La 7ma Fiera internazionale dell'industria culturale e della creazione di Beijing
  2013-01-21 15:35:15  cri


Si è tenuta alla fine di dicembre a Beijing la Fiera internazionale dell'Industria culturale e creativa. Un evento colossale ospitato in parecchie sedi della città. I temi erano molto ampi. Oltre alla presentazione di progetti e prodotti, sono stati introdotti molti interessanti pareri sui cartoni animati, sull'artigianato e sulla cultura tradizionale, sul patrimonio culturale e sulla combinazione fra di loro, alcuni dei quali nettamente nuovi.

La fiera, arrivata alla sua settima edizione, è un'ottima piattaforma di scambi tra le aziende e gli esponenti del campo culturale e creativo. L'anno scorso c'è stata la presentazione del progetto "Viaggio virtuale nelle antiche città", mentre quest'anno si sono visti i primi risultati, ossia il video animato su Fengcheng, il nucleo storico di Yangcheng, il distretto del sud dello Shanxi. Fra cui spicca "Cento scuole, cento città", una cooperazione fra scuole e governi locali per produrre 104 puntate di animazione televisiva, con la partecipazione di 100 istituti professionali e 100 famose città culturali cinesi. 

Per "scuole" si intendono 100 istituti professionali con la facoltà di animazione, mentre le "città" sono 100 famose città e cittadine culturali, come Pingyao, Fengcheng, ecc. Nel corso di 3 anni, verrà prodotta una serie di 104 cartoni animati realizzati dagli studenti, ognuno dei quali presenta una città storica e culturale dal punto di vista del folclore, delle attrazioni turistiche e delle specialità gastronomiche.

L'animazione è un linguaggio internazionale. L'utilizzo della forma del cartone animato per presentare una città cinese, comprese le sue attrazioni turistiche, le caratteristiche architettoniche, le specialità gastronomiche e i costumi folcloristici, di per sè è un'innovazione. Durante la fiera, Wang Ying, presidente dell'Associazione dell'Animazione cinese e primo consulente per i cartoni animati della CCTV, la Televisione centrale cinese, ha spiegato perché la cultura folcloristica va presentata nella forma dei cartoni animati:

"La cultura folcloristica può essere presentata in forma letteraria, teatrale o cinematografica, ma io credo che l'animazione sia la forma migliore. Il cartone animato è caratterizato da scene vivide e dall'immaginazione visuale, mentre la cultura folcloristica segue da vicino storie ed eventi storici, alcuni veri, e altri considerati veri. Tra loro esistono molte analogie di forma espressiva. "

Secondo l'accordo già firmato, i cartoni prodotti saranno proiettati dal canale di animazione della CCTV. La prof.ssa Dai Hong, direttore dell'Istituto d'Arte del Politecnico di Beijing, considera il progetto un'ottima occasione per accrescere le conoscenze dei suoi studenti sulla cultura tradizionale cinese:

"Prima di tutto, il progetto pemette agli studenti di elevare la loro capacità di progettazione e produzione di cartoni animati, ma la cosa più importante è l'integrazione della cultura folcloristica nella formazione degli studenti. Quindi, due piccioni con una fava. Tra l'altro, si tratta di un progetto di livello nazionale, per cui, se i miei studenti si occupano di dieci città all'anno, possono apprendere il contesto culturale di dieci città. Gli studenti formati in questo modo sono qualificati sia dal punto di vista della tecnica professionale che delle nozioni culturali."

La prof.ssa Dai Hong è impegnata da più di vent'anni nella riforma dell'istruzione professionale, ed è lei stessa un'ottima artista delle carte ritagliate. Ha anche detto che il progetto all'inizio era di dimensioni limitate, con solo due istituti professionali coinvolti, ma pian piano si è arrivati a 100 scuole e a 100 città. Anche la televisione entra nel progetto, fornendo una piattaforma di presentazione dei video animati del "Viaggio virtuale nelle antiche città". Ma adesso ridiamo la parola a Dai Hong:

"I cartoni animati, prodotti da noi in collaborazione con le aziende, avranno una piattaforna di proiezione, creando così una catena che collega tutti gli anelli. I prodotti degli studenti saranno confermati da tutta la società, e la cultura cinese verrà adeguatamente presentata. Ogni scuola ha le sue caratteristiche, le aziende hanno il loro modo di operare, e le emittenti televisive i loro criteri di scelta, La fiera permette di combinare le forze di tutte le parti verso un unico obiettivo, ossia la trasmissione della cultura tradizionale cinese e la formazione di talenti."

La compagnia di cartoni animati "Shanshuidisheng" fa da promotore e mediatore del progetto, il suo giovane e da attivissimo direttore, Feng Wusheng, ha detto:

"Il 'Viaggio virtuale nelle antiche città' è diventato un marchio in un tempo molto breve. Penso che ciò sia dovuto alla collaborazione di tutti. Più parti participano, più alta è la possibilità di realizzare il win-win. Spero che sia le scuole cinesi e straniere che le aziende del settore possano presentare la propria cultura locale nella forma dell'animazione, così da creare una grande piattaforma di scambi. "

Parlando di animazione, c'è un luogo comune, secondo cui i cartoni animati si rivolgono soltanto al pubblico dei più piccoli. Ovviamente oggi non è più così: l'animazione è un linguaggio internazionale e il mercato relativo è in continua crescita, basta pensare ai film animati "Kung Fu Panda" e "Ice Age", che si sono rivelati un gran successo. Purtroppo i cartoni cinesi sembrano essere ancora indietro rispetto a quelli americani, europei e giapponesi. Per esempio, "Kung Fu Panda" è opera dello studio americano Dreamworks, anche se il Kung fu e i Panda sono tipicamente cinesi.

Tutti conoscono il Kung Fu e i Panda, ma per creare immagini e raccontare bene delle storie nella forma dell'animazione serve una grande creatività. Con la creatività e l'immaginazione, gli americani hanno creato Mickey Mouse e una serie di famosissimi personaggi dei cartoni animati. In Cina non mancano le fonti di ispirazione, la lunga storia del paese, le sue fantastiche leggende.

Alla fiera è intervenuto un maestro dei cartoni cinesi, il regista Sun Lijun, direttore della Scuola di animazione dell'Accademia del Cinema di Beijing, che l'anno scorso ha prodotto il primo cartone animato cinese in 3D, il "Cavalier Coniglio", che ha avuto un buon successo in Cina, ed è anche stato venduto in una decina dei paesi stranieri. Fra l'altro, il regista Sun Lijun ha proposto una nuova concezione, quella di combinare l'animazione e lo sviluppo delle città:

"Per esempio, il cartone 'Finding Nemo' ha fatto conoscere il Teatro di Sydney, 'Lion King' ci ha portato nella prateria africana, e 'Ratatouille' ha fatto opera di promozione per Parigi. L'animazione è un ottimo vettore in grado di combinarsi con il turismo e la cultura folcloristica e di creare degli effetti commerciali."

Secondo Sun Lijun, nell'attuale epoca digitale le star virtuali e i personaggi dei cartoni animati cominciano ad essere più accettati e a dimostrare un valore commerciale. L'industria creativa non consuma risorse energetiche, né crea inquinamento. Egli prevede che nei prossimi trent'anni il settore culturale cinese sarà ancora più fiorente.

La Cina si è fissata l'orientamento del grande sviluppo dell'industria culturale, per sostituire altri settori a sviluppo non sostenibile, da cui il varo di molte nuove politiche a favore dello sviluppo culturale.

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