《告别天堂》- Addio al paradiso (Di An)
  2011-10-05 21:08:11  cri

Di An

(Tian Yang)

Lo feci entrare in casa e accesi la luce del tinello. "Non è cambiata per niente." Disse lui.

Quando i miei nonni erano partiti per un viaggio, avevo mandato in vacanza anche Liu, la nostra domestica. Ogni sera telefonavo al piccolo ristorante appena aperto sotto casa per farmi portare su la cena. Quel giorno ordinai qualche piatto in più e, certo, anche della birra. Lui ipocritamente disse che non c'era bisogno di sprecare tutti quei soldi poi, in un batter d'occhio, si spolverò il contenuto di sette o otto vaschette monouso.

"Posso fumare?" Gli avevo chiesto.

Lui si bloccò sorpreso. "Da quant'è che hai cominciato a fumare?"

Io accesi una sigaretta, gli chiesi: "Ne vuoi una?" Lui scosse la testa, e poi con un sospiro rammaricato: "Anche gli angeli in camice bianco diventano decadenti – questi sono proprio tempi post-moderni".

"Non ho mai fumato davanti a un paziente". Gli dissi io.

"Con il tuo ragazzo, come vanno le cose?" Dopo aver bevuto un lungo sorso di birra mi chiese lui, in tono appagato.

"Di quale parli?" Chiesi io.

"Di quello più recente".

"Ci siamo lasciati un mese fa. Altrimenti te l'avrei fatto conoscere".

"Risparmiami, tanto con i tuoi gusti". Rise lui.

"Ti ricordi Lin Wei? Era in classe con noi alle medie". Gli dissi.

"Me la ricordo, che c'è si è sposata?" Bofonchiò in maniera confusa, mentre masticava un boccone di pollo gongbao in salsa piccante.

"Come lo sai?"

"Non è difficile," mi guardò "mi basta sentire il tono per capire quello che stai per dire".

"A chiacchierare con te non c'è gusto".

"Dai dimmi, allora Lin Wei si è sposata?"

"Niente. Un giorno l'ho incontrata insieme al marito nel grande magazzino Xiandai, stavano comprando un lettore per dvd. Lui è talmente brutto che non riuscivo a guardarlo in faccia".

"Comunque, per quanto tu ne dica, lei almeno si è sposata. Tu che aspetti? Hai già venticinque anni".

"Ventiquattro, prego. Mancano ancora tre mesi. Sono molto giovane."

"Bene quando comincerai ad avere fretta, fai pure un pensierino a me". Disse lui. "Prima o poi dovrò sposarmi, tanto vale che mi prenda qualcuno che conosco. Tu che dici?"

"Falla finita". Gli battei i bastoncini sulla testa. Lui continuò a ingozzarsi, per un po' nella stanza cadde il silenzio. Io aprii la lettera di mio padre.

"Tuo padre, tutto bene?"

"Sì". Gli risposi brevemente.

Nella lettera, mio padre diceva che tra due mesi sarebbe andato di nuovo in Africa, stavolta non poteva mettere il mio fratellino in casa della madre. Perché lei in quel periodo si sarebbe risposata. Così, tra due mesi, avrei incontrato quel ragazzino dal nome strano, Luc Song soprannominato Bubu.

"Che c'è?" Mi chiese lui.

"Niente". Dissi io. "Mangiato bene?"

"Talmente bene che sono commosso".

"Allora non fare troppo tardi. Ti ho messo in camera di mio padre, se vuoi lavarti usa l'asciugamano verde scuro, io domani devo andare a lavorare". Spensi la sigaretta e feci un sospiro profondo.

"Non ho sonno, vado da Xiao Qiang a prendere a noleggio qualche film".

"Non lo hai saputo? Ha chiuso il negozio. Non so dove sia adesso".

Lui non si era mosso. Mi guardava.

"Che c'è?"

"Tian Yang". Lui mi disse lentamente. "In questi anni, come sei stata?"

"Adesso perché improvvisamente ti metti a fare il sentimentale?" Io ridevo. "I miei nonni tornano tra due settimane, puoi abitare qui senza problemi. Posso prestarti qualche soldo, mi hanno appena pagato lo stipendio, però appena trovi lavoro me li ridai".

Lui rispose: "Affare fatto".

