MARCO POLO. LETTERE DA UN ALTRO MONDO (Eraldo Affinati)
  2010-09-29 11:34:13  cri

MARCO POLO. LETTERE DA UN ALTRO MONDO
Roma

Egli è vero che, quando l'uomo cavalca di notte per quel diserto, e gli aviene questo: che.sse alcuno remane adrieto da li compagni, per dormire o per altro, quando vuole pui andare per giugnere li compagni, ode parlare spiriti in aire che somigliano che siano suoi compagnoni. E più volte è chiamato per lo suo nome propio, ed è fatto disviare talvolta in tal modo che mai non si ritruova; e molti ne sono già perduti. E molte volte ode l'uomo molti istormenti in aria e propiamente tamburi. E così si passa questo grande diserto.

Marco Polo (1254-1324), Milione. Le divisament dou monde, frammento 56, 9-12

Alla Città dei Ragazzi di Roma c'è una sezione chiamata Marco Polo. Il fondatore della comunità, monsignor Joseph Patrick Carroll-Abbing, considerava i suoi piccoli orfani degli esploratori. Oggi, ancora più di ieri, dobbiamo ritenerli tali. Al primo piano della villetta abitano i giovani afghani che raggiungono l'Italia a piedi, dopo viaggi non molto diversi da quelli compiuti dal mercante veneziano.

Siete seduti intorno a un tavolo: tu, Javid, Alì e Hafiz, minorenni azari, discendenti dai mongoli. Fuori sta facendo buio. Ti hanno chiesto chi fosse la persona a cui sono intitolate le stanze dove vivono. Racconti una storia che li riguarda da vicino.

"Marco Polo nacque a Venezia nel 1254. Figlio di nobili mercanti partiti verso terre lontane e sconosciute, giocava nelle calli della sua città e guardava il mare consumandosi in un'attesa dolce e trasognata. Presto conobbe il tumulto dell'esistenza, quando morì sua madre. Il padre Niccolò, tornando a casa insieme al fratello Matteo, lo trovò ormai quindicenne, pronto a unirsi a loro."

Sei partito forte e loro stanno zitti ad ascoltarti.

"Per Marco è la grande avventura attraverso genti e paesi esotici: tre anni di viaggio prima di arrivare a destinazione. Il Gran Khan, 'signore di tutti li tartari del mondo e di tutte le provincie e regni di quelle grandissime parti', rimase talmente colpito dalla sua capacità di osservazione da nominarlo ambasciatore. Così il ragazzo poté visitare in lungo e in largo le terre imperiali nel corso di missioni importanti e delicate."

Alì sgrana gli occhi: anche lui ha perso la madre. Dopo essere scappato dalle campagne di Gazhni, dove viveva, ha attraversato mezza Asia a piedi. Alla periferia di Treviso si è staccato dalle sospensioni dell'autotreno sbarcato dal traghetto greco. La sua prima città italiana fu Venezia: impossibile dimenticarla perché venne ricoverato all'ospedale della Giudecca. Adesso è curioso di conoscere meglio questo Polo che, secoli fa, compì il suo stesso percorso, all'incontrario. E tu lo accontenti.

"Il mercante veneziano, insieme al padre e allo zio, tornò a casa dopo vent'anni, accolto con incredulità e stupore dai concittadini. Poco più tardi si ritrovò in prigione a Genova, in seguito alla battaglia navale di Curzola. Qui, fra le mura del carcere, avviene il vero grande incontro della sua vita straordinaria: quello con Rustichello da Pisa."

A Javid la professoressa delle scuole medie deve aver accennato qualcosa in proposito; vorrebbe intervenire per dimostrarti la sua preparazione, ma Hafiz e Alì lo zittiscono.

"Lascia parlare Raldo."

"Marco, chiuso in cella, inizia a raccontare dei suoi viaggi, dapprima lentamente, rispondendo alle domande del compagno, quindi a getto continuo, frenando a stento un impulso profondo. Sono di fronte due personaggi opposti e speculari: un uomo d'azione e un uomo di lettere. Marco è il depositario dell'esperienza, Rustichello uno scrittore."

