Venezia: primo Forum sul cinema cinese
  2014-09-04 14:15:00  cri

 

La sera del 2 settembre, ora locale, al Lido, nel corso del 71° Festival Internazionale del cinema di Venezia si è tenuto il "Forum sul cinema cinese", patrocinato congiuntamente da "Xinhua International", dalla sezione "Giornata di Venezia " del Festival e dall'Associazione dell'Industria cinematografica italiana, e organizzato da "Xinhua International". I temi discussi sono stati due: "La produzione cinematografica cinese e le differenze culturali fra il cinema cinese e occidentale" e "Le caratteristiche e la strategia di sviluppo del mercato cinematografico cinese sullo sfondo della globalizzazione". E' la prima volta per il Festival del cinema di Venezia organizza un forum speciale sul cinema cinese, in cui è stata discussa la coproduzione tra Cina e Italia. I partecipanti ritengono che il rafforzamento della coproduzione sia la tendenza generale, e sperano che in futuro compaiano più film dei due paesi. Il regista e presidente dell'Associazione italiana dei registi e degli sceneggiatori, Maurizio Sciarra, ha definito il forum il "ritorno di Marco Polo".

"La sala piena di grandi personalità cinesi, qui a Venezia, che è pur sempre la patria di Marco Polo, un po' segna un ritorno. Forse il viaggio che Marco Polo fece indietro verso l'Italia, verso Venezia, fu un viaggio in cui portò degli oggetti cinesi importanti, simbolo della cultura cinese. Oggi in questo che viene ritenuto a ragione dai nostri ospiti cinesi un tempio della cinematografia mondiale, ma italiana soprattutto, ecco che arrivano materialmente i rappresentanti del cinema cinese a discutere e a confrontarsi con noi. È un successo di tutte e due le sponde delle due civiltà. E' un successo essere qui e continuare questa volta in Italia un dialogo che abbiamo cominciato in Cina un po' di anni fa."

Secondo quanto appreso, Cina e Italia hanno firmato da tempo un accordo sulla coproduzione di film e nel giugno scorso hanno firmato le norme di attuazione. Il produttore dell'Associazione dell'Industria cinematografica italiana, Conchita Airoldi, ha detto:     

"Noi ci teniamo moltissimo a portare avanti questo rapporto con i cinesi e abbiamo firmato finalmente il nostro accordo di coproduzione qualche mese fa fra Italia e Cina, per cui diciamo che siamo sulla rampa di lancio e stiamo per fare lo start-up".

Il produttore di "Epoca d'oro", film di chiusura del Festival di Venezia, Tan Hong, afferma che l'Italia è la pioniera del Rinascimento e ha un profondo sostrato, per cui vale la pena produrre dei film insieme.    

"La Cina e l'Italia vantano entrambe un'antica cultura, quindi la coproduzione presenta delle basi culturali, e possono nascere delle ottime cose. Penso che sempre maggiori coproduzioni siano favorevoli ad entrambi. Il continente cinese è un enorme mercato. Al botteghino abbiamo 2 miliardi di yuan da "Transformers 4 " e centinaia di milioni dai film nazionali, il che significa che possiamo spendere di più per girare dei film migliori. Penso che lo stesso valga per l'Italia: la coproduzione con la Cina potrebbe diventare un'importante fonte di profitti. Il cinema di per sé è un vettore culturale, non solo un prodotto, quindi può promuovere gli scambi culturali, e produrre scontri, ma anche profitti."

Il registra italiano Giuliano Montaldo 32 anni fa ha girato il film "Marco Polo", con la partecipazione della parte cinese. Quanto alla riduzione delle coproduzioni, egli afferma:    

"La crescita del cinema cinese da allora, parlo di 32 anni fa, a oggi, è straordinaria. Il film è stato possibile, e poi venduto in 74 paesi del mondo, il 'Marco Polo'. Come mai si facevano così tante belle coproduzioni una volta, e oggi, se ne fanno sempre meno? E' una domanda che mi pongo, e dovete porvela anche voi. Le storie ci sono, è l'euro che manca".   

Quanto alle coproduzioni, il governo italiano ha una politica di sostegno corrispondente. Il produttore Conchita Airoldi ha spiegato:   

"Noi abbiamo tax credit in Italia, che per altro sta funzionando molto bene. Nel momento in cui si fa una coproduzione, il film, magari maggioritario cinese, che viene a girare in Italia, diventa un film anche italiano se in coproduzione, per qui può accedere a tutti gli incentivi di un film italiano. "

Il regista Maurizio Sciarra ritiene che i due paesi abbiano molte storie da valorizzare, per cui è ottimista sul futuro delle coproduzioni fra Cina e Italia.     

"Forse le opportunità nascono e diventano ancora più belle quando ci sono difficoltà. Quando tutto è facile, forse si perde anche il gusto di lavorare. Quindi questa sfida che stiamo intraprendendo è cosi alta e apparentemente cosi difficile che secondo me darà poi i risultati migliori." "

   

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