Adozioni internazianali: l'esperienza di Marco Griffini, di "Amici dei bambini"
  2012-06-19 12:45:45  cri

Guo: Radio Globale, cari amici, ben ritrovati a Easycafè, Guocheng vi saluta da Beijing…

Gabri: insieme a Gabriella. Il tema del nostro programma di oggi è molto speciale, finora non ce ne siamo mai occupati, si tratta dell'adozione internazionale, di cui ci parlerà un esperto, il signor Marco Griffini, presidente della NGO di Milano "Amici dei bambini".

Guo: Cari amici, sapete che il motto di "Amici dei bambini" è "il diritto di essere figlio"?

Gabri: Un motto forte, che esprime l'obiettivo dell'associazione: dare dei genitori ai bimbi abbandonati, come è loro diritto.

Guo: Abbiamo incontrato Marco Griffini a Beijing, nel corso della sua ultima missione in Cina, in cui ha portato con sé una ventina di coppie italiane venute a prendere i bimbi cinesi adottati.

Gabri: Cari amici, il tema dell'adozione è molto importante, perché coinvolge un male nascosto nella società, quello dell'abbandono dei minori, che viene spesso sottovalutato. Ora diamo la parola a Marco Griffini, che ci illustrerà la sua associazione "Amici dei bambini", e la battaglia che sta portando avanti da anni nel mondo: "L'associazione è nata nel 1986 per garantire il diritto dei bambini a essere figli. L'abbandono dei minori è la quarta emergenza umanitaria del 21° secolo, subdola, non evidente come le altre tre, che colpisce tutti i paesi… In Italia ci sono 36mila minori fuori famiglia. Siamo un movimento di famiglie. Agiamo sotto tre aspetti: 1, cercando di prevenire l'abbandono del minore aiutando le famiglie in difficoltà; 2, con l'adozione nazionale e internazionale, con famiglie italiane, infatti siamo una delle tre organizzazioni italiane riconosciute dalle autorità cinesi (40 mila adozioni di famiglie cinesi l'anno scorso); 3, ci occupiamo del reinserimento sociale dei ragazzi non adottati che a 18 anni lasciano l'orfanotrofio. Personalmente, sono molto legato alla Cina, perché sono stato segretario particolare di Vittorino Colombo, uno dei primi italiani a venire in Cina nel '74-'75. Sono venuto qui per la prima volta nel 1978".

Guo: Dalla sua presentazione, capiamo come Marco Griffini abbia un rapporto speciale con la Cina, maturato nel tempo e fatto di comprensione e di stima.

Gabri: Cari amici, dopo il break musicale, riprenderemo la nostra conversazione con Marco Griffini, presidente dell'associazione "Amici dei bambini".

Guo: Radio Globale, Easycafè, cari amici, ora ridiamo la parola a Marco Griffini, presidente dell'associazione di Milano "Amici dei bambini", che abbiamo incontrato recentemente a Beijing: "La nostra sede è a Milano. La Cina lavorava molto con gli Usa nel quadro dell'adozione, allora ci siamo interessati anche noi. Per l'incompatibilità fra le due leggi, l'Italia non riconosceva le sentenze cinesi sull'adozione, ma dopo un'attesa di 10 anni la norma è stata modificata nel 2008, per cui siamo da 3 anni in Cina. La Cina riconosce 3 associazioni italiane: Amici dei bambini, il Sai e il Cifa, le maggiori. L'Italia è l'ultimo paese con cui la Cina ha fatto accordi, perché le autorità dicono che le adozioni nazionali sono aumentate ed esiste già buon servizio in merito".

Gabri: Come opera in Cina un'associazione come Amici dei bambini?

