Slow Food a Beijing e i residenti della città impegnati per il suo sviluppo sostenibile
  2012-10-30 18:56:12  cri

 

B: Radio Globale, cari amici, ben ritrovati a Easycafè, con Bai Yang e..

G: ...Gabriella Bonino.

B: Cari amici, una vita in armonia con la natura è ormai il sogno di tutti, vero? Mangiare cibi sani, vivere nel verde e respirare aria pulita sono un nostro diritto, ma spesso la realtà è esattamente l'opposto.

G: Hai ragione! Però, vista la situazione sempre più allarmante, la coscienza della necessità di agire per cambiare si fa sempre più profonda in ogni parte del mondo. In Italia, per esempio, Slow Food ha iniziato da tempo un movimento di ritorno alla natura e al cibo sano, che si è poi propagato in tutto il mondo.

B: Anche in Cina molti percorrono da anni questa strada, come l'agronomo An Jinlei, che coltiva la terra in modo organico, aiutato dalla moglie, nel sud della provincia del Hebei. Di seguito il suo discorso si è ampliato all'educazione dei giovani alla coesistenza armoniosa con la natura, e all'educazione generale alla morale, che porta avanti ancora adesso.

G: Infatti la cultura tradizionale cinese mette proprio in risalto questo aspetto. Cari amici, nel programma di oggi vi presenteremo alcuni personaggi cinesi e stranieri attivi a Beijing in questo campo. Naturalmente uno dei clou saranno le attività di Slow Food in Cina!

B: Inizieremo a trattare l'argomento dopo un po' di musica...

B: Radio Globale, cari amici, ben tornati a Easycafè, con Bai Yang e…

G: …Gabriella. A introdurci ai pionieri del ritorno alla natura e della coltivazione organica a Beijing sarà Stephanie Tansey, direttore internazionale di Earth Charter Communities Network, una nuova impresa sociale registrata negli USA dedita ad aiutare le comunità a collaborare con la natura. Stephanie ha appena pubblicato a Beijing il libro "Recovery of the heart", che presenta gente della città, cinesi e stranieri, che ha in comune la connessione con la natura. Ma ora diamole la parola: "Ho scritto il libro per mettere in risalto l'importanza della saggezza e dei valori tradizionali cinesi, andati perduti, per il dialogo sulla sostenibilità della città. Il valore di 'Da Tong', per esempio, ossia della società perfetta, fa parte della coscienza cinese e può essere rivitalizzato per portare avanti il ripristino dell'ecosistema e il benessere individuale e della comunità. L'Imperatore Giallo, Huang Di, l'antenato della nazione cinese, sognava un futuro in cui l'uomo vive in armonia con la natura, il che può aiutare a superare i modi di pensare materialistici e a vivere in modo saggio il rapporto con la terra. Beijing non fa parte della natura? Lo sforzo della Cina per creare una civiltà ecologica può contare su queste basi filosofiche. Il libro è un dialogo fra pensiero tradizionale e moderno cinese, sui rapporti interpersonali e con la natura e sulle radici di città sostenibili e riuscite. Le comunità e i valori sono importanti come la politica, la scienza e lo sviluppo tecnologico e industriale. Il valore di armonia e di simbiosi fra uomo e natura è un asset fondamentale per il vero futuro sostenibile del mondo".

G: Cari amici, Stephanie Tansey vive in Cina da più di nove anni. Negli anni Novanta ha aperto una scuola bilingue a Beijing, la New School of Collaborative Learning, in cui ha imparato a comunicare con i cinesi, un esperimento durato una decina d'anni. Ella osserva che al tempo della guerra in Iraq il dialogo non ha funzionato, ma ha funzionato in India quando i discepoli di Gandhi sono riusciti a ridare la terra ai contadini, convincendo i ricchi. Abbiamo il potere del dialogo e non lo usiamo.

B: Radio Globale, cari amici, ben tornati a Easycafè, con Bai Yang e…

G: … Gabriella. Cari amici, i residenti di Beijing di cui parla Stephanie Tansey sono già parte di una profonda energia rivoluzionaria per costruire una città che coopera con il pianeta. Ora diamo la parola a una rappresentante della fattoria organica Xiao Maolu, Little Donkey, situata a Fenghuangling, alla periferia nord di Beijing: "La nostra fattoria organica coltiva verdura senza pesticidi e fertilizzanti. Abbiamo molti giovani da tutta la Cina, ambientalisti, che studiano e lavorano con noi. Operiamo tramite contratti annuali di consegna di verdura ai consumatori, inoltre affittiamo parte della nostra terra per la coltivazione autonoma, offrendo semi e fertilizzante organico, a circa cinquecento persone. Per la Festa Nazionale teniamo la festa del raccolto per premiare il migliore, oltre a visite didattiche tutto l'anno per bambini e genitori".

G: La fattoria Little Donkey fornisce anche direttamente alcuni mercati ortofrutticoli di Beijing. Un problema comune della coltivazione organica è però l'alto prezzo di frutta e verdura, che influenza pesantemente le vendite. Ne ha un' esperienza diretta la signora Zhang Zhimin, che opera una fattoria da anni dopo una lunga esperienza di imprenditrice: "Lavoro in campagna da 12 anni. Prima ero in una grande azienda estera. Conscia del problema dell'inquinamento, ho chiesto a parenti e contadini di coltivare verdure per me. Ma allora andavo solo due volte all'anno in campagna, e ne sapevo poco. Adesso, con i fertilizzanti chimici e i macchinari, i contadini possono lavorare di meno, quindi è difficile ritornare all'agricoltura organica. Alla fine ho deciso di lavorare io stessa nei campi. La mia maestra è la natura: è un lavoro duro, devo alzarmi presto, lavoro dalle cinque del mattino al tramonto. La natura occupa la mia mente e il mio cuore. Ho anche scoperto molti rapporti fra i caratteri della scrittura cinese e la natura, allora sto scrivendo un libro su questo. Se non lavorassi nei campi non l'avrei mai scoperto. Nella fattoria ho capito le piante, i cereali e gli animali, ma una fattoria di 12 anni è solo come un bimbo all'asilo, e ho ancora tanto da imparare".

B: Zhang Zhimin è davvero da ammirare, perché lavora praticamente da sola nella fattoria. Spesso non riesce a convincere i consumatori e i supermercati ad acquistare i suoi prodotti organici, visto che costano di più e non sono appariscenti come gli altri, per cui guadagna anche poco.

G: Una cosa bella è che in riconoscimento dei suoi contributi, Slow Food ha invitato Zhang Zhimin alla prossima edizione di Terra Madre, quindi il nostro pubblico italiano avrà occasione di conoscerla.

B: Radio Globale, cari amici, ben tornati a Easycafè, con Bai Yang e…

G: …Gabriella. Poco fa abbiamo nominato Slow Food, infatti ecco la bella notizia: Slow Food è attiva anche in Cina! Ciò si deve agli sforzi di alcuni italiani e stranieri sensibili agli ideali dell'organizzazione "good, clean, fair". La giovane sinologa Alice Giusto è responsabile del convivium di Beijing: Alice: "Non solo io, ci sono di mezzo diverse persone. Ho avuto il piacere di collaborare con le persone che a Shanghai hanno avuto l'iniziativa di cominciare a creare Slow Food lì. Quindi ho partecipato attivamente alla creazione di Slow Food Shanghai. Nel dicembre 2011 è stato fatto un evento di circa 300 persone all'Hilton di Shanghai a cui hanno preso parte anche il console De Luca e il direttore dell'ICE Forte, il console ha aperto l'evento. Da gennaio, quando sono venuta a Pechino, sono stata messa in contatto con altre persone interessate tramite il network di Slow Food International, e ho scoperto che qui sempre più persone sono interessate all'agricoltura biologica. Quindi abbiamo cominciato il convivium a marzo; la prima attività si è svolta a luglio con un evento di raccolta di ciliegie in una farm biodinamica. Questo è il secondo evento di grande scala, Slow Food Saturday, in collaborazione con The School House. Abbiamo in mente un altro evento per le vacanze di ottobre, vi darò più informazioni in seguito, poi avremo una serie di serate cinematografiche in cui cercheremo di proiettare dei documentari legati al cibo, in diverse lingue, presso 'Lo hutong'".

