L'11 settembre, il reparto vendite di Audi-Volkswagen, e la Chrysler, per via del monopolio dei prezzi sono stati puniti con delle multe colossali dalla Commissione statale cinese per lo Sviluppo e la Riforma. Dai dati emerge che dall'inizio dell'anno scorso, la Cina ha inflitto in totale 7 multe antitrust da più di 100 milioni di RMB l'una, per un valore totale superiore a 3 miliardi di RMB. Un responsabile interessato dell'autorità antitrust cinese afferma che il governo cinese passerà dal perno sull'esame e approvazione a quello sulla supervisione durante e dopo il processo. Inoltre la realtà dimostra che le indagini antitrust della Cina non sono affatto un' "applicazione selettiva della legge".
Per via del monopolio dei prezzi, il pomeriggio dell'11 settembre, l'Ufficio prezzi della provincia dello Hubei ha inflitto una multa di circa 248 milioni di RMB alla compagnia di vendite della Audi-Volksvagen, e una multa totale di 29 milioni e 960 mila RMB a 8 rivenditori di Audi della provincia.
Quasi contemporaneamente, l'Ufficio prezzi della città di Shanghai ha annunciato una multa di 32 milioni di RMB ai dipartimenti cinesi della Chrysler, mentre 3 agenti della compagnia sono stati condannati ad una multa totale di 2 milioni di RMB. Si tratta di un'altra enorme multa antitrust dopo quella diretta a 12 imprese giapponesi di pezzi di ricambio e componenti.
Dai dati emerge che dall'inizio dell'anno scorso ad oggi, le indagini antitrust della Cina sono passate dai settori delle TV a colori, del latte in polvere e della grappa a quelli delle assicurazioni e del cemento, emettendo 7 multe da più di 100 milioni di RMB, per un totale di oltre 3 miliardi. L'ambito dei settori e delle imprese sottoposte all'antitrust continua ad ampliarsi. Il direttore dell'Ufficio Antitrust del Ministero del Commercio cinese, Shang Ming, ritiene che si tratti di un'esigenza necessaria al decentramento dei poteri e alla trasformazione delle funzioni del governo.
"Gli organismi governativi stanno attuando la trasformazione delle funzioni e la riforma. In passato si previlegiavano l'esame e l'approvazione, invece oggi contano di più la supervisione e il controllo durante e dopo il processo. I principali strumenti per correggere il malfunzionamento del mercato sono la politica di concorrenza e l' antitrust. Nel processo di sviluppo economico e di trasformazione delle funzioni governative, l'antitrust svolgerà un ruolo sempre maggiore, il che è un requisito necessario alla trasformazione delle funzioni governative."
Le autorità cinesi continuano a colpire duramente i casi di monopolio, che hanno visto coinvolte molte multinazionali, come Audi, Qualcomm e Microsoft, il che ha suscitato i dubbi del mondo esterno di un peggioramento dell'ambiente cinese degli investimenti e di una "cacciata" delle aziende straniere. Secondo certi commenti, le operazioni antitrust della Cina sarebbero "applicazioni selettive della legge". Tuttavia, dai dati diffusi lo stesso giorno, emerge che a partire dall'applicazione della "legge antitrust" nel 2008 ad oggi, la Commissione statale cinese per lo Sviluppo e la Riforma ha indagato e punito in totale 335 aziende e associazioni di categoria, delle quali solo 33, ossia il 10%, sono a capitali esteri, mentre le amministrazioni dell'industria e del commercio hanno indagato e punito 2 aziende a capitali esteri, pari soltanto al 5% di tutti i casi trattati. Quindi non è affatto alta la percentuale delle aziende a capitali esteri tra i casi sottoposti all'indagine antitrust della Cina, e la cosiddetta "applicazione selettiva della legge" è una diceria infondata, osserva Xu Kunlin, direttore dell'Ufficio supervisione dei prezzi e antitrust della Commissione statale cinese per lo Sviluppo e la Riforma.
"L'applicazione della legge antitrust parte sempre da azioni di monopolio, le imprese cinesi e straniere sono trattate allo stesso modo, e non esiste affatto il problema della cosiddetta applicazione selettiva della legge. Dai casi pubblicati, tutti possono capire che sono state svolte indagini su tutte le quattro categorie per cui è proibito il monopolio, e queste sono iniziate dalle imprese cinesi, incluse quelle statali, non statali e all'estero.
Anche il lavoro anti-monopolio svolto nei confronti dell'americana Qualcomm attira l'attenzione generale. Le indagini in merito volgono al termine, e sta per iniziare la procedura di punizione. In precedenza, alcuni media stranieri hanno riportato che in Cina, quando sono indagate, le imprese a capitali esteri non hanno degli avvocati e devono esprimersi senza sapere i capi di imputazione. In merito, i responsabili dell'Amministrazione generale cinese dell'Industria e del Commercio e del Dipartimento anti-monopolio della Commissione Statale cinese per lo Sviluppo e la Riforma affermano che ciò non corrisponde alla realtà, e che l'antitrust cinese agisce nello stretto rispetto della legge, garantendo i legittimi diritti delle imprese indagate.
I responsabili sottolineano anche che la Cina non può ignorare il ruolo dei capitali esteri, e neanche escludere le imprese a capitali esteri. In futuro la Cina rilasserà la soglia di accesso per gli operatori stranieri al mercato degli investimenti, ed esplorerà il modello di amministrazione del trattamento nazionale prima dell'accesso e della lista negativa, in modo da ampliare l'apertura all'estero.