Un incontro poetico con Ji Shupei e Yue Hua in occasione del 50° anniversario delle trasmissioni in lingua italiana di RCI
  2010-04-08 13:37:49  cri

    

 Gabri: Cari amici ascoltatori, in occasione del 50° anniversario dell'inizio delle trasmissioni in lingua italiana di RCI, che ricorrerà il prossimo 30 aprile, oggi abbiamo invitato in studio le signore Ji Shupei e Yue Hua, due italianiste cinesi che hanno vissuto in prima persona la fondazione e il periodo iniziale della sezione italiana di RCI, che allora si chiamava Radio Pechino, e dei programmi in lingua italiana. Sono sicura che i nostri ascoltatori anziani si ricordano di loro. Buongiorno alle nostre due ospiti, a cui sono legata da un rapporto speciale di amicizia, che risale al lontano febbraio 1989, quando ho iniziato a lavorare al servizio italiano. Vorrei ricordare che allora la radio si trovava ancora nella vecchia sede di Fuxingmen, e che le trasmissioni quotidiane per l'Italia sulle onde corte duravano solo mezz'ora. Ora passiamo subito alle nostre due ospiti. La signora Yue Hua ha visto in prima persona la fondazione della sezione italiana. Cara Yua Hua, ci puoi ricordare l'inizio delle trasmissioni il 30 aprile 1960? So che tu allora parlavi solo inglese, vero?

Yue Hua: ero una delle due cinesi che lavoravano con cinque italiani, con cui io parlavo in inglese. Con loro ho imparato l'italiano, e due anni dopo ho iniziato a registrare i programmi. Quindi sono stata la prima speaker cinese del servizio in lingua italiana di RCI, che allora si chiamava Radio Pechino.

Gabri: La signora Ji Shupei è entrata alla sezione italiana tre anni dopo, dopo aver trascorso cinque anni in Italia, alla Sapienza di Roma, per studiare la lingua italiana, seguendo anche il corso sulla Divina Commedia del prof. Sapegno. Anche lei ha prima studiato inglese all'Università Fudan di Shanghai, quindi l'italiano è stata la sua seconda lingua. Cara Ji Shupei, cosa ci vuoi dire dei tuoi anni alla radio?

Ji Shupei: Ci sono troppe cose da dire al riguardo. In poche parole, mi sento molto fortunata di aver studiato la lingua italiana e di aver lavorato alla radio, grazie alla quale mi è stato possibile dedicarmi all'aumento della conoscenza e della comprensione fra Cina e Italia e al rafforzamento dell'amicizia fra i dei popoli. Quindi, se potessi scegliere un lavoro un'altra volta, sceglierei di nuovo la radio.

Gabri: Dopo aver lavorato più di trent'anni alla sezione italiana, le nostre due colleghe sono andate in pensione, mantenendosi però attivissime. Ora lasciamo parlare Yue Hua, che ha anche ottenuto un importante riconoscimento dalla parte italiana, vero?

Yue Hua: Durante la mia carriera, ho fatto da interprete a personalità italiane e cinesi in importanti occasioni: Romano Prodi, Franco Nobili, Enzo Biagi, Laura Biagiotti, ecc. e per la parte cinese, ai premier Li Peng e Zhu Rongji, per esempio. Nel 2005 sono stata insignita dal presidente Ciampi del titolo di Cavaliere dell'ordine della Stella della solidarietà italiana, per i significativi contributi al rafforzamento dei legami bilaterali fra i due paesi.

Gabri: Un riconoscimento davvero dovuto. Cari amici, Ji Shupei e Yue Hua hanno sempre amato profondamente la letteratura e la poesia italiana e cinese, che hanno tradotto e fatto conoscere nei due paesi. Oltre a tradurre in cinese romanzi e saggi di famosi autori italiani, Ji Shupei e Zhou Pingyu, un'altra veterana del servizio in lingua italiana, hanno tradotto in italiano una serie di poesie cinesi di epoca Tang, con cui è stata realizzata una serie di programmi radio e che è anche stata pubblicata sotto il titolo "Erba di primavera, invito alla lettura di alcune poesie Tang". Cara Ji Shupei, cosa ci vuoi dire in proposito?

