Un memorabile incontro fra i primi studenti cinesi in Italia e la sinologa Anna Bujatti
  2011-10-19 11:04:48  cri

 Gabri: FM101.5, benvenuti al nostro Easy Cafè, sono Gabriella.

Guo: Ciao a tutti anche da Guocheng.

Gabri: Cari amici, oggi vi presenteremo l'avvincente storia di amicizia che lega da più di 50 anni una famiglia italiana, i Bujatti di Roma, alla prima generazione di studenti cinesi in Italia, ora diplomatici e studiosi in pensione, con i capelli bianchi, ma sempre pieni di entusiasmo e di amore per l'Italia. Lo faremo seguendo una simpatica riunione tenuta il 28 settembre a Beijing dagli studenti cinesi tornati dall'Italia, in occasione della visita a Beijing della sinologa Anna Bujatti, reduce da un convegno tenuto a Shanghai per il 130° anniversario della nascita di Lu Xun, il maggiore scrittore cinese del XX secolo. Oltre a dare il benvenuto alla vecchia amica Anna, da loro chiamata con affetto "sorella minore", i presenti hanno anche voluto ricordare l'amata mamma Carla, mancata nell'ottobre del 2009, che ha fatto loro da "madre italiana".

Anna Bujatti: Il convegno di Shanghai è stato molto interessante, molto intenso. Io ho fatto un intervento sulle traduzioni in Italia di Lu Xun, dove adesso non è molto studiato, per cui voglio riavviare la conoscenza dello scrittore e dell'uomo, dotato di una dignità e di un'altezza di sentimenti e pensieri che raramente si trova. Penso che Lu Xun sia uno di quegli autori che col tempo guadagnano, le sue poesie sono state lasciate da parte, ma sono molto valide.

Guocheng: Per i nostri amici italiani che non fossero al corrente, Lu Xun è un grande scrittore cinese nato a Shaoxing, nel sud della Cina, nel 1881, e morto a Shanghai nel 1936. Egli scrisse sia in cinese classico che parlato ed è considerato il padre della letteratura moderna cinese. In gioventù, studiò medicina in Giappone, ma poi decise di darsi all'attività letteraria per risvegliare l'animo dei connazionali afflitti dalle guerre e dall'ignoranza.

Gabri: Lu Xun fu uno scrittore progressista, critico letterario e poeta. Le sue maggiori opere sono la novella "Diario di un pazzo", pubblicata nel 1918, la raccolta di novelle "Nahan" (Grida), alcune delle quali fra le migliori della letteratura cinese moderna ("Medicina", "Villaggio natio" e la "Storia vera di Ah Q"), e le raccolte di novelle e di prose poetiche "Panghuang" (Esitazioni) e "Yecao" (Erbe selvatiche). Ma ora ridiamo la parola ad Anna Bujatti:

Anna Bujatti: L'editoria italiana è commerciale, quella selettiva perde terreno, con pubblicazioni e premi che si dimenticano in sei mesi. Poche sono le possibilità di pubblicare cose cinesi curate. Adesso sono impegnata in un gruppo di lavoro a livello europeo per diffondere la presenza di Lu Xun nei vari paesi, per la continuazione degli studi su di lui e la raccolta delle pubblicazioni in materia. All'università lo studio diventa per l'acquisizione del titolo, e finisce lì.

Guo: FM101.5, ben ritrovati a Easy Cafè.

Gabri: Cari amici, la sinologa Anna Bujatti, la protagonista del nostro programma di oggi, è nata nel 1937, ha lavorato alle RAI come redattrice, e ora è in pensione. Di una famiglia intellettuale, animata da forti sentimenti democratici, il padre è stato un comandante partigiano, arrestato e torturato durante la guerra contro il nazifascismo. Anche la mamma venne arrestata e incarcerata. I genitori di Anna nutrivano un profondo amore per la pace e sostenevano la causa dei popoli oppressi, appoggiandoli nella lotta per conquistare la loro indipendenza. Tutto questo ha esercitato una forte influenza su Anna. Già negli anni '50, prima che la Cina e l'Italia stabilissero i rapporti diplomatici, Anna ha partecipato alle attività di amicizia italo-cinesi, dimostrando un' affettuosa sollecitudine per i primi studenti cinesi che nel 1957 andarono in Italia a studiare l'italiano. Negli anni '50 Anna ha studiato alla facoltà di lettere dell'Università di Roma (è stata l'allieva preferita del famoso Natalino Sapegno), e contemporaneamente all'Istituto di lingue orientali ISMEO. Nei primi anni '60 andò a Parigi con una borsa di studio per approfondire la conoscenza del teatro e della cultura cinesi. A Parigi, è stata allieva del celebre sinologo Paul Demiéville.

