《花腔》-COLORATURE
  2010-09-29 14:06:53  cri
Li Er
COLORATURE

Parte prima – Così stanno le cose

Data: marzo 1943
Luogo: in viaggio tra Baipo e Hong Kong
Relatore: Bai Shengdao, medico
Ascoltatore: Fan Jihuai, generale di divisione
Registrata da: Ding Gui, attendente di Fan Jihuai

La notizia

Comandante, così stanno le cose, a me la notizia l'ha data Tian Han. All'epoca ero a Hougou. Quelli che fanno il tuo mestiere di certo conoscono Hougou a Zaoyuan. Giusto, dove c'erano la scuola pubblica del Nordovest e la prigione. Io ovviamente stavo nella prigione. Mi ero già fatto più di due mesi al chiuso. Quella sera quando Tian Han venne a trovarmi pensai che fosse venuto a dirmi addio, un gesto di amicizia da parte di un compaesano. Eh, forse era giunta la mia ora. Ho studiato medicina e sono stato al fronte, di cadaveri ne ho visti tanti e la morte non dovrebbe farmi paura. Eppure quando l'ho visto e ho sentito l'odore di alcool che si portava addosso, ho sentito una stretta al fegato, come se mi avessero scaraventato in una ghiacciaia. Non mi sarei mai sognato che fosse venuto per darmi quella notizia.

Lui mi fece uscire. Una volta fuori, vidi le sue guardie del corpo. Erano a una decina di passi da noi, ripiegati su se stessi camminavano avanti e indietro, parevano dei cespugli vaganti. C'erano anche dei soldati di guardia, armati di lance con le frange rosse. Di notte le frange sembravano nere. A quel punto, prese a soffiare un gran vento dal nord e cominciò a nevicare. Una delle sue guardie si avvicinò e porse una giacca a Tian Han. Era di tessuto spigato, come uno dei pigiama dei malati in ospedale. Una stoffa che soltanto i dirigenti e gli intellettuali appena arrivati a Yanan avevano il privilegio di indossare, molto più morbida del rozzo panno tessuto a mano dai contadini. Non ti nascondo che, quando lui me la mise sulle spalle, a me uscirono le lacrime dagli occhi, e mi gocciò pure il naso. Lui mi lanciò uno sguardo, sembrava stesse per dire qualcosa, ma poi rimase zitto. Io ero sempre più confuso. Dopo un po' che stavamo fuori, lui disse: "Qui fa freddo, torniamo a Hougou". Non mi riportò in prigione, entrammo in una grotta ben riscaldata. Quando vidi sulla parete il ritratto di Lenin e lo schema delle aule, capii che era uno degli uffici della scuola. Lui si tolse le scarpe, tirò fuori le solette e tenendole con le pinze da fuoco le mise sopra il braciere ad asciugare. Uno degli uomini della scorta entrò e si offerse di farlo per lui, ma con un gesto lui lo mandò via ordinandogli di rimanere fuori della porta e di non fare entrare nessuno. La grotta si era riempita del fetore delle sue solette arrostite, in più c'era il fumo di quel fuoco di carbone, io avevo gli occhi ridotti a due fessure. Lo so vi farà ridere, ma all'epoca l'odore mi era sembrato proprio buono, così familiare. Lui si slacciò la cintura, acchiappò una piattola e la gettò nel bracere, seguì uno scoppiettio. Poi ne prese altre, ma quelle non le buttò nel fuoco, le schiacciò tra le unghie.

Sarebbe bastato l'odore dell'alcool che aveva addosso per farti ubriacare. Dopo essersi frugato per un bel po' nelle tasche tirò fuori una zucca da vino. Me la porse, estrasse anche due tazze e ne pulì l'interno sfregandolo col pollice. Versò da bere per tutti e due. "Prendi. Che c'è? Devo anche portartelo lì?" Era la prima volta in due mesi che qualcuno mi offriva da bere. Gli occhi mi si riempirono di nuovo di lacrime. Quando dopo un'altra palpata alle tasche, lui tirò fuori due zampetti di maiale, mi sbrigai a mordermi le labbra sennò mi sarebbe sgorgata fuori la bava. Tian Han mi chiese com'era il vino, io risposi: "Buono, proprio buono". La notizia che Ge Ren non era morto, me la diede in quel momento. Avevo appena addentato lo zampetto che lo sentii dire: "C'è una cosa che devo dirti, Ge Ren è ancora vivo". Scattai in piedi dalla sorpresa, come se mi fossero andate a fuoco le chiappe.

Così stanno le cose, io non osavo credere alle mie orecchie. Un anno prima, era l'inverno del trentunesimo anno della Repubblica (1942) e quando io dal fronte ero tornato a Yanan, Tian Han con le lacrime agli occhi mi aveva raccontato la morte di Ge Ren. Quella volta, mi aveva fatto un resoconto per filo e per segno: un giorno d'estate di quell'anno Ge Ren era uscito in missione alla testa delle truppe, al crepuscolo in un posto chiamato Erligang si erano imbattuti in un drappello giapponese. Lì c'è un tempio dedicato a Guandi, il dio della guerra, e proprio intorno al tempio gli uomini di Ge Ren avevano ingaggiato una cruenta battaglia con l'esercito nemico, si erano sacrificati per la patria diventando eroi nazionali. Mi disse che all'epoca qualcuno in confidenza aveva paragonato Ge Ren al duca Guan Yu e la gente della zona aveva strepitato che voleva una lapide in sua memoria all'interno del tempio. Comandante, mentre Tian Han mi parlava, io avevo il viso inondato di lacrime, non sapevo cosa dire. Per un lungo periodo, sognai Ge Ren tutte le notti e ogni volta mi svegliavo tra i singhiozzi. Eh, chi se lo sarebbe immaginato, tutta quella commozione e Ge Ren era ancora vivo.

Stavolta, Tian Han finito il suo racconto, si diede una forte pacca sulla coscia e disse: "Che io sia fottuto, se questo non mi rende proprio felice! Il compagno Ge Ren è sopravvissuto a una tale sciagura, il suo futuro non può che prospettarsi radioso. Al pensiero non ci dormo la notte." Poi, mi avvertì che nessuno era a conoscenza di quella notizia. Bisognava mantenere il segreto, se la voce fosse trapelata i diavoli giapponesi e i reazionari del Kuomintang avrebbero avuto il vantaggio della prima mossa. E in quel caso, la vita del compagno Ge Ren sarebbe stata in grave pericolo.

Il comandante è senz'altro un uomo dalle idee chiare e la vista acuta. È vero, Tian Han aveva sfidato la neve con un altro scopo. Io lo avevo capito, ma lui non diceva niente, e quindi non osavo fare domande indiscrete. Avevo appena finito di mangiare lo zampetto, lui disse che l'ordine era di andare al sud, a nome suo, per riportare Ge Ren a casa. Fammi pensare alle parole esatte, ecco ora mi ricordo: "Il compagno Ge Ren al sud sta passando un brutto momento, è sempre stato debole di salute e ora gli si sono indeboliti anche i polmoni, non è facile per lui. Vai a prenderlo così può godersi qualche giorno in pace a Yanan. Tu sei medico, perciò nessuno è più adatto di te. Cosa ne dici? Quando sarà finita questa storia, io andrò a parlare con i dirigenti del Partito per chiarire il tuo problema. Quel marchio di trotzkista può non essere un disonore per te, ma io invece la faccia la perdo. Chi me lo fa fare a essere tuo compaesano? Te lo dico a brutto muso, se mi combini un pasticcio, non te la prendere poi se farò come Zhuge Liang e, tergendomi le lacrime, ordinerò l'esecuzione di Ma Su."

Era rimasto nel vago. Aveva parlato del sud, senza nominare il monte Dahuangshan, o la cittadina di Baipo. All'epoca, io risposi: "Io non sono che un teorico, ho anche commesso un errore di schieramento politico, temo di non essere indicato per questo lavoro". Lui mi rispose: "Non importa se il gatto è bianco, nero o pezzato, quello che acchiappa i topi è sempre un buon gatto, ti auguro di portare a termine il tuo compito". Gli chiesi se era stato già deciso. Lui si rabbuiò, e agitando le pinze arroventate dal fuoco, mi disse: "Certo che sei come un cane, a te il vizio di mangiare merda non lo toglie nessuno. Ora ti dico una cosa e fissatela bene nella mente, se non è il tuo turno per fare domande allora stattene zitto e non ti venisse in mente di tenere un diario. Anche se non parli, nessuno penserà che sei muto. E se non scrivi un diario, non ti prenderanno comunque per analfabeta". Scattai sull'attenti e dissi: "Ho scalato le montagne e attraversato i fiumi per venire a Yanan a dare il mio contributo alla causa della rivoluzione. Oggi si è presentata l'occasione, piuttosto che tradire i tuoi insegnamenti mi farò tagliare la testa e lascerò che il mio sangue scorra fino all'ultimo."