Griffini: "Si opera molto bene, sono bene organizzati, operiamo con il ministero degli Affari civili secondo la Convenzione internazionale dell'Aia. I dossier dei bambini vengono presentati alle famiglie italiane, che devono avere un buon reddito, ecc. L'Italia non ammette l'adozione da parte di donne single, ma la Cina sì. Le autorità cinesi abbinano i bimbi alle famiglie italiane, che vengono nelle province cinesi e stanno lì per una ventina di giorni con la nostra assistenza. Abbiamo fatto un centinaio di adozioni in Cina in questi due anni. Adesso siamo qui con venti famiglie, che adesso sono nelle province".

Guo: Di seguito il signor Griffini ci ha illustrato una delle più importanti attività della sua attuale missione in Cina: "Siamo reduci da Xi'an, dove abbiamo fatto un accordo per un progetto di cooperazione di deistituzionalizzazione, per creare appartamenti per tirare fuori dagli istituti i bambini cerebrolesi. Il progetto si chiama proprio 'Bambini fuori'. Gli istituti cinesi sono all'avanguardia, ma gli alloggi e gli addetti permettono ai bambini di progredire di più. Siamo esperti in questo, gestiamo la casa e paghiamo gli addetti. Cooperiamo con l'Olsi, una NGO italiana specializzata nella formazione degli operatori. In Italia gli istituti sono stati chiusi nel 2000, i bimbi abbandonati devono essere seguiti nelle comunità, se non è possibile in famiglia, in rapporti relazionali 'one to one', una tendenza in atto anche in altri paesi".

Guo: Cari amici, sicuramente i bambini hanno bisogno di rapporti diretti, non impersonali, e di tanto affetto. Io ho un figlio piccolo, quindi so di persona come abbia bisogno di essere rassicurato dalla continua presenza e affetto della mamma e del papà.

Gabri: Radio Globale, Easycafè, cari amici, ora riprendiamo la nostra conversazione con Marco Griffini, direttore di "Amici dei bambini", un'associazione italiana che si occupa di adozioni internazionali e che ha anche un ufficio a Beijing.

Griffini: "Adottiamo bimbi più grandi, i neonati li adottano i cinesi, adottiamo i non voluti, i malati e quindi scartati due volte, dalla famiglia di origine e dalle altre. L'adozione internazionale è la loro ultima possibilità".

Gabri: Cari amici, qual è il male maggiore che colpisce i bambini abbandonati? Ridiamo la parola a Marco Griffini: "Il male più grande è quello dell'abbandono: io ho tre ragazzi adottati, fra cui due bimbe, che a loro volta hanno anche adottato dei bimbi, in quella che io chiamo la 'reazione atomica della giustizia'. Il male dell'abbandono provoca anche dei problemi motori, per esempio mia figlia, a quattro anni, non sapeva fare le scale e parlare, perché non era seguita bene all'istituto. Nelle famiglie questi problemi si risolvono. Alcuni bimbi hanno anche difetti cardiovascolari e il labbro leporino (la palatoschisi), motivi per cui vengono abbandonati. In Cina adottiamo maschietti sui quattro anni, quelli rimasti, le bambine sono adottate dai cinesi".

Guo: Cari amici, come avete sentito, "Amici dei bambini" sta facendo un enorme lavoro in Cina e nel resto del mondo. Griffini: "Siamo obbligati a dare informazioni sull'andamento dell'adozione, in Cina vogliono due rapporti all'anno per cinque anni. Le famiglie italiane che adottano in Cina ogni anno in maggio tengono un 'China Day' per festeggiare. A differenza di altri paesi, noi facciamo adozioni di gruppo, quindi le famiglie si aiutano, abbiamo un forum sul nostro sito con scambi di notizie, il che crea un bel legame".