"Come te", interrompe Hafiz.

Alì lo corregge: "No, Raldo è Marco Polo."

Javid afferma impavido: "Lui tutti due!"

Questa è difficile da spiegare. Ti fermi un attimo. I ragazzi vanno a prendere la Coca Cola al bazar. Ivan registra a penna sul quaderno gli scudi dovuti. La tua lattina è omaggio. Offre la ditta.

"Allora, Javid", riprendi, "devi sapere che il mondo moderno non è come quello antico."

"Oggi c'è la televisione" esclama Hafiz.

"E Internet" dice Alì.

"Appunto. Al tempo di Marco Polo, l'unica fonte era quello che scriveva lui. Nessuno poteva contestarlo. Questo cambia tutto, giusto?"

I ragazzi sorseggiano dalla cannuccia grattandosi la testa pensierosi. I loro occhi sono tagli d'ascia. Gli zigomi assomigliano a spigoli.

"Dov'eravamo rimasti? Nella prigione di Genova: lì nacque il libro delle avventure che Marco Polo dettò al suo amico. S'intitola Le divisament dou monde o Livre des merveilles, poi divenuto celebre come Million o Milione, dal soprannome dei Polo."

"Non scritto italiano", osserva Javid.

"No", confermi tu. "In francese. A quel tempo la nostra lingua era ancora in formazione. Gli italiani fra loro parlavano dialetti neo-latini."

"Come noi. Tante lingue: pashtun, tagiko, azara…"

"Insomma", alza la voce spazientito Alì, "cosa conta Marco suo amico?"

"Purtroppo nessuno di noi lo saprà mai."

"Dici sicuro?"

"Dico sul serio."

Hafiz fa schioccare la lingua per mostrare il suo stupore. È di poche parole, ma sempre molto espressivo.

"Oggi leggiamo il testo in una traduzione toscana dei primi anni del Trecento: brevissimi capitoli si susseguono con ritmo vertiginoso. Dopo un primo riepilogo dei viaggi di Niccolò e Matteo, inizia la rievocazione di quello di Marco. Famoso è il brano sul Veglio della Montagna: la storia di un signore che induceva all'assassinio i suoi giovani prigionieri facendoli credere all'esistenza del Paradiso. Cosa dite? Ne leggo un brano?"

"Sììììì!"

Lo Veglio è chiamato i.loro lingua Aloodin. Egli avea fatto fare tra due montagne in una valle lo più bello giardino e 'l più grande del mondo. Quivi avea tutti frutti e li più begli palagi del mondo, tutti dipinti ad oro, a besti' e a uccelli; quivi era condotti: per tale venìa acqua e per tale mèle e per tale vino; quivi era donzelli e donzelle, li più begli del mondo, che meglio sapeano cantare e sonare e ballare. E facea lo Veglio credere a costoro che quello era lo paradiso.

(fr. 40, 3-6)

Il mento di Alì è incastrato fra le sue braccia conserte appoggiate sul tavolo. Haviz ha la cannuccia spezzata fra le labbra: finge che sia un mezzo sigaro spento, se la passa da una parte all'altra della bocca. Javid è venuto dietro di te per guardare la pagine del libro, quasi volesse accertarsi della sua esistenza reale.

"Inventa storia?"

"No, no, verifica tu stesso!"

Quando li giovani si svegliavano e si trovavano là entro e vedeano tutte queste cose, veramente credeano essere in paradiso…

(fr. 41, 1)

"Perché Veglio faceva prigionieri ragazzi?"

"Avrebbe voluto usarli come armi per vincere tutte le battaglie. Era un sanguinario."

"Lui serviva di loro?"

