Il problema dell'occupazione in Cina, in Italia e nel resto del mondo
  2011-03-08 14:09:13  cri
 GUO: Ciao a tutti, Guocheng vi saluta da Beijing insieme alla collega Gabriella.

GAB: Ciao, sono Gabriella. Guocheng, oggi parleremo di un tema scottante in tutto il mondo, l'occupazione, e dei cambiamenti generazionali collegati, soprattutto in Cina. Infatti so che voi giovani adesso aspirate a dei lavori del tutto diversi dalla generazione dei vostri padri, vero?

GUO: Hai ragione! La generazione passata aveva come ideale il lavoro manuale, quindi l'operaio era la professione migliore, mentre adesso l'impiego statale e i lavori ad alto contenuto cognitivo sono i più ambiti! GABRI: Molto interessante! In particolare, so che dopo la Festa della Primavera, il capodanno lunare cinese, nelle province cinesi più sviluppate, come il Guangdong, si è registrata una carenza di manodopera, ossia le aziende hanno difficoltà a trovare degli operai.

GUO: Esatto. Durante le ferie di capodanno, molti cinesi tornano a casa e poi non tornano più nei vecchi posti di lavoro per vari motivi: per esempio, trovano che nel paese natale il governo locale ha creato delle occasioni di lavoro, oppure decidono di ritornare a coltivare la terra perché i prezzi dei cereali sono aumentati, quindi riescono a guadagnare come in fabbrica.

GAB: E' vero, la festa della primavera è molto importante per i cinesi, che fanno di tutto per riunirsi con i familiari dopo un anno di duro lavoro lontano da casa. Nasce così il fenomeno del trasporto di capodanno, con milioni di persone che affollano treni e autobus per visitare genitori e famiglie. In questo periodo è difficilissimo acquistare i biglietti di treni e aerei, che sono anche più cari del solito.

GUO: Quando finalmente arrivano a casa, i cinesi parlano inevitabilmente di lavoro, facendo dei paragoni. Un giovane impiegato cinese, un cosiddetto colletto bianco, ha scritto nel suo blog che come laureato guadagna 2000 RMB al mese in un ufficio privato, e tornato a casa, ha scoperto che molti parenti che fanno gli operai guadagnano fino a 4000-5000 RMB al mese. Questa notizia ha scatenato delle ampie discussioni sul web tra i giovani laureati.

GAB: E' vero che gli operai specializzati guadagnano bene ovunque nel mondo, se non ci sono delle crisi che li rimandano a casa…

GUO: Ricordo che quando studiavo italiano all'università, il professore ha raccontato che una volta in Italia un idraulico è andato da lui ad aggiustare un rubinetto, guidando una Mercedes…

GAB: Non mi stupisco, gli idraulici in Italia guadagnano molto e sono anche pochi, perché gli italiani non amano più fare i lavori manuali, questa è la realtà, ma vediamo fino a quando durerà. Cari amici, ora facciamo una pausa musicale, dopo la quale riprenderemo a trattare l'argomento di oggi, le tendenze dell'occupazione in Cina e nel mondo.

GUO: Secondo una recente indagine dell'Ufficio di statistiche sul lavoro degli Stati Uniti, nella Top Ten delle professioni del futuro negli Stati Uniti non entrano né il medico né l'avvocato, e non ci sono l'ingegnere o l'architetto.

GAB: Lo so, ho letto questa notizia…al primo posto figurano cuochi e camerieri, poi le badanti, i vigilantes, i camionisti, i giardinieri e gli infermieri. Una caratteristica che unifica questi mestieri sono i servizi alla persona, il che si deve all'invecchiamento della popolazione nelle società occidentali, per cui la sfera del benessere individuale, dell'assistenza e dell'aiuto vedrà un boom.

GUO: Sembrano tutti dei mestieri sotto-qualificati, un tempo destinati agli immigrati.

