Uganda, paese dell'Africa orientale, è stata chiamata "Perla africana" dall'ex primo ministro britannico Winston Churchill per le sue ricche risorse idriche, il terreno fertile e il clima piacevole, che creano delle condizioni naturali adattissime allo sviluppo del settore agricolo. Dalla fine del 2012 è stato attivato un progetto agricolo multilaterale di "Cooperazione Sud-Sud", nel quadro del "Programma speciale della FAO per la sicurezza alimentare", effettuato dal governo ugandese in collaborazione con il governo cinese e la Fao. Al momento, è già terminata con successo la prima fase del progetto. Wu Zhiping, capo del gruppo del progetto, ha illustrato che il loro lavoro principale consiste nell'organizzazione di attività di insegnamento e diffusione delle tecniche agricole.
"Mandiamo qui gli esperti e i tecnici competenti che attraverso l'organizzazione della Fao, effettuano degli scambi e cooperazioni con i colleghi del Ministero dell'Agricoltura ugandese. Il nostro compito è presentare alcune nuove specie di generi alimentari e diffondere tecniche di nuovo tipo e più adatte in modo da elevare i livelli di efficienza e produttività agricola permettendo ai contadini locali un guadagno maggiore."
Il gruppo del progetto è composto da 31 membri cinesi, 23 dei quali provengono dalla provincia del Sichuan, 4 dallo Hubei, 3 dal Fujian e uno dallo Hebei, compresi 7 esperti di gestione aziendale, irrigazione, giardinaggio, acquacoltura e coltivazione dei grani, nonché 24 tecnici. In due anni, hanno lavorato sul campo insieme ai colleghi e contadini locali, raggiungendo ottimi risultati.
"Nel distretto Budaka, i nostri esperti di acquacoltura e produzione alimentare hanno creato un modello destinato alle piccole famiglie contadine, ossia la lavorazione autonoma dei mangimi per l'allevamento dei pesci negli stagni, che ha prodotto ottimi benefici ai locali. Prima del nostro rimpatrio, il presidente del distretto è stato molto emozionato, secondo lui, gli esperti e i tecnici cinesi gli hanno portato un cambiamento rivoluzionario delle idee."
In uganda gli esperti e i tecnici agricoli cinesi hanno portato anche delle specie di riso, mais e miglio ibrido cinesi, la cui produzione è due volte superiore rispetto alle specie locali nelle stesse condizioni. Il dottor James Tumwine, coordinatore del progetto agricolo multilaterale "Cooperazione Sud-Sud", è stato colpito positivamente dagli esperti e i tecnici cinesi.
"Sono un gruppo di persone amichevoli che lavorano con diligenza e non nascondono le loro tecniche. Lavorano volentieri con noi e discutiamo insieme delle tecniche agricole. Per noi è stato un gran piacere lavorare insieme a loro per promuovere lo sviluppo agricolo."
Nel corso di un incontro con la delegazione agricola della provincia del Sichuan ad agosto 2014, il vice presidente ugandese Edward Ssekandi ha espresso l'auspicio che la Cina aumenti gli invesimenti nel settore agricolo dei paesi africani. Wu Zhiping ha reso noto che oltre alla cooperazione con il Ministero dell'Agricoltura, gli istituti di ricerca, le amministrazioni locali e le fattorie private per svolgere le attività di insegnamento e diffusione delle tecniche agricole, si sta anche lavorando attivamente per trovare investitori interessati alla cooperazione agricola tra Cina e Uganda.
"Dopo un anno di impegno, ormai 7 aziende del Sichuan hanno confermato i propri investimenti nel settore agricolo in Uganda. Hanno in programma di investire 50-100 milioni di RMB nel primo anno e di realizzare un totale di 30-50 milioni entro cinque anni, nella speranza di trainare la crescita economica e lo sviluppo rurale del Paese attraverso l'agricoltura. Al momento, la volontà di investimento e cooperazione da parte delle aziende cinesi ha destato l'alta attenzione del governo ugandese."
Secondo quanto appreso, su richiesta del Ministero dell'Agricoltura dell'Uganda e con l'autorizzazione della Fao e del Ministero dell'Agricoltura cinese, la seconda fase del progetto sarà avviata a marzo 2015.
Di pari passo con gli scambi più stretti tra Cina e i paesi africani in diversi settori, si è registrato un aumento del personale cinese che si reca in Africa per questioni di lavoro; tra questi non mancano coloro che operano nel settore finanziario per la promozione della cooperazione finanziaria tra Cina ed Africa. Cao Min è uno di loro. Nelle vesti di supervisore generale degli affari cinesi nell'Africa orietnale della Standard Bank, banca sudafricana e la più grande del continente, Cao Min continua a dividersi tra Uganda, Tanzania e Sud-Sudan, con un "sogno cinese" di introdurre RMB nel continente africano.
