L'incontro tra le canzoni tradizionali cinesi e italiani, e il debutto della canzone romana in Cina
  2015-03-20 09:48:36  cri

Giulia: Gli stornelli romani si inseriscono nel panorama della musica popolare italiana con una caratteristica precisa, lo "sfottò" (prendere in giro) e la saggezza popolare dei proverbi. Venivano cantati nelle osterie, ma anche dalle donne da balcone a balcone e dai carcerati di Regina Coeli. La loro genuinità rimase intatta fino alla fine dell'Ottocento. In questo periodo iniziarono a essere oggetto di ricerche e trascrizioni. Ma è nell'Italia del dopoguerra e nei vari festival della canzone, a cui parteciparono interpreti nel cui repertorio troviamo gli stornello, che questo tipo di espressione popolare romana acquista fama e grande diffusione in tutta Italia; gli stornelli diventano così simbolo di un romanesco unificatore dal punto di vista linguistico e delle gite "fuori porta" degli italiani negli anni '50. Tutto ciò si verifica soprattutto con la comparsa in televisione di alcuni grandi interpreti.

Fei: Lo sviluppo della storia della musica ci fa capire che singoli compositori o musicisti hanno sempre rivestito un ruolo chiave, infatti sono stati sempre in molti a impegnarsi nella promozione della musica tradizionale. Negli ultimi dieci anni, Elena Bonelli è andata in Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti, e molti altri paesi nell'America del Sud, esibendosi al pubblico nella canzone romana. E con l'accompagnamento dell'orchestra, il fascino della canzone romana non è inferiore a quello della canzone napoletana.

Giulia: E prima di Elena Bonelli, anche altre due cantanti romane, Anna Magnani e Gabriella Ferri, hanno contribuito alla diffusione della canzone romana. Sentiamo cosa ha detto Elena.

Elena: Lo faccio da dieci anni, sto portando la canzone romana nel mondo ed ecco perché ti dico mi interessa molto di più lavorare con le orchestre che non con i miei musicisti, perché è anche un modo di lasciare agli altri il repertorio. Quando un'orchestra cinese, coreana, sudamericana impara la canzone romana, lei se la tiene in repertorio, e quindi è come se avessi dato il nostro sapere, un pezzo di storia a loro, è come se avessi inseminato l'orchestra, che poi se lo può anche studiare da sola, come fa per un Mozart, uno Chopin, quindi questo è il mio obiettivo. Poi la cosa bella che faccio in molti posti è cantare con cantanti locali importanti, l'ho fatto in Turchia con tre cantanti locali importantissimi, l'ho fatto in Marocco, l'ho fatto con una coreana famosissima, del livello di Bocelli. Sono quindi queste le operazioni belle, far cantare la canzone romana a una cinese, che la interpreta tra il bel canto, come fosse opera. Questa è la mia idea.

Fei: Durante l'intervista, Elena ha detto di aver cooperato, nel corso della diffusione della musica romana, con tante orchestre famose provenienti da altri paesi. Elena ha espresso la speranza di poter cooperare con un'orchestra cinese, e di avere dunque la possibilità di presentare meglio la canzone romana. In Cina c'è il detto "Ciò che è della nazione è del mondo". Al giorno d'oggi, sono sempre più le occasioni per gruppi musicali e cantanti provenienti da diversi paesi di esibirsi insieme, e l'incontro delle loro idee o modi di cantare rappresenta una forza propulsiva per lo sviluppo della canzone nazionale, un'ottima strada per il futuro sviluppo della musica.

Giulia: Speriamo che il nostro panorama sulla musica tradizionale e la fusione tra diverse forme d'arte e cultura possa avervi dato ispirazione!

Fei: Cari amici, per oggi è tutto, a risentirci alla prossima. Un saluto da Xiangfei.

Giulia: E da Giulia.


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