Guo: Cari amici, dalle parole di Marco Griffini capiamo che stanno facendo un lavoro davvero ammirevole per i bimbi abbandonati e per le coppie senza figli. Griffini: "L'adozione è una bella cosa, ne abbiamo fatte quasi tremila in questi 25 anni e continuiamo anche se siamo già anzianotti. E' una realtà che cambia la vita, per il bambino e per le famiglie, per cui nascono questi movimenti. I nostri figli adottivi ci hanno detto, non con le parole, ma con il loro atteggiamento, di continuare a fare qualcosa per gli altri bimbi abbandonati, una prova della solidarietà di chi è stato adottato. Due anni fa è nata l'Associazione dei giovai Aibi, degli adottati. L'adozione costa, per le pratiche, l'ufficio di Pechino, i viaggi. Pagano le coppie. L'associazione dei giovani dell'Aibi ha avanzato la possibilità di ottenere la gratuità delle adozioni internazionali, perché dovrebbero pagare i due paesi, non la coppia. Un'adozione costa da 15 a 30 mila euro, in Cina 23-24mila euro".

Guo: Da quanto ha detto il signor Griffini, il costo dell'adozione internazionale è davvero considerevole. Le coppie che adottano fanno un servizio alla società, quindi l'idea della sponsorizzazione degli Stati interessati è ottima.

Gabri: Però chissà se sarà possibile, vista la crisi finanziaria che affligge l'Italia e che ha già portato tanti tagli alle spese in molti settori. Ma, speriamo in bene. Griffini: "Il dossier del bimbo cinese è presentato alla coppia seguita da uno psicologo. Quando lo vede, la coppia lo conosce già, almeno in Cina, per altri paesi non è così".

Guo: Cari amici, possiamo immaginare la particolare atmosfera del primo incontro fra una coppia venuta da lontano e il bimbo che è stato loro assegnato, e che d'ora in poi farà parte della loro famiglia. I bimbi si adattano? Griffini: "Sanno che è arrivata l'occasione della loro vita. Il primo incontro è molto bello, se i bimbi sono più grandi. I bimbi sembrano riconoscere i genitori, e in alcuni casi chiedono: perché siete arrivati così tardi? I bimbi resistono e sperano che arrivi qualcuno ad adottarli. Nonostante la tragedia dell'abbandono, credono ancora nell'amore di un'altra madre. L'abbandono non è l'ultima parola, ma la speranza".

Guo: Radio Globale, Easycafè, cari amici, ben tornati al nostro programma speciale sulle adozioni internazionali.

Gabri: Il nostro referente in materia è Marco Griffini, direttore dell'associazione di Milano "Amici dei bambini", che abbiamo incontrato da poco a Beijing mentre era in missione insieme a una ventina di coppie italiane venute a prendere i figli cinesi adottati.

Guo: L'associazione "Amici dei bambini" ha un ufficio a Beijing, e ha da poco firmato un accordo con il governo della città di Xi'an per l'apertura di comunità-alloggio per i bimbi abbandonati cerebrolesi. L'associazione è esperta in progetti del genere. Quali piani ha per il futuro in Cina? Diamo la parola a Marco Griffini: "Sono molto contento dell'accordo appena firmato che ci permette di aprire la cooperazione qui. Sono i cinesi che presentano i progetti per certe parti della Cina, a Xi'an sono loro che hanno chiesto per il progetto dei cerebrolesi. Noi siamo la più grande NGO per l'assistenza al bambino abbandonato in Italia. Ora c'è una crisi economica in Europa, e non abbiamo più contributi statali, ma sono aumentati quelli dei privati, quindi noi di 'Amici dei bambini' abbiamo dei bilanci ancora in attivo".

Guo: In questa gara di solidarietà per sostenere finanziariamente le iniziative di "Amici dei bambini", spiccano anche le aziende: "L'azienda Chicco ha lanciato il 'chicco di felicità', che si vende a 3 euro nei negozi della Chicco, anche a Pechino, per finanziare i progetti per i bambini in Perù, in Colombia e adesso anche in Cina".