Ji Shupei: Si è trattato di una prova. Dai contatti pluriennali con gli ascoltatori che seguono le nostre trasmissioni per l'Italia, ci siamo profondamente resi conto che il popolo italiano desidera conoscere non solo la Cina contemporanea, ma anche l'antica civiltà del nostro paese. Così nel 1990, in occasione del 30° anniversario della fondazione della sezione italiana di RCI, abbiamo deciso di realizzare un ciclo di venti trasmissioni dedicate alle poesie cinesi dell'epoca Tang, in cui abbiamo presentato agli ascoltatori le opere di alcuni poeti della dinastia. Dopo aver ascoltato il programma, molti assidui ascoltatori ci hanno scritto, riferendoci le loro impressioni e apprezzamenti. Alcuni hanno anche espresso il desiderio di ricevere i testi delle singole trasmissioni, pur avendole già registrate in precedenza, il che ha fatto nascere in noi l'idea di compilare un volumetto che si basa appunto sui servizi trasmessi.

Gabri: Cari amici, vorrei ricordare che anch'io ho avuto il piacere di partecipare al progetto delle poesie Tang, occupandomi dell'editing dei testi! Sono dei bei ricordi che rimarranno per sempre. In base al riuscito esperimento di traduzione delle poesie Tang, Ji Shupei e Yue Hua hanno deciso di continuare a tradurre, dedicandosi questa volta alle poesie d'amore cinesi dall'antichità all'epoca contemporanea. Ora lasciamo parlare le due autrici.

Yua Hua: In realtà siamo state incoraggiate a tradurre da Enzo Biagi, che io stavo accompagnando in un viaggio di lavoro in Cina. Dopo aver letto la nostra traduzione delle poesie Tang, Biagi ci ha fatto questa proposta, che abbiamo accolto con piacere.

Ji Shupei: Infatti una decina di anni fa, sul punto di lasciare il lavoro, abbiamo pensato di servirci delle nostre conoscenze per continuare a fare qualcosa di utile. Su suggerimento del signor Enzo Biagi, alla fine abbiamo deciso di tradurre cento poesie d'amore cinesi dall'antichità ad oggi.

Gabri: Cara Yue Hua, a quando risalgono le prime poesie cinesi conosciute?

Yue Hua: All'epoca delle Primavere e Autunni, (770-476 a.C.), a cui risale "Il Libro delle odi", la prima raccolta poetica cinese. Questa raccolta è suddivisa in base ai ritmi musicali in quattro parti, Guofeng, Xiaoya, Daya e Song, e abbonda di componimenti d'amore di grande bellezza ed espressività.

Gabri: A questo punto penso che i nostri ascoltatori non vedano l'ora di ascoltare qualcuna di queste poesie, vero? Cara Ji Shupei, cosa ci proponi per cominciare?

Ji Shupei: Il primo canto del Libro delle Odi, intitolato "Una fanciulla leggiadra", vivace sintesi di storia d'amore nella forma della nostalgia di un giovane per una bella fanciulla. Ecco il testo della poesia:

Una coppia di cormorani tubano,

in mezzo al fiume si drizzano.

Ecco la leggiadra e snella fanciulla

con cui il giovane farà bella coppia.

Alti e bassi i crescioni,

a destra e a sinistra fluttuano.

E' questa la leggiadra e snella fanciulla

A cui brama il giovane insonne.

Il desiderio è ardente,

sì da fargli perdere il sonno.

S'agita tutta la notte

in profondi pensieri, in profondi pensieri.

Alti e bassi i crescioni,

a destra e a sinistra vanno colti.

Alla leggiadra e snella fanciulla

al suono del liuto s'avvicina.

Alti e bassi i crescioni,

a destra e a sinistra vanno estirpati.

La leggiadra e snella fanciulla

è accolta dalla gioia di campane e tamburi.

Gabri: E' davvero un bel testo. Vi si intuisce una profonda unione con la natura, e un ritmo veloce e piacevole, perchè queste poesie erano fatte per essere cantate, vero?

Ji Shupei: Hai ragione. I canti del "Libro delle Odi", per lo più creazioni orali popolari perfezionate e limate in seguito dai letterati, sono infatti permeati di forti tinte folcloristiche. Generalmente hanno versi di quattro caratteri a rima alternata, anche se non è una regola fissa. In ogni caso, sono tutti cantabili, quindi molto musicali. Parecchi originano infatti da motivi in voga al tempo. I versi "Un giorno senza vederla/ mi sembra lungo tre anni" si sono tramandati in Cina fino ai nostri giorni.

