La storia delle case da tè cinesi
  2013-04-16 16:24:39  cri
Radio Globale, cari amici, ben tornati a EasyCafe, sono QianCan. Cari amici, parlando di Cina, a cosa pensate? La seta, il panda, il bambù e il tè sono tutti tipici della Cina. Oggi vorrei parlarvi del tè.

In Cina, la casa da tè è un posto dove ci si riposa, si passa il tempo e si intrattengono i rapporti sociali. La prima forma di casa da tè sono le bancarelle per strada comparse in epoca Jin (265-420 d.C.). Il "Classico del tè", la prima opera monografica sul tè del mondo, contiene la seguente storia: al tempo dell'imperatore Jin Yuandi (276-323 d.C.), ogni mattina un'anziana si aggirava per strada reggendo una teiera, ed ai suoi richiami, la gente si accalcava per comprare la sua zuppa di tè, il cui ricavato ella donava completamente ai poveri, che erano molto grati e commossi. Da questo si capisce che già allora la bevanda tè era ormai trattata come una merce sul mercato, ma il commercio era solo itinerante, per cui non si può ancora parlare di case da tè.

Nel periodo Kaiyuan della dinastia Tang (713-741 d.C.), nelle cittadine cinesi comparvero delle botteghe apposite di vendita di tè, dove, dopo aver pagato, si poteva berne una ciotola, il che rappresenta la prima forma di casa da tè. In epoca Song (960-1279 d.C.), le case da tè entrarono in un periodo di grande splendore, con molte funzioni particolari: bere il tè, chiacchierare, gustare degli spuntini, parlare e fare affari, e tenere spettacoli vari e incontri di categoria. Così nacquero i Dachaguan, le grandi case da tè, che offrivano servizi diversi a gente diversa: i Qingchaguan, le case da tè vere e proprie, Shuchaguan, quelle dove i clienti potevano ascoltare delle storie sorseggiando il tè, Erhunpu, le case da tè che vendevano sia tè sia liquori, Hongluguan, che vendevano spuntini delle etnie Mancese e Han, e Qichaguan, riservate al gioco degli scacchi.

Le case da tè con narrazione di storie nacquero fra la fine della dinastia Qing e l'inizio della Repubblica Nazionale (1898-1912). Qui bere il tè era solo un mediatore: il motivo principale era ascoltare le storie! All'inizio, il narratore parlava seduto dietro un tavolo, con un ventaglio e un mazzuolo in mano, con indosso una lunga tonaca. Arrivati alla metà del 20° secolo, sparirono il tavolo, la sedia, il ventaglio e il mazzuolo, il narratore stava in piedi, e il costume di rito non fu più la tonaca lunga.

La narrazione avveniva in due turni, diurno e serale. Il primo durava dalle 15:00 alle 19:00, e il secondo dalle 19:00-20:00 alle 23:00 o a mezzanotte. Prima dalle 15:00, poteva esserci uno spettacolo di una-due ore, riservato ai narratori non noti, che così potevano farsi conoscere.

In queste case da tè, il tè si vendeva prima della narrazione, ma quando questa era iniziata, non si accoglievano più clienti solo per il tè. Erano anche decorate con eleganza: tavoli e sedie di vimini e di legno, e dipinti e calligrafie alle pareti, che creavano una bella atmosfera. I clienti ascoltavano le storie bevendo il tè: il tè serviva a rinfrescare la mente, ascoltare le storie era il motivo principale! Fra di loro, c'erano funzionari frustrati, politicanti, titolari di negozi e contabili, ma anche gente comune. Il tè e le storie letterarie si integravano, senza sapere se il tè fosse più fragrante grazie alle storie, o fosse il tè a rendere le storie più avvincenti. Oggi in Cina si trovano ancora molte case da tè del genere, quindi perché non percepire di persona il sapore cinese del tè e della letteratura?!

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