Gabri: Cari amici, nella nostra conversazione sull'adozione internazionale, Marco Griffini, presidente di "Amici dei bambini", ha voluto ricordare un problema particolare che affligge la società, il fatto che l'abbandono dei minori non sia considerato un'emergenza, e la fine tragica di molti ragazzi che a 18 anni lasciano gli istituti: "L'abbandono non viene considerato un'emergenza, il bimbo abbandonato è mandato a scuola ed è assistito, quindi il nostro compito è far capire che lo è. Infatti, dopo che lasciano l'istituto, molti ragazzi, ben l'80%, non ce la fanno. Le ragazze finiscono nel giro della prostituzione, perché vivendo all'istituto, un ambiente protetto, non hanno difese e si fidano di tutti, ma fuori la malavita le aspetta… Da due ricerche che abbiamo fatto in Russia e in Brasile emerge che 8 ragazzi su 10 non ce la fanno".

Guo: Un dato davvero tragico. Quindi c'è da sperare che sempre più coppie senza figli diventino consapevoli della positività dell'adozione di un bimbo abbandonato, sia per loro che per il bimbo. Spesso l'idea di adottare viene proprio dall'esempio altrui. Ora ridiamo la parola a Marco Griffini: "Prima i cinesi non adottavano: in Bolivia, 20 anni fa, quando noi siamo arrivati, siamo diventati 'uno scandalo', e hanno cominciato a interrogarsi. L'adozione internazionale ha fatto riflettere sull'accoglienza, e sono nate le associazioni di genitori adottivi".

Guo: Cari amici, dopo il break musicale, ridiamo la parola a Marco Griffini. Da quanto ci ha detto poco fa, si potrebbe pensare che le adozioni internazionali aumentino e che esista una buona atmosfera sociale in merito nei vari paesi, anche in Italia, ma non è così: "Le famiglie che adottano diminuiscono, mentre nel mondo ci sono 168 milioni di minori soli, che aumentano di 5 milioni all'anno. Abbiamo notato una riduzione delle adozioni in Italia, in Usa e in Europa, per il fattore economico, ma non solo. Infatti adottare è diventato difficile: in Italia non viene favorita l'adozione internazionale, esiste una cultura negativa, la coppia che adotta all'estero non è vista in modo positivo, come una risorsa, ma come colpevole di un atto di egoismo, come andasse in giro per il mondo a cercare un bimbo che elimini la sua solitudine. Invece queste coppie 'egoiste' si occupano del futuro di un piccolo abbandonato, per tutta la vita".

Gabri: Davvero ammirevole. Naturalmente in tempi di crisi economica l'adozione diventa ancora più difficile, inoltre in Italia esistono delle difficoltà procedurali. Ascoltiamo l'esperienza di Marco Griffini in merito: "Parlavamo poco fa di una coppia italiana che ha perso il lavoro e che doveva rinunciare all'adozione, ma noi la aiutiamo nell'adozione in Russia. Il problema è più culturale che economico. L'adozione internazionale deve essere considerata un atto di giustizia. In Italia siamo passati da 6mila coppie all'anno a 3mila l'anno scorso che chiedevano l'adozione internazionale, per cui siamo preoccupati. Nelle prossime settimane presenteremo una proposta di legge per cambiare le procedure, ossia per eliminare la dichiarazione di idoneità del tribunale dei minorenni, che non esiste altrove". La riduzione delle adozioni si deve anche a fallimenti? "No, le adozioni internazionali falliscono molto meno di quelle nazionali. Per non parlare dei problemi che hanno i figli naturali in molte famiglie. E' giusto offrire ad ogni bimbo abbandonato una chance. Ma le adozioni diminuiscono per le pratiche difficili. In Italia lottiamo contro la cultura negativa che di fatto sta tagliando le gambe all'adozione. In ogni caso, le persone che intendono adottare devono essere seguite, devono rivolgersi a chi studia il settore, così le adozioni riescono".

Gabri: Cari amici, termina qui il nostro programma speciale sulle adozioni internazionali. Ringraziamo il signor Marco Griffini e la sua associazione "Amici dei bambini" per l'impegno pluridecennale in tutto il mondo in materia…

Guo: …e facciamo loro i migliori auguri per le loro attività in Cina.

Gabri: Il sito web di "Amici dei bambini" è www.aibi.it

A risentirci presto!

Guo: Ciao a tutti!

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