Gabri: Cara Yue Hua, so che hai tradotto una poesia di un'imperatrice cinese, la famosa Wuzetian, vissuta nel 7° secolo, in cui questa lascia da parte la maestà del suo ruolo, dimostrandosi inerme di fronte all'amore.

Yue Hua: E' vero, la poesia si intitola "Ruyiniang", e dice:

Confusa, scambio il verde col rosso,

languida e smorta mi sono fatta per il desiderio ardente di te.

Se non credi alle mie lacrime recenti,

apri la cassa ed esamina la gonna rosso-melograno.

Un'altra poesia che amo molto è un canto dello Yuefu di epoca Song che dice:

Il cuore del mio amato è come un aquilone,

che segue il vento quando il filo si spezza.

Spero che i rami degli alberi

possano fermarlo per me.

Gabri: Entrambi i componimenti esprimono l'incertezza e la volubilità dell'amore umano, una situazione senza tempo, valida mille anni fa come ora, perchè la natura umana non cambia.

Cari amici, vi ricordo che state ascoltando un programma speciale in occasione del 50° anniversario delle trasmissioni in lingua italiana di RCI. Abbiamo con noi in studio le colleghe Ji Shupei e Yue Hua, che ci hanno parlato della loro esperienza di lavoro alla sezione italiana, e del loro impegno attuale, la traduzione in italiano di cento poesie d'amore cinesi. Ora invitiamo Yue Hua a leggere uno dei componimenti più famosi dell'epoca Tang, "Senza titolo", di Li Shangying, che fa parte della raccolta di poesie d'amore che ha tradotto insieme alla collega Ji Shupei.

Yue Hua: Con piacere. Le poesie d'amore di Li Shangying, vissuto in epoca Tang, danno prova di grande sensibilità e profondità. Ecco ora "Senza titolo":

La notte scorsa scintillio di stelle,

la notte scorsa una brezza leggera,

ad ovest il padiglione dipinto,

ad est la sala delle cassie.

Senza le ali variopinte della fenice

non posso volare da te,

un filo mitico lega i nostri cuori

in perfetta armonia.

Forse stai giocando a passamano

nel calore del vino,

o a indovinare cosa si nasconde sotto la coppa

al lume di rosse candele.

Ahimé, sento il tamburo chiamarmi al servizio.

Vado a cavallo al Palazzo dell'orchidea

come un filo d'erba nel vento.

Gabri: Grazie Yue Hua, questa è una delle più belle poesie d'amore cinesi, che nell'atmosfera particolare dell'antica Cina riflette l'incanto universale della passione amorosa. Hai qualche altra poesia che ami in modo particolare?

Yue Hua: Vorrei proporvi "Un sorriso, cogliendo fiori", di Tang Yin, un pittore vissuto in epoca Ming. Infatti, durante le dinastie Yuan, Ming e Qing (1271-1911), diversamente dalle epoche precedenti, i drammi e i romanzi su storie d'amore fra giovani intellettuali e belle fanciulle videro un notevole sviluppo, anche se non mancano poesie d'amore di grande bellezza. Ad esempio, la poesia che accompagna il dipinto "Un sorriso, cogliendo fiori", di Tang Yin, vissuto in epoca Ming, è di squisita fattura. Davanti ad un fiore, una donna chiede al marito chi sia il più bello. Contrariamente al suo desiderio, egli risponde di preferire il fiore. In base ad uno spunto così semplice, il poeta ritrae vivacemente una colorita scena di vita coniugale. Ecco il testo della poesia:

I fiori di melo, bagnati nella notte dalla pioggia,

parlano di grazie e di tenerezza.

La bella donna si alza all'alba ed esce dalla stanza,

raccoglie i fiori,

e davanti allo specchio confronta la propria bellezza con la loro.

Chiede al suo uomo: chi è più bello fra noi?

L'uomo risponde: son più belli i fiori.

Al sentire, la bella donna si irrita.

Non crede che i fiori morti possano vincere un essere vivente.

Li fa a pezzi e li getta davanti all'uomo, dicendo:

stasera, ti prego di dormire con loro.

Gabri: Cari amici, ora ritorniamo a Ji Shupei, che so che vuole presentarci due altre poesie d'amore che ama molto, del poeta Lu You e della prima moglie Tang Wan.

Ji Shupei: I due, profondamente innamorati, vennero costretti a lasciarsi, ma dopo alcuni anni si incontrarono inaspettatamente nel giardino Shenyuan. Le due poesie furono composte proprio in seguito all'incontro, che fece ricordare loro i felici momenti del passato, provocando però anche uno straziante dolore. Cominciamo con "Tenere mani rosee", di Lu You.

