Pechino e la brezza della moda italiana ----la presenza italiana alla China Fashion Week
  2009-08-13 11:02:28  cri

Nel corso della recente China Fashion Week, all'Hotel Pechino e alla Piazza della moda di Pechino si sono tenute circa 40 attività specializzate. Durante la settimana, una trentina di griffe cinesi e straniere hanno tenuto sfilate di moda per l'autunno-inverno 08/09. In particolare abbiamo visto di nuovo griffe italiane che hanno realizzato una sfilata ufficiale a nome del gruppo statale.

Il 27 marzo all'Hotel Pechino l'ICE e la regione Lazio hanno tenuto congiuntamente una magnifica sfilata di griffe dell' alta moda italiana, presentando 3 griffe di Roma, ossia Gattinoni, Grimaldi&Giardina e Balestra. Si è trattato della seconda presenza di Gattinoni alla China Fashion Week, e la prima di Balestra e Grimaldi&Giardina. In realtà, durante le scorse edizioni della sfilata, l'Italia aveva già presentato al pubblico cinese Valentino, Gattinoni, Missoni, Max-Mara etc., tuttavia è stata la prima volta che vi ha concentrato 3 sole griffe. Perche? In qualità di promotore da sempre impegnato nel diffondere in Cina le griffe e i prodotti italiani e organizzatore dell' evento per la parte italiana, il primo rappresentante dell'ICE a Pechino, sign. Antonino Laspina, ci ha dato una risposta esaustiva in merito.

(registrazione 1)

"Da diversi anni ormai questa di marzo, anche a novembre, ma soprattutto a marzo, costituisce una stagione importante per il settore della moda, non solo del settore della moda italiana, ma anche il settore della moda qui in Cina e coinvolge tutti professionisti del settore, gironalisti, i rappresentanti della stampa, diventa un'occasione, secondo me importante anche di crescita professionale.

Nel corso di questi anni la Cina è andata sempre di più come grande leader mondiale nel settore del tessile ed abbigliamento, e di pari passo c'è stata anche una coscienza da parte di consumatori cinesi dell'importante ruolo che l'Italia svolge nei segmenti alti del mercato tessile ed abbigliamento.

Numerose imprese italiane hanno realizzato nella forma di jiont-venture con le aziende cinesi, alcuen di queste anche hanno realizzato nella forma di investimento diretto sul mercato cinese, per i disbribuire i loro prodotti sul mercato cinese. Tuttavia uno degli aspetti importante è che sempre di più la popolazione cinese puo permettersi di comprare quello che noi riteniamo che sia il prodotto auemnteticamente Made in Italy, cioè qeullo prodotto fatto in Italia che è la sintesi di eleganza, di classe, di raffinatezza, ma soprattutto di qualità. "

Proprio come ha affermato il sign. Laspina, a partire dalla sua nascita nel 1997, la China Fashion Week ha tenuto in totale oltre 420 sfilate di stilisti e griffe di moda, 44 concorsi specializzati e 11 cerimonie di premiazione. Con la partecipazione congiunta di oltre 200 stilisti cinesi e stranieri e di oltre 220 griffe cinesi e straniere, la China Fashion Week si è ormai sviluppata in una piattaforma generale di servizio pubblico in cui le griffe e gli stilisti cinesi e stranieri presentano i nuovi trend e le nuove creazioni della moda, e in un punto focale dell'attenzione dei media e degli esponenti interni ed esterni del settore cinesi e stranieri. Nel frattempo la continua crescita dell'economia cinese ha anche provocato una continua crescita della domanda di prodotti tessili e di abbigliamento di alta classe e qualità, inducendo sempre più imprese italiane a venire in Cina a diffondere le proprie griffe, a rafforzarne l'influenza e a sviluppare il mercato. Per esempio già nel 2006 Gattinoni è venuto in Cina, tenendo con successo una presentazione indimenticabile per il pubblico cinese. Si può dire che siano stati proprio il successo della sfilata realizzata nel 2006 e il successivo positivo sviluppo del mercato ad indurre Gattinoni a tornare quest'anno sul palcoscenico della China Fashion Week. Il sign. Laspina ci ha detto in merito:

(registrazione 2)

"Per le informazioni che abbiamo (Gattinoni) ha trovato un partner, con cui operano per aprire dei punti vendita nelle più importanti città cinesi. E poi proprio perché riteniamo che questo discorco dell'alta moda, del prodotto altamente raffinato esclusivo comincia a farsi strada in alcuni segmenti dei consumatori cinesi, naturalmente sappiamo che un segmento di mercato molto limitato in termini numerici, però sappiamo pure che i numeri in Cina anche sono piccoli sono dei grandi numeri, quindi c'è un ritorno di Gattinoni proprio per dare una risposta quelle esigenze sul mercato."

