Ma quale amore (Valeria Parrella)
  2011-10-05 21:23:19  cri
Ma quale amore

Il punto è che quando ti fanno sentire di troppo, ergo ti senti di troppo, ergo sei di troppo: allora il resto del mondo ha più diritti di te di starci. E spesso il resto del mondo sono altre donne. Quelle stesse che hai guardato da molti metri di altezza appena un anno prima. O che non avresti mai considerato un pericolo. Perchè passeggiando per la Recoleta ci imbattiamo in questi due clown, un maschio e una femmina, che fanno clownerie per pubblicizzare una serie di spettacoli che hanno a che fare con i quattro elementi. Quello che stiamo per vedere noi si chiama Agua. Ed è davvero uno spettacolo bello, già da fuori mentre si sta in fila con bambini di varie età e genitori assai, tutti ordinati però smaniosi come quelle file che stanno fuori dai circhi o dietro il porto di Genova il giorno della befana, ad aspettare che arrivino i regali.

Così, e poi entriamo in un cortile, e si capisce da subito che bisogna sedersi dietro: prima di tutto perchè noi siamo adulti ma soprattutto adulti senza bambini. E forse siamo gli unici adulti senza bambini. E quindi forse non eravamo del tutto adulti in questa occasione qua, sennò non si spiega perchè siamo entrati. E poi perchè, chiamandosi Agua lo spettacolo, si capisce proprio che questi prestigiatori ci stanno per spruzzare e spugnare ben bene con le loro acrobazie. D'un tratto sbuca fuori questa clown anziana, cioè anziana come possono essere i clown, avrà meno di sessant'anni. Ed è bravissima. E ci commuove, e io vedendo quello spettacolo capisco proprio bene dentro di me perchè mi sono innamorata di quest'uomo. Che appena un anno fa mi ha detto le poesie in un altro modo che non con le parole. Con il sorriso e con il cilindro, con i trucchi, le magie, e fermo come una statua sotto il sole. Porca miseria, c'è un motivo se io mi sono innamorata di Michele. Ma adesso perchè ha chiuso il suo sipario?

Porca miseria.

Ebbene, però a pubblicizzare quello spettacolo alla Recoleta c'è questa ragazza clown e con Michele si sono guardati profondi negli occhi. Che forse è come quando io attingo da una pagina di Borges quella complicità che nessun altro uomo riesce a darmi. Quell'essersi capiti prima di tutti i tempi. Però Borges è morto e stramorto mentre quella ragazza è proprio sexy e viva, vivissima direi, in abiti da pagliaccio. E dagli a mettere su nasi come pomodori, è proprio sexy. E così Michele si ferma a parlarci tutto ben disposto. E io questa cosa la posso pure capire e proteggere. Ma quando le chiede:

"E dove ce lo mangiamo un bel gelato? Ce lo consigli un posto?".

Allora là ci sono dei princìpi sottesi che mi sfuggono.

1. Perchè le gelaterie sono tutte in fila lì lungo la tirata ovest della piazza e sono chiaramente, visibilmente, tutte sorte a bella posta per i turisti e dubito che qualcuna di loro dischiuda il supremo segreto del gelato.

2. Perchè noi non vogliamo mangiare un gelato. Non ci piacciono i gelati.

Per fortuna ci ha pensato Proust a dare dignità alla gelosia, che è opera dell'umano sentire di tutto rispetto, mentre io ne ho avuto solo un'immagine immorale, squallida, quando, dopo quegli sms dai quali nonostante chiamassi a raccolta tutta la mia saggezza non c'è più stato ritorno, ho deciso di aprirmi un "profilo"su facebook. In realtà era una porta, un passaggio, non credo di essermi soffermata più di tre secondi a curare la mia bacheca virtuale, niente: memorizzato il nome, infilavo la password e mi fiondavo sul suo profilo. Credo di aver guardato quella pagina insistentemente, di aver scorso tutti i suoi "amici" cercando di indovinare, di aver decrittato i possibili post delle altre, dal manifesto con i segni zodiacali al filmato di youtube. E non sono arrivata a capirci una mazza. E quello che mi faceva più male non era questa autotortura di guardare ste ragazzette pronte a cambiare immagine un minuto si e quello pure appresso, eliminando sempre più dettagli irrilevanti, quali che so, il sorriso o i capelli, e lanciando piuttosto determinate l'obiettivo sull'Origine, ovvero: tutto un guizzare di foto di gambe , e di dècolletè, e di smorfie della serie quanto-sono-spiritosa, quanto-sono-autoironica, che mi veniva voglia di fotografarmi direttamente la fica e metterla una buona volta affianco alle info "personali", quanto piuttosto. Piuttosto erano le info personali di Michele che me lo allontanavano. Perchè lui non era quella cosa là, come si descriveva. O perlomeno non lo era per me, perchè io a un disperato così neppure neppure di uno sguardo l'avrei degnato.

Poi una sera, passeggiavamo per i decumani, e l'avevamo incontrata. Quella, l'aspirante attrice dell'sms sottosopra. E dopo cinque minuti di imbarazzo, prontamente subissato dal pour parler di tutti e tre all'unisono, lui l'ha salutata, e per farlo le ha preso entrambe le guance tra le mani, le sue mani, e le ha detto ciao.