Tenere mani rosee,

vecchio vino sigillato.

Tutto il giardino si tinge dei colori

della primavera,

salici lungo le mura del palazzo.

Il vento dell'est è odioso,

i momenti di gioia così brevi.

Il mio cuore è colmo di tristezza,

da anni viviamo separati.

Errore, errore, errore.

La primavera ritorna, come d'uso,

ma lei si fa gracile e smunta:

tracce di lacrime rosse ed umide,

fradicia la sua sciarpa di seta.

Fiori di pesco caduti,

stagni e padiglioni abbandonati...

Il nostro giuramento rimane,

ma nessun messaggio potrà mai raggiungerla...

No, no, no!

Passiamo ora a "Il mondo è ingiusto", di Tang Wan:

Il mondo è ingiusto,

l'animo umano perverso.

La pioggia saluta il crepuscolo

al cadere dei fiori appassiti.

Spira il vento mattutino,

le tracce di pianto restano.

Vorrei scriverti quello che ho in cuore,

appoggiata sola alla balaustra, dico tra me:

è difficile, difficile, difficile...

Ognuno di noi è solo,

oggi non è più come ieri.

Il demone della malattia mi avvolge spesso

come le funi dell'altalena.

La tromba risuona, fredda,

la notte è quasi finita.

Temendo di essere interrogata,

cerco di inghiottire le lacrime, fingendomi felice.

Nascondere, nascondere, nascondere...

Gabri: Vorrei ricordare al nostro pubblico italiano che in passato le donne cinesi erano sottoposte al rigido codice etico confuciano, che le costringeva ad obbedire prima al padre, poi al marito e poi al figlio maggiore, ed anche alla suocera, purtroppo! Ora lasciamo quest'atmosfera tragica, per entrare in un'atmosfera romantica, anche se sempre triste, con un capolavoro di Du Mu, uno dei massimi poeti di epoca Tang, intitolato "Congedo". Lo ascolteremo nella lettura di Ji Shupei.

Profondo è il mio amore,

così profondo da essere inesprimibile:

davanti alla coppa di vino

non riesco neppure a sorridere.

Le candele si affliggono in cuore

per il nostro congedo.

E si sciolgono in lacrime

fino allo spuntar dell'alba.

Gabri: Cari amici, passando all'epoca moderna, il Movimento del 4 maggio 1919 segnò l'inizio di un rinnovamento generale della società cinese, che si espresse anche nella poesia. Sentiamo cosa ci dice in proposito la nostra Ji Shupei.

Ji Shupei: Passando alla parte moderna, non possiamo tralasciare il Movimento di rinnovamento culturale del 4 maggio 1919, che ha portato alla nascita di poesie di nuovo stile sia come forma che come contenuto. Il termine "Movimento del 4 maggio" ha un riferimento non solo temporale, in quanto forte è il rapporto col processo di modernizzazione della poesia cinese. La poesia d'amore occupa una notevole posizione nel nuovo stile poetico legato al movimento, mirante a combattere la vecchia etica e cultura feudale, e a favorire la scienza e la democrazia. Quindi si può dire che la poesia d'amore cinese degli anni Venti del secolo scorso abbia raggiunto un altro culmine. Come sappiamo, uno dei problemi che stavano più a cuore ai giovani avanzati del tempo era la ricerca della libertà sia nell'amore che nel matrimonio. Quest'audace aspirazione originò dei canti sinceri e coraggiosi. I poeti del tempo, scuotendo il giogo della morale sociale, trasgredendo i divieti e togliendo il velo dell'ipocrisia, cantano a cuore aperto l'amore e l'attrazione fisica. Gli esempi più tipici sono i quattro giovani "poeti della riva del lago" Yin Xiuren, Wang Jingzhi, Pan Mohua e Feng Xuefeng, le cui poesie infierirono duri colpi alla rigida etica feudale del tempo. Anche ai noti poeti dell'epoca Xu Zhimo, Guo Moruo, Bing Xin e Wen Yiduo si devono squisite poesie d'amore.

Yue Hua: Ora vorrei leggervi una poesia di Bing Xin, una famosa poetessa moderna, composta nel 1925, e che si intitola "Pensieri d'amore".

Per liberarmi dai pensieri d'amore,

indosso una pelliccia

ed esco dalla stanza luminosa e silente.

