Turchia: decisa condanna all'attacco israeliano contro Gaza; "congelate" le relazioni tra Turchia e Israele
  2014-07-22 16:44:28  cri

Sin dall'inizio dell'attacco di Israele contro Gaza - e in particolare il 20 luglio - le truppe israeliane hanno condotto operazioni militari terrestri che hanno provocato un gran numero di morti tra la popolazione civile palestinese. A seguito di questi eventi, la Turchia ha condannato con fermezza Israele, e in diverse regioni della Turchia ci sono State delle manifestazioni contro lo stato ebraico. Negli ultimi giorni, la Turchia ha ripetutamente stigmatizzato il comportamento israeliano, che ha portato a "congelare" le relazioni bilaterali, e che prima sembravano tendere ad un miglioramento.

Il 21 luglio, il Ministero degli Esteri turco ha espresso decise parole di condanna nei confronti dell'attacco israeliano contro Gaza, e dell'atroce massacro dei palestinesi. Secondo quanto dichiarato, l'operazione militare, condotta il giorno precedente avrebbe provocato oltre 60 morti – inclusi dei bambini - 400 feriti, e più di 35.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case.

Di recente, i leader della Turchia hanno più volte espresso la loro insoddisfazione e lanciato accuse a Israele. Il premier turco, Recep Tayyip Erdoğan, ha affermato che quest'operazione militare è in realtà un "genocidio" condotto ai danni dei palestinesi. Durante il precedente incontro con il suo omologo palestinese, Mahmoud Abbas, in visita in Turchia, il presidente turco, Abdullah Gül, ha affermato che Israele dovrà sospendere gli attacchi aerei e terrestri, e che soltanto i negoziati – in un quadro comune tra le due parti - potranno evitare la morte di un numero ancora maggiore di palestinesi innocenti. Il 20 luglio, il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoğlu, ha affermato che le operazioni militari israeliane sono destinate a fallire, e che la Tuchia sostiene con fermezza la lotta del popolo palestinese, invitando le due parti a sospendere gli scontri il prima possibile. Secondo quanto dichiarato da Davutoğlu, la Turchia farà ogni sforzo per mediare la situazione.

Inoltre, in diverse regioni della Turchia, ci sono state manifestazioni contro l'attacco israeliano a Gaza. Nella capitale, Ankara, e nella maggiore città, Istanbul, i manifestanti si sono riuniti davanti alle porte dell'ambasciata e del consolato generale israeliani in Turchia, tenendo in mano striscioni che riportavano scritte come "il popolo turco saluta il popolo palestinese" e "Israele è un assassino". Ci sono stati poi dei lanci di pietre contro gli organi rappresentativi israeliani, sulle cui porte sono state appese delle bandiere palestinesi. In alcune regioni si sono verificati scontri ancora più violenti.

A fronte di queste accuse, le relazioni tra Israele e Turchia sono ora in una fase di "congelamento". Nel maggio del 2010, le truppe israeliane avevano intercettato una nave-soccorso turca, la "Mavi Marmara" diretta a Gaza, causando 9 morti, tra cui 8 turchi e un turco-americano. Immediatamente, da parte turca, c'è stata la richiesta di scuse e di un risarcimento, rifiutata da Israele. Di seguito, la Turchia ha annuciato l'abbassamento della rappresentanza diplomatica israeliana sul suo territorio al livello del secondo segretario, e da quel momento le relazioni tra i due paesi hanno raggiunto il livello più basso.

Grazie alla mediazione USA, nel marzo del 2013, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha presentato le sue scuse in merito all'incidente della "Mavi Marmara", accettate dalla Turchia. Nel febbraio del 2014, il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoğlu, ha affermato che Turchia e Israele avrebbero ripreso al più presto la via della normalizzazione delle relazioni bilaterali. Due mesi più tardi, ad aprile, le due parti avevano raggiunto un accordo sul risarcimento, e Israele aveva affermato che avrebbe offerto aiuto in seguito all'incidente minerario di Soma, tutto questo a simboleggiare l'ormai avvenuta normalizzazione delle relazioni bilaterali.

Tuttavia, a causa dei recenti attacchi condotti dalle truppe israeliane contro Gaza, la forte insofferenza e le manifestazioni popolari hanno condotto le relazioni bilaterali tra i due paesi – che prima sembravano tendere ad un miglioramento – in una situazione di stallo. Il 18 luglio, in una nota, il ministero degli Esteri israeliano ha affermato che i cittadini israeliani e i loro familiari presenti in Turchia possono scegliere di tornare in patria, e ha annunciato un ridimensionamento dei rapporti diplomatici. Il 20 luglio, il ministero degli Esteri israeliano ha chiesto ai cittadini di non recarsi in Turchia se non in caso di necessità, e di tenersi lontani dalle manifestazioni.

Secondo l'opinione pubblica turca, la condanna e l'atteggiamento intransigente della Turchia nei confronti dei continui attacchi condotti da Israele, renderanno le relazioni tra i due paesi ancora più tese. Come ha detto di recente il premier turco Erdoğan, se Israele continuerà ad attaccare Gaza, sarà impossibile che i rapporti tra i due paesi tornino normali.

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