In occasione dell'imminente conferenza informale dei leader dell'APEC (Cooperazione Economica Asia-Pacifico), la Cina ha indicato come uno degli argomenti principali la promozione della FTAAP, la zona di libero scambio dell'Asia-Pacifico. Secondo l'analisi degli esperti, la costruzione di questa zona diventerà il più grande punto focale della conferenza e potrebbe aprire un nuovo spazio per la liberalizzazione del commercio dell'Asia-Pacifico.
La popolazione totale dei 21 paesi membri dell'APEC è di 2,6 miliardi ed equivale al 40% di quella mondiale; la somma dei PIL supera i 1900 miliardi di dollari, raggiungendo il 56% di quello mondiale; il volume del commercio raggiunge il 48% di quello mondiale. Realizzare il libero scambio del commercio in tale grande mercato è da sempre l'obiettivo perseguito dai paesi membri. Nella regione vi sono numerosi accordi commerciali multilaterali già esistenti e negoziati in corso finalizzati a realizzare tale obiettivo, tra cui la Zona di libero scambio tra Cina e ASEAN, l'Accordo di libero scambio tra Australia e Corea del Sud, l'Accordo strategico di partenariato economico Trans-Pacifico (TPP), promosso dagli Usa, e il Partenariato economico completo regionale, guidato dall'ASEAN. A proposito di queste zone di libero scambio "frammentate", la ricercatrice economica dell'Istituto di ricerca del Sudest asiatico di Singapore, Sanchita Basu Das, ha affermato:
"Gli accordi sono molto diversi tra loro per contenuto e ambito, e presentano marcate differenze anche nei regolamenti, sia che si tratti di accordi già in vigore sia che si tratti di accordi in corso di trattativa. Ciò suscita preoccupazione, in quanto la mancanza di un quadro integrale in questi negoziati di libero scambio potrebbe interferire con gli interessi della regione, e potrebbe inoltre far aumentare i costi di produzione commerciale nella regione."
In seguito allo stringersi dei legami economici all'interno dell'Asia-Pacifico, la risoluzione della sovrapposizione e la frammentazione delle disposizioni delle zone di libero scambio in seno alla regione è diventata una preoccupazione per la maggior parte dei membri dell'APEC. I leader dell'APEC hanno da tempo raggiunto il consenso sulla realizzazione della Zona di libero scambio dell'Asia-Pacifico, e la Cina si è attivata concretamente in merito. Il 29 ottobre, presso il Forum di Lanting del Ministero degli Esteri cinese, il ministro Wang Yi ha pronunciato un discorso affermando:
"Tramite il coordinamento e la cooperazione tra i membri dell'APEC e la Cina, durante la conferenza dell'APEC che si terrà a Beijing, raggiugeremo un consenso importante sull'avvio della Zona di libero scambio dell'Asia-Pacifico e invieremo un chiaro segnale per migliorare il livello d'integrazione regionale, trasformando le nostre visioni di questi anni in azioni concrete."
Il direttore del Dipartimento internazionale del Ministero del commercio cinese, Zhang Shaogang, ha affermato che ci sono alcuni lavori da compiere per avviare la zona di libero scambio:
"Per avviare la ricerca relativa alla zona di libero scambio dell'Asia Pacifico, è innanzitutto necessaria la condivisione delle informazioni. Le esperienze di sviluppo delle varie zone di libero scambio devono essere rese note e scambiate, chiarire quali sono i regolamenti permette di aumentare la trasparenza. In secondo luogo, va svolta una ricerca sui singoli casi per vedere quali siano i regolamenti migliori e che maggiormente tendono all'universalità. In terzo luogo, va effettuata una ricerca sugli approcci per capire come riuscire, sulla base della comprensione, a portare a compimento l'obiettivo e a renderlo conforme, proprio come abbiamo fatto per quanto riguarda il Partenariato economico completo regionale e l'Accordo strategico di partenariato economico Trans-Pacifico. In altre parole dobbiamo iniziare tutto da zero, non è ancora deciso ed è molto difficile riuscire a fare affermazioni in merito."
Secondo Zhang Shaogang, la ricerca sull'apertura della zona di libero scambio della regione dell'Asia-Pacifico rimane un tema aperto a cui tutti possono contribuire, oltre ai funzionari di tutte le relative economie, sono stati anche invitati esperti e uomini d'affari. Il ricercatore dell'Istituto di Economia e Politica mondiale dell'Accademia Cinese delle Scienze Sociali, Shen Jiru, ha affermato che per avviare tale negoziato sulla zona di libero scambio nell'ambito di tutta la regione dell'Asia-Pacifico, la zona di libero scambio deve essere una zona inclusiva e di vantaggio reciproco:
"Questa zona di libero scambio è molto grande, e deve perciò svilupparsi in modo inclusivo, le regole commerciali interessate non devono essere vantaggiose soltanto per un'economia o per una classe economica, ma per tutte le economie partecipanti. E' una zona di libero scambio in cui regna il rispetto reciproco e il mutuo vantaggio."