Cao Min è originario di Pechino e ha collegato la sua vita con l'Africa, infatti in un ventennio ha lavorato in Angola, Botswana, Kenya e altri paesi africani, e fino ad alcuni anni fa ha avuto un incarico presso la filiale della Standard Bank in Africa orientale. Cao Min ha rivelato che la Standard Bank dà una grande importanza agli affari con la Cina, ha elevato l'idea "Connect China" a livello di strategia del gruppo e stabilito il progetto "Servizi sulla Cina".
"Siamo in grado di aiutare le aziende cinesi a conoscere le politiche finanziarie locali, mettere a loro disposizione molti crediti per favorire il finanziamento per i progetti e offrirgli quindi dei servizi migliori. Per esempio, la casa automobilistica cinese Foton ha già stabilito una fabbrica in Kenya in cui verranno prodotte auto 'Made in Kenya'. Abbiamo fornito tanti servizi su crediti e finanziamenti a Foton, che a sua volta ha gradualmente aperto il mercato in Africa orientale attraverso tre anni di sforzo."
Attualmente, la Cina è il più grande partner commerciale dell'Africa. L'enorme sostegno della Standard Bank per potenziare gli affari con la Cina ha rafforzato la fiducia di Cao Min che ha il "sogno cinese" di promuovere l'introduzione in Africa del RMB. Alle fine di ottobre 2014, la Standard Bank è diventata la prima banca in Uganda in cui si può liberamente convertire i RMB. Interpellato, Cao Min, supervisore generale degli affari cinesi in Africa orientale della Standard Bank, si è mostrato soddisfatto.
"Dopo la conferenza stampa, l'Ambasciatore cinese in Uganda e il vice Ministro dell'Industria e del Commercio ugandese sono arrivati al nostro sportello. L'ambasciatore Zhao ha convertito 500 RMB in valuta locale, invece il Ministro ha convertito i suoi scellini ugandesi in 10 mila RMB per la sua missione in Cina dell'indomani. Tutti i giornali e televisioni locali hanno seguito e riportato la notizia, mentre il mio social ha ottenuto il maggiore numero di 'like' mai registrato. Questo è senza dubbio la cosa che mi ha reso più orgoglioso nel 2014."
Attualmente, l'Industrial and Commercial Bank of China è il maggiore azionista della Standard Bank, con una quota del 20%. Secondo Cao Min oggi l'80-90% delle grandi aziende cinesi stabilite in Africa orientale sono loro clienti, con cui mantiene rapporti amichevoli. É sempre convinto che se si tratta di cinesi, si faccia tutto il possibile per risolvere le difficoltà, questa idea sta influenzando sempre più i suoi colleghi locali.
"Nel mio lavoro, dedico una gran parte del tempo per far conoscere e capire la cultura cinese e le esigenze dei clienti cinesi a più dipartimenti e dipendenti locali all'interno della banca. Grazie alla mia influenza, ormai 3 colleghi si sono messi a seriamente a studiare il cinese. Ogni tanto dicono qualche parola e mi sorprendono, e salutano i clienti cinesi con "Ciao bello" e "Ciao bella". Naturalmente ciò che non riescono mai a capire è il perché i cinesi sollecitino dicendo 'sbrigati' e 'sbrigatevi'."
La differenza nella comprensione parola "sbrigati" è sintomo di una differenza di mentalità tra cinesi e africani e dimostra il punto di vista dei cinesi sull'efficienza. Attualmente gli "operatori finanziari" cinesi dedicati alla cooperazione Cina-Africa, come Cao Min, sono in continuo aumento. In Kenya, prima economia dell'Africa orientale, le banche locali stanno rafforzando costantemente la collaborazione con le istituzioni finanziarie cinesi per servire meglio i clienti cinesi, anche tramite l'assunzione di cinesi in incarico degli alti dirigenti. Hu Kai, CIO (Chief Information Officer) della Equity Bank, ritiene che la cooperazione nel settore finanziario tra Cina e Kenya sia di mutuo vantaggio.
"E' davvero una cooperazione di mutuo vantaggio e win-win. Il Kenya può trarre beneficio dall'economia cinese e apprendere dalle sue esperienze. La Equity Bank offre dei servizi molto utili ai clienti cinesi locali. Per esempio forniamo servizi comodi in valuta cinese agli operatori di ristoranti cinesi e ai turisti cinesi in Kenya, per evitare che portino grandi quantità di contanti."
