In visita al Gran Canyon del fiume Yarlung Zangpo
  2011-09-08 15:02:32  cri

 Gabri: Cari amici, ben ritrovati al nostro appuntamento con il Tibet, sono Gabriella.

Guo: Tashidele a tutti, il saluto tibetano, da Guocheng!

Gabri: Oggi vi porteremo con noi in visita al più lungo e profondo canyon del mondo, quello dello Yarlung Zangpo, il maggiore fiume del Tibet, che confluisce in India nel Brahmaputra.

Guo: Questo è il fragore della corrente dello Yarlung Zangpo in una delle anse che formano il grande canyon. D'estate le acque del fiume sono giallastre per la presenza di fango, e la corrente è molto impetuosa: ci sono mulinelli e vortici ovunque, e lo spettacolo è impressionante.

Gabri: Hai ragione! Il Gran Canyon dello Yarlung Zangpo è una delle meraviglie del mondo, paragonabile in qualche modo a quello del Colorado, negli USA, che tuttavia si trova in un'area desertica. Questo invece si trova in un'area montuosa e boscosa, cosparsa di villaggi, di campi di orzo e di grano e di alberi di pesco, che in primavera, con la fioritura, offrono uno spettacolo unico.

Guo: Il Canyon dello Yarlong Zangpo è stato eretto a Parco Nazionale protetto, però una parte è accessibile ai turisti, che arrivano da tutta la Cina attirati da tanta bellezza!

Gabri: In effetti, non eravamo proprio soli! Le prime anse del canyon sono raggiungibili comodamente in pullmino su una strada asfaltata, quindi tutti i turisti che visitano l'est del Tibet, ossia la zona di Linzhi, fanno tappa al canyon, che costituisce il "must" del viaggio.

Gabri: Parlando del Gran Canyon dello Yarlung Zangpo, non si può dimenticare il massiccio che ostruisce il suo corso, costringendo il fiume a fare un'ampia deviazione prima verso nord e poi verso sud-ovest: si tratta del Nanga Parbat, alto bel 7782 metri, la cui splendida punta innevata è spesso immersa nelle nubi.

Guo: Sì, è proprio uno spettacolo! Il Nanga Parbat è un monte speciale perché i suoi ghiacciai arrivano a volte all'altezza dei boschi sottostanti, per via della bassa latitudine a cui si trova. Quindi in cima presenta ghiaccio e neve, sul pendio boschi e alla base foreste pluviali, con la flora e fauna tipici di ogni fascia.

Gabri: Questa situazione lo rende anche molto difficile da scalare. Ascoltiamo cosa ci ha detto in merito Liu Jianyun, vice direttore della Compagnia del Turismo del Tibet, che ha sviluppato il Gran Canyon dello Yarlung Zangpo, che ci ha guidati nella visita sul posto: Il Nanga Parbat è considerato la vetta più bella della Cina. Alto 7782 metri, è stato scalato una sola volta nel 1992 da una squadra di alpinisti sino-giapponesi. La scalata è molto più difficile di quella del Qomolangma (Everest) per via delle correnti calde dell'Oceano Indiano e della presenza dello Yarlung Zangpo, quindi il monte non è aperto all'alpinismo amatoriale.

Gabri: Cari amici, sapete che Nanga Parbat significa "spada rivolta verso il cielo blu"? Infatti la cima più alta è appuntita, quasi triangolare, e punta verso il cielo, da cui l'analogia con la spada. Durante la nostra visita ai primi di agosto, la vetta, incappucciata di neve, compariva e scompariva all'improvviso dietro le curve della strada. A volte era ricoperta da nuvole scure, in un paesaggio molto mutevole, come accade sempre in alta montagna.

Guo: La strada è fiancheggiata da un lato dal massiccio del Nanga Parbat e dall'altro dal fiume Yarlung Zangpo, offrendo alla vista dei paesaggi magnifici. Una cosa interessante è che la strada è stata asfaltata dalla compagnia che ha aperto al turismo il Gran Canyon dello Yarlung Zangpo. Sentiamo cosa ci ha detto in merito il vice direttore Liu Jianyun: Sono Liu Jianyun, vice direttore della Compagnia del Turismo del Tibet. La nostra compagnia ha aperto al turismo il Gran Canyon dello Yarlung Zangpo e costruito i 90 km di strada che dall'aeroporto di Milin portano al canyon, con 100 milioni di yuan di investimenti. Nel 2005 abbiamo firmato un contratto con il governo locale e nel 2008 è terminata la costruzione della strada.