Il positivo sviluppo di Gattinoni in Cina testimonia non solo che l' abbigliamento italiano è entrato con successo in Cina, il maggiore paese mondiale esportatore di prodotti tessili, ma anche che questo mercato continua a crescere. Secondo quanto appreso, nel 2007 il valore dell'import cinese di prodotti tessili e di abbigliamento dall'Italia è stato pari a 200 milioni di USD, con un aumento del 25% rispetto al 2006. Mentre nel 2007 il valore totale dell'export diretto in Cina di abbigliamento italiano ha occupato circa l'11% del mercato cinese dell'import di abbigliamento. Inoltre i prodotti di abbigliamento importati dalla parte cinese dall'Italia non si limitano alle griffe di alta moda e agli abiti finiti, ma comprendono anche prodotti delle PMI italiane e vari prodotti collegati della catena dell'industria tessile. Durante la China Fashion Week di quest'anno si sono tenute a Pechino anche la China International Clothing Fair 2008 (CHIC 2008) e la China Trade Fair for Apparel Fabrics and Accessories (Intertextile 2008), a cui, grazie all'accurata organizzazione dell'ufficio di Pechino dell'ICE, hanno anche attivamente partecipato le imprese tessili e di abbigliamento italiane. Dall' abbigliamento di alta moda, agli abiti finiti e ai tessuti, l'Italia ha presentato completamente il suo fascino di "paese della moda", rafforzando anche ulteriormente la cooperazione sino-italiana nel settore tessile e dell'abbigliamento.

Secondo quanto illustrato dal sign. Laspina, a CHIC 2008, aperto il 28 marzo, hanno partecipato nella forma di delegazione statale una trentina di imprese e una quarantina di marchi italiani, con una superfice espositiva di oltre 700 metri quadrati, originando una delle maggiori delegazioni statali presenti all'evento. Nell'abbigliamento presentato figuravano abiti da uomo e donna tessuti con la navetta, filati, in pelle e vari tipi di accessori. Benché le imprese partecipanti non fossero così famose, queste prestano tutte molta attenzione alla qualità, con prodotti dall'ottimo design e una raffinata qualità, da cui la loro intenzione di sviluppare il mercato cinese. Secondo il sign. Laspina, il mercato articolato e la tendenza dei consumi di moda permetteranno anche a loro di trovare un mercato per i rispettivi prodotti.

(registrazione 3)

"Questi sono prodotti che consentono di sviluppare quello che si può chiarmare il discorso di moda, ormai su scala mondiale, le direttrici dei grandi consumi sono da un lato i prodotti delle grandi aziende con brand, i cosiddetti brand products, che in qualche modo delinea un percorso del preciso, dove i gusti del consumatore si riducono semplicemente alla scelta del prodotto, e poi dei prodotti invece che possiamo chiamare prodotti moda, prodotti di qualità, che consentono anche al consumatore di far un mix, di combinare secondo il proprio gusto, il proprio carattere, la propria personalità, dei prodotti che sono firmati con prodotti non firmati, in modo da elaborare lui stesso quella che è la sua proposta moda, il suo modo personale di vivere la moda.

Ci sono calssi di consumatori che scelgono il prodotto cinese, della fascia alta, del prodotto cinese della fascia bassa, ma anche consumatori che scelgono il prodotto d'importazione, della fascia alta della fascia media, e poi altri che scelgono il prodotto che fatto in Cina ma che ha dentro di sè questi elementi di moda, che vengono da altri paesi, in particolare il prodotto moda che viene fatto dalle imprese italiane, però realizzato in Cina."

Nel frattempo durante Intertexfile 2008 una cinquantina di società hanno preso parte al gruppo espositivo statale italiano, che occupava una superfice espositiva di oltre 700 metri quadrati, presentando tessuti per abbigliamento da uomo, donna e bambino, ecc. Il gruppo italiano è stato uno dei maggiori fra i paesi partecipanti all'evento. La Cina è un grande produttore di tessuti per abbigliamento, perché così tante imprese italiane sono venute in Cina per partecipare ad una fiera del genere? Il sign. Laspina ci ha risposto:

(registrazione 4)

"La verità è che siamo presenti ormai da diversi anni con il numero sempre rilevante di imprese, quest'anno con circa 50 imprese, a quella che la manifestazione dei tessuti.