GAB: E' una realtà che le badanti in Italia sono quasi tutte straniere, anche se so che ora anche le donne italiane, spinte dalla crisi, hanno iniziato a interessarsi all'assistenza agli anziani e alle persone sole, un lavoro pesante e privo di orario. In Italia anche molti pizzaioli sono stranieri, libici o egiziani. So addirittura che un giapponese ha vinto un concorso come migliore pizzaiolo del mondo, ma questo è un altro discorso. I giudici non erano italiani di sicuro…

GUO: Molto interessante…Tuttavia, ritornando alle professioni del futuro, anche se manuali, richiederanno degli studi universitari.

Gabri: Lo trovo positivo: un po' di cultura in più non fa mai male, soprattutto se si impara a trattare meglio il prossimo e a sapersi comportare nelle varie situazioni…

GUO: Hai ragione. Ritornando alla Cina, molti neolaureati non vogliono fare dei lavori manuali, ma mirano solo a un impiego, la cosa migliore, statale, che assicura un posto per la vita, un ottimo stipendio e dei buoni benefits. Nessuno vuole più fare l'operaio specializzato, anche se come impiegato d'azienda guadagna poco.

GAB: Lo so, molti cinesi adesso ambiscono a delle buone posizioni sociali, quindi non intendono fare dei lavori manuali. La laurea è molto agognata, anche se poi non dà lavoro, una realtà che si è già presentata in Italia anni fa. La laurea per tutti ha portato ad uno scadimento del livello dell'istruzione, quindi la laurea non assicura un alto livello di sapere, specie quella breve, almeno in Italia. In Cina invece il livello è ancora alto, vista l'estrema concorrenza in atto fra gli studenti per l'accesso all'università, perché le facoltà sono a numero chiuso.

GUO: Non parlarmi di scuola, Gabriella, mi ispira dei ricordi… faticosi… Studiare in Cina è difficile e bisogna eccellere assolutamente nella parte mnemonica, spesso a scapito della maturità personale.

Gabri: E' vero.

GUO: Gabriella, tornando alle scelte di lavoro, esiste il mercato della manodopera, e lo stipendio dipende dalla domanda e offerta. Oggi in Cina sempre più laureati concorrono per dei lavori da impiegato, il che ha abbassato il livello degli stipendi. Pochi fanno mestieri tecnici, anche se permettono di guadagnare di più.

GAB: Hai ragione, ne ho un'esperienza diretta perché durante la festa della primavera, all'inizio di febbraio, ho visitato degli amici a Changchun, una famiglia di tre generazioni che vive nella fabbrica automobilistica n.1 della città, che ha prodotto la prima auto cinese, Bandiera Rossa. I nonni, che hanno partecipato alla costruzione della fabbrica negli anni Cinquanta, sono in pensione, come pure i loro figli, che negli anni '60-'70 hanno deciso di fare gli operai pur potendo studiare. Uno di loro mi ha detto che quando aveva vent'anni si sentiva così orgoglioso di andare in giro in tuta da lavoro, tutti lo ammiravano, e anche se amava il violino, ha rinunciato alla musica per fare il camionista… Allora le ferie erano poche e gli stipendi bassi, si lavorava per degli ideali, ora invece che i tempi sono cambiati, egli non vuole assolutamente che suo figlio faccia l'operaio.

Guo: Immagino…

Gabri: Fra l'altro, il figlio, di 16 anni, durante la mia visita era sempre davanti al computer, quindi penso che abbia decisamente delle ambizioni diverse.

GUO: Cari amici, per chi non lo sapesse, Changchun, la città di cui vi ha parlato Gabriella, si trova nel nord-est della Cina, che costituisce la più vecchia base dell'industria cinese. Dopo l'applicazione della politica di riforma e apertura, lo sviluppo di questa zona è rallentato rispetto alle aree costiere sud-orientali. Per ovviarvi, nel 2003 il Consiglio di Stato cinese ha adottato un piano di rinvigorimento apposito per il nord-est.

GAB: E' vero. Visto che ho un'esperienza diretta della Fabbrica automobilistica n.1 di Changchun, vi parlerò di quello che ho visto nel corso di parecchie visite.