"Li addormentava e li portava fuori dal giardino incantato. Quando si risvegliavano erano tristi, non trovando più le delizie conosciute prima. Allora il Veglio li incaricava di uccidere un nemico. Essi eseguivano l'ordine nella speranza di tornare in paradiso."

Alì esclama: "Leggi, leggi."

Tu prosegui:

E quando lo Veglio vuole fare uccidere neuno uomo, egli lo prende e dice: "Va', fa' cotale cosa; e questo ti fo perché.tti voglio fare tornare al paradiso". E li assesini vanno e fannolo molto volontieri. E in questa maniera non campa niuno uomo dinanzi al Veglio de la Montagna, a cu'elli lo vuole fare; e sì vi dico che più re li fanno trebuto per quella paura.

(fr. 41, 10-12)

"Anche oggi così", dice Alì quasi urlando. Gli amici annuiscono senza aggiungere altro.

Hafiz, come parlando a se stesso, esclama: "Paradise Now!"

Credo che gli educatori abbiano proiettato in sala cinema questo film la settimana scorsa.

Javid chiede: "Cosa fatto ragazzi?"

"Sono tutti scappati dal palazzo del Veglio, forse perché non credevano che, se avessero accettato, sarebbero stati felici."

Adesso le domande si moltiplicano.

"Queste storie nostro Paese."

"Io visto tanti come noi fare guerra."

"Raldo, tu scrivi mia storia! Io portare te in fiume con pietre rosse di sangue. Tu dici Italia verità!"

"Racconta con tua bocca perché Marco Polo troppo difficile. Sua lingua bambina, non parla bene come lingua di padre e mamma!"

Vorresti rispondere a ognuno di loro, ma ti travolgono. Ci vuole diverso tempo prima che si calmino. Piano piano, dopo averli ripresi, li rimetti in squadra. È facile perché hanno un senso innato delle gerarchie.

"Provi dire pezzi che ti hanno piaciuti!"

"Posso raccontarvi i miei preferiti."

"Sì. Bene. Tu fai così."

"Belli e suggestivi sono gli accenni al deserto di Lop."

"Come, scusa?"

"Lop."

"Ah!"

Ci vorrebbe un atlante ma, se lo andassi a cercare, si perderebbe l'incanto. Meglio avanzare imbarcando acqua, piuttosto che restare in mezzo al guado. È

una questione di tempi, ritmi, accordi, equilibri.

"Se durante la marcia si rimane dietro ai compagni, c'è il rischio di incontrare gli spiriti."

"Spriti? Cosa vuole dire?"

"Spi-ri-ti! Uomini morti che tornano in vita per parlare coi vivi."

"Sì. Noi sappiamo questo. Poi?"

"Celebri sono le pagine in cui vengono descritte le usanze dei tartari."

"Fai esempio."

"Facevano sposare fra di loro i fanciulli scomparsi, bruciavano le carte del matrimonio e conservavano i legami di parentela."

"Noi sappiamo pure questo."

"Allora siete lettori perfetti per il Milione."

"Dicci ancora cosa tu colpito."

"I messaggeri a cavallo. Ogni venticinque miglia c'erano stazioni di posta, veri e propri palazzi reali, arredati magnificamente dove i messaggeri potevano riposare in letti coperti di drappi di seta dopo cavalcate in mezzo al fango."

"Cosa è fango?"

"Acqua e terra mischiati."

"Ah sì, poi?"

"Se il messaggio era urgente, e l'imperatore doveva venirne subito a conoscenza, i cavalieri portavano una gran cintura di sonagli intorno al corpo, in modo che, quando stavano per arrivare alla stazione, gli altri messaggeri, sentendo il rumore, montavano a cavallo preparandosi a una rapida staffetta."

"Messaggeri grandi uomini?"

"Sicuro: erano quelli trattati con più onore. Il loro simbolo era una piastra d'argento e d'oro. Sapevano cavalcare anche un giorno intero cambiando i cavalli per averli sempre freschi e veloci."

