Yi Sicheng parla di "Yunfest" – il festival di cinema multiculturale dello Yunnan (3)
  2014-12-10 16:40:06  cri

Terza parte: Estetica

Lo Yunnan è una regione sudoccidentale della Cina, ricca di culture e tradizioni costantemente rielaborate in chiave moderna. Alessandra Madella, una dottoressa italiana che insegna storia del cinema presso il College artistico professionale di Kunming, ha deciso di partire alla scoperta del variegato panorama dei documentari sulle minoranze etniche della regione. L'accompagna in questa avventura un'amica cinese, la giovane architetta e aspirante documentarista Zhang Nanxi. Le loro domande intendono costruire un ponte tra le varie culture europee e cinesi, presentando nel modo più ampio possibile l'attivissimo mondo di produzione e fruizione di documentari nelloYunnan. YiSicheng, che è il presente curatore di Yunfest e ha un dottorato tedesco, ha gentilmente accettato l'invito a inaugurare queste interviste.

Nella terza parte dell'intervista si parla della visione estetica del festival e del cinema indipendente cinese.

Alessandra Madella

D: Alessandra Madella e Zheng Nanxi

Zheng Nanxi

Y: Yi Sicheng

 

D: Lei ha detto che per molti cineasti indipendenti cinesi lo scopo più importante è "l'espressione di sé". Parla dello stile? O del fatto che non si può non parlare di sé, anche quando si rappresenta il mondo?

Y: Se guardate il panorama completo dei documentari indipendenti, vedete che tutti i loro film presi insieme formano come una "storia documentaria". Dal punto di vista del contenuto, documentano tutto quanto è successo nella nostra società negli ultimi trent'anni. Affrontano ogni tema importante, ogni problema sociale o evento decisivo, come la diga delle Tre Gole. E mostrano le emozioni e i rapporti interpersonali nella vita privata e familiare. Nelle loro opere potete trovare un quadro completo della Cina di oggi, dipinto in modo spettacolarmente ricco e ampio. Questa ampiezza di visione dipende dai diversi caratteri dei cineasti, dalle loro diverse identità e percorsi culturali.

D: Non sembra così essenziale per lei che un documentarista lo sia di professione o meno.

Y: Sì, in genere non è essenziale. Non è il mio criterio di valutazione. Molti buoni film sono realizzati da amatori. Lo si vede molto spesso nel nostro mondo. Ma questo non significa che i registinon diano importanza al linguaggio cinematografico. Al contrario, hanno diversi modi di intendere il linguaggio filmico, perché i documentari indipendenti sono un'estensione delle loro ricerche precedenti. Alcuni erano pittori, musicisti, intellettuali o ricercatori culturali. Di colpo, filmare diventa un modo di perseguire lo stesso scopo in forme differenti. Per questo i film indipendenti cinesi sono così interessanti. Ma è vero solo per i cineasti maturi, che realizzano dei buoni film con coscienza

D: Nanook di RobertFlahertyera molto importante per cineasti indiani come RitwikGhatak, perché vi vedevano un buon regista che amava davvero il popolo che voleva rappresentare. C'è un film che sia egualmente importante per lei e che possa usare come riferimento quando parla con altri cineasti cinesi?

Y: Certo, Nanook del nord è un classico che ha aperto nuove strade al cinema documentario. Ma non lo trovo nuovo o interessante dal punto di vista del linguaggio cinematografico. Conoscete documentari cinesi come A ovest dei binari(Tiexiqu; reg. WangBing), o La clinica di campagna del dottor Ma (; reg. Cong Feng), Sally Tong (reg. LinXin) o Bing'ai? Questi registi indipendenti parlano del contesto contemporaneo. Cercano un modo di rappresentare la vita quotidiana in una forma d'arte chiamata film, con la sua lingua specifica.

D: Sembra che cerchiate valori simili ai registi della nouvelle vague: la vita quotidiana e una nuova lingua filmica per rappresentare tutto quanto li circonda, dai temi sociali più scottanti all'intimità.

Y: Molti documentaristi tornano semplicemente alla vita quotidiana. Non usano nessun commento o narrazione per imporre alcuna idea. Vedete quello che vedete e dovete essere voi a formarvi un vostro giudizio.

D: Quindi guardare questi film è un'educazione al giudizio. Si impara a pensare in modi diversi.

Y: Sì, questo definisce in nocciolo la nostra ricerca. Come lo stile: forte in un lungo periodo. Immaginate che migliaia di cineasti indipendenti facciano seriamente questo tipo di cinema in ogni parte della Cina, documentando ogni strato della vita. Se mettete tutti questi film insieme, potete vedere il quadro intero.

D: Come i ricercatori della Biblioteca nazionale francese nel documentario di Alain ResnaisTutta la memoria del mondo. Ognuno sta nel proprio piccolo angolo, immerso nelle proprie ricerche, ma insieme formano come un grande cervello, in grado di ricostruire il nostro mondo complesso e frammentato.

Direbbe che cerca film che rappresentano contraddizioni?

Y: Non è necessario che rappresentino contraddizioni, ma devono servire uno scopo più alto. Devono mostrare la vera vita. Chi vivrà tra cent'anni potrà sapere esattamente come vivevano gli uomini di adesso, che cosa dovevano affrontare e come pensavano, semplicemente guardando questi film. Tanto potente è il documentario!

Questi cineasti indipendenti esplorano nuove vie in termini di linguaggio cinematografico. Lavorano fuori da ogni sistema. Non sono legati a governo, film commerciali, università o televisione. Si portano dietro diversi percorsi, identità e nutrimenti culturali dalle opere letterarie che hanno letto e dai film che hanno visto. Non devono seguire nessun modello nei loro film. In qualche modo possono essere liberi.

D: Il valore di testimonianza e il valore di libertà. Sono questi i valori più importanti in un film?

Y: È interessante quando una generazione di cineasti fa dei film in questo modo : che potenziale abbiamo.

D: I termini "quinta generazione" o "sesta generazione" hanno un senso per i cineasti cinesi?

Y: I termini "quinta generazione" o "sesta generazione" sono delle comuni etichette che i critici usano sempre per descrivere quello che vedono in Cina. Ma descrivono soprattutto fiction e film prodotti per l'industria cinematografica. Non sono tanto applicabili ai documentari. Certo, le opere di JiaZhangke comeXiaoWuhanno influenzato molti cineasti indipendenti, che si sono riconosciuti nella sua particolare visione estetica.

"Generazione" per me significa i cineasti indipendenti che vivono in un certo periodo, e che esplorano la propria condizione rappresentando la vita a loro contemporanea. Alcuni di loro traducono il desiderio di rappresentare questi temi in un nuovo linguaggio filmico.

D: Che criteri usate per selezionare un film per il festival?

Y: Cerchiamo di situare i molti film che guardiamo nel contesto sempre in evoluzione del cinema indipendente. Da una parte, vogliamo qualcosa di nuovo e senza precedenti. D'altra parte, guardiamo i tratti principali in termini di stile e contenuto. Non dobbiamo veramente conoscere il contesto particolare da cui viene un film, ma dobbiamo capirne lo stile.

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