GUO: Brava Gabriella, mi sembra interessante…

GAB: Ebbene, il signor Wang Zhenguang, anziano della fabbrica, mi ha detto che adesso molti laureati del politecnico Tsinghua di Beijing vanno a lavorare alla catena di montaggio, guadagnando anche sui 10mila yuan al mese..

GUO: Non lo sapevo…

GAB: Certo, perché dopo un certo periodo di lavoro alla base, possono cambiare reparto e fare carriera. Gli operai specializzati di questa fabbrica, che lavora con la tedesca Volkswagen, guadagnano anche più di 10mila yuan al mese, ma non hanno più gli alloggi gratuiti come un tempo. Inoltre lavorano a contratto, ossia a tempo determinato, anche se per le necessità della produzione, il contratto viene sicuramente rinnovato, e vengono pagate le trattenute per la previdenza sociale.

GUO: Anche noi alla radio abbiamo contratti del genere, mi sembra una situazione simile un po' in tutta la Cina.

GAB: E anche nel mondo. Anche in Italia il lavoro interinale rappresenta il trend principale, con tutti i pro e i contro.

GUO: La Cina è un grande paese della manifattura e il rapido sviluppo del suo PIL finora si è basato sul basso costo della manodopera. All'inizio dell'applicazione della politica di riforma e apertura, ossia alla metà degli anni Ottanta, con il decollo dell'economia, moltissimi contadini del centro e dell'ovest della Cina sono emigrati nel sud per guadagnare di più.

GAB: Il sud infatti ospita molte aziende di lavorazione per l'esportazione, di abbigliamento, pelletteria, ma anche elettronica, ecc. Le zone economiche speciali volute da Deng Xiaoping hanno attirato molti talenti nei vari settori, e la vicinanza a Hong Kong e a Taiwan ha portato molti investimenti. Ora invece è l'entroterra cinese ad investire nel mondo intero, vero? Come cambia la storia!

GUO: Hai ragione! Ritornando indietro nel tempo, nel 2000 il governo centrale cinese ha applicato il piano di sviluppo dell'ovest del paese per elevare il suo livello economico e sociale. Adesso, dieci anni dopo, il divario tra sud e ovest si è già ridotto, quindi molti operai dell'ovest decidono di rimanere nella terra natale a lavorare, senza più spostarsi altrove. Questo è anche un motivo dell'attuale carenza di manodopera nel sud.

GAB: Hai ragione. Anche in Italia negli anni Sessanta-Settanta c'è stato un flusso di emigrazione dal sud al nord per lavoro, ora invece con la crisi, so che molti sono ritornati al sud. In Piemonte la crisi dell'auto e del suo indotto ha lasciato senza lavoro moltissime persone. I tempi cambiano, e anche la società ed i problemi…

GUO: E' vero. Ritornando alla Cina, meno male che in Italia non esiste una festa come la Festa della Primavera, in cui c'è una grande mobilità sul lavoro. Nonostante in Cina sia in vigore la legge sui contratti di lavoro, in molte fabbriche del sud non viene applicata, quindi quando gli operai precari tornano a casa per la festa, a migliaia di chilometri di distanza, spesso al ritorno non vengono riassunti, oppure decidono loro stessi di cambiare attività, quindi molti settori sono afflitti da mancanza di personale.

GAB: Alcune fabbriche hanno già fatto dei progressi quanto alle condizioni di lavoro, ma altre no, questo è il problema. So di casi di giovani cinesi venuti dalla campagna che non si adattano al lavoro ripetitivo, alla solitudine, alla mancanza di rapporti e di amicizie, e che soffrono molto. Sono anche nati molti blog di aiuto reciproco, e anche le radio locali trasmettono dei programmi speciali per gli operai migranti, il che fornisce un certo aiuto. Due operai-contadini sono anche diventati famosissimi in tutta la Cina come cantautori, al punto da essere invitati alla serata di gala della TV centrale per la scorsa Festa della Primavera.

Guo: Gabri, sai anche questo, brava! Si tratta di Xu Ri e Yang Gang. Adesso ascolteremo insieme il brano che li ha resi famosi: In primavera.