Gabri: Dal moderno aeroporto di Milin, piccolo ma attivissimo, partono e arrivano giornalmente più di 6 voli in direzione di Chengdu, nel Sichuan, il che permette di raggiungere direttamente la zona di Linzhi senza dover andare a Lhasa, che per la sua notevole altezza, 3700 metri slm, fa paura a molti turisti.

Guo: Certo! La sindrome da alta montagna non è uno scherzo!

Gabri: Come no, provoca vomito ed emicranie, le peggiori del mondo, al punto che pare che la testa si spacchi in due... e, a parte respirare ossigeno, le altre medicine non servono. Noi ce la siamo cavata ancora bene, vero Guocheng?

Guo: Sicuro! A parte il malessere della prima notte a Lhasa, di seguito non abbiamo avuto problemi...

Gabri: I nostri eroi...

GUO: Ora riprendiamo a parlare del Gran Canyon del fiume Yarlung Zangpo, posto nell'est del Tibet, il più lungo e profondo canyon del mondo.

Gabri: Secondo l'indicazione di Liu Jianyun, vice direttore della compagnia che ha aperto al turismo la zona, prima i turisti venivano qui solo d'estate per paura della sindrome di alta montagna, ma la zona di Linzhi ha un clima diverso, quindi le visite possono essere effettuate tutto l'anno. Liu Jianyun ha precisato: I turisti vengono soprattutto a marzo-aprile-maggio, fino a ottobre-metà novembre, per timore del freddo e della mancanza di ossigeno dell'altopiano Qinghai-Tibet, ma il Tibet è grande, visto che comprende un ottavo del territorio continentale della Cina. Per esempio, a Naqu e ad Ali si può andare solo d'estate, ma Lhasa, Shannan, Shigatse e Linzhi si possono visitare tutto l'anno. In ottobre qui il clima è come adesso. Vogliamo fare del canyon una base turistica per tutto l'anno, e nella diffusione del concetto voi media siete molto importanti. Comunque è un lavoro di persuasione che richiede molto tempo.

Gabri: Liu Jianyun ha aggiunto: Il biglietto d'ingresso al canyon costa 150 yuan, l'autobus interno che mettiamo a disposizione per 40 km di percorso costa 90 yuan, e il pranzo al ristorante 30 yuan. L'andata e ritorno in battello sul fiume costa 250 yuan. Però, dal momento che siamo vicini alla frontiera, la "linea MacMahon" che la Cina non riconosce, gli stranieri per ora sono esclusi dalla visita.

Gabri: Ma speriamo che in futuro la situazione cambi, permettendo a tutti gli amanti della montagna del mondo di visitare questo posto eccezionale!

Guo: Lo spero anch'io! Da come ha detto Liu Jianyun, il Gran Canyon dello Yarlung Zangpo si può ammirare anche in barca sul fiume. Deve essere spettacolare, a parte le rapide! Però, personalmente, preferisco il percorso a piedi. Ma ora ridiamo la parola a Liu Jianyun: Il Gran Canyon dello Yarlung Zanpo è uno dei percorsi a piedi più belli del mondo: sono appena ritornato dalla Svizzera, ma trovo che qui sia più bello, sia come paesaggio che per la cultura speciale dei tibetani e delle etnie minoritarie Mengba e Luoba. Abbiamo già aperto 3 sentieri a piedi: da Paizhen, la base di partenza, a Motuo, il più eccezionale, che richiede 4 giorni di cammino, e quello che dal campo base del Nanga Parbat porta al bellissimo lago Nalacuo: gli imprenditori del Club di Beida verranno qui in settembre per fare questo trekking. Lungo il cammino ci sono delle locande, o si può dormire in tenda. Noi offriamo il servizio delle guide e dei portatori, che sono tutti locali, per cui i giovani possono trovare lavoro qui senza dover lasciare i loro villaggi. Abbiamo un personale di circa 300 persone, quasi tutte del posto.

Gabri: Liu Jianyun ha precisato: Diamo lavoro a cuochi, guide, autisti, guardie e camerieri che formiamo nella nostra compagnia e all'esterno. Per esempio, l'anno scorso abbiamo portato delle guide nel Guangdong, che sponsorizza "one to one" la zona di Linzhi, per sottoporli a un training, e a Beijing, all'Università n.2 di lingue estere, per studiare la gestione del turismo. Quindi, come potete vedere, qui sono tutti entusiasti e sorridenti. 