Seguendo gli ordini di Tian Han, quella sera rimasi a dormire a Hougou. Lui diede istruzioni alle guardie di lasciarmi solo in una delle grotte. Per tutta la notte non chiusi occhio, mi alzai varie volte a pisciare. E ogni volta che rabbrividivo mentre la facevo, mi piegavo in un inchino al ritratto di Lenin. Fuori nevicava, il grigiore soffuso che univa cielo e terra faceva pensare di essere prossimi al sorgere dell'alba. Anche il gallo, tratto in inganno dal chiarore della neve, si mise a cantare nel mezzo della notte. E quando lui cantò io saltai giù dal letto, in piedi senza accorgermene mi misi a sollevare prima un piede e poi l'altro. Dopo un po' mi vennero i crampi alla gamba destra, mi preoccupai che la mia flebite fosse peggiorata costringendomi a ritardare la partenza. Eh, da quando ero finito in gabbia, mi ero preso vari calci in quel punto ed era particolarmente sensibile.

Tutti gli uomini hanno bisogno di sfogarsi, è una vera fortuna quando lo possono fare. Eh sì, il pensiero delle confidenze che mi sarei scambiato con Ge Ren, mi faceva sentire che quello sarebbe stato un viaggio fortunato. Pensavo al suo viso, sarebbe diventato tutto rosso nel vedermi. Lui era un timido e quando qualcosa gli faceva piacere arrossiva. Dici bene, comandante, un comportamento che non si addice a un vero rivoluzionario. Quando avrebbe scoperto che avevo fatto mille miglia per trovarlo, sarebbe stato un miracolo se non fosse diventato paonazzo. Assorto in quei pensieri, al canto del gallo io mi assopii. Avevo appena preso sonno, quando d'un tratto udii un boato e qualcuno che gridava: "È successo qualcosa, è successo qualcosa!" poi il lamento di qualcuno che chiamava mamma. All'inizio pensai che fosse un assalto del nemico e mi precipitai a raccogliere un sasso, come minimo avrei venduto cara la pelle. Poi, dalle urla della gente capii che era crollata una delle grotte della prigione e alcuni prigionieri erano rimasti schiacciati. Ottima domanda, comandante Fan. Come aveva potuto franare la grotta? Che qualcuno avesse mangiato fegato di pantera e gli fosse venuto in mente di mettersi a scavare un tunnel? Se ci avevo pensato io, di sicuro ci sarebbero arrivate anche le guardie di Hougou. Mi si raggricciò la pelle della testa, era come se li vedessi che si beccavano una pallottola in mezzo agli occhi.

