Cameron: le organizzazioni estremiste irachene minacciano la sicurezza della GB
  2014-08-18 15:15:56  cri

 

Il 17 agosto il premier britannico David Cameron ha pubblicato un articolo, secondo cui le sfrenate attività delle organizzazioni estremiste irachene costituiscono una minaccia diretta e mortale per la sicurezza della Gran Bretagna, per cui occorre stabilire una strategia a lungo termine per farvi fronte.

L'articolo pubblicato da Cameron sul "Sunday Telegraph" afferma che dopo la recessione economica e un lungo periodo di coinvolgimento nelle guerre in Afghanistan e in Iraq, è normale che la società britannica sia dubbiosa circa un nuovo coinvolgimento nei conflitti. In merito all'attuale situazione in Iraq, anche lui è d'accordo che la Gran Bretagna deve evitare di inviare delle truppe, ma deve anche capire che il luminoso futuro perseguito dal paese necessita di una programmazione della sicurezza e dell'economia a lungo termine. Solo ricorrendo a tutti gli strumenti, compresi l'assistenza, la diplomazia e l'ambito militare, si può realizzare la sicurezza, e rendere il mondo più stabile. Cameron aggiunge che naturalmente la missione prioritaria della Gran Bretagna è affrontare la crisi umanitaria in Iraq e partecipare alle iniziative di assistenza internazionale. Ma questo non basta, occorre una risposta più ampia negli aspetti politico, diplomatico e della sicurezza. Bisogna capire che stiamo affrontando delle forze estremiste condannate da tutte le religioni, la cui influenza copre il mondo intero. Gli attacchi aerei non bastano a sradicarle, ma è necessario un piano a lungo termine energico, intelligente e paziente.

Cameron indica che lo "Stato Islamico dell'Iraq e del Levante" è un'organizzazione terroristica estremamente pericolosa. Ma questo non è affatto un problema così remoto per la Gran Bretagna. Se non adotta delle iniziative, dopo che si sarà rafforzato, la Gran Bretagna avrà di fronte uno Stato terrorista e la sua sicurezza sarà minacciata. Dice chiaramente che se in Gran Bretagna qualcuno tiene alta la bandiera di un'organizzazione estremista o recluta dei combattenti, viene arrestato. Alcuni analisti indicano che il vero intento di Cameron è separare le attuali iniziative del governo dalla guerra in Iraq di 10 anni fa, sottolineando che la politica del governo corrisponde all'interesse nazionale

La Gran Bretagna è continuamente afflitta da attività terroristiche. Negli ultimi anni, circa 400 cittadini britannici hanno raggiunto le zone di guerra in Iraq e in Siria per partecipare ai combattimenti. Alcuni postano anche dei video sui social media che chiamano i giovani britannici a partecipare. La polizia britannica ha arrestato 69 persone sospette di aver partecipato ai combattimenti in Siria. L'intera società si dimostra inquieta per questa situazione. Il vescovo di Leeds, Nicholas Baines, afferma che mentre le forze estremiste islamiche si espandono in tutto il mondo, non si vede che il governo britannico abbia una strategia coerente e generale e reagisca in modo tempestivo ed efficace alla situazione in Iraq.

Il generale in pensione, Richard Shirreff, afferma che il governo cerca di evitare di inviare delle truppe di terra in Iraq nel timore di perdere le elezioni generali dell'anno prossimo. Ma l'ex responsabile del dipartimento anti-terrorismo dell' MI6 (Secret Intelligence Service), Richard Barrett, avverte che l'intervento nella situazione irachena e l'offerta di equipaggiamenti militari ai curdi costringerebbero i terroristi di Al Quaeda e dello "Stato islamico dell'Iraq e del Levante" ad coalizzarsi, per cui l'Occidente avrebbe di fronte una minaccia ancora maggiore. Anche se i paesi occidentali sconfiggessero in battaglia le organizzazioni terroristiche irachene, il problema non sarebbe immediatamente risolto. Molti guerriglieri tornerebbero nei propri paesi e continuerebbero a combattere. Se gli estremisti vincessero la guerra, eserciterebbero il loro potere in un modo ancora più sfrenato. I paesi occidentali hanno quindi di fronte questo arduo dilemma.

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