 Gabri: E' vero. Le donne e gli uomini tibetani delle bancarelle ai punti panoramici vendevano sorridendo souvenir, birra e vino d'orzo, e generi alimentari: uova di galline ruspanti, patate, focacce d'orzo, ecc. Vista la quantità di turisti, chiaramente fanno dei buoni affari. Anche le guardie sorridevano. All'ingresso della zona panoramica, abbiamo notato una ragazza tibetana in costume, che stava vendendo col fratellino delle uova e delle focacce. Si chiama Lamuyuzhen, ha 15 anni, frequenta il secondo anno delle superiori, e da grande vuole diventare medico. Lavora qui per aiutare la madre contadina e il padre, autista.

Guo: A parte i venditori, al Canyon le guide e i portatori sono i personaggi più interessanti, perché conoscono bene la zona e senza di loro i turisti non arriverebbero da nessuna parte. Ho saputo che un giovane cinese che anni fa ha voluto partire da solo non è più tornato.

Gabri: Davvero impressionante! Alcune delle guide sono già penetrate nel Canyon decine di volte, facendo da guida anche a spedizioni scientifiche di vario genere. Il Canyon infatti è un museo della fauna e flora pregiata, ed attrae anche molti geologi. Mi sono documentata, quindi posso dirvi che la prima spedizione scientifica cinese risale all'ottobre del 1973, seguita da moltissime altre, visto che la zona del letto dello Yarlung Zangpo è molto instabile, la placca è molto attiva, il che ha disegnato le molte anse del Canyon. Nel 1950 il grande terremoto che colpì Motuo spezzò in sei parti il ghiacciaio del Nanga Parbat, e l'acqua precipitò a valle provocando un lago di sbarramento sul fiume e mettendo in pericolo di villaggio di Zhibai, che si salvò per miracolo.

Guo: Cari amici, forse non sapete che Motuo è l'unica cittadina cinese che fino a pochi anni fa non era ancora raggiunta da una strada: situata fra monti scoscesi e foreste, con una lunga stagione delle piogge, è abitata dalle minoranze Luoba e Mengba, dedite fino a poco tempo fa alla caccia, anche con frecce avvelenate. Quindi Motuo era ed è ancora una meta di sogno per molti, visto che l'attuale strada è spesso interrotta da frane, quindi è raggiungibile solo a piedi o a cavallo su sentieri nella foresta.

Gabri: So che queste foreste pluviali traboccano di sanguisughe, che si attaccano alla pelle dei poveri passanti, senza staccarsi: pare che l'unico modo per liberarsene sia affumicarle sul fuoco.

Guo: Che roba! Non so se avrei il coraggio di passare di lì!

Gabri: Io invece vorrei provare lo stesso... e chissà che un giorno non ci riesca..

Guo: Ora torniamo a parlare del Gran Canyon del fiume Yarlung Zangpo, nell'est del Tibet, che abbiamo visitato da poco.

Gabri: Il Canyon è un paradiso per chi ama la montagna, e anche, naturalmente, per la fauna e la flora selvatica. Secondo l'illustrazione di Liu Jianyun, vice direttore della Compagnia del Turismo del Tibet, che ha valorizzato la zona, e che ci ha guidato durante la visita: Dall'anno scorso la nostra compagnia è impegnata nel progetto di ricerca ABE sulla biodiversità e sulle specie rare. Finora abbiamo scoperto un insetto tutelato al 2° livello statale, e una pianta (duyecao), tutelata al 1° livello. Il materiale video e fotografico ricavato dalle nostre ricerche lo mettiamo a disposizione dei visitatori per stimolare la loro coscienza ambientale.

Gabri: Complimenti, questa compagnia mi sembra responsabile! Ho notato che al centro accoglienza offrono degli ottimi libri di ricerca sulla zona, oltre che guide, per stimolare l'interesse del pubblico. Cari amici, il Canyon si trova in un parco nazionale, quindi la parte aperta al turismo è esterna alla zona centrale, come pure gli alberghi in costruzione a 3 e 5 stelle. A Paizhen, base di partenza per visitare il Canyon, la Compagnia del Turismo del Tibet ha costruito un centro di accoglienza, a cui ho accennato prima, in pietra, nello stile locale, dotato di un'alta torre di avvistamento, che per la sua struttura ha vinto un premio internazionale per l'architettura. Infatti i materiali usati sono la pietra e il legno, e l'edificio ha forme sia moderne che tradizionali.