G: Sabato 22 settembre, Alice Giusto ha organizzato una visita a due villaggi della zona di Mutianyu, a nord di Beijing, famosa per la presenza di un bellissimo tratto dalla Grande Muraglia. Immersi nei castagneti, i villaggi di Beigou e Tianxianyu ospitano ristoranti tipici e l'eco-retreat aperto da una coppia sino-americana, che offrono verdura e frutta organica coltivata negli orti locali. I partecipanti all'attività, una novantina, hanno assistito alla preparazione degli "yuanxiao", palline di farina di riso con ripieno di pasta di noci (una ricetta locale), visitato un allevamento di trote e storioni, e parlato con un apicoltore locale.

B: Parlaci del pranzo, Gabriella, perché secondo me vi siete trattati bene..

G: Certo! Trota alla griglia, salmone alla mostarda, brasato di carne suina e castagne alla salsa di soya, verdure fresche... per non parlare del sorbetto di mele selvatiche gustato alla Roadhouse di Jim Spear...

B: Come ti invidio!!

G: Beh, la prossima volta puoi partecipare anche tu alle attività di Slow Food! Come afferma Alice Giusto, a Beijing esiste un Convivium... Alice: "Quello di Shanghai è anche un Convivium. 'Convivium' viene dal latino, significa un banchetto, un incontro di persone nello stesso luogo. Questo è lo scopo del Convivium, raggruppare persone che hanno lo stesso interesse, in questo caso per il cibo e per la vita in mezzo alla natura. Esiste un Presidio in Tibet per la realizzazione di formaggio di yak, di solito si legano ad uno specifico prodotto alimentare che si produce solo in una determinata zona".

G: Cari amici, come nel resto del mondo, anche in Cina c'è bisogno del messaggio di Slow Food. Alice: "Da quello che ho potuto vedere a livello personale, mi sono accorta prima di tutto che gli stranieri conoscono la filosofia di Slow Food, però anche i cinesi hanno un interesse verso il cibo buono e di alta qualità. Cominciano ad essere sempre più esigenti verso il cibo. Magari non conoscono l'organizzazione Slow Food, però si avvicinano sempre di più al concetto, quindi aderiscono alle iniziative di Slow Food. Inoltre tramite Slow Food è possibile andare a conoscere i produttori. Quello che a Slow Food piace dire è che i consumatori non sono tanto consumatori quanto co-produttori. In questo senso si cerca di avvicinare il consumatore finale al produttore creando un rapporto di fiducia che è personale. Infatti, nel nostro caso, tutti i local farmers danno sempre il benvenuto a qualsiasi tipo di visitatore tutto l'anno, proprio perché sanno di non utilizzare pesticidi, lo pubblicizzano, e sono felici se i visitatori possono constatarlo con i propri occhi".

B: Cari amici, a questo punto forse sarete curiosi di conoscere la situazione delle organic farms in Asia orientale. Ridiamo la parola ad Alice Giusto, che è appena tornata dalla Corea del Sud: "Sì, ho avuto il piacere di rappresentare Slow Food Beijing alla 'China-Japan, Corea Terra Madre Conference' che si è svolta dal 14 al 16 settembre a Namanju, un cittadina a un'ora da Seul famosa per l'alta presenza di organic farms. Quindi Slow Food ha potuto cooperare con il governo municipale della città per organizzare eventi di grande dimensione. Slow Food in Corea è abbastanza forte. In Giappone ha avuto un calo dopo la vicenda di Fukushima, per tutta una serie di motivi, però negli anni precedenti ha raggiunto picchi abbastanti alti, quindi hanno centinaia di iscritti e una quarantina di Convivia in tutto il Giappone, mentre in Cina ne abbiamo solo due".

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