C'è un momento di silenzio. Poi Alì si alza in piedi. "Tu nostro messaggero!" grida scoprendo le gengive.

"Sì", conferma Hafiz, alzandosi in piedi a sua volta.

"Quando tu vieni scuola, tuo cavallo moto."

"La mia motocicletta, certo".

"Tu porta noi lettere", esclama Javid.

"Lettere del vostro mondo".

"Altro mondo, anche per noi", conclude Alì.

ERALDO AFFINATI

(tratto da Peregrin d'amore. Sotto il cielo degli scrittori d'Italia,

Mondadori, settembre 2010)

埃拉多•阿菲纳蒂
选自《爱的朝圣 在意大利作家的天空下》
蒙达多里出版社 2010年9月

马可•波罗 来自另一个世界的信

罗马

当人们在夜间穿越那片沙漠的时候,时常发生这样的事情:有人因为睡过了或是其他的原因和同伴们落队了,当他想追上其他人的时候,他会听到冥冥之中传来的声音,声音与同伴们的呼喊声极为相似。声音呼唤着他的名字,但却怎么也找不到。于是,许多人就这样失踪了。时常,人们还能听到远处传来的鼓声、噪声,在这些声音的陪伴下,人们走过沙漠。

马可•波罗 (1254-1324),节选自《马可•波罗游记》中《不同的世界》,9-12页。

在罗马的儿童城里,有一个组织叫做马可•波罗。这个组织的创建者是约瑟夫•卡罗拉兵蒙席,他把那些孤儿们都视作是探险家。今天,我们则更应该把他们视为探险家了。从阿富汗来的孩子们住在别墅的一层,他们徒步走到意大利,其旅行经历与几百年前的威尼斯商人马可•波罗倒是颇为相似。

你们坐在桌边,你、亚维德、阿里和哈费丝,一帮未成年人,都是蒙古人的后代。屋外的天色渐渐黑了下来。有人问你住的房子是谁的名下的。你讲了一个与有关他们的故事。

"马可•波罗1254年生于威尼斯,他出身于一个富足的商人家庭,这家人曾经出发到过遥远而陌生的地方。马可•波罗从小就在威尼斯的小巷里玩耍。他常常凝望着大海,心中充满期待。当他母亲去世的时候,小马可•波罗很快就意识到了生存的不安。他的父亲尼科洛与其弟弟马泰奥远行归家时,马可波罗已是一个十五岁的小伙子了,他愿意追随父辈的步伐,一起出发去远方。"

就这样,你开了头,他们则在静静地听你述说。

"对马可•波罗来说,这是一次伟大的旅行,这次旅行将穿越遥远的地带,遇见异域的人群。为了抵达目的地,他花去了三年的时间。大汗,这位世界上所有鞑靼人的领袖、那片辽阔疆土的君主,被马可•波罗的观察力深深打动,任命他为大使。于是,这个小伙子便可以为自己肩负的那些重要使命,在中原的土地上自由自在地行走。"

阿里睁大了眼睛,因为他也失去了母亲。他从农村逃了出来,徒步走过了半个亚洲。在特莱维索的郊区,他从希腊轮渡过来的车上跳了下来。他见到的第一个意大利城市便是威尼斯。威尼斯这个地方,他一辈子也忘不了,因为他曾在威尼斯的朱得卡医院接受治疗。现在,他对马可•波罗这个人更好奇了,想更多地了解他,想知道在好几百年前,他是如何完成自己的旅行的。当然,与他的旅途方向正好相反,因为马可•波罗是从威尼斯出发去远方的。你满足了他。

"这位威尼斯商人和他的爸爸以及叔叔一道,二十年游历之后回到了家乡,乡亲们十分惊讶,简直不敢相信。过不多久,在一次海战之后,他在热那亚被捕入狱了。在牢狱之中,他一生中最伟大的相遇发生了,在这里,他遇上了来自比萨的鲁斯蒂凯罗。"