Mentre riflettevo, un'ombra si infilò veloce nella grotta e mi portò fuori tirandomi per un braccio. Gli chiesi: "Compagno, cosa vuoi?" Lui mi fece cenno di stare zitto e di seguirlo. Quando uscimmo in cortile, al bagliore della neve, vidi confusamente che era una delle guardie del corpo di Tian Han. Quel demonio ci sapeva fare con le parole, mi disse che il comandante gli aveva chiesto di venire a controllare che non fossi ferito. Camminammo un po', arrivammo vicino a una stalla e lì c'era Tian Han. Teneva le mani infilate nelle maniche, portava una giacca di pelle di pecora gettata sulle spalle, una sigaretta gli pendeva dalla bocca. Mi ordinò di lasciare subito Yanan e andare di corsa a Zhangjiakou per incontrare Dou Sizhong, poi mi sarei dovuto dirigere al sud da Ge Ren. No, comandante, non mi parlò di Baipo. Mi disse che i dettagli me li avrebbe spiegati Dou Shizhong. Chi era Dou Shizhong? Il luogotenente di Tian Han, insieme erano stati tra la vita e la morte e gli era leale fino all'ultimo. In seguito parlerò ancora di lui. Quando lui (Tian Han) nominò Zhangjiakou a me venne in mente mio suocero. Lui abitava lì. Ero preoccupato che fosse stato coinvolto nella mia disgrazia e gli fosse successo qualche cosa. Tian Han era un uomo intelligente e questo certo non gli sfuggì. Quando esitai un attimo, lui capì cosa stavo pensando e disse: "Niente a che vedere con tuo suocero. Si tratta di Ge Ren, il compagno Dou Shizhong ti dirà dove trovarlo". Chiesi se Bing Ying era insieme a Ge Ren e se avrei dovuto riportare indietro anche lei. Tian Han si rabbuiò, mi disse: "Non fare domande, occupati solo di eseguire il tuo compito". Faceva freddo, stavo per tornare indietro a prendere dei vestiti. Lui mi fermò: "Ti è stato preparato tutto, ci sono anche le mutande. Con la lettera per Dou Shizhong cucita dentro". Poi mi diede precise istruzioni di non fare con nessuno il nome di Ge Ren. "Ricordati, il suo nome in codice è Zero, sta per la chiusura del cerchio, la compiutezza dell'opera. Ti auguro ogni successo nell'impresa". Indicò il fondo del fosso. Io intravidi la sagoma confusa di un asino, e quella di un uomo.

Finito il suo discorso, Tian Han se ne andò. D'un tratto un senso di sconforto mi scese in fondo al cuore, rimasi lì, immobile nella neve per un bel po'. I fiocchi cadevano sempre più grossi e quando la sagoma di Tian Han scomparve dietro la collina io cominciai a scendere a valle. Dalla collina brulla soffiava forte il vento, lame taglienti che mi ferivano il viso. Poi mi ricordai che presto avrei rivisto Ge Ren, e non sentii più il dolore. Il vento si accaniva sulle canne palustri della stalla facendole fischiare e alla fine ne scoperchiò il tetto. Alcuni uccelli spaventati si alzarono in volo, non saprei se erano corvi o gazze. Le gazze ce l'avevano con me, una volta le avevo arrostite come rimedio contro la stitichezza. Di solito portano fortuna e augurano il benvenuto agli ospiti, ora con i loro schiamazzi mi stavano scacciando lontano. Comandante, a quel punto non sapevo che una volta partito non sarei più potuto tornare, come una zucca staccata dal fusto. Cosa, che giorno era? Non me lo ricordo proprio. Ero stato chiuso a Hougou per oltre due mesi e il cervello non mi funzionava più tanto bene.

李洱

《花腔》

第一部 有甚说甚

时 间:1943年3月

地 点:由白陂至香港途中

讲述者:白圣韬医生

听 众:范继槐中将

记录者:范继槐随从丁奎

@消息

将军,有甚说甚,那消息是田汗告诉我的。那时我还在后沟。干你们这一行的,定然晓得枣园后沟。对,那里有一所西北公学,还有一个拘留所。我自然是在拘留所里。我在那里住了两个来月。那天晚上,当田汗来后沟看我的时候,我想,他定然是看着同乡之谊,来给我送行的。唉,我可能活到头了。按说,我是学医出身,也上过战场,死人见多了,不应该感到害怕。可是,一看到他,一闻到他身上的酒气,我的胆囊还是缩紧了,就像一下子掉进了冰窖。我做梦也没想到,田汗是来告诉我那样一个消息的。  

他把我领了出来。走出那个院子,我看到了他的卫士。他们离我们十几步远,猫着腰来回走着,就像移动的灌木。此外还有几个站岗放哨的人,他们拿的是红缨枪。(在夜里)那红缨看上去是黑色的。此时,朔风劲吹,并且开始下雪。一个卫士走了过来,递给田汗一件衣服。那衣服是用斜纹布做成的,就像医院里的病号服。它比老乡织出来的土布软和,惟有首长和刚到延安的学者才有穿的份儿。不瞒你们说,当田汗把它披到我肩头时,我忍不住流泪了,鼻涕也流了出来。田汗看着我,想说些什么,但一直没有说。我的脑子更乱了。在外面站了一会儿,他说,这里太冷了,还是回后沟吧。他没有把我送进拘留所,而是把我带进了一间暖烘烘的窑洞。看到墙上贴的列宁像和教室分布图,我方才晓得那是西北公学的一间办公室。他把鞋脱了下来,掏出鞋垫,用火钳夹住,悬在火盆上方烤着。一个卫士进来要替他烤,他摆了摆手,命令他站到外面去,不许放一个人进来。窑洞被他的鞋烤得臭烘烘的,再加上炭火的烟气,我的眼睛就熏得眯了起来。不怕你们笑话,当时我觉得那味道很好闻,很亲切。他翻开自己的裤腰,逮住一只虱子丢进了火盆,我听到叭的一声响。尔后,他又逮了几只,不过,他没有再往火里扔,而是用指甲盖把它们挤死了。  