In quel modo passarono due settimane, io andavo a lavorare, lui rimaneva a casa a navigare in rete, già che era lì faceva le pulizie, mi preparava la colazione. Si stava comportando in maniera impeccabile – la mattina del primo giorno fece tutti i piatti che avevo lasciato accatastati nel lavello. Non aveva alcuna fretta di trovarsi un lavoro, e neppure di mettersi in contatto con i suoi. Che strano, dopo appena tre giorni mi ero già abituata ad averlo intorno, come se fosse sempre stato un membro della famiglia. Un giorno al crepuscolo andammo al supermercato insieme, e incontrammo il vecchio direttore ormai affetto da demenza senile. Lui si affrettò a venirci incontro, strinse la mano a Zhou Lei: "Eh, quanto tempo che non ci vediamo. Ti sei sposato? Saluta tua madre da parte mia, dille che deve fare un po' di attività fisica…" Zhou Lei, profondendosi in mille sorrisi come me, disse che certamente avrebbe trasmesso il messaggio.

Questa settimana, le condizioni di Fang Yuan sono eccezionalmente stabili. Il numero dei globuli bianchi è anche aumentato un po'. Sul viso di sua madre sono finalmente ricomparsi un po' di colore e l'ombra di un sorriso, Long Wei e Yuan Liangliang come al solito "non sembrano malati di cancro", Pipi come sempre fa finta di niente, nella camerata è arrivata una bambina di quattro anni. Per essere esatti, li compirà il prossimo mese. Ha un paio di occhietti gonfi da pesce rosso. Tutta eccitata chiama la nonna con il cellulare del padre: "Nonna, ho la leucemia, non devo più andare all'asilo!" Sarà forse la primavera, nella camerata c'è un'atmosfera rilassata e felice. Dopo cena, i genitori che fanno compagnia ai loro bambini in ospedale si mettono a giocare a poker sul balcone. Insomma, i giorni ci mostrano un viso pieno di speranza. Sarà forse illusoria, in ogni caso rende il cuore leggero e la mente allegra. Ultimamente c'è stato solo un imprevisto: un giorno all'ora di pranzo Zhou Lei è piombato d'un tratto nel reparto, attirando l'attenzione di Yang Pei e degli altri, con l'ansia scritta su tutta la faccia. "Tian Yang, come si fa? Sono tornati i tuoi nonni."

"Tian Yang," aveva mormorato Yang Pei tra sé e sé, "come lo dice in modo intimo."

Risultato, nel pomeriggio quando andai a fare la flebo a Yuan Liangliang, sentii nel corridoio quei due birbanti che cantilenavano a voce alta: "Tian…Yang, Tian…Yang".

Maledetto Yang Pei.

(Zhou Lei)

Tian Yang, sei dimagrita. Una volta eri una ragazzina grassottella. A tredici anni non avevi ancora cominciato a sviluppare, te ne stavi lì piantata nella prima fila della classe come un ravanello. Hai iniziato a dimagrire dopo aver incontrato Jiang Dong. Quando a casa se ne sono accorti avevi ormai sedici anni, l'amore da un giorno all'altro ti aveva reso bella, slanciata. Ora ne hai venticinque, quel deperimento silenziosamente ti si è stampato addosso come lui, ormai fanno parte del tuo codice genetico.

Evitiamo di parlare di quel figlio di cane di Jiang Dong, tanto so che tu lo hai già dimenticato. Nessuno a venticinque anni continua a ricordare l'amore dei quindici – a meno che per dieci anni sia rimasto fermo senza progredire. Temo che tu non ne sia consapevole, ma molte delle tue espressioni, dei tuoi piccoli gesti sono nati ai tempi in cui stavi insieme a Jiang Dong. Per esempio, il tuo sorriso accattivante con la testa reclinata, quando abbassi gli occhi a fissarti le punte delle dita, poi c'è l'intercalare "vai a morire, và", questi dettagli sono la firma di Jiang Dong incisa sulla tua anima. Mi fanno infuriare, ma non riesco a evitarli.

Quando sei uscita per andare a lavorare, ho pensato di mettere in ordine la tua stanza. I libri negli scaffali sono tutti cambiati, rimangono soltanto Le opere complete di Albert Camus e le Poesie di Haizi. Tirai fuori il libro di poesie, lì dentro sono tracciati con una linea rossa, ora pesante ora leggera, ora spessa ora sottile, i tuoi ultimi dodici anni,.