E allora là, Lettori miei, le spiegazioni spicciole dell'imbarazzo possono essere queste: che loro lo erano perchè veramente mi avevano cornificata ma poi avevano deciso di finirla, che io lo ero perchè sospettavo e ottundevo il tutto, che lei e/o lui lo erano perchè tenevano il ladro in tasca pur non essendo accaduto (ancora) nulla. Ma fatto sta, Lettore, compagno di viaggio mio vero, che su quel pezzo di basalto lì, all'angolo con il monastero di Santa Chiara, l'universo mondo si è spaccato in due. Mentre lui le prendeva le guance, entrambe

entrambe

davanti a me

davanti a me

tra le sue mani

le sue

le sue

è calata un'enorme accetta tra di noi e ha spaccato la terra. E da una parte sono rimasti loro due e dall'altra io.

Eppure saremmo dovuti essere gli stessi che poi a Palermo vecchia sono andati a vedere questo secondo spettacolo, consigliato da un suo amico caro, un'argentino che viveva a Parigi, e che si chiamava La Pesca. E ci è piaciuto, prima ancora dello spettacolo, andare a comprare i biglietti, e leggere il cartellone, e vedere come si erano organizzati questi qui dello Sportivo Teatràl, in una di quelle caserelle con patio che anche noi avremmo voluto, con una sala prove e una piccola sala quadrata per le rappresentazioni. Un agrumeto sotto il quale bere un vino mentre gli attori si preparavano. E ci siamo guardati e e detti: "Così lo dovremmo fare."

"Già, così."

Perchè poi alla fine l'ho capito che è facile parlare. Che Michele non ha mai sentito di indebitarsi con le parole, ma, anzi, è così più bello accontentare di verbi una donna innamorata, soprattutto quando dopo non ne porterai come conseguenza quei due grandi pesi della vita che sono la gioia e la responsabilità.

E comunque la storia della Pesca è questa, che tre bonaerensi vanno a pescare in una fonderia presso la quale sono stati un tempo gli operai. Una volta dismessa la fabbrica, alle propaggini di Buenos Aires la fonderia è diventata una palude, putrida, che pesca direttamente nel Rio de la Plata, e così individuando alcune pozze più profonde ci si può pescare, e magari anche sperare di prendere il pesce Tararira, divenuto leggendario.

È una storia bellissima profondamente maschile, dalla fabbrica alla pesca, da quel poco che capisco dei loro discorsi, di donne, malattie e considerazioni. Poi alla fine il pesca Tararira abbocca, solo che nel tirare risucchia giù uno degli attori. E quello scompare dalla scena nell'acqua, e non torna più.

何爱之有

——瓦莱丽娅•帕莱拉

问题在于当别人让你觉得自己太过分时,你往往会认为自己也许真的过分,最后变成你确实太过分:于是,这世上的其他人和事都比你更有存在的理由。通常来讲,这所谓的"其他的人和事"是其他女人。也就在一年前,你还高高在上地没把她们放在眼里,或者说你从没把她们看成一种威胁。我们漫步在雷科莱塔的街头,偶然遇到了一男一女两个小丑,他们正在耍弄各种把戏,宣传他们剧团以四大元素为主题而创作的演出。我们马上要看的那场叫做"水",应该相当精彩,好些年龄各异的孩子和家长在场外等候。现场的秩序虽然井井有条,但大家的心情却很急切,这场景仿佛是在马戏团外排队,又好像是孩子们在主显节那天站在热那亚的港口后面,期盼着礼物的到来。

后来,我们走进了表演场,并很快意识到自己应该坐在后排:首先,我们是成年人,而且是不带孩子的成年人。也许,我们是场地里面唯一不带孩子的成年人。所以说,在这样一个场合里,我们并不是真正意义上的成年人,否则就无法解释我们为什么会出现在这里。其次,由于这场演出是以水为主题的,我们能够预见到那些魔术师的表演中一定少不了喷水。突然,一个老女人扮演的小丑冒了出来。其实她的年龄超不过六十,只不过作为小丑来说,确实老了些。她的表演非常精彩,让我们震撼不已。看着这场演出,我的内心清楚地意识到我为什么会爱上这个人。就在一年前,他献了一首诗给我,不是用语言,而是用微笑、大礼帽、化妆和魔术,他像一尊阳光下的雕塑一般,一动不动地站在那里。真该死,一定有什么原因让我爱上米凯莱。可现在,他为什么把幕布拉上了呢?

真他妈该死。

负责在雷科莱塔宣传演出的,是一个女孩儿扮演的小丑。她和米凯莱深情对望了一眼。这种感觉也许与我在博尔赫斯的书页里找到的心有灵犀十分相似。没有其他任何男人能够带给我这种相知恨晚的感受。然而,博尔赫斯已经死了,消失得无影无踪。可那个女孩儿却那么性感而鲜活。在我看来,身着小丑服的她简直水灵极了,活像放在鼻尖上的西红柿,新鲜诱人。于是,米凯莱停下脚步,神采奕奕地前去搭讪。对于这件事情,我本能理解,也能接受。但当米凯莱问那女孩儿道:

"请问哪儿有卖冰淇淋的?您可以向我们推荐一下吗?"