Questo è un fatto assolutamente particolare perché in questo campo come negli altri sappiamo benissimo che la Cina è il più grande produttore mondiale di tessuto.

Più grande produttore, più grande esportatore, produce sostanzialmente i tessuti di cui molti mercati hanno bisogno, quindi i prodotti cinesi raggiungono i propri mercati di tutto il mondo.

Ma così come i grandi nomi della moda italiana, sono presenti in Cina e hanno il loro prodotto per un seguento molto particolare di mercato, così i produttori di tessuti italiani hanno un interessante mercato in Cina, esistono in Cina dei compratori, delle imprese che utilizzano il tessuto italiano, per realizzare dei prodotti che sono destinati sia al mercato cinese, ma soprattutto al mercato d'esportazione.

Se vorressimo fotografare oggi la situazione esistente in questo comparto, possiamo dire che ancora una volta l'attenzione che le aziende cinesi ripongono in termini di produzione e riposta su quantità, sull'elemento di quantità. Da anni le aziende italiane proprio per fronteggiare qeusta competizzione con le imprese cinesi hanno invece focalizzato la loro attenzione sulla qulaità.

Le aziende italiane si sono sempre più specializzate nella cura di prodotti che devono essere destinati alla fascia alta, e anche nel caso per esempio del prodotto cashmere, il cashmere viene importato in Cina, viene lavorato in Itlaia e da lì si realizzano con i tessuti di cashmere sofiscati.

Questi prodotti, questi tessuti, in alcuni casi anche dei tessuti di seta, che vengono realizzati in Italia, importando la seta dalla Cina, sono comunque tessuti che vengono largamente utilizzati dalle imprese cinesi per realizzare dei prodotti per le grandi imprese americane, dell'estero, che richiedono espressamente al produttore cinese di fare una sintesii tra i costi di produzione cinese e la qualità del tessuto italiano. In tal modo è possibile realizzare prodotto di altissima qualità fatta in Cina, ma che ha i costi certamente più bassi di quanto avrebbe avuto se fossero fatti per esempio in Italia oppure in paeis occidentali."

Dalle parole del sign. Laspina e dal positivo ed efficace sviluppo in Cina delle imprese tessili italiane possiamo capire che, benché alcuni prodotti tessili e di abbigliamento italiani affrontino la sfida e la concorrenza dei prodotti cinesi e alcuni prodotti cinesi incontrino addirittura problemi di anti- dumping sul mercato italiano, in realtà nel settore tessile la Cina e l'Italia presentano linee di prodotti e superiorità diverse. Mentre i prodotti cinesi occupano una certa quota del mercato italiano, la quota dei prodotti tessili italiani esportati in Cina sta anche continuando ad aumentare, per cui la Cina sta diventando di giorno in giorno il mercato con le maggiori prospettive di sviluppo per i prodotti tessili italiani. Parlando del problema della concorrenza tra i settori tessili cinese e italiano, il sign. Laspina ha detto:

(registrazione 5)

"Nel corso di questi anni la concorrenza dei prodotti cinesi su tanti mercati, è stata una concorrenza molto forte, che ha sottratto delle quote dil mercato ai prodotti cinesi.

E soprattutto ad averne così pagato le conseguenze sono state la aeziende medie e piccole, quelle aziende che non avebdi ancora sviluppato le politiche di brand, le politiche di marketing, si sono ritrovate a soffrire per la grande penetrazione dei prodotti cinesi sul mercato internazionale.

Tuttvia come orami tutti concordono la penetrazione del prodotto cinese, una penetrazione che si basa sostanzialmente ai bassi prezzi.

Il problema che è oggi il porodotto cinese comincia ad aumentare i termini di prezzo, cominicia a soffrire perché trova altri concorrenti sul mercato internazionale.

Tuttavia le imprese italaine del tessile, sia quelle grandi che quelle medie e piccole, sono dententrici, proprietarie di un know-how, di una competenza, una capacità di fare, di rinnovare, di disegnare, che ha permesso loro di rispondere immediatamente nell'arco di questi ultimi anni a quella che è la minaccia cinese, e quindi con una maggiore attenzione al prodotto, al design, alla qualità, hanno potuto fare un riposizionamento di mercato, tutte riposizionandosi su un segmento più alto, a più alto valore aggiunto.

