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"L'altopiano del Loess è diventato verde!" -- In visita al villaggio di Aiyaocun
2008-11-25 16:50:30 cri     
Aiyaocun è un piccolo villaggio aggrappato sull'altopiano del Loess, nel centro della provincia nord-occidentale cinese dello Shaanxi, la terra che nei secoli ha alimentato le arti delle ombre cinesi e delle carte ritagliate, resa famosa da film come "Terra gialla", di Chen Kaige, "Vecchio pozzo", "Judou" e altri film di Zhang Yimou. Sperduto nell'altopiano, fino a una trentina di anni fa raggiungibile solo a piedi su stradine di montagna, Aiyaocun può essere visto come un simbolo dei cambiamenti in atto in Cina dopo il 1978, anno del decollo della politica di riforma e apertura, che l'hanno portato a vivere delle storie straordinarie. L'abbiamo raggiunto il 3 novembre scorso provenienti dal Mausoleo dell'Imperatore Giallo, non più a piedi lungo stradine di montagna, ma su strade asfaltate circondate da frutteti di mele, alberi di querce, noci e cachi colmi di frutti, mentre nei campi spiccavano le stoppie secche del mais ormai raccolto. "L'altropiano del Loess è diventato verde!" ? così hanno esclamato felici alcuni di noi, testimoni diretti dell'aridità ed estrema povertà di questi monti in passato. E questo era solo l'anticipo dei molti cambiamenti che avremmo visto nel villaggio.

Amici ascoltatori, avete ascoltato un'aria tipica dell'altopiano del Loess, nello stile Xintianyou, dai toni alti e possenti, con cui gli arditi abitanti un tempo sconfiggevano la solitudine pascolando le pecore e le capre lungo i pendii dei monti, e che cantavano nelle serate d'inverno, per far passare il tempo, e durante le festività. Una cosa interessante è che il ritmo del canto è scandito dalla ripetizione dei termini, un'abitudine che i locali hanno anche nel parlare quotidiano e che lo rende molto colorato.

Ora ritorniamo al nostro villaggio di Aiyaocun, che comprende 107 famiglie, per un totale 410 persone, tutte di cognome He.

Questa è la registrazione dei saluti e delle gioiose esclamazioni con cui siamo stati accolti all'ingresso del villaggio dai contadini locali, molto emozionati. Perchè? Perchè per alcuni membri anziani del nostro gruppo si trattava di un ritorno a casa, in famiglia, per così dire, avendo vissuto e lavorato qui nei lontani anni Settanta, quando erano dei giovani studenti di città. Ed infatti la scritta di benvenuto che campeggiava in un cortile diceva proprio così: "Benvenuti a casa dai parenti!", visto che in Cina l'apprezzamento per una persona si esprime con appellativi riservati ai familiari.

Da qualche anno le famiglie locali si sono insediate in cima ad un pianoro, in belle case di mattoni ad un piano, ma nello stile delle precedenti case-grotte che hanno ospitato per generazioni la gente dell'altopiano del Loess. Gli ampi cortili di fronte ospitano orti e, al tempo della nostra visita, distese di pannocchie di mais messe a seccare, mucchi di mele riparate da teloni, pronte per l'inverno, alberi di cachi maturi di un bel colore arancione, pozzi per l'acqua e le cisterne del biogas, una vera novità. Un'anziana donna del villaggio ci ha detto: è comodissimo, basta girare la manopola e posso cucinare, senza sporcare. Nel villaggio abbiamo quasi tutti questo fornello, solo i tradizionalisti non accettano questa novità, trovando strani ed inutili la fossa del biogas ed il fornello. Produciamo biogas con lo sterco di polli e maiali, che così non viene sprecato.

La stanza è dominata da un ampio letto di mattoni collegato ad un forno a carbone, prima utilizzato per cucinare, e che ora serve per riscaldare il letto durante l'inverno, una delle caratteristiche delle case-grotte dell'altopiano. Accanto ho anche notato un grosso apparecchio TV, sistemato su un mobile in legno nero dipinto con motivi floreali, ed un frigorifero, che la donna dice regalato dalla figlia sposata in città.

