Recentemente, con l'aiuto dei raid aerei Usa, il quadro della resistenza della regione curda dell'Iraq alle milizie estremiste dello "Stato Islamico" è migliorato, e le milizie curde stanno progressivamente recuperando i territori occupati. Pochi giorni fa hanno riconquistato la diga di Mossul. Tuttavia, in questo processo, la decisione di alcuni paesi di fornire armi alla regione curda induce i timori degli analisti iracheni.
Nel giugno scorso, le milizie estremiste dello "Stato Islamico dell'Iraq e del Levante", ora autoproclamatosi "Stato Islamico", hanno conquistato rapidamente molte parti del nord-ovest dell'Iraq, ma prima che attaccassero la regione curda, la comunità internazionale, in particolare Usa e Gran Bretagna, non è intervenuta, limitandosi a delle condanne verbali, e concentrandosi invece sul ricambio del governo iracheno.
In seguito l'organizzazione estremista ha attaccato la regione curda, minacciando il capoluogo Erbil, il che ha provocato la fuga di un gran numero di yazidi e di cristiani, e innescato una nuova crisi umanitaria. Dopo l'inizio dei raid aerei degli Usa, l'Onu, la Gran Bretagna, la Francia e altri paesi hanno ampliato il margine dell'assistenza ai rifugiati della regione. Il 19 agosto, l' Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha annunciato l'inizio di un importante progetto di aiuti umanitari a centinaia di migliaia di profughi iracheni. La regione curda e il governo centrale iracheno, fra cui in precedenza esistevano molte contraddizioni dovute a motivi politici, hanno ricominciato a cooperare militarmente per colpire insieme le milizie dello "Stato Islamico", e recentemente hanno riconquistato la diga di Mossul, di fondamentale valore strategico.
L'analista politico iracheno, Ahmed Alsaady, si dice lieto di questa cooperazione.
"L'ultima fase della cooperazione è ottima. Siamo molto lieti di questa cooperazione, perché nei momenti di pericolo bisogna cooperare per resistere insieme alle crisi. Secondo me, sia per il governo centrale iracheno che per il governo della regione autonoma curda, la lotta congiunta alle milizie dello 'Stato Islamico' è una saggia decisione."
Tuttavia Alsaady osserva che l'assistenza militare di certi paesi alla regione curda potrebbe provocare dei nuovi problemi. Egli definisce delle iniziative altamente umanitarie i soccorsi di Gran Bretagna, Usa, ecc. ai residenti assediati o ai profughi di diverse fedi religiose, ma se si passa agli aiuti militari o di armamenti, nascono dei problemi.
"Se altri paesi, a quanto ne so, come Italia, Usa e Gran Bretagna, vogliono fornire equipaggiamenti militari alle milizie locali curde, nel frattempo devono anche aiutare il governo centrale iracheno, perché sarebbe un grave errore armare una parte di questo paese, ignorando le altre. Quindi devono anche aiutare il governo centrale. In particolare Usa e Iraq hanno ancora una serie di accordi di cooperazione, che comprendono l'aspetto della difesa della sicurezza."
In realtà, non solo Alsaady, ma anche molti residenti di Baghdad sono scontenti del fatto che gli aerei americani aiutino solo la regione curda, tralasciando le altre zone dell'Iraq. Quanto all'aumento delle possibilità di indipendenza della regione curda, una volta ottenuta una grande quantità di armi, egli afferma:
"I curdi dicono sempre di sperare di costituire uno Stato indipendente, ma adesso non hanno la forza sufficiente per farlo. Ma una volta ottenuti degli aiuti militari, avranno la capacità di trasformare l'ideale in azione concreta".
Secondo Alsaady, la regione curda dispone ormai di molti poteri autonomi, e in realtà anche i curdi hanno molto bisogno del sostegno del governo centrale. Egli sottolinea che per le forze esterne, fornire armi soltanto alla regione curda sarebbe una cosa estremamente sbagliata e pericolosa.