Guo: Rientrata in Italia, lavorando alla RAI, Anna Bujatti non ha mai dimenticato i suoi studi cinesi, e nel tempo libero ha raccolto materiali sulla cultura cinese, classica e moderna. Il suo autore più amato è Lu Xun. Tra i classici, ha tradotto Qu Yuan, Bai Juyi e Li Qingzhao; tra i moderni, Bajin, Ai Qing e numerosi altri scrittori cinesi. Da decenni mantiene sempre viva la passione per la letteratura e l'arte cinese, impegnandosi con fiducia e tenacia. Si è confermata come una grande sinologa, riuscendo ad ottenere brillanti successi nei suoi amatissimi studi. Ha cominciato quando ancora lavorava alla RAI, nel tempo libero, e ora continua avendo più tempo a disposizione.

Gabri: Tra le pubblicazioni delle opere cinesi da lei tradotte in italiano figurano, di Lu Xun, "Letteratura e sudore" (prosa), "Poesie e scritti sulla poesia", i racconti "Fiori del mattino raccolti la sera", e "Erbe selvatiche" (prose poetiche).Tra gli altri autori moderni, ha tradotto "Le dee" di Guo Moruo, le "Poesie" di Ai Qing e "Tabacchiere" di Deng Youmei; tra i testi antichi figurano "La Ballata di Mulan", le "Poesie" di Li Qingzhao, "Diciotto stanze per flauto barbaro" di Cai yan, e le "Poesie" di Bai Juyi. Guo: Anna ha curato un'antologia di poesie cinesi sul tema dell'amicizia dal titolo "Ho un amico che arriva da lontano "(poesie tradotte da lei e scelte dall'antica poesia fino ai nostri tempi). Ha anche tradotto le opere di Mao Dun, Bajin, Ye Shengtao, Bing Xin, Yin Fu, Liang Shangquan e Jidimajia. Recentemente ha completato un impegnativo lavoro di traduzione del poeta di epoca Tang Han Shan. Nel 2007 ha tradotto dal russo il libro di Vasilij M.Alekseev "Nella vecchia Cina."

Gabri: Anna Bujatti padroneggia il cinese, l'inglese, il francese e il russo, legge correntemente lo spagnolo e il tedesco, e ha una ricca conoscenza della letteratura sia occidentale che orientale. Ha uno stile raffinato ed elegante, e la sua traduzione è scorrevole, precisa e fedele al testo originale. Le poesie cinesi da lei tradotte si presentano piene di grazia e in un eccellente italiano. Mettendo insieme il lavoro di traduzione e di ricerca letteraria, Anna scrive spesso l'introduzione alle opere da lei tradotte. Inoltre scrive spesso articoli di carattere letterario su varie riviste e giornali sia in Italia che all'estero. Nel 1999 l'Associazione degli scrittori cinesi le ha conferito il titolo di "Messaggero di amicizia letteraria".

Insieme alla mamma Carla, Anna per molti anni ha animato un teatro dei burattini per la nipotina Caterina e per i bambini del vicinato nella casa di campagna della famiglia, tutto fatto in casa.

Guo: FM101.5, Easy Cafè, cari amici, ben ritrovati al nostro programma sulla sinologa Anna Bujatti e sulla sua straordinaria famiglia.