Guo: Il borgo di Paizhen è la famosa base di partenza per il trekking diretto a Motuo, lungo un centinaio di km, uno dei più bei percorsi a piedi della Cina, e che voglio fare anch' io in un prossimo futuro!

Gabri: Sono sicura che ci riuscirai! Però, per tutelare la zona centrale del Canyon, molti valligiani sono stati trasferiti all'esterno, quindi adesso è più difficile trovare un posto dove alloggiare durante i trekking. Prima si poteva stare nei villaggi, nelle case della gente, ma adesso è più difficile. Bisogna portarsi tende e cibo per tutto il tragitto, di cui si fanno carico i portatori, naturalmente! Gente davvero eroica...

Guo: Tuttavia ricordiamo che il grosso pubblico effettua la visita non a piedi, ma sui comodi pullmini messi a disposizione dalla Compagnia del Turismo, e, lasciata Paizhen, raggiunge il villaggio di Zhibai, situato 22 km a nord, fermandosi ai vari punti panoramici! Quindi non percorre i sentieri nella foresta, con le sanguisughe, sotto la pioggia, e non passa la notte in tenda!

Gabri: Proprio come abbiamo fatto noi, che abbiamo viaggiato in jeep!

Guo: E' vero, ma solo perché non avevamo tempo! Beh, sto scherzando! Gabri: Secondo l'illustrazione di Liu Jianyun, la prima tappa del canyon è Daduka: Siamo a Daduka, che in tibetano vuol dire "posto per far pascolare i cavalli", considerato dal Comitato statale dei progetti idraulici come il punto d'ingresso nel canyon più grande del mondo. Sul colle di fronte ci sono i resti di un forte.

Gabri: Effettivamente, sul colle di fronte c'erano delle rovine, ma lo spettacolo più bello è quello dell'immensa curva dello Yarlung Zangpo, immersa nel verde dei monti circostanti. La tappa successiva è stata ad un grande ed antico albero di gelso, di più di 1000 anni, che si erge sullo sullo sfondo del Nanga Parbat.

Guo: L'albero è immenso: il tronco enorme e contorto alla base regge un'enorme corona di foglie verdi, e può dare riparo a decine di persone.

Gabri: Sicuro! Intanto dal basso risuonava fragoroso lo Yarlung Zangpo.

Gabri: Forse non sapete che il signor Liu Jianyun è stato recentemente in Italia insieme alla famiglia, che ha molto apprezzato, e di seguito in Svizzera per capire la gestione delle zone turistiche. In merito, egli commenta che la Cina è solo agli inizi da questo punto di vista. La Svizzera e il Nepal, la zona di Pokhara, per esempio, hanno un'esperienza molto più lunga. Per chi fosse curioso, la Compagnia di Turismo del Tibet gestisce anche la zona turistica di Ali, nell'ovest del Tibet, famosa per le rovine dell'antica città di Guge, e quella del lago Basongcuo, nell'est. Naturalmente il Gran Canyon dello Yarlung Zangpo è il loro fiore all'occhiello, e anche la loro maggiore fonte di guadagno. I visitatori sono migliaia al giorno!

Guo: Sono d'accordo, la gestione della zona turistica del canyon deve essere un ottimo affare! Cari amici, siamo arrivati alla fine del programma di oggi. Nella speranza che sia stato di vostro gradimento, vi diamo appuntamento alla prossima settimana..

Gabri: Continueremo a parlarvi del Tibet, quindi non mancate all'appuntamento! Tashidele!

 Forum  Stampa  Email  Suggerisci
Messaggi
Dossier
• Concorso a premi sul tema "Amo studiare la lingua cinese"
Cari amici, con il continuo crescere della febbre per lo studio della lingua cinese, ora nel mondo coloro che tramite vari canali studiano la nostra lingua superano ormai i 40 milioni, ivi compresi molti italiani. La sezione italiana di RCI sta esplorando nuovi canali per aiutarvi ad apprendere e migliorare il vostro cinese in modo più facile e comodo...
Angolo dei corrispondenti
Foto
Eventi
• 60 anni della Nuova Cina
• Primo convegno letterario italo-cinese
• Amo il cinese
© China Radio International.CRI. All Rights Reserved.
16A Shijingshan Road, Beijing, China. 100040