora, la maggior parte delle 580 case editrici cinesi, tranne 4 di benessere pubblico, hanno concluso o stanno terminando la trasformazione aziendale secondo il calendario prefissato. Fino alla fine del 2010, tutte le case editrici verranno trasformate in imprese, vale a dire soggetti di mercato.

Nel nuovo documento emanato quest'anno, sulla base della promozione della riforma, vengono definiti i punti chiave di lavoro e le misure di garanzia. Inoltre, il governo incoraggia le più grandi imprese editoriali ad effettuare la riorganizzazione tra diversi media, settori e proprietà, a livello transregionale e transnazionale, cercando di formare da 6 a 7 grandi imprese editoriali di primo livello nel paese e famose nel mondo, con proprietà e vendita entrambe superiori a 10 miliardi di RMB.

La Compagnia Phoenix Publishing & Media Network, del Jiangsu, è la prima impresa editoriale cinese con proprietà e vendita superiori a 10 miliardi di RMB. Recentemente, il presidente dell'azienda Tan Yue è stato celebrato dalla TV statale come la personalità economica dell'anno del 2009, il primo nel settore editoriale. Concedendo un'intervista alla TV statale, Tan Yue ha così spiegato:

"La continua ristrutturazione settoriale esercita grandi pressioni su tutti noi. Abbiamo preso una nuova decisione strategica sulla base del volume superiore a 10 miliardi di RMB, ovvero intendiamo diventare un investitore strategico nel settore culturale cinese. Ciò significa che dobbiamo riconsiderare completamente e profondamente la direzione degli investimenti, la via dello sviluppo, la superiorità competitiva, le modalità di crescita e la forza motrice, anzi dobbiamo trasformarne una parte."

Un altro contenuto delle nuove politiche editoriali cinesi, che ha richiamato ampiamente l'attenzione pubblica, è l'allargamento di modalità e canali di partecipazione all'editoria da parte degli investimenti privati. Per la prima volta, il governo ha rivelato l'introduzione e regolamentazione delle imprese culturali private nell'editoria di libri sulla tecnologia e la finanza, sotto forma di offerta di contenuto, cooperazione nei progetti e nelle vesti di un dipartimento di imprese editoriali pubbliche. In merito, il direttore dell'Istituto di ricerca cinese sull'editoria, Hao Zhensheng, ha affermato:

"Oltre ad aver riconosciuto i capitali privati come una forza produttiva per la cultura, le nuove politiche hanno riconosciuto il loro ruolo e la loro posizione, definendo i tre canali di partecipazione all'industria editoriale. Seguendo lo sviluppo dell'intero settore, la profonda cooperazione tra le imprese pubbliche e quelle private si svilupperà e migliorerà."

Secondo le indagini compiute dall'Ufficio statale di Stampa ed Editoria, solo a Beijing esistono oltre 5 mila studi privati culturali collegati all'editoria. Gli studi culturali non pubblici realizzano oltre 40 mila tipi di libri, occupando il 40-50% della vendita sul mercato. La maggior parte dei best-seller sono stati realizzati dagli studi editoriali privati.

Inoltre, nel documento delle nuove politiche, è stata accentuata la promozione dello sviluppo dell'editoria cinese all'estero con misure concrete, come il rafforzamento del sostegno al commercio con l'estero, l'esportazione del copyright, la pubblicazione in cooperazione di prodotti editoriali, l'aiuto alle imprese qualificate ad investire o creare aziende all'estero e il pieno utilizzo della rete e della piattaforma di cooperazione internazionale.

In merito, il direttore dell'Istituto di ricerca cinese sull'editoria, Hao Zhensheng, ritiene che il documento sulle nuove politiche raffiguri un modello di pianificazione generale di un futuro pieno di speranze:

"Questo documento mostra una progettazione piuttosto scientifica. La capacità produttiva del settore editoriale è cresciuta notevolmente, e in aggiunta possiede una struttura più ragionevole a livello industriale, aziendale e di prodotti. Grazie alle nuove tecnologie, la trasformazione digitale del settore raggiungerà alti livelli. Inoltre, saremo in grado di modificare la nostra presenza sul mercato editoriale internazionale, portando ad un nuovo livello la trasmissione e l'influenza internazionale della cultura cinese nel mondo."

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