Il pomeriggio del 14 giugno, la banca centrale cinese ha pubblicato un avviso, decidendo di aumentare di nuovo di 0,5 punti percentuali il tasso dei depositi di riserva in RMB degli organismi finanziari di deposito. Secondo gli analisti, la mossa mira a ritirare ulteriore liquidità dal mercato e a gestire le aspettative di inflazione, quindi l'aumento del tasso dei depositi di riserva è ormai diventato un normale strumento di controllo. Ecco di seguito un nostro servizio in merito:
Si tratta del 6° ritocco verso l'alto del tasso dei depositi di riserva attuato dall'inizio dell'anno dalla banca centrale cinese, e del 12° sin dall'anno scorso. Dopo questo aumento, il tasso dei depositi di riserva degli organismi finanziari grandi e medi ha raggiunto il 21,5%. Secondo le stime, questo ritocco permetterà di congelare in una sola volta oltre 370 miliardi di RMB di capitali bancari.
Lo stesso giorno, ossia il 14 giugno, l'Ufficio Nazionale di Statistica cinese ha pubblicato i dati sugli indici macroeconomici, secondo cui l'indice dei prezzi al consumo di maggio ha raggiunto il 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2010, creando un nuovo massimo negli ultimi 34 mesi. Perché la banca centrale cinese ha deciso di aumentare il tasso dei depositi di riserva in questo momento? In merito, il vice direttore dell'Istituto di Scienze Finanziarie e Monetarie dell'Università del Popolo cinese, Zhao Xijun, ha detto ai media:
"Quest'anno abbiamo iniziato ad applicare una stabile politica monetaria, che ha come obiettivo assegnare una posizione ancora più importante al controllo dell'aumento dei prezzi e alla resistenza all'inflazione. La banca centrale continua ad adottare varie misure in vista di una stretta della politica monetaria. Al seguito della pubblicazione dei dati sui prezzi da parte dell'Ufficio Nazionale di Statistica, la banca centrale ha tempestivamente adottato delle misure, aumentando il tasso dei depositi di riserva per bloccare una parte della liquidità ed influenzare i crediti delle banche, e quindi la fornitura monetaria e i prezzi."
In merito al recente, continuo aumento del tasso dei depositi di riserva da parte della banca centrale cinese, gli analisti ritengono che l'aumento del tasso dei depositi di riserva ma non dei tassi d'interesse potrà solo influenzare i crediti alle imprese, aggravando forse le loro difficoltà di finanziamento. Anche il professore dell'Istituto di Scienze Finanziarie dell'Università centrale di Economia e Finanza, Guo Tianyong, afferma che il rallentamento dell'economia e l'incremento delle difficoltà di finanziamento di parte delle PMI hanno indotto controversie sullo "sfondamento" della politica e sulla necessità o meno di un cambio di direzione. Il vice direttore dell'Istituto di Scienze finanziarie dell'Università del Popolo cinese, Zhao Xijun, afferma:
"La direzione della stabile politica monetaria non è cambiata, perché questa politica significa che finché esiste la pressione della salita dei prezzi, occorre continuare ad utilizzare strumenti politici. Se i prezzi cominciano a ridursi, il ritmo e il margine delle politiche potrebbero cambiare, ma non adesso. "