中学老师应该曾向亚维德提到过相关的事情,他也想说点什么,想表现一下自己,但阿里和哈费丝让他打住了。

"让拉尔多说吧。"

"马可•波罗被关在监狱里,开始向狱友讲述他的那些旅行经历,开始他讲得很慢,还回答鲁斯蒂凯罗的提问,后来他便一气讲下来。这狱中的两个人,一个是旅行家、探险家,另一个则是文学家。马可•波罗经历了许多传奇的故事,而鲁斯蒂凯罗则把这些故事白纸黑字地记录下来。"

"像你一样。"哈费丝插话说。

阿里纠正他:"不,拉尔多才是马可•波罗。"

亚维德说:"两个都是!"

这很难解释清楚。你停了一会。孩子们起身去酒吧里喝可口可乐。伊凡用笔记着帐。你的那听可乐是公司免费赠送的。

"好了,亚维德,你得知道今天这个世界不再是古时候的那个世界。"

"今天有电视看。"哈费丝喊道。

"还有英特网。"阿里说。

"对。而在马可•波罗时代,唯一的信息来源就是他写的那些东西。没有人能够提出质疑。这一点是极大的不同,不是吗?"

孩子们一边喝着可乐,一边思考,他们的目光都很敏锐,因为瘦,所以颧骨显得很高。

"我们到哪了?在热那亚的监狱里,正是那个监狱里,马可•波罗向他的朋友讲述他的旅行经历,从而诞生了那本《马可•波罗游记》。"

"它不是用意大利语写成的,"亚维德说道。

"是,它不是用意大利语写的,"你肯定地说,"是用法语写的。在那个时代,我们的意大利语还在形成过程中。意大利人之间说的是新拉丁方言。"

"就象我们一样,说着很多种语言,普什图语,塔吉科语等等…… "

"总之,"阿里不耐烦地说,"马可•波罗跟他的朋友讲了些什么?"

"可惜,没有人会知道。"

"你确定?

"我是说真的。"

哈费丝伸出舌头表示惊讶,他虽然话不多,但表现力却很强。

"今天我们来读一下14世纪初期的托斯卡那方言译本。每篇都很短,但很紧凑,一个接一个。在尼科洛和马泰奥对旅行作了简述之后,马可•波罗的叙述开始了。这篇讲山里老人的故事很有名。故事讲的是一位先生在年轻的俘虏们临死之前,说服他们相信天堂的存在。你们觉得怎么样?我念上一段?"

"好的。"

在他们的语言中,他们把老人称为阿陆丁。他让人在山谷的两座山峰之间建了一个漂亮的花园,这可是世界上最大的花园。世界上各种果实在这个花园里应有尽有,这里有世界上最美丽的宫殿,宫殿金壁辉煌,雕梁画栋。这里有着美食美酒,有着最漂亮的歌姬,他们能歌擅舞。老人说服那些年轻的俘虏们相信,人间真的存在这样美丽的天堂。

阿里双臂支在桌上,托着下巴。哈费丝两唇间咬着断了的吸管,假装那是半根已经熄灭的雪茄,而且将吸管从嘴的一边弄到另一边。亚维德走到你的身后想看看那本书,似乎是想搞明白是不是有这么一本书。

"您是不是在编故事?"

"我可没编,不信你自己看。"

"当年轻人醒来的时候,他们真的走进了一个美丽的世界里,看到了所有的这一切,他们以为他们是真的进入了天堂。"

"为什么那个老人把这些年轻人都关押起来?"

"他想把他们当作战争的武器,他是个杀人不见血的魔鬼。

"他在利用他们?"

"他把年轻人都弄睡着后,把他们从迷人的花园里抬出去了。当年轻人醒来的时候,他们很失落,因为再也看不到之前看到的那番美景了。"

阿里叫起来:"快念下去!"

你继续读着:

"当老人想让青年们去杀人的时候,他对青年说:"去吧,去做吧,你只有这样做才能回到天堂。"于是,这些青年们都乐意去杀人。

"今天也是这样。"阿里喊起来。其他的伙伴们都表示同意,没再说别的。

哈费丝自言自语地叫起来:"现在是天堂!"