Nel mese di maggio, il grano nei campi e i cigni nel villaggio silenzioso e solitario, un ciclo di nascite e morti, che ha fatto nascere Pushkin e me.

Le vedi? Le due colombe bianche, come le scarpe di Qu Yuan rimaste sulla riva. Anche noi, con quelle scarpe possiamo scorrere via, come il fiume.

Fai tesoro del villaggio al crepuscolo, del villaggio sotto la pioggia, un cielo senza nuvole è vuoto come il mio eterno dolore.

Dannazione. Quel mostro scriveva bene sul serio.

Ricordo ancora quel pomeriggio, Tian Yang, eri seduta in questa stanza e mi leggevi questo libro. Dopo aver cercato per un bel po', ho ritrovato la tua frase preferita di allora,

Osserva i fiori selvatici sulla landa dove sono morti gli dei, il vento lontano è più remoto della lontananza stessa. Con il lamento della mia cetra, con le lacrime ormai esaurite, restituisco alla landa questa lontananza così distante.

Poi, d'un tratto, mi eri venuta vicino e mi avevi detto: "Zhou Lei, se Haizi fosse ancora vivo, io me lo sposerei."

Stavo per dire, non è possibile è troppo brutto, ma i pugni di Tian Yang non erano certo inferiori a quelli della protagonista del film sudcoreano My sassy girl, e allora avevo detto: "Facciamo conto che sia ancora vivo, e se una moglie già ce l'ha?"

"Non m'importa."

"E se non vuole sposarti?"

"Non m'importa."

Tian Yang, a quell'epoca io avevo solo quattordici anni e tu presto avresti incontrato Jiang Dong.

Va bene, visto che Jiang Dong non si può proprio evitare, se aspetto un po' a parlarne non c'è problema, no?

I giorni passavano tranquilli. Io stavo a casa – cioè a casa di Tian Yang – passavo il tempo a chattare in rete, a bere lattine di birra e a guardare dvd. La sera mangiavo insieme a lei le cose che ordinavamo da fuori. Dopo mangiato, naturalmente ero io a fare i piatti. La mia vita era entrata in un'altra dimensione, non c'era più bisogno di guardare l'orologio né il calendario.

Una notte sentii le parole deliranti di un incubo provenire dalla sua stanza. Io entrai, accesi la luce, la scossi: "Tian Yang, Tian Yang stai sognando, Tian Yang…" Lei aprì gli occhi, per un attimo mi guardò instupidita poi sorrise: "Ho fatto un sogno spaventoso." Con la guancia poggiata sul dorso della mia mano, lei era rossa in viso, mi disse: "Zhou Lei, puoi farmi compagnia per un po'? Non andartene prima che mi sia addormentata."

"Certo." Mi sedetti sul bordo del letto. Lei portava un pigiama da brava bambina con il disegno del cartone animato Sakura Momoko, il profumo di shampoo dei suoi capelli mi entrò nelle narici, solleticandomi il naso. Mi beffavo di me stesso: "Falla finita con questa cavolo di purezza di sentimenti, dai che hai anche un'età e non sei mica uno sbarbino."

"Zhou Lei," lei mi fece posto muovendosi di lato, "se hai sonno puoi sdraiarti."

"Meglio di no." Facevo "il corretto".

"Quando eravamo piccoli non dormivamo così? Ti sei dimenticato che all'asilo il tuo letto era attaccato al mio."

"Me lo ricordo. Spesso facevo le smorfie per farti ridere. Quando vedevo che arrivava la maestra, io chiudevo gli occhi. Alla fine le sgridate te le prendevi sempre tu." A quel punto mi sdraiai, il viso contro la sua nuca.

Ho dimenticato di dire che era un letto singolo, quindi se le stavo appiccicato addosso non era per prendermi delle libertà. Lei si girò dal mio lato, non l'avevo mai vista così da vicino. Mi disse: "Zhou Lei, tra due mesi mio padre porterà Bubu a stare qui da noi, la cosa mi mette un po' in subbuglio."

"Dormi." Io spensi la luce.

