I guardiani delle oasi del deserto di Taklamakan
  2015-05-15 15:26:21  cri

Negli anni '90 del secolo scorso è stata costruita la prima strada nel deserto di Taklamakan, chiamato il "Mar Morto" della Cina. Questa strada, che ha richiesto circa 600 milioni di RMB di investimenti, non solo ha messo le ali allo sfruttamento del petrolio locale, ma ha anche eretto un vivace ponte economico fra il sud e il nord del Xinjiang, separati da sempre dal deserto. Il Taklamakan è il più grande deserto di sabbie in movimento del mondo, con distese di dune in continuo spostamento per via del vento, il che non solo rappresenta una sfida per la sicurezza degli automezzi e dei passanti lungo la strada, ma minaccia anche gravemente le città ai bordi del deserto e i loro residenti. Per consolidare la sabbia, proteggere la strada e domare il deserto, nel 2000 il 32° reggimento della 2° Divisione Agricola dei Corpi di Produzione e Costruzione del Xinjiang ha creato una foresta ecologica protettiva lungo la strada nel deserto, portando qui un gruppo di guardiani forestali, fra cui Wang Xiangli, che lottano da decenni contro il deserto di Taklamakan.

"Tutte le mattine controllo le gocce, e poi apro la valvola dell'irrigazione a goccia. Lavoro più di dieci ore al giorno. Una volta fuori, non c'è più orario."

Alle sei del mattino, quando la città di Ala'er è ancora immersa nel buio, Wang Xiangli ha già iniziato il suo lavoro quotidiano. Wang, che ha 58 anni, ha lasciato Chengdu, dove è nato, a vent'anni per andare a lavorare nei Corpi di Produzione e Costruzione del Xinjiang, occupandosi di rimboschimento ad Ala'er. Nel 2000, Wang e la moglie si sono trasferiti in una stazione di tutela della foresta ecologica ad una decina di km dalla città. I due lavorano a turno, e ognuno deve percorrere più di 10 km al giorno per ispezionare la cintura boschiva e irrigare gli alberi. Wang Xiangli dice che 30 anni fa sono venuti in cinque nel deserto a costruire foreste di protezione, ma adesso sono rimasti solo lui e la moglie.

"Adesso usiamo la tecnica di irrigazione a goccia. L'acqua arriva da dei tubi sepolti sottoterra, alcuni in profondità, altri meno."

Nel corso dell'ispezione della cintura forestale, Wang Xiangli ha spiegato al nostro giornalista la tecnica di irrigazione a goccia, grazie alla quale gli alberi hanno maggiori possibilità di sopravvivere. Questo fa molto piacere a Wang, che considera ogni albero come fosse suo figlio.

A mezzogiorno, nel deserto fa un caldo soffocante. Wang e il nostro giornalista si sono riparati all'ombra degli alberi, mentre da lontano arrivava una donna di mezza età, l'altra guardiana, la signora Liu, la moglie di Wang.

"Sono qui con mio marito. All'inizio c'era un vento terribile, come le onde del mare, e non si riusciva a camminare. Il nostro cibo era mescolato alla sabbia!"

La signora Liu, che ha 57 anni, ama molto parlare. Sotto il berretto, il suo viso abbronzato è matido di sudore. Abita col marito nella casa del pozzo n.6 e si occupa dell' irrigazione di una cintura forestale lunga 4 km. Ogni giorno, dal pomeriggio alla sera, deve controllare la situazione dell'irrigazione di tutti gli alberi nel deserto, pioppi, salici e arbusti di Calligonum, di cui conosce perfettamente le caratteristiche. Mentre parlava, ha dato una pacca sul braccio al nostro giornalista, ritirando la mano insanguinata: era una zecca!

"E' una zecca. Dopo aver succhiato il sangue, passa dalle dimensioni di una formica a quelle del dito di una mano!"

Anche se parla ancora nel dialetto del Sichuan, la donna è ormai abituata alla vita nel deserto. Dice che nel deserto ci sono tante coppie come loro. E' grazie a loro che ci sono le cinture forestali che proteggono i campi e i frutteti di Ala'er. Con l'estendersi del verde, i due hanno anche avuto una bella sorpresa: la crescente cintura forestale attira molti animali selvatici, volpi e gazzelle della Mongolia, il che li rende felici. Il nostro giornalista ha chiesto loro cosa faranno dopo essere andati in pensione, hanno risposto che sono abituati alla calma del deserto, che è il loro "giardino dell'Eden", e sperano di vedere la sua trasformazione in una grande prateria.

Al tramonto, il deserto di Taklamakan si agita sotto le folate del vento. Terminato il lavoro della giornata, la coppia raggiunge la casa del pozzo n.8 per riferire al capo, Wang Changhe, anche lui del Sichuan, e che lavora nel deserto da nove anni. Sotto la sua guida, ogni giorno i 20 guardiani pattugliano a piedi per più di 200 km per controllare la cintura forestale, alle cui spalle ci sono 12 mila ettari di oasi e di campi coltivati. Wang, che è un tipo aperto, si è tirato su le maniche, dicendo che in realtà ha la pelle bianca, ma che si è annerito sul posto.

Oltre al sole ardente, nel deserto l' escursione termica è anche molto forte. D'estate la temperatura può superare i 50 gradi, e d'inverno scende a 30 sotto zero. Le condizioni climatiche estreme hanno creato dei problemi fisici a Wang, .

"Soffro di artrosi. D'inverno ho dei dolori terribili alle ginocchia."

Wang aggiunge che a parte le condizioni naturali estreme, il lavoro in sé presenta dei rischi imprevisti. Anni fa due guardiani hanno perso la vita in una tempesta di sabbia. Di fronte all'ambiente di lavoro arduo e pericoloso e al magro stipendio, Wang Changhe ammette di aver vacillato:

"All'inizio dell'anno ho pensato di cambiare lavoro. Adesso guadagno meno di 2000 RMB al mese, quindi... mi faccio mantenere da mia moglie! Lei ha preso in appalto 5 ettari di piantagioni di cotone, adesso è tutto meccanizzato, quindi riesce a farcela da sola".

Wang Changhe dice che è stata una conversazione con la figlia diciottenne a indurlo a continuare, perché questo lavoro gli permette di vedere il futuro e la speranza del Taklamakan.

"Mia figlia mi ha detto: papà, voglio andare a studiare in un'università dell'entroterra, ma poi torno a lavorare nel Xinjiang . Le ho chiesto: perché, con tutto questo vento di sabbia? Ha risposto che il Xinjiang è ancora il posto migliore..."

Grazie all'impegno di generazioni di guardiani forestali come la coppia Wang e il loro capo, la superficie delle foreste di protezione nel deserto di Taklamakan aumenta anno dopo anno. Con il sostegno del Corpo, hanno anche ampliato la superficie coltivata a piante economiche, come le bacche di Gouqi e il Calligonum, con una produzione in continua crescita. Ogni anno molti vengono ad acquistare i frutti, perciò le entrate dei guardiani stanno gradualmente aumentando.

Fra due anni, i signori Wang andranno in pensione, e Wang Changhe diventerà il membro più anziano della squadra.

"Generazione dopo generazione, c'è chi lascia e chi entra nei ranghi. Tutto per creare delle migliori condizioni di vita per i posteri."

Nel deserto di Taklamakan vive una pianta speciale, il Popolus euphratica. Gli Uygur lo chiamano l'"albero più bello", perché è in grado di sopravvivere alle tempeste di sabbia, alla siccità, alla corrosione del suolo salino, al gelo e al caldo torrido. Radicato in profondità nel deserto, protegge le oasi con la sua vita...

 

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