Il 4 luglio, il caso del rifiuto del permesso di atterraggio e transito del proprio spazio aereo da parte di alcuni paesi europei nei confronti dell'aereo presidenziale boliviano, ha assistito ad un'esclation. Il governo della Bolivia ha chiesto i danni ai paesi europei coinvolti, e molte nazioni sudamericane, insieme alla Russia, hanno espresso condanna e dispiacere per quanto si è verificato.
Alle prime ore dello stesso giorno, dopo il suo arrivo a La Paz, il presidente boliviano, Juan Evo Morales Ayma, ha dichiarato ai media che la Bolivia è un Paese sovrano che non si piegherà mai a alcuna minaccia o provocazione esterna.
Di fronte a questo caso, i leader di diversi paesi sudamericani hanno espresso la loro indignazione e hanno inteso tenere, il 4 luglio, una riunione provvisoria a Cochabamba, in Bolivia, in cui discutere delle misure da adottare in risposta.
Il 4 luglio, il ministero degli esteri russo ha indicato che il respingimento del permesso di atterraggio e transito del proprio spazio aereo da parte di alcuni paesi europei, nei confronti del volo charter del presidente boliviano è un atto non amichevole sia per Bolivia che per la Russia.