Ti tenevo delicatamente tra le braccia, Tian Yang. Il tuo respiro subito divenne calmo e inconsapevole, come quello di una persona che dorme. Il sonno è fratello della morte, domattina tornerai in vita, piccola idiota non hai paura di un mio agguato? Ora mi stai davanti con la guancia poggiata al mio petto, il tuo corpo ha un profumo come di latte. Pensai che stavi sognando perché d'un tratto mi stringesti forte la mano. Non sapevo che hai l'abitudine di digrignare i denti durante il sonno, vergogna.

Guardandoti dormire profondamente io, boia della miseria, non provavo neppure un'ombra di desiderio.

Un'altra notte passata in bianco. Non era affatto piacevole, pensai. Stare otto ore sdraiato senza fare niente era una tortura. Cosa puoi fare oltre a ricordare? Devi pur inventarti qualcosa. Così cominciai a ricordare. E continuai, fino a quando il cielo non iniziò a rischiarare e dalla strada arrivarono i primi rumori della gente e tu apristi gli occhi e mi domandasti, confusa: "Che ore sono?"

Quando sei andata via, ho fatto un pisolino, era quasi mezzogiorno quando sono uscito dalla stanza e nel tinello c'era una coppia di nonni dall'espressione benevola che mi guardavano perplessi… ma questo è successo dopo.

Tornando alla notte precedente, io passai otto ore a ricordare, praticamente un'azione criminale in questa nostra società moderna. Circa due ore per ricordare noi due a tredici, quattordici anni, poi due ore per il periodo dell'università e le quattro ore che restavano – il momento più delicato nel cuore della notte, mentre l'alba si avvicina come una donna piena di rancore dal colorito esangue – quelle quattro ore le ho dedicate tutte a Jiang Dong, cioè a quando noi, Tian Yang, io, Xiao Qiang e Fang Kehan, abbiamo cominciato ad avere problemi per colpa sua.

笛安

《告别天堂》

{天杨}

我把他带进了家里,打开客厅里的灯。他说:"一点没变。"

爷爷奶奶出去玩以后,我也给刘阿姨放了假。我每天的晚饭都是打电话叫楼下一间新开的小馆子的外卖。今天我多要了几个菜,当然还有啤酒。他假惺惺地说不用这么破费,还是把七八个一次性饭盒一扫而光。

"我可以抽烟吧?"我问他。

他愣了一下。"你什么时候开始抽烟的?"

我点上一支,问他:"你要不要?"他摇头,又作痛惜状地叹气,"白衣天使也这么颓废--真后现代。"

"我又从来没当着病人面抽。"我说。

"你和你男朋友,怎么样了?"他喝了一大口啤酒,使用着一种满足的腔调。

"你指哪个?"我问。

"最近的那个。?

"上个月刚散。不然还能让你见见。"

"饶了我吧,你的品位。"他笑。

"你还记得林薇吧?就是初中时候咱们班的。"我说。

"记得,怎么,结婚了?"他嚼了一嘴的宫保鸡丁,口齿不清。

"你怎么知道的?"

"这不难,"他看着我,"听你的语气我就知道你要说什么。"

"跟你说话真没劲。"

"说吧,林薇结婚了,然后呢?"

"没什么。我那天在现代购物中心碰上她和她老公,正买DVD机呢。那个男人,丑得我都不忍心多看。"

"你呢,不管怎么说人家是嫁出去了,你不急?二十五了。"

"二十四。三个月以后才二十五。年轻得很呢。"

"等你急了的时候就考虑考虑我吧。"他说,"反正你早晚都要嫁人,不如嫁个熟人。你说呢?"

"吃你的。"我拿筷子敲敲他的头。他继续狼吞虎咽,一时间满屋子的寂静。我拆开了父亲的信。

"你爸他老人家还好?"

"好。"我简短地说。

父亲的信上说,两个月后他又要去非洲,这一次不能把小弟弟放到他妈妈家,因为她那个时候要结婚。所以,两个月后,我就会见到这个小家伙。他有个奇怪的名字,洛易克宋,小名不不。

"怎么了?"他问我。

"没有,"我说,"你吃好了吗?"

"好得都感动了。"

"那早点睡吧,你就住我爸爸的那间房,想洗澡的话,用那条墨绿色的浴巾,明儿我还得上班。"我把烟按灭了,重重地叹口气。

"我不困,想去肖强那儿租点碟。"

"你不知道?他把那间店关了。我也不知道他现在在什么地方。"

他没动,看着我。

"怎么了?"