Lungo il sentiero, la chiara luna

mi guarda di nascosto.

Sul terreno coperto di neve,

grovigli di rami secchi

compongono ovunque pensieri d'amore.

Gabri: Confesso che "Pensieri d'amore" è proprio una delle mie poesie preferite. E' breve, sintetica, veloce come ritmo e molto romantica!

Ji Shupei: Parlando di poeti moderni, non possiamo dimenticare Xu Zhimo, di cui ora vi leggerò una delle poesie che preferisco, "Gioia di un fiocco di neve", in cui egli utilizza un fiocco di neve per simboleggiare la sua agilità e disinvoltura, e la purezza del suo amore. Ecco il testo:

Se fossi un fiocco di neve,

danzando a mezz'aria disinvolto,

conoscerei sicuramente la direzione.

Volando, volando, volando...

su questa terra saprei dove rivolgermi.

Non andrei in profonde valli solitarie,

ai piedi di monti desolati,

o in squallide strade a soffrir di malinconia.

Volando, volando, volando...

Vedi, saprei dove rivolgermi.

Mi alzerei a mezz'aria grazioso,

riconoscendo la silenziosa e incantevole dimora,

in attesa della sua visita in giardino.

Volando, volando, volando...

Ah, il suo corpo emette la dolce fragranza

del susino purpureo!

Dunque, grazie alla mia leggerezza,

mi appiccicherei agile al fronte del suo abito

accostandomi al suo tenero petto ondeggiante.

Sciogliendomi, sciogliendomi, sciogliendomi...

mi annullerei nel suo tenero petto ondeggiante!

Gabri: Ritornando alle nostre poesie d'amore, penso che Yue Hua voglia ancora presentarci qualcuna delle sue opere preferite, vero?

Yue Hua: Certo! Ecco una quartina di Feng Xuefeng, un poeta del 20° secolo, intitolata "Piccola poesia della montagna":

Quando l'uccellino lascia la montagna,

metto un petalo nel suo becco,

per informare la ragazza che abita a valle

che i fiori sul monte sono sbocciati.

Yue Hua: Un'altra poesia che amo molto è "Alla quercia", di Shu Ting, una delle poetesse cinesi contemporanee che preferisco:

Se ti amassi,

non sarei mai come la pianta rampicante

che approfitta dei tuoi alti rami per ostentare se stessa.

Se ti amassi,

non imparerei dagli uccelli infatuati

che ripetono canzoni monotone per le ombre verdi.

Non sarei neppure come le sorgenti

che inviano tutto l'anno il loro fresco conforto.

Non sarei neppure come le cime pericolose

che aumentano la tua altezza e risaltano la tua maestosità.

E neppure come la luce del sole,

né come la pioggia primaverile.

No, tutto questo non sarebbe ancora sufficiente!

Vorrei essere come un kapok (1) accanto a te,

ed innalzarmi con te in forma di albero.

Le radici strette sotto il suolo,

le foglie a contatto tra le nuvole.

Ad ogni soffio di vento

ci saluteremmo a vicenda,

senza che nessuno capisca il nostro linguaggio.

Tu con i tuoi rami di bronzo e il tuo tronco di ferro,

simili a coltelli, a spade, ad alabarde.

Io con i miei grossi fiori rossi,

simili a sospiri profondi

ed a fiaccole eroiche.

Divideremmo le correnti gelide, le tempeste, i fulmini,

godremmo insieme la bruma, la nebbia, l'arcobaleno,

in apparenza separati per sempre,

nei fatti appoggiati l'un l'altro per la vita.

Solo questo è grande amore, la fedeltà è proprio qui.

Amo non solo il tuo tronco gigantesco,

ma anche il posto che occupi, il suolo sotto le tue radici.

(1) Il kapok è un albero che cresce sempre in coppia con un suo simile, con cui gareggia in altezza.

Ora ritorniamo alle nostre due colleghe in studio, Ji Shupei e Yue Hua, che in occasione del 50° anniversario dei programmi in italiano di RCI hanno rievocato per noi il loro lavoro alla radio e le loro traduzioni di argomento poetico. A nome del pubblico italiano e mio personale, esprimo loro un sincero ringraziamento per il loro impegno di una vita per la comprensione reciproca fra Cina ed Italia, e naturalmente le ringrazio anche per la loro amicizia che dura da anni, e auguro loro ogni bene.

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