Cari amici, forse non vi sareste mai aspettati di sentire che uno sperduto villaggio del nord-ovest della Cina, che riceve poche visite di estranei, figurarsi di stranieri, registri uno sviluppo del genere, con case nuove, TV e frigoriferi. Per non parlare dei computer di cui vi parleremo fra poco. Si tratta di un piccolo specchio del recente cambiamento in atto nelle campagne cinesi al seguito della politica di riforma e apertura. Infatti i trent'anni di applicazione di questa politica, iniziata proprio nelle campagne, precisamente della provincia centrale dell'Anhui, sono evidenti non solo nelle città, ma anche nelle zone rurali, tradizionalmente più povere ed arretrate.

Come vi ho detto all'inizio del programma, il villaggio di Aiyaocun si trova nell'arido altopiano del Loess, una formazione calcarea arida, con profonde vallate, in cui l'uomo ha cercato di sopravvivere nei secoli terrazzando i pendii e coltivando mais, miglio, fagioli, giuggiole, mele e noci, con magri raccolti per via della cronica mancanza d'acqua. Il tufo delle pareti montane ha tuttavia offerto semplici ed economici ripari alla popolazione, che vi ha creato delle case-grotte dal soffitto ad arco, calde d'inverno e fresche d'estate, con all'interno i tipici letti di mattoni riscaldati dal forno della cucina. La parete esterna è occupata da una porta e da un'ampia finestra dai riquadri in legno, un tempo ricoperti di carta oleata bianca per proteggere dal freddo, e su cui per il capodanno lunare si attaccavano delle rosse carte ritagliate, con motivi augurali. Le grotte sono spesso affiancate l'una all'altra lungo un ripiano sul pendio, che serve da aia per far seccare i cereali, ospitando diverse generazioni di una famiglia, con la cucina, il magazzino, ecc.

In questo contesto è nata una speciale cultura folcloristica, caratterizzata dai canti Xintianyou, che avete ascoltato, dalle carte ritagliate, e dalle danze col tamburo, il cui rombo percorre le valli, arrivando fino in cielo.

Ad Aiyaocun si posono ancora vedere le vecche case-grotte, ora diroccate lungo i pendii, che un tempo ospitavano le famiglie, ed anche una piccola scuola elementare. In futuro i pendii verranno risanati, mettendo a dimora delle piante. Il trasferimento della popolazione risale infatti solo a qualche anno fa.

Gli anziani contadini locali indossano ancora le giacche blu "Zhongshanzhuang", col colletto alto, in voga anni fa, ed hanno visi forti e bruciati dal sole, dopo una vita di arduo lavoro nei campi. Naturalmente si dimostrano tutti molto soddisfatti della vita attuale, osservando che mai avrebbero immaginato un tale cambiamento, presentandoci con orgoglio le loro case nuove, ed offrendoci mele, tè e vino di cereali, espressione del massimo rispetto per l'ospite. Noi proveniamo dalla lontana Beijing, posta a oltre 1000 km di distanza, e secondo un detto cinese: "Non c'è gioia maggiore di un amico che viene in visita da lontano", quindi si può immaginare la gioia e l'orgoglio dei locali nell'accoglierci.

In una famiglia del villaggio, siamo stati invitati a un ricco pranzo sull'aia. Ecco l'animata atmosfera sull'aia, con l'arrivo di Shuiniu, un contadino conosciuto da alcuni anziani del nostro gruppo. Naturalmente il piatto forte sono state le fettuccine di grano fatte in casa dalle donne con un rustico attrezzo sistemato su una panchina di legno. Infatti, vista la mancanza di riso, nella zona si consuma pasta di vari tipi di cereali. Ci sono stati servite anche patate, zucche, fagioli, verdure selvatiche, panini di mais e di grano saraceno, un tempo il cibo principale, e carne di coniglio, di maiale e pollo, il tutto ricoperto da strati di rossi peperoncini che rendevano il gusto decisamente piccante. Nell'altopiano del Loess, dove ci troviamo, questi peperoncini di produzione locale sono sistemati in lunghe filze ed appesi a seccare al sole nei cortili delle case, diventando una scena tipica della zona.

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