"天杨,"他慢慢地说,"这几年,你过得好吗?"

"怎么突然这么煽情?"我笑笑,"我爷爷奶奶两个星期以后才回来呢,你放心住在这儿。我可以先借你点钱,正好我刚刚发薪水,不过你一找到工作就马上还我。"

他说:"成交。"

就这样过了两个星期,我去上班,他留在家里上网,还顺便帮我打扫打扫家,做做早餐什么的。表现不错--第一天早上就把我积压了一池子的碗碟都洗了。他并不急着找工作,也不急着跟他父母联系。很奇怪的,刚刚三天我就习惯了他的存在,好像他本来就是个家庭的成员一样。有天黄昏我们一起去超市采购,又碰到了老年痴呆的前任院长。他热情地冲我们走过来,跟周雷握手,"哎呀,好久没见你了。你都结婚了?回去帮我问你妈好,告诉她要多锻炼……"周雷居然和我一样笑容可掬地说他一定转告。

方圆的情况这个礼拜出人意料地稳定。而且,白血球的数量还有所上升。她妈妈的脸上终于有了点血色和笑容。龙威和袁亮亮还是一如既往地"不像癌症患者",皮皮还是一如既往地酷,病房里又住进来一个四岁的小姑娘。准确地说,下个月才四岁。一对鼓鼓的小金鱼眼。她兴奋地用她父亲的手机跟她奶奶讲话:"奶奶,我是白血病,我不用去幼儿园了!"也许是春天的关系,病房里传递着一种难得的轻松和愉快。晚饭后,那些陪床的父母也开始在阳台上打打扑克什么的。总之,日子呈现出一种充满希望的表情。或许是假象,但终究令人心旷神怡。只有一次意外:某天中午周雷突然冲进病房,惹得杨佩一干人侧目,他满脸惊慌,"怎么办天杨?你爷爷奶奶回来了。"

"'天杨',"杨佩窃窃私语,"叫得还真亲切。"

结果到了下午,我去给袁亮亮输液的时候,在走廊上就听见这对活宝拖长了声音喊:"天--杨--,天--杨—"。

该死的杨佩。

{周雷}

天杨,你瘦了。你原来是个肥肥的小丫头。十三岁那年,还没发育,像个小水萝卜,戳在教室的第一排。可是自从你遇到江东,你就瘦了。等大家注意到你的消瘦时,你已经十六岁,爱情让你一夜间亭亭玉立。现在你二十五岁了,这消瘦就跟江东一样,印在你的皮肤里,变成组合你生命的DNA密码,无声无息。

咱们不说江东那个狗杂种,我知道你已经忘了他了。没有人在二十五岁的时候还忘不了十五岁那年的情人--除非他十年来没进化过。可是恐怕你自己都不知道,你的很多表情,很多小动作,都是跟江东在一起的时候形成的。比如你歪着头,有点妩媚地笑笑;比如你垂下眼睛,凝视自己的指尖的样子;还有你的口头禅"你去死吧",诸如此类的细节是江东刻在你灵魂中的签名。这让我无比恼火,可又无法回避。

你去上班的时候,我想要整理你的房间。书架上的书几乎都换过了,只有《加缪全集》和《海子的诗》还在。我把那本《海子的诗》抽出来,那里面有你十二年来画下的深浅不同、粗细不同的红线。

"五月的麦地上天鹅的村庄,沉默孤独的村庄,一个在前一个在后,这就是普希金和我诞生的地方。"

"看见了吗?那两只白鸽子,它们是屈原遗落在沙滩上的白鞋子,让我们,我们和河水一起,穿上它们吧。"

"珍惜黄昏的村庄,珍惜雨水的村庄,万里无云如同我永恒的悲伤。"

操。这孽障,写得真好。

我还记得那个下午,天杨,你就坐在这间小屋里给我读这本书。我找了半天才找到你当年最喜欢的句子。

"目击众神死亡的草原上野花一片,远在远方的风比远方更远,我的琴声呜咽,泪水全无,我把这远方的远归还草原。"

然后你突然靠近我,你说:"周雷,要是海子还活着,我长大以后要嫁给他。"

我本来想说不会吧他长这么丑,可是天杨的拳头不输后来闻名亚洲的野蛮女友,于是我说:"就算他还活着,可要是他有老婆呢?"