我想老师们上星期已经在电影厅里放过这部电影了。

亚维德问:"那些青年们做了些什么?"

"他们从老人的宫殿里逃走了,也许是因为他们不认为,如果他们这样做了就会得到幸福。"

这时问题开始多起来。

"这些故事好象就在我们国家发生的一样。"

"我看到今天有许多人在进行战争。"

"拉尔多,你写写我的故事,那些血雨腥风的战争。你讲讲意大利的真实情况。"

"你自己说,马可•波罗的故事太难讲了。他的语言是儿童语言,不像爸爸妈妈说得那样。"

你想回答他们每个人的提问,但他们七嘴八舌地压倒了你。让这些孩子们安静下来可得需要点时间。渐渐地,你让他们排好顺序。这点很容易,因为他们天生就有一种等级观念。

"试着讲讲你们喜欢的几段故事。"

"我可以给你们讲讲我最喜欢的。"

"好的,你说吧。"

"那段关于劳朴沙漠的故事很好听,很有意思。"

"什么?不好意思。"

"劳朴沙漠。"

"噢。"

需要一张地图,但是如果你现在去找地图,那么此时这种氛围也许就没有了。小步前进总比原地站着不动要好。这是个时间、节奏、和谐与平衡的问题。

"如果在行进过程中掉队了,就有遇上魂灵的危险了。"

"魂灵?什么意思?"

"魂灵,就是死人又复活了,并且和活人对话。"

"是的,我们知道这个的。还有呢?"

"那些关于鞑靼民族风俗的描写也十分有名。"

"举个例子吧。"

"他们让已死去的青年人结婚,并且把结婚证烧掉,两家之间保持亲威关系。"

"你说,最打动你的情节是什么?"

"骑马的信使。每二十五里地就有一座驿站,而且这些驿站都是豪华壮观的皇宫。信使们在奔波劳累,浑身沾满污泥之后,在这里休息,这里的床上铺着真丝的绸缎。"

"什么是污泥?"

"就是泥巴和水混在一起。"

"噢,然后呢?"

"如果要送的情况很紧急,皇帝必须尽快了解,信使身上就得披腰带,腰带上有铃铛,这样跑起来有声音,当他到驿站的时候,其他的信使听到声音,立刻备好马匹,准备接力。"

"信使们是了不起的人吗?"

"当然了。他们是最受尊重的人了。他们的标志是一个银制的或是金制的牌子。他们擅长骑马,而且一骑就能骑一整天,而且时不时地换马,因为要保持马的脚力。"

这时,大家安静了下来。阿里站了起来,说:"你就是我们的信使!"他喊起来,连牙龈都露出来了。

"是的是的。"哈费丝也站了起来说道。

"当你来学校的时候,你的马就是那辆车。"

"我的那辆电动车。"

"你带给我们信件。"亚维德也喊了起来。

"来自我们的世界的信件。"

"来自另一个世界的信件,但是给我们的信件。"阿里总结说。

                                                                                                                                                     (于雪风 译)

 Forum  Stampa  Email  Suggerisci
Messaggi
Dossier
• Concorso a premi sul tema "Amo studiare la lingua cinese"
Cari amici, con il continuo crescere della febbre per lo studio della lingua cinese, ora nel mondo coloro che tramite vari canali studiano la nostra lingua superano ormai i 40 milioni, ivi compresi molti italiani. La sezione italiana di RCI sta esplorando nuovi canali per aiutarvi ad apprendere e migliorare il vostro cinese in modo più facile e comodo...
Angolo dei corrispondenti
Foto
Eventi
• 60 anni della Nuova Cina
• Primo convegno letterario italo-cinese
• Amo il cinese
© China Radio International.CRI. All Rights Reserved.
16A Shijingshan Road, Beijing, China. 100040