Nelle ampie praterie dell'Africa orientale, è attivo un gruppo di guide provenienti dalla Cina, che non solo accompagnano i turisti nel meraviglioso mondo degli animali, ma sono diventati loro stessi degli attivisti e promotori della tutela degli animali selvatici.
Il trentenne Tong Tong è arrivato in Africa subito dopo l'università e ha fatto la guida per 9 anni. Ci ha raccontato con un fortissimo accento del nord-ovest della Cina il suo incontro con gli animali selvatici delle praterie dell'africa orientale.
"Ho una grande passione per gli animali selvatici. Da piccolo guardavo il programma televisivo "Il mondo degli animali", quindi mettere i piedi sulle praterie dell'Africa orientale era uno dei miei desideri. Una volta arrivato, mi sono innamorato di questa terra. Questo è il motivo principale per cui vivo qui da più di otto anni. Faccio la guida turistica, e contemporaneamente coltivo un hobby strettamente legato al lavoro, ossia la fotografia. Scattare e registrare i momenti più belli mi rende felice."
Come guida e fotografo di animali selvatici, Tong Tong ha visitato una decina di tribù del Kenya e ha stretto profonda amicizia con i locali. Però il caso dell'uccisione dell'elefante più vecchio Satao nel 2014 dai bracconieri ha fatto provare pressione alla guida cinese. Tong Tong ricorda:
"Dopo il caso dell'uccisione dell'elefante, i locali mi guardano con disprezzo, perché molti prodotti d'avorio sono venduti sui mercati dell'Estremo Oriente, in particolare quello cinese. Anch'io ho provato molta pressione, ma sono fotografo amatoriale di animali selvatici e ho detto ai locali che uso le mie foto come mezzo per sollecitare la tutela degli animali selvatici"
A differenza delle esperienze di Tong Tong, Wang Yun era una docente di un'università del Xinjiang. La sua storia in Africa è cominciata nel 2004, l'anno in cui è arrivata all'Egerton University del Kenya dove ha insegnato cinese per cinque anni. La prima volta che ha visto un gruppo di elefanti sulle praterie tropicali nel Parco nazionale di Amboseli, aveva le lacrime agli occhi perché aveva realizzato il proprio sogno, poi non è riuscito più a lasciare il Kenya. Alla fine ha deciso di rinunciare all'incarico di impiegato pubblico e trovato un posto di lavoro presso un'agenzia viaggio cinese in Africa, poi ha passato il difficilissimo esame per ottenere il certificato di guida speciale per i viaggi alla scoperta degli animali selvatici in Africa. Finora è l'unica cinese in possesso di tale certificato.
"Oggi in Cina ci sono esperti come fotografi professionisti, zoologi e botanici e i vecchi professori dell'Accademia delle Scienze che conoscono bene l'Africa e i suoi animali e uccelli, per non dire i viaggiatori veterani, che prima di venirci hanno letto numerosi libri sull'Africa. Con loro posso parlare con sicurezza, mi piace questa sensazione. Sono contenta di potere trasmettere loro le mie conoscenze e percezioni sull'Africa.
Sia Tong Tong che Wang Yun hanno la propria opinione sul comportamento dei turisti cinesi in Africa. Secondo Wang Yun, la maleducazione dei turisti cinesi lascia una cattiva impressione non solo ai gestori dei parchi nazionali e riserve naturali, ma anche ai turisti degli altri paesi.
"L'opinione di molti turisti è che siccome hanno pagato, possono fare qualsiasi cosa vogliano. La guida da delle direttive, ma i turisti si comportano come gli passa per la testa. In caso di gravi infrazioni, ci sentiamo molto imbarazzati. Alcuni clienti anche se sono già informati di ciò che è vietato, violano le regole fino ad essere sorpresi dagli addetti locali. Per esempio, quando si osservano i leoni, può capitare gettino d'improvviso una bottaglia agli animali per vedere se sono svegli o no. Non si può mai prevedere la condotta di un cliente, a volte sono rimasta di stucco."
Tong Tong ritiene che non restino molti luoghi come l'Africa orientale nel mondo così popolate da animali selvatici. Ricorda a tutti i turisti che quando ammirano il meraviglioso mondo degli animali selvatici in Africa, non devono dimenticare di proteggere questi amici dell'umanità.
"Molti non immaginavano che fosse così l'Africa subsahariana, dove si può vedere non solo un paradiso di animali selvatici, ma anche le condizioni naturali e climatiche molto piacevoli. Voglio dare un consiglio a tutti: 'No sale no killing'. Tuteliamo gli animali selvatici e contribuiamo a lasciare una Terra migliore alle generazioni future."