Il monte Puto è un luogo sacro del buddismo. Si trova su una piccola isola di 12.5 metri quadrati, alta circa 300 metri conta oltre cento templi e tre di essi sono molto interessanti. Per il grande numero di templi, questa isola viene chiamata '' Paradiso buddistico sul mare''.

Il tempio Puji è il maggior tempio del monte di Puto. La sala è illuminata delle candele e decine di monaci leggono i sutra in silenzio.

Qui c'è una famosa cucina vegetariana. I monaci della nazione Han non uccidono mai gli esseri e viventi e non maggiano la carne e non bevono liquori. Da più di mille anni la cucina buddistica si è arricchita di una serie di piatti che sono caraterizzti dai colori tènui, odori gradevoli e gusto squisito. Le materie prime sono: verdure a foglie verdi, germogli di bambu, frurra, funghi bianchi e neri, lattuga di mare, semi di loto, il giglio, i cibi derivati dalla soia e l'olio di sesamo. Il 78 enne maestro Mio Shan, predide del tempio ha consumato insieme con noi la cena che è composta da 19 piatti preparati con cura, leggeri e gustori.

Il museo conserva oltre mille pezzi fra cui figurano editti, timbