意大利大使严农祺 Attilio Massimo Iannucci, Ambasciatore d'Italia in Cina
2011-05-31 15:57:38 cri
La visita del vice presidente, per la quale noi siamo tutti tutti molto felici, perché è un segno di grande attenzione per il nostro paese. Ovviamente la Cina, per i legami storici e per la sintonia che c'è anche oggi su tante questioni, è considerato un paese particolarmente amico.
La risposta del vice presidente Xi Jinping è stata apprezzatissima in Italia. Non solo avrà colloquio con il presidente e con il primo ministro Berlusconi, dove le tematiche economiche affrontate in maniera più generica, più superficiale, ma avrà anche a Milano degli incontri con il ministro delle Attività produttive e con rappresentanti dell'industria italiana, con l'ICE, con la Camera di Commercio, con il presidente della Regione Lombardia. Avrà un contatto diretto con il centro produttivo dell'Italia, con la regione che produce di più in Italia, quindi sicuramente nasceranno delle idee, nasceranno delle iniziative, saranno raggiunte delle intese da questa sosta a Milano.
Io ero presente all'incontro fra i due primi ministri perché ancora lavoravo a Roma. Ci fu un'intesa per arrivare a 80 e poi il presidente del Consiglio Berlusconi disse 'No, arriviamo anche a 100'. 100 mi auguro che possa essere raggiunto. 80 sono sicuro che ce la faremo, perché dall'anno scorso a quest'anno, l'interscambio è salito da 35 miliardi a 45, quindi andiamo forte, andiamo molto forte.
L'Italia viene vista soprattutto per i beni di lusso, per le automobili di lusso, per i vestiti di lusso. Non c'è solo quello in Italia. Forse si sa troppo poco che la metà, più della metà, delle nostre esportazioni verso la Cina è rappresenata dai macchinari, dalle macchine utensili. Questo perché questi prodotti sono fabbricati dalle PMI italiane che sono il cuore dell'economia italiana.
Nel dodicesimo piano quinquennale, è stato confermato che invece delle esportazioni, la Cina deve promuovere la domanda interna. Questo significa che per le piccole imprese e medie imprese italiane, qui c'è un mercato nuovo che sta aumentando, un mercato interno cinese, questo non solo però a Pechino, a Shanghai, nelle zone costiere, ma in tutta la parte occidentale del Paese.
Noi siamo assolutamente favorevoli agli investimenti cinesi in Italia, abbiamo degli esempi molto positivi di questi investimenti che hanno salvato delle imprese italiane. Faccio il caso di una fabbrica di abbigliamento sportivo, un'altra di motorini. Sono nomi storici dell'industria italiana, che ancora esistono perché c'è un capitale cinese che è intervenuto. La particolarità di questi interventi è che non c'è una trasformazione in fabbrica cinese, la struttura rimane la stessa, le persone rimangono le stesse, nel caso dei motorini, il presidente è una signora cinese, ma tutti gli operai sono rimasti italiani, nel caso anche dell'azienda di articoli sportivi di abbigliamento.
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