Il grande zio ‘‘ferro del Pakistan’’: coordinamento e solidarietà efficaci per far fronte all’epidemia.(1/3)
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Lo zio Abbasi, un uomo del Pakistan di 56 anni con barba bianca, è arrivato in Cina per studio negli anni ’80. Dopo aver svolto le attività di professore e commerciante internazionale, ora si dedica all’attività freelance. Prova profondi sentimenti per la Cina. Durante la lotta all’epidemia di polmonite da nuovo coronavirus, è diventato per propria scelta un volontario in servizio di guardia all’ingresso del suo quartiere, dove misura la temperatura corporea e spiega le misure di prevenzione e controllo alle persone in ingresso parlando cinese fluente. Quando entrano gli stranieri, conoscendo l’inglese, l’arabo e l’urdu, traduce per loro. Nella comunità dove si trova abitano 60mila persone, tra cui vari stranieri provenienti da oltre 90 paesi e regioni. Abbasi ritiene che i paesi dovrebbero comunicare di più e maggiormente tra loro ed essere uniti e cooperare per combattere insieme l’epidemia.