Gabri: Straordinaria perché negli anni '50 ha accolto con affetto i primi studenti cinesi in Italia, quando fra Cina e Italia non esistevano ancora le relazioni diplomatiche, continuando a mantenere dei calorosi rapporti con loro per più di 50 anni. Questi studenti nel frattempo hanno fatto carriera, chi in diplomazia, chi come giornalista, chi come studioso di lingua italiana, col tempo sono andati in pensione, e ora hanno i capelli bianchi, ma mantengono sempre vivo il loro affetto per l'Italia. Naturalmente la famiglia Bujatti, che li segue da decenni, occupa un posto speciale nel loro cuore, specialmente la signora Carla, madre della sinologa Anna Bujatti, che dopo una vita attivissima si è spenta nell'ottobre del 2009. Ora spostiamoci alla riunione tenuta il 28 settembre a Beijing dai "figli cinesi" della famiglia Bujatti, nel corso della quale l'ex ambasciatore in Italia Chen Baoshun ha letto la lettera di partecipazione del decesso di mamma Carla, inviata dalla figlia Anna: Il 22 ottobre la mamma, Carla Tacconi Bujatti, si è spenta serenamente all'età di 96 anni nella sua casa a Cura di Vetralla. Ne diamo il doloroso annuncio a tutti coloro che le hanno voluto bene. Anna e Marina.

Chen Baoshun: Saputo del decesso di mamma Carla, al ricevimento per la Festa di Primavera del 2010 la nostra sub-associazione degli studenti tornati dall'Italia ha deciso di ricordarla, e l'arrivo di Anna è la giusta occasione. Con questo vogliamo esprimere la nostra amicizia e l'amicizia fra i popoli cinese e italiano. Quante volte mamma Carla ci ha scritto: vi aspettiamo sempre con lo stesso affetto!

Anna Bujatti: Prima siete stati i ragazzi cinesi e poi siete diventati i figli cinesi. La storia ufficiale ha camminato, la Cina è cambiata... siamo qui e siamo invecchiati insieme. Ci ritroviamo come fratelli, i ragazzi e figli cinesi, anche se Marina è mancata. Le nostre vite hanno avuto momenti lieti, e anche difficili, la Cina non è più quella di allora, è cambiata, ma i nostri sentimenti si sono approfonditi, fra fratelli eletti scelti, una fratellanza costruita attraverso i sentimenti, il credere in certe cose più importanti di altre. Parlando dell'educazione che abbiamo avuto io e mia sorella, eravamo nel Friuli, i genitori hanno cominciato a resistere ai tedeschi, poi arrestano la mamma, mio padre va con i partigiani in montagna e sparisce… Viene arrestato con un compagno, e poi liberato. La guerra di resistenza, come i miei genitori hanno condiviso l'idea della lotta al fascismo, è un faro, una luce per la nostra famiglia, una scuola di vita.

Guo: FM101.5, Easy Cafè, cari amici ben ritrovati al nostro programma sul recente incontro dei primi studenti cinesi in Italia con la sinologa Anna Bujatti.

Gabri: L'incontro è avvenuto il 28 settembre alla sede degli studenti cinesi tornati dall'Europa e dall'America, a Beijing. La signora Ji Shupei, ex direttore della sezione italiana di RCI, è stata fra i primi a intervenire:

Quando noi studenti cinesi siamo arrivati a Roma in treno nel dicembre 1957 dalla Svizzera, una decina di studenti italiani sono venuti alla stazione ad aspettarci, fra cui Anna Bujatti, che poi due giorni dopo ci ha accolti a casa sua con la sorella; noi eravamo molto contenti, ma anche timorosi perché non avevamo ancora l'ambasciata e non parlavamo italiano, io parlavo inglese col padre di Anna, erano molto cordiali, ci chiedevano di cosa avevamo bisogno. Io ho un rapporto speciale con Anna, perché studiavamo entrambe Dante con Natalino Sapegno all'Università di Roma e all'Ismeo italiano e cinese, in coppia: io le insegnavo il cinese e lei l'italiano. Discutevamo insieme le sue traduzioni di Guo Moruo. Recentemente mi ha aiutato nella traduzione di alcune poesie Tang. Ecco il primo regalino di Anna, un portaspilli con ricamato il mio nome, che porto sempre con me da 54 anni quando sono in viaggio, perché mi sento tranquilla con questo attento lavoro d'ago. Mamma Carla era positiva e combattiva, e il padre di poche parole, ma sincero e pieno di ideali. Ora leggo l'ultima cartolina che ho ricevuto da mamma Carla nel maggio 2009, pochi mesi prima della sua morte: Da questa casa, che resta la tua casa italiana, ti mando un carissimo abbraccio e ti ricordo che qui c'è sempre un letto e un piatto per te, mamma Carla.