我忽然意识到自己忽略了一些潜在的原则。

第一,广场西侧的路上明明有一排冰淇淋店,为了招揽游客,每一家店门口都立着大幅的招牌,一目了然,似乎没有哪一家店想要隐瞒出售冰淇淋这一天大的秘密。

第二,我们根本不想吃冰淇淋。我们不爱吃冰淇淋。

还好,普鲁斯特为我们的"嫉妒"找到了尊严 :在他看来,嫉妒是人们希望得到完全意义上的尊重时所产生的情感,然而在我看来,那是一种不良且苍白的情绪。短信事件让我集中了我所有的才智,从那以后,这种嫉妒之情再也没有回来。这时,我决定在脸谱网上建一个档案。事实上,那只是一扇门,一条通道。我觉得自己只花了不到三秒钟的时间去打理那个虚拟的展示空间,几乎什么都没有填写:敲完了名字和密码,我就立刻钻进了他的空间。我一直坚韧不拔地将他的页面看了个遍,一一浏览他所有的"好友",试图猜测和辨识出其他女人的邮件,从星座预报到YOUTUBE视频,统统没有放过。然而我还是没能折腾出个一二三。那些小女孩动不动就更新图片,就算是那些近景拍摄的照片,也要把无关紧要的细节(如微笑或头发)隐去,只留下关键部位的影像。所以说,眼前流动的是一幅幅大腿照、高跟鞋照以及一幅幅仿佛在说"瞧我多可爱"或"瞧我多恶搞"的鬼脸照。看着这些照片,我简直想直接对着阴道咔嚓一张,放在我的个人信息栏旁!然而,最让我不爽的并非是这样一种"自我折磨",而是米凯莱的个人信息令我觉得他离我那么遥远。因为他不是那种人,至少在我看来不是。倘若他真是那么一个不可救药的家伙,我当初看都不会看他一眼。

之后的一天傍晚,我们在通往古罗马兵营的道路上散步时居然遇见了她——就是那个在短信里写了"上上下下"的渴望成为演员的女孩。在那尴尬的五分钟里,我们三人都想同时开口寒暄,却又欲言又止,最后,他向她道别:他把她的双颊捧在手里,捧在他的手里,然后对她说再见。

情况就是那样,我的读者们,关于那种尴尬,我只能用这样支离破碎的语言加以形容:他们之所以那样,是因为他们以前的确偷过情,后来又决定结束;我之所以那样,是因为我从前对此一直怀疑,又一直堵在心里;而他和(或)她之所以那样,则是因为他们心怀鬼胎,尽管表面上装作什么也没有。

事实就是如此,我的读者,你们才是我真正的旅伴。在那块玄武岩旁,在那个角落里,面对着圣女加拉修道院,我的世界,我的宇宙瞬间被劈成了两半。当他把她的脸颊,是双颊

双颊

当着我的面

当着我的面

捧在他的手里

他的手里

他的手里

一把巨斧从天而降,砸在我俩中间,将大地狠狠地劈开。

他们俩站在一边,

而我站在另一边。

然而,我们必须得继续撑下去。后来,在巴勒莫的老城区,我们又去看了第二场演出。那是他的一个好朋友推荐的——一个住在巴黎的阿根廷人。那场演出名为《钓鱼》。演出开始前,我们兴致勃勃地前去买票,浏览宣传板,顺便参观这个《运动剧团》的成员在这里是怎样忙活的。他们租了一座带有西班牙式庭院的房子,包括一间排练室和一个用于演出的小四方厅。院子旁还有一小片柑橘园,演员们准备的时候,人们可以在这里喝上一杯。这院子正是我们所向往的。我们互相看了一眼,说:"我们也应该过这样的日子。"

"没错,过这样的日子。"

后来,我终于明白空口白话是很容易的。米凯莱从来不会为自己欠下的"许诺债"感到不安。他认为甚至用甜言蜜语来哄一个陷入爱情的女人是一件乐事,尤其是在不用背负生命中那两个沉重的负担时——它们分别是喜悦和责任。

《钓鱼》的情节大致如下:三个布宜诺斯艾利斯人一起前往一座铸造厂去钓鱼。那里以前有许多工人。位于布宜诺斯艾利斯边缘的工厂废弃以后就变成了一片浑浊的沼泽,与里约•德•拉•普拉达河直接相通。于是,有人找到了几片比较深的水洼,希望能在那里钓到传说中的塔拉里拉鱼。

故事很精彩,但无论是工厂还是垂钓,都完全属于男性话题。演员们在表演中谈论到女人、疾病和其他想法,我所能明白的不多。最后,塔拉里拉鱼上钩了,但在收杆的时候,那条鱼将其中的一个演员给拖了下去。那个人消失在舞台上的水池里,再也没有回来。

(李婧敬 译)

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