"我不管。"

"要是他不想娶你呢?"

"我不管。"

天杨,那时我们才十四岁,你很快就会遇上江东。

好吧,既然江东是绕不过去的,那么我晚些再提到他总可以了吧。

日子安宁地流逝着。我在家--是天杨家每天上网聊天,喝罐装啤酒,也看碟。晚上和天杨一起吃外卖。吃完了,自然是我洗碗。生活过到了另一种境界:不再看手表,也不再看日历。

某个午夜,我听见她房里传出来一阵梦魇的呓语。我走进去,打开灯,推醒了她,"天杨,天杨你做梦了吧,天杨—"她睁开眼睛,愣了一秒钟,笑了,"我做了个梦,怪吓人的。"她的脸颊贴着我的手背,脸红了,"周雷你能陪我待会儿吗?我睡着了你再走。"

"当然。"我坐在她的床沿上。她穿了件乖女孩的睡衣,印着樱桃小丸子的头像,头发上的香波味钻进了我的鼻子里,痒痒的。我嘲笑自己,"装他妈什么纯情啊,一把年纪了又不是个雏儿。"

"周雷,"她的身体往里错了错,"你要是困你就躺上来。"

"不好吧。"我装正直。

"咱们小时候不就是这样睡觉吗?幼儿园里,你忘了,你的床紧挨着我的。"

"记得。我经常做鬼脸逗你笑,看见老师过来了就闭上眼睛,结果每次挨骂的都是你。"我于是也躺了上去,我的脸紧紧贴着她的后脑勺。

我忘了声明,这是张单人床,所以我紧紧地贴着她并不是为了占她的便宜。她转过了身子,我还从来没在这么近的距离下注视她。她说:"周雷,再过两个月,我爸爸要把不不送来。我心里有点乱。"

"睡吧。"我关上了灯。

我轻轻地拥着你,天杨。你的呼吸很快变得平缓而没有知觉,那是睡着了的人的气息。睡是死的兄弟你明天早上才会活过来,小笨蛋,你就不怕我偷袭你。现在你就在我跟前,你的脸贴在我的胸口,你身上有股牛奶的气味。我想你做梦了,因为你突然间紧紧抓住我的手。我不知道你睡觉居然有磨牙的习惯,丢人。

看着你熟睡的样子,我TMD没有一丝欲望。

又是一夜没睡。这滋味并不好受。想想看,八个小时,躺着什么都不做是件伤神的事儿。除了"回忆"你还能做什么?你总得找点事情干干。于是我就开始回忆。直到天一点一点地亮起来,直到外边的街道上传来人群的声音,直到你睁开眼睛,怔怔地问我:"几点了?"

我是在你出门之后才迷迷糊糊地打了个盹儿,临近中午时走出房间,看见客厅里有一对面目慈祥的老爷爷老奶奶疑惑地看着我……当然,这是后话。

还是回到上一个夜晚吧,我用了八个小时来"回忆"--这在现代社会简直是犯罪行为。我用了差不多两个小时回忆十三四岁的我们,两个小时来回忆我的大学时代,剩下的四个小时--是黑夜里最微妙的时段,看着黎明像个苍白的怨妇一样来临,这四个小时留给江东--我是说那场以江东为起因,把我们每个人都卷进去的磨难。比如天杨,比如我,比如肖强,比如方可寒。

 Forum  Stampa  Email  Suggerisci
Messaggi
Dossier
• Concorso a premi sul tema "Amo studiare la lingua cinese"
Cari amici, con il continuo crescere della febbre per lo studio della lingua cinese, ora nel mondo coloro che tramite vari canali studiano la nostra lingua superano ormai i 40 milioni, ivi compresi molti italiani. La sezione italiana di RCI sta esplorando nuovi canali per aiutarvi ad apprendere e migliorare il vostro cinese in modo più facile e comodo...
Angolo dei corrispondenti
Foto
Eventi
• 60 anni della Nuova Cina
• Primo convegno letterario italo-cinese
• Amo il cinese
© China Radio International.CRI. All Rights Reserved.
16A Shijingshan Road, Beijing, China. 100040