Gabri: A questo punto Anna Bujatti è intervenuta, osservando: C'è una famiglia Bujatti, ma la mia vera famiglia è questa…

Gabri: La signora Ji Shupei ha continuato dicendo: Ecco una lettera inviata a tutti noi in risposta a un regalo: Cari ragazzi cinesi, quando ho visto quello che conteneva la vostra busta, sono rimasta veramente senza parole… col pensiero mi è sembrato di vedervi tutti… grazie.

Accanto a questa foto di mamma Carla nel prato della villa di Cura, c'è un quadrifoglio, con la scritta: è un portafortuna, e spero che veniate a raccoglierne altri di persona.

Guo: FM101.5 Easy cafè, cari amici, ben ritornati al nostro programma.

Gabri: Ora passiamo agli altri interventi alla riunione con Anna Bujatti del 28 settembre scorso a Beijing. Cominciamo con la signora Xiaoshen, moglie dell'ex ambasciatore in Italia Chen Baoshun: Ecco una lettera del 2007 di mamma Carla, con in alto il disegno di un trenino a vapore e sotto la scritta: che il treno vi porti di nuovo qui a casa, dove c'è sempre il vostro letto. Aveva la mano tremante perché era anziana, per cui la scrittura è difficile da capire, ma trabocca del suo affetto. Quando ci telefonava, parlava velocemente, con foga e ardore.

Guo: La signora Fang Xuxia, consorte dell'ex ambasciatore in Italia Chen Wendong, ha detto: Il nostro rapporto con la famiglia Bujatti è stato profondo sia quando lavoravamo all'ambasciata che ai tempi dei nostri studi in Italia. Per la Festa nazionale cinese, invitavamo sempre la famiglia all'ambasciata a Roma, e mamma Carla, nonostante l'età, è sempre venuta fino al 2005: arrivava per prima e se ne andava per ultima. E' la nostra madre italiana. La figlia Anna ha tradotto molte opere letterarie cinesi. Negli anni Settanta, in giro c'erano pochi dizionari di cinese. L'ho vista tradurre Lu Xun con intorno dizionari inglesi, francesi e russi, per amore della Cina.

Guo: La signora Ai Min, studiosa di cinema e di psicologia italiani e traduttrice di molti testi in materia, ha osservato: La famiglia Bujatti traboccava di amore per noi studenti cinesi e per la vita in generale. Vorrei ricordare in particolare il teatro dei burattini nel seminterrato della loro casa, dove tenevano degli spettacoli con testi di Anna, letti dalla mamma Carla alla presenza dei nipotini e dei bambini del vicinato. Con mio marito sono stata spesso ospite da loro. Personalmente ho ricevuto un grande aiuto nei miei studi di italiano, del tutto gratuito. Un piccolo esempio, quando studiavo in Italia, ho scritto la storia rivoluzionaria di Lei Feng in italiano e mamma Carla l'ha corretta. Carla odiava la mafia, la massoneria e la corruzione e criticava apertamente certi fatti del tempo. Nonostante la difficoltà della traduzione dal cinese all'italiano, la figlia Anna traduce da anni opere cinesi scelte da lei, e scrive sulla Cina per i giornali italiani, è una grande traduttrice e ha delle ottime basi di lingua italiana.

 Gabri: FM101.5, Easy Cafè, ben ritornati al nostro appuntamento con la sinologa Anna Bujatti, che abbiamo incontrato recentemente a Beijing alla riunione organizzata dai primi studenti cinesi in Italia, accolti negli anni '50 con affetto immenso dalla famiglia Bujatti. Uno di loro, il signor Xia Fangling, che prima di andare in pensione ha lavorato al dipartimento di comunicazione internazionale del PCC, ha osservato con commozione:

Nel 1963-64 ero in Italia per studiare e ho fatto visita alla famiglia Bujatti, cosa significativa perché allora la Cina era poco conosciuta nel mondo. Quando lavoravo a Roma, Anna era la nostra controparte, una sinologa e un'amica del popolo cinese, da decenni. Traduce da anni testi culturali cinesi che apprezza, non per guadagnare, le opere più valide, il meglio della cultura cinese, dando dei grandi contributi alla comprensione della Cina da parte degli italiani.