他身上的酒气,让人迷醉。他掏啊掏的,从身上掏出一个酒葫芦。他把酒葫芦递给我,尔后又掏出两只酒杯,用大拇指在里面擦了一圈。他给自己倒了一杯,也给我倒了一杯。他说:"喝吧,怎么?还得我给端起来?"这是两个月来,第一次有人请我喝酒。我又流泪了。当他又从怀里掏啊掏的,掏出两只猪蹄的时候,我赶紧咬住了嘴唇,不然,我的口水就要决堤而出了。田汗问我这酒怎么样,我说,好啊,真好啊。葛任没死的消息,我就是在这个时候听说的。我刚啃了一口猪蹄,就听他说:"有件事,给你说一下,葛任还活着。"我吃了一惊,一下子站了起来,就像被火烧了屁股。  

有甚说甚,我简直不敢相信自己的耳朵。去年,也就是三十一年(注:即1942年)冬天,我从前线回到延安时,田汗噙着泪,向我讲过葛任的死。当时,他说得有鼻子有眼,说三十一年夏,葛任带着部队出去执行任务,黄昏时分,在一个叫二里岗的地方,遽然与一股日军遭遇了。二里岗有一个关帝庙,葛任的部队就是在关帝庙四周,与敌军激战了几个时辰,最后为国捐躯,成为民族英雄的。他告诉我,有人私下把葛任说成是关公似的人物,当地的民众还嚷着要在关帝庙里为葛任立碑。将军,田汗这么说的时候,我是边听边流泪呀,都不晓得说甚么好了。有好长时间,我夜夜梦见葛任,每次从梦中醒来,我都唏嘘不已。唉,未曾想闹了半天,葛任竟然还活着。  

这会儿,田汗讲完之后,一边用劲地拍着大腿,一边说:"驴日的,我真是太高兴了,太高兴了。葛任同志大难不死,必有后福。我是整夜整夜睡不着觉呀。"随即,他又提醒我,此事尚无人知晓。事不秘则废呀,一旦走漏了风声,日本鬼子和国民党反动派就会提前下手。那样一来,葛任同志可就性命难保了。  

将军真是心明眼亮。对,田汗冒雪来看我,当然另有目的。我想到了这一点,但他不说,我不敢贸然发问。待我啃净了一只猪蹄,他才说,他命令我到南方去一趟,代表他把葛任接回来。让我想想他的原话是怎么说的。哦,想起来了。他说:"葛任同志在南方受苦了,身体原本虚弱,肺又不好,够他受的。你去把他接回来,让他回延安享几天福。你是医生,派你去最合适不过。不知你意下如何?等办好了此事,我就去给组织说说,把你的问题解决了。戴着托派帽子,你不觉得丢人,我还丢人哩。谁让咱们是老乡呢?丑话说头,要是办砸了,可别怪我挥泪斩马谡。"  

他说得很笼统。只说南方,没提大荒山,更没有提到白陂镇。我当时对他说,我呢,只是一介书生,又犯过路线错误,恐怕难当此任。他说,不管白猫黑猫花猫,捕得耗子便是好猫,祝你完成任务。我问他组织上是不是已经决定了。他脸一沉,举着烧得通红的火钳,说:"你呀你,真是狗改不了吃屎。有句话一定要牢记心间,不该你问的,你就不要多嘴,更不要随便记日记。你不说话,也没人把你当成哑巴。不写日记,也没人把你当成文盲。"我赶紧立正站好,对他说,我跋山涉水来到延安,为的就是给革命做贡献。如今机会来了,头可断血可流,也不会辜负你的教诲。  