GUO: Secondo una recente indagine a campione del Centro di risorse umane della città di Guangzhou, quest'anno, dopo il capodanno lunare, le aziende che intendono assumere interessano i settori della manifattura, dei servizi di quartiere, della comunicazione e dei software, del noleggio e dei servizi commerciali, della ricezione alberghiera e della ristorazione. Dal punto di vista generale, il delta del Fiume delle Perle presenta una carenza strutturale di forza lavoro, ossia una forte richiesta di tecnici e di operai comuni, ma pochi posti di manager o amministratori di medio livello

Gabri: Nonostante l'aumento degli stipendi, in gennaio Shenzhen, la prima zona economica speciale cinese, presentava una forte carenza di disegnatori di cartoni animati, di giardini, di mobili e di progetti, e anche di giardinieri…Dobbiamo anche aggiungere che il governo cinese sta facendo molto nell'ambito dell'istruzione professionale, con molti stanziamenti per gli istituti professionali e per il loro collegamento diretto con le aziende di produzione. Guocheng, ricordi ancora la nostra visita ad un istituto professionale di Beijing che coopera con degli istituti simili della provincia di Trento?

GUO: Sicuro! E' stato un bello scambio fra le parti cinese e italiana. Penso che con la creatività italiana e la produzione cinese, entrambe le parti possano guadagnare. Per elevare la qualità della manodopera cinese facendola corrispondere alle esigenze dei partner italiani, l'istruzione professionale è un passo immancabile. Infatti, come nel resto del mondo, anche i cinesi stanno progressivamente cambiando il loro concetto di lavoro e cominciano a non sottovalutare più il lavoro fisico. Rispetto ai colletti bianchi, è anche nato il termine "colletto blu", che indica il personale tecnico. Oggi i tecnici di alto livello sono molto ambiti dalle fabbriche cinesi e guadagnano molto.

Gabri: Lo so, l'ho constatato poco tempo fa a Changchun.

GUO: Il lavoro oggi è diventato un problema sociale. Moltissimi laureati mirano a posti di lavoro comodi in città, come impiegati, e naturalmente i posti di lavoro statali sono i più ambiti.

GAB: Certamente, questo non solo in Cina, ma anche in Italia... Mi risulta che una decina di anni fa i giovani cinesi ambivano ad essere creativi e rinunciavano spesso a dei posti fissi per potersi esprimere meglio. Ora invece, con la sempre maggiore concorrenza sul mercato e le difficoltà e durezze della libera professione, si sono resi conto dell'importanza del salario fisso, dell'assistenza sanitaria, della pensione, ecc. che sono garantiti a vita dallo Stato, ma non dalle aziende private. So che delle folle di giovani ogni anno partecipano agli esami per il pubblico impiego, e se vengono esclusi, molti continuano a tentare anno dopo anno, pieni di speranza, come i letterati del passato...

GUO: Anche questo è vero. Sentiamo cosa ci ha detto il giovane Li He, del quarto anno dell'Università dell'Industria e del Commercio di Beijing, che ha appena superato l'esame per il pubblico impiego:

"Il guadagno nel pubblico impiego è migliore, e il lavoro è stabile".

Ora passiamo ad un compagno di studi di Li He, Zhou Wei:

"Il guadagno nel pubblico impiego è buono, la posizione sociale è alta, ed è ammirato da tutti. Trovo che il pubblico impiego sia l'opzione migliore!"

Il pubblico impiego è un buon posto, ma questo posto amministrativo non crea ricchezza per la società, e se tutti mirano a fare questo lavoro, è un segnale pericoloso per la società. Sentiamo il parere della professoressa Li Mei, sempre dell'Università dell'Industria e del Commercio di Beijing:

"Penso che nella scelta del pubblico impiego, siano molto importanti gli interessi e la spinta iniziale. Oggi molti scelgono il pubblico impiego mirando solo alla stabilità del guadagno e a una migliore previdenza sociale. Se i giovani pensano solo a questo, vuol dire che non hanno più ideali, quindi il sogno di una Cina armoniosa, ricca e forte si fa sempre più lontano! "

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