Il risultato è che se assistito nell'arco degli ultimi due anni, la crescita dell'export del tessile italiano nell mondo, quindi significa che la crisi è stata superata, ma l'aspetto più importante che proprio sul mercato cinese, si registra oggi una grande attenzione per il prodotto italiano, non dei grandi marchi, ma proprio di quei prodotti che pur essendo grandi marchi, si portano dietro la concorrente di design, di qualità, di rinnovazione, che il prodotto cinese ancora non ha.

Dovendo descrivere un po' più attentamente qual'è la posizione del pordootto itlaiano questo mercato, possiamo dire comunque che i valori, il prodotto moda, che arriva dall'italia, è per valore il prodotto più alto, l'Italia è il paese straniero che esporta più prodotti della moda sul mercato cinese.

Questo perché oltre di alvere dei grandi marchi come gli altri paesi, come Francia, Inghilterra, Germania, l'italia ha una gamma di prodotti molto più ampia, e gamma di accessori, parliamo anche delle calzature. Parliamo soprattutto di una penetrazione molto ampia sia per l'uomo, per la donna e per il bambino. Cioè gli altri paesi sono forti probabilmente in un settore, ma nessun paese è forte in tutti i settori del sistema moda.

Inoltre c'è da dire che nel caso dell'Italia, c'è una strategia molto articolata, che vede da una parte che i prodotti cento per cento sono cento per cento made in italy, esportati direttamente dall'italia. Ma poi esistono ormai una forte presenza di imprese itlaiane, che da sole o in joint-venture, realizzano delle collezioni con dei brand italiani realizzati in Cina, che cominciano a trovare molta più soddisffazione nei consumatori cinesi. E quindi l'Italia è anche uno dei pochi paesi, se non l'unico, che ha questa duplicità di proposta. Da una parte il prodotto autencitamente itlaiano, dall'altra prodotti di che con i brand italiani vengono realizzati in Cina per il mercato cinese.

E questo perché negli ultimi 10 anni, si è realizzato in Cina un fenomeno che negli altri paesi ha richiesto almendo 30 anni.

Cioè mentre prima esisteva semplicmente il mercato per i prodotti locali, e il mercato per il prodotti importati, che era molto ridotto, la crescita economica ha portato ormai il mercato cinese ad essere ugualmente sgementato, sofisticato come quello degli altri mercati, come il mercato giapponese, il mercato corenao, e vogliamo anche il mercato degli USA.

Inoltre, durante l'attuale edizione della China Fashion Week, oltre ad organizzare le imprese tessili italiane a partecipare alle suddette 3 attività, ossia la sfilata, CHIC 2008 e Intertextile 2008, l'ICE, in cooperazione con l'ANCI, l'Associazione Nazionale dei Calzaturieri italiani, ha organizzato uno show delle scarpe intitolato "I love italian shoes", durante il quale 23 aziende italiane hanno presentato i propri prodotti, aggiungendo un altro fascino italiano alla fashion week.

(registrazione 6)

Come tutti sanno, come nel settore tessile, anche nel settore calzaturiero la Cina è una potenza, ed i suoi prodotti per un certo periodo hanno addirittura creato sfide e minacce al settore calzaturiero italiano. Allora, perché l'ICE e l'ANCI hanno organizzato un evento del genere a Pechino? Perché così tante imprese hanno partecipato? Sentiamo cosa ci ha risposto in merito il sign. Laspina.

(registrazione 7)

"È un settore importante, e un settore in cui certamente anche la Cina gioca un ruolo di leadership, ma solo orami due produzioni che possiamo dire destinate a due fasce di mercato, a due segmenti di mercato, completamente diverse. Il prodotto italiano ha confermato le sue posizioni ed in alcuni paesi ne anche rafforzate, perché è un prodotto che porta dietro la grande tradizione della qualità italiana, la grande tradizione di sapere fare un prodotto come la calzatura, dove si riescono a combinare questa tradizione manifatturiera con il grande design, l'innovazione, l'innovazione nei materiali, ma soprattutto si riescono a costruire un prodotto che riesce a soddisffare i consumatori, non di uno o due paesi, ma un prodotto che è globale, è un prodotto che detta legge per quanto riguarda il trend della moda. La strtegia per il mercato cinese è una strategia ormai avviata da qualche anno, è una strategia che mira ad allineare il prodotto della calzatura al grande successo che l'Italia ha avuto nel settore della moda, e quindi è anche arrivato il tempo per poter sviluppare su questo mercato una strategia di promozione che vada a creare le condizioni per una migliore distribuzione del prodotto della calzatura su questo mercato.