Guo: Yin Yifu, ex ambasciatore a Malta ha detto: La famiglia Bujatti è diventata una famiglia cino-italiana. E' la nostra famiglia da più di 50 anni. Mamma Carla ci ha scritto: Le piccole cose significano molto.

Per esempio i regalini che hanno fatto a tutti noi: la matita di legno di Pinocchio, un modello di educazione dei ragazzi, regalata come invito all' onestà perché le bugie hanno le gambe corte; questa lente di ingrandimento, che ho ricevuto quando studiavo in Italia, non doveva servire per vedere meglio, ma era un invito a fare attenzione nel valutare le cose. Questa pila elettrica indica che nelle occasioni difficili della vita occorre osservare, valutare bene la direzione.

Gabri: Ora passiamo a Liu Yueqiao, collega anziana della sezione italiana di RCI: Sono stata per la prima volta in Italia a studiare nel 1980, dove ho conosciuto Anna e 3 generazioni della sua famiglia. Anch'io ho ricevuto molte lettere e regali da loro. Dai genitori ho imparato molto, specialmente l'onestà e la lotta per la resistenza e la giustizia. Conosco Anna come traduttrice, per esempio ho tradotto dei proverbi cinesi, che poi Anna ha corretto. Ho ricevuto come souvenir un modellino della "Bocca della verità", che tengo sempre sulla scrivania, perché sono sincera, quindi è un apprezzamento, ma anche un invito a fare attenzione. Anna apprezza gli scrittori che hanno valore. Il cinese non è la sua specializzazione, ma si impegna a fondo, in più ha un ottimo italiano, per cui le sue traduzioni sono di alto livello.

Guo: FM101.5, Easy Cafè, cari amici, ben ritrovati al nostro programma.

Nel corso del seminario dedicato al 130° anniversario della nascita dello scrittore cinese Lu Xun, tenuto dal 22 al 26 settembre scorsi a Shanghai, la sinologa Anna Bujatti ha presentato un intervento sulle traduzioni delle opere di Lu Xun in Italia.

Gabri: Per chi non lo conoscesse, Lu Xun è un grande scrittore cinese nato a Shaoxing, nel sud della Cina, nel 1881, e morto a Shanghai nel 1936. Egli scrisse sia in cinese classico che parlato ed è considerato il padre della moderna letteratura cinese. Studiò all'inizio medicina in Giappone, ma poi decise di darsi all'attività letteraria per risvegliare l'animo dei connazionali afflitti dalle guerre e dall'ignoranza.

Guo: Lu Xun fu uno scrittore progressista, critico letterario e poeta. Le sue maggiori opere sono la novella "Diario di un pazzo", pubblicata nel 1918, la raccolta di novelle "Nahan" (Grida), alcune delle quali fra le migliori della letteratura cinese moderna ("Medicina", "Villaggio natio" e la "Storia vera di Ah Q"), e le raccolte di novelle e di prose poetiche "Panghuang" (Esitazioni) e "Yecao" (Erbe selvatiche).

Gabri: Nel suo intervento al seminario in commemorazione del 130° anniversario della nascita di Lu Xun, Anna Bujatti ha ricordato che il lavoro e la personalità di Lu Xun vennero conosciuti in Italia sono all'inizio degli anni '50. Come romanziere, egli venne scoperto dai lettori italiani nel 1955 con l'antologia "La vera storia di Ah Q e altri racconti", tradotti dall'inglese dallo scrittore Luciano Bianciardi, che ottenne un notevole successo. Al sinologo Martin Benedikter si devono alcune bellissime traduzioni dal cinese delle prose poetiche di "Yecao", comparse nel 1957 sulla rivista "Cina" dell'ISMEO. Nel 1957-58, la stessa rivista pubblicò anche l'articolo "Lu Xun e la crisi del Superuomo", di Massimo Scaligero, e "Socialità e solitudine in Lu Xun", di Martin Benedikter.

