D. Scissors: le speculazioni sul tasso di cambio del RMB potrebbero danneggiare il mondo intero
  2011-10-14 22:48:49  cri

L'11 ottobre, il Senato USA ha approvato un disegno di legge volto ad esercitare pressioni sul RMB. Tuttavia, secondo molti esperti, la questione del tasso di cambio del RMB non ha un gran rapporto con l'occupazione negli USA, per cui le speculazioni sulla questione possono solo danneggiare, senza arrecare alcun beneficio. Giorni fa, Derek Scissors, noto economista della Conservative Heritage Fundation USA, ha pubblicato un articolo al riguardo dal titolo "Il tasso di cambio del RMB, i sussidi e posti di lavoro negli USA", nel quale discute la questione.

Nell'articolo, Scissors ha tracciato alcuni grafici con delle evidenti linee curve per chiarire i rapporti tra il tasso di cambio del RMB e il tasso di occupazione negli USA:

"Guardando sul lungo periodo al rapporto fra il tasso di cambio e l'occupazione, nel 1994, quando ci fu una svalutazione del RMB rispetto all'USD, gli americani dissero che avrebbe potuto portar via dei posti di lavoro al paese. In realtà, in quel periodo il tasso di disoccupazione negli USA stava già scendendo. Naturalmente, in quel periodo, la dimensione e l'influenza dell'economia cinese erano ancora ridotte, mentre adesso la Cina è un'enorme economia. Tuttavia, dal 2005 il RMB ha cominciato ad apprezzarsi rispetto all'USD, il che, teoricamente, avrebbe dovuto portare dei posti di lavoro agli USA, invece il tasso di disoccupazione nel paese si è alzato non di poco. Di conseguenza, non si vede come il tasso di cambio del RMB abbia portato via dei posti di lavoro negli USA: ad aver provocato il fenomeno sono degli altri fattori."

Secondo Scissors, se gli USA vogliono rilanciare l'occupazione devono partire dalla loro situazione interna, e non dare la causa delle difficoltà alla Cina:

"La dimensione dell'economia USA è ancora maggiore di quella della Cina, quindi l'influenza delle attività economiche nazionali sull'economia USA è molto maggiore di quella arrecata dalle attività economiche cinesi. Il nostro problema adesso è un deficit eccessivo che drena i capitali del settore privato, da cui la difficoltà di creare posti di lavoro, quindi ora la cosa più importante è ridurre il deficit, la questione del RMB è solo un tema simbolico che non può davvero cambiare l'attuale situazione."

Scissors osserva che come seconda economia del mondo, la Cina deve prendere le sue decisioni secondo la propria situazione, il che è indubbio:

"La Cina ha sicuramente molte politiche da cambiare, ma la sua decisione sulla questione del tasso di cambio del RMB è giusta: se apprezzasse il RMB per le sue necessità intrinseche, la cosa va, ma se lo facesse per richiesta USA, sarebbe inutile."

Scissors ritiene che le speculazioni sul RMB potrebbero ancora aumentare. Anche se nella maggior parte delle situazioni queste dispute sono solo dei "brusii" nei rapporti commerciali tra i due paesi, è indubbio che questi ultimi saranno più tesi di prima. E qualora compaia una "guerra commerciale" fra i due paesi, sarebbe estremamente distruttiva:

"Se nelle dispute commerciali fra i due paesi comparisse una 'guerra', potrebbe essere gravissima, anzi distruttiva. Innanzittutto, per la Cina, per ora non c'è ancora nulla che possa sostituire la domanda del mercato USA, quindi, nell'ambito dell'export, la Cina potrebbe perdere decine di milioni di posti di lavoro ad alto salario; l'influenza derivata sarebbe di portata mondiale, con un impatto sugli USA , sulla Cina e su tutto il resto del mondo."

Scissors ha avvertito che se la questione del tasso di cambio del RMB inducesse delle gravi dispute commerciali, gli USA perderebbero anche la loro leadership, una cosa che nessuno desidera:

"Il pericolo per gli USA sta nel fatto che sono ancora ritenuti i leader dell'economia mondiale, e se i leader dell'economia mondiale provocano una recessione economica mondiale per aver aperto o essere coinvolti in una guerra commerciale, nessuno più vorrà seguire la loro leadership. L'influenza sulla diplomazia USA sarebbe superiore a quella sotto qualsiasi altro aspetto."

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