按田汗的吩咐,当晚我还住在后沟。田汗还交代看守,让我独自住了一间窑洞。那天晚上,我怎么也睡不着,一晚上撒了好几泡尿。每次撒完尿,我都一边打着尿颤,一边对着贴在窑洞里的那张列宁像鞠躬。因为下雪,天地之间都是灰的,让人觉得天很快就要亮了。鸡好像被雪迷住了,半夜就叫了起来。鸡一叫,我就一骨碌爬了起来,站在那里,还不由自主地抬起了脚。这样连续搞了几次,我的右腿就开始痉挛了,我很担心右小腿的静脉炎恶化,令我不得不推迟行期。唉,进拘留所之后,我那个地方挨过几脚,十分敏感。  

人是需要互诉衷肠的,那是一种幸福。是的,一想到可以对葛任倾诉衷肠,我就觉得这将是一次幸福的旅程。我还想,葛任见到我,一定会满脸通红。他是一个羞涩的人,受到一点恩惠,就会脸红。将军说得对,这与他的革命者身份不符。若知道我是千里迢迢赶来看他的,他不脸红才怪呢。我这样想着,就在鸡叫声中迷迷糊糊地睡着了。可刚睡着,就听见轰的一声,接着我就听见有人喊,出事了,出事了,当中还有人哭爹喊娘。起初,我还以为是敌人打过来了,连忙从地上捡起一块石头,想着起码可以和敌人拼一下。后来,我从人们的喊声中听了出来,原来是拘留所的一间窑洞塌掉了,几个人犯被砸了进去。范将军,你问得好。那窑洞为甚么会塌下来?莫非那些人吃了豹子胆,想挖出一条道跑出来?连我都这样想了,后沟审讯科的人自然也会想到。我的头皮立即有点发麻了,仿佛看见子弹正穿过他们的眉心。  

我正这样想着,一个人影闯了进来,拽住我就走。我问他:"同志,你有何贵干?"他命令我闭嘴,只管跟他走。出了院子,借着莹莹雪光,我模模糊糊看出他是田汗的卫士。那个小鬼很会说话,说首长让他来看看我是否受了伤。走了一会儿,在一个牲口棚旁边,我看见了田汗。他袖着手,披着羊皮袄,嘴里叼着烟。他命令我马上离开延安,火速奔赴张家口,面见窦思忠,尔后再到南方迎接葛任。不,将军,他还是没有明说是白陂镇。他说,具体事项,窦思忠会向我讲明白的。窦思忠是谁?他是田汗的手下,曾跟着田汗出生入死,对田汗忠心耿耿。我后面还将提到此人。当时,他(田汗)一提到张家口,我就想到了自己的老丈人。我的老丈人就住在张家口。我担心他受我连累,有甚么不测。田汗多聪明啊,甚么能逃过他的眼睛。我稍一迟疑,他就看出了我的心思,说:"这跟你的老丈人无关。还是葛任同志的事,窦思忠同志会告诉你如何找到葛任同志。"我问冰莹是否和葛任一起,要不要把冰莹也接回来。田汗脸一沉,说,你只管完成你的任务就行了,别的不要多问。天冷,我想回去取件衣服。他拉了我一下,说:"都给你备齐了,连裤衩都给你备好了。给窦思忠的信,就封在裤衩里。"他还特意交代我,一路上不要提葛任的名字。"记住了,葛任的代号是○号,取的是圆圆满满的意思。祝你圆满完成任务。"他指了一下沟底。我模模糊糊看见,沟底有一头毛驴,还有一个人。  

田汗说完就走了。我顿觉心中惘然,在雪地里站了许久。雪越下越大,田汗的身影消失在土岗那边时,我才向沟底走去。风从光秃秃的土岗上吹来,吹到脸上有如刀割。然而,一想到马上要见到葛任了,我也就不觉得苦了。牲口棚上的苇秆呜啾啾响着,尔后风将棚顶也掀翻了。有几只鸟惊飞而起,也不晓得乌鸦还是喜鹊。我跟喜鹊有仇,因我曾用烧熟的喜鹊为人治疗便秘。灵鹊报喜,是迎客进门的,此时却叽叽喳喳地要撵我走。将军,当时我可万万没有料到,我这一走,就像瓜儿离开了秧,再也回不去了。甚么,那是哪一天?唉,我实在记不起来了。在后沟关了两个来月,脑子都不大好使了。

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