Guo: Nel corso degli anni '50, vennero organizzati dei viaggi in Cina per presentare la nuova Cina agli scrittori e studiosi italiani. Visitando Shanghai, gli scrittori erano condotti alla casa di Lu Xun. Il filosofo Antonio Banfi, che visitò la Cina nella primavera del 1952, scrisse alcuni articoli in merito, che però vennero pubblicati solo più tardi. A Shanghai egli visitò la tomba e la casa di Lu Xun. Nelle sue "Conversazioni su Lu Xun", egli descrive il posto, cita alcune delle sue opere e traccia una sua breve biografia, da cui trapela una profonda ammirazione.

Gabri: In seguito, altri scrittori italiani ebbero l'opportunità di visitare la casa di Lu Xun. La rivista letteraria "Il Ponte" nel 1956 pubblicò l'edizione speciale "La Cina d'oggi" dopo la visita in Cina di un gruppo di scrittori e giornalisti nel settembre del 1955. Dopo le loro visite, gli scrittori Franco Antonicelli, Carlo Cassola e Carlo Bernari scrissero libri che parlano anche del profondo interesse di Lu Xun per le xilografie. I sinologi Luciano Petech e Giuliano Bertuccioli scrissero di Lu Xun nelle loro opere sulla civiltà e sulla letteratura cinese. Primerose Gigliesi tradusse sette racconti di Lu Xun, pubblicati nel 1964 nell'antologia "Racconti cinesi contemporanei". Nel 1969 Gigliesi pubblicò "Fuga sulla luna", che include le traduzioni di "Grida", "Esitazioni" e "Villaggio natio". Nel 1968 venne pubblicata "La falsa libertà", una scelta di scritti di Lu Xun tradotti da Edoarda Masi.

Guo: Nel 1973 venne pubblicata una più ricca scelta di prose poetiche "Yecao" di Lu Xun, tradotte da Edoarda Masi. Negli anni Settanta, Lu Xun comparve anche nelle antologie italiane delle medie-superiori. Nel 1978 Anna Bujatti pubblicò un'antologia di nuove traduzioni di scritti di Lu Xun, "Letteratura e sudore" (il titolo è una citazione da Lu Xun).

Gabri: Quanto alla poesia, nel 1976, dieci poesie di Lu Xun, tradotte da Anna Bujatti, vennero pubblicate dalla rivista "Artecontro". Anna Bujatti ha anche curato "Poesie e scritti sulla poesia" di Lu Xun, pubblicato nel 1981 in occasione del centesimo anniversario della nascita dello scrittore. I sinologi Federico Greselin e Giorgio Casacchia hanno scritto rispettivamente sull'interesse per l'arte di Lu Xun e sulla narrativa in volgare negli studi dello scrittore. Un aspetto interessante è che negli ultimi dieci anni Lu Xun è anche comparso sulle scene teatrali italiane: nel gennaio 2000, al Teatro Litta di Milano è stato rappresentato un dramma tratto da "Qisi" di Lu Xun, e nel giugno 2010 ad Asti un dramma tratto da "La vera storia di Ah Q"

Guo: FM101.5, Easy cafè, cari amici, ora ritorniamo al memorabile incontro avvenuto il 28 settembre a Beijing fra i primi studenti cinesi in Italia, ormai con i capelli bianchi, e la sinologa Anna Bujatti.