Da qualche anno, l'ICE, l'ANCI si sono fortemente impegnati nella proposizione nel mercato cinese di quanto i distretti italiani delle calzature ed i grandi marchi di qualità della calzatura italiana, hanno da offrire a questo mercato. Le aziende che partecipano a questa manifestazione sono 23 e sono state selezionate tra tantissime aziende italiane che sono interessate a questo mercato e che naturalmente per ragioni legate all'organizzazione di quest'evento, abbiamo dovuto selezionare, individuano le aziende che riteniamo siano rappresentative del Made in Italy, ma soprattutto siano capaci di fornire a questo mercato, questo importante mercato come quello cinese, il prodotto che può andare incontro alle aspettative dei consumatori. "

Come nel settore tessile, la Cina è un grande paese produttore anche nel settore calzaturiero, però, visto che l'Italia dispone di linee di prodotti diverse e dalla lunga tradizione, di un design particolare e di una qualità raffinata, i suoi prodotti calzaturieri trovano anche un grande mercato in Cina. Proprio per questo, il vice presidente dell'ANCI sign. Franco Ballin ritiene che l'Italia non debba aver paura della minaccia del settore calzaturiero cinese, e non apprezza la soluzione del problema della concorrenza con misure tipo l' anti-dumping.

(registrazione 8)

"Non è a caso che tutte le più grandi marche di moda producono il loro abito in tutto il mondo, ma quando si tratta di scarpe, queste siano prodotte in Italia, certificando l'esclusività e la qualità delle nostre produzioni. Produzioni che non hanno e non devono avere paura di alcuna concorrenza. Io a questo proposito ho da sempre, sono stato, e tuttora contrario all'applicazione di misure anti-dumping, alle calzature prodotte in paesi concorrenti, in quanto i nostri prodotti fanno corsa a sé. Non sono, né lo sono mai stati, vedi le esperienze in altri settori industriali, la soluzione dei problemi dei calzaturieri italiani. Noi dobbiamo far fruttare il patrimonio di tradizione che abbiamo alle spalle, usare il nostro gusto, la nostra cultura di prodotto, per realizzare delle calzature che siano ambascitrici nel mondo della nostra abilità di adattarci alle esigenze del nuovo mercato globale, e di rispondere ad esse con successo. "

Attualmente, per diversi motivi, lo sviluppo del settore calzaturiero italiano sul mercato cinese non ha ancora ottenuto risultati simili a quelli del settore tessile e dell'abbigliamento. Il pubblico cinese conosce bene il design speciale e l' alta qualità delle calzature italiane e con la continua crescita della loro capacità di consumo, i consumatori cinesi avanzano richieste più alte alla qualità e personalità dei prodotti. Siamo convinti che in seguito all'organizzazione di eventi del genere e all' ulteriore valorizzazione essenziale del mercato cinese da parte delle imprese italiane, le calzature italiane godranno di un maggiore sviluppo sul mercato cinese. Proprio per questo motivo, le imprese calzaturiere italiane stanno riservando una sempre maggiore attenzione ed energia al mercato cinese, adottando più misure per svilupparlo. Il 2008, l'anno delle Olimpiadi, permetterà alle imprese italiane di capire che si tratta di un'ottima opportunità di sviluppo. Il sign. Ballin ci ha detto in merito:

(registrazione 9)

"Non è certo un caso se oggi è un anno molto importante per la Cina, apriamo qui a Pechino una collativa, che vede presente un numero doppio delle aziende rispetto al passato. Questa dimostra l'interesse che le aziende italiane hanno verso il mercato cinese. La voglia di essere presente con i loro prodotti, e di aumentare le possibilità di incontri e di stabilire contatti con commerciali, con gli imprenditori cinesi. La nostra associazione, ANCI in particolare, in questo anno olimpico, sta progettando una serie di iniziative, con il sostegno di ICE, allo scopo di far conoscere meglio i nostri prodotti in questa occasione."

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