Hamas: dieci condizioni per l'armistizio
  2014-07-17 16:17:17  cri

Il 16 luglio, ora locale, si è entrati nel 9° giorno delle azioni militari "Operazione Margine di protezione" israeliana contro Gaza, in cui il numero dei morti ha già raggiunto 220 persone. Lo stesso giorno, Hamas, l'organizzazione palestinese per le attività anti-islamiche che controlla la striscia di Gaza, ha proposto dieci condizioni per un armistizio di dieci anni con la parte israeliana, mentre quest'ultima ha concordato con la proposta di cessate il fuoco dell'Onu per motivi umanitari. Inoltre, il presidente palestinese, Mahmoud Abbas, si è recato in Egito il giorno stesso per impegnarsi per ottenere la tregua. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato che i conflitti regionali potrebbero ottenere una risoluzione a lungo termine solo se venissero rimosse le truppe dalla striscia di Gaza.

Il 16, il Hamas e l'Organizzazione islamica Jihad hanno consegnato una bozza della tregua con Israele, in cui hanno affermato che se la parte israeliana rispetterà le dieci condizioni, le due organizzazioni acconsentiranno a firmare un armistizio di 10 anni. Il contenuto approssimativo di alcune delle condizioni è il seguente: Hamas richiede alla parte israeliana di liberare tutti i palestinesi arrestati dopo il rapimento e l'omicidio dei tre ragazzi verificatosi a giugno scorso; di eliminare il blocco della striscia di Gaza, compresa la riapertura del punto di verifica di confine per il transito di civili e merci, l'apertura di un aeroporto internazionale e di un porto sotto la supervisione e la gestione dell'Onu; l'armistizio di 10 anni nella striscia di Gaza, il cui spazio aereo deve essere chiuso agli aerei israeliani; e il divieto di interferire negli affari interni palestinesi.

Sempre il 16 luglio al Cairo, il presidente palestinese Abbas ha incontrato il suo omologo egiziano, Abdel Fattah el-Sisi, e l'alto funzionario di Hamas, Sami Abu Zuhri. Inoltre, Abbas ha avuto una conversazione telefonica con Khaled Mashal, il leader dell'Organizzazione con sede nel Qatar, per convincerlo ad accettare la proposta della tregua. Egli ha inoltre in programma di recarsi in Turchia impegnandosi per concludere le ostilità tra Gaza e Israele. Tuttavia, il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, richiede ad Abbas di rispettare la resistenza dei palestinesi.

La sera del 16 luglio, Israele ha affermato che dopo il rifiuto di Hamas alla proposta di armistizio, un funzionario delle Nazioni Unite ha proposto di cessare il fuoco e di adottare misure di assistenza umanitaria a Gaza, a cui Israele ha già acconsentito. La proposta entrerà in vigore tra le 10 e le 15 del 17 luglio, ora locale.

Il giorno stesso, il Ministro della Giustizia israeliano, Tzipi Livni, ha affermato che, se Gaza continuerà gli attacchi missilistici contro Israele, non ci sarà altra scelta che intraprendere un attacco terrestre. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito che Israele continuerà a salvaguardarsi fino alla realizzazione della pace. Egli ha dichiarato che il rifiuto di Hamas dimostra la chiusura della porta di risoluzione diplomatica dei conflitti, per cui Hamas e' l'unico responsabile del prolungamento dei conflitti. La rimozione delle truppe dalla striscia di Gaza è una parte importante per risoluzione dei conflitti regionali e il mantenimento di una pace duratura, ma attualmente, Israele deve adottare le misure necessarie per proteggere i suoi cittadini.

Inoltre, il gabinetto israeliano ha approvato lo stesso giorno l'aggiunta di 8000 militari di riserva, pertanto il volume totale delle convocazioni ha raggiunto 56000 militari, tuttavia, il premier Netanyahu non ha espresso chiaramente se le operazioni militari volgono a un epilogo o sono in procinto di un attacco.

Nei 9 giorni dell'"Operazione di Margine di Protezione", le truppe israeliane hanno compiuto più di 1800 attacchi aerei, provocando almeno 220 morti e più di 1500 feriti. Attualmente, gli ospedali della striscia di Gaza sono già sprofondati in un grave deficit di medicinali e apparecchiature mediche. Nel frattempo, il 15 luglio, gli attacchi nella striscia di Gaza hanno causato la morte di un cittadino israeliano.

Il 16 luglio, le truppe israeliane hanno richiesto ai 100 mila abitanti del nord-est della striscia di Gaza di evacuare le proprie abitazioni, ma il numero degli abitanti evacuati è ancora limitato. Hamas ha affermato che questa mossa è una parte della guerra psicologica elaborata da Israele, pertanto richiede ai cittadini di Gaza di ignorare l'ordine.

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