Gabri: Alla fine degli anni '50, la famiglia Bujatti ha accolto con calore i primi studenti cinesi in Italia, con cui ha mantenuto degli affettuosi rapporti fino ad ora. Mamma Carla li considerava "i suoi figli cinesi". Ora ascoltiamo cosa ha detto Liu Ruting, ex corrispondente dell'Agenzia Nuova Cina a Roma, ai suoi colleghi cinesi: Mamma Carla, la prima volta che ci siamo incontrati a casa sua, mi ha detto scherzando che voi tutti eravate suoi "figli legittimi", e che io potevo fare da "figlio illegittimo"! Io infatti non ho studiato a Roma come voi, ma a Caserta, poi ho lavorato all'Agenzia Nuova Cina a Roma, dove mi hanno presentato la famiglia Bujatti. I Bujatti amano davvero la Cina, perché, come mi ha detto una volta mamma Carla, "tutti i paesi hanno i loro problemi, è normale, ma la nostra amicizia non cambierà mai". Il marito ha fatto la guerra, ma Carla era davvero una donna eccezionale: durante la seconda guerra mondiale, il marito era capo-partigiano sui monti e lei si è occupata da sola delle due figlie, ed è anche stata messa in prigione. Quando ne parlava, però, lo faceva con humour, senza lamentarsi, dicendo che, se necessario, adesso ci sarebbe tornata, perché in prigione ha imparato molto sulla vita della gente comune, che prima non conosceva appartenendo a una famiglia nobile. Ebbe la mente lucida fino a tarda età: secondo lei, i tre grandi cambiamenti dell'umanità sono il Cristianesimo, che predicò la parità in una società schiavista, il Rinascimento, che originò la società dell'uomo, e il Comunismo, ossia lotta per la realizzazione della società socialista, cose che non avevo mai sentito dire da una casalinga. Inoltre, secondo lei, tre M hanno rovinato l'Italia: Mussolini, la Massoneria e la Mafia. Aveva idee molto chiare sui politici del tempo.

Gabri: A questo punto, Anna Bujatti ha commentato: La mamma diceva, voi venite volentieri a casa nostra perché rivivete la vostra giovinezza, così noi oggi riviviamo e proseguiamo la nostra giovinezza con questo incontro, vero?

Guo: Ora diamo la parola all' ex ambasciatore in Italia Chen Wendong:

Dai Bujatti ci sentivamo come a casa nostra per il trattamento familiare, come fossimo loro figli. Sembra una cosa normale, ma considerati i tempi, non lo è. Allora la nuova Cina era demonizzata, chi si occupava degli studenti cinesi? Negli anni Cinquanta i Bujatti non si curavano di cosa pensassero gli altri italiani, ed erano preveggenti: allora chi avrebbe immaginato che la Cina avrebbe raggiunto lo sviluppo attuale? Per la loro esperienza di lotta al nazifascismo, avevano degli ideali e capivano a fondo la situazione della Cina, per cui hanno sempre persistito nell'atteggiamento di amicizia. E' una famiglia davvero eccezionale, la cui amicizia verso la Cina e verso di noi per me è sempre un "dolce ricordo".

Guo: Ora passiamo a Li Yucheng, ex consigliere dell'ambasciata cinese a Roma: L'amicizia della famiglia Bujatti per noi studenti cinesi in Italia, ora anziani, è un segno della profonda amicizia del popolo italiano verso la Cina. Tutti noi che abbiamo lavorato a Roma siamo molto legati a loro. Nonostante l'età, mamma Carla arrivava sempre per prima al nostro ricevimento per la Festa Nazionale cinese e se ne andava per ultima, perché diceva che "la festa rappresenta i nostri ideali comuni", che ci legano da sempre.

Gabri: Per finire, ecco il commento di Yang Aiguo, ex corrispondente da Roma dell'Agenzia Nuova Cina: Sono più giovane di voi, ma negli anni Novanta, quando lavoravo a Roma, anch'io ho conosciuto i Bujatti, da cui andavo sempre a Natale, sentendomi come a casa. Avevo mio figlio con me, e lo portavo alla villa di Cura, dove mamma Carla ci raccontava storie della vita partigiana, anche se aveva già più di 80 anni. Frequentando la famiglia, ho capito come gli italiani vivano il Natale. Inoltre Anna mi ha regalato molti libri, da cui ho appreso molto. Adesso Anna è qui, e spero che questa tradizione di amicizia continui sempre.

Guo: In chiusura di riunione, l'ex ambasciatore Chen Baoshun ha così commentato: Per finire, vorrei dire che le speranze di un tempo della famiglia Bujatti verso i giovani cinesi e la Cina oggi si sono realizzate, i giovani cinesi le hanno fatto onore! Quando li incontreremo in cielo, potranno essere fieri di noi!

Guo: FM101.5, Easy cafè, cari amici, termina qui il nostro programma sulla riunione di amicizia fra i primi studenti cinesi in Italia, ormai con i capelli bianchi, e la sinologa Anna Bujatti.

Gabri: Nella speranza che sia stato di vostro gradimento, vi salutiamo e vi diamo appuntamento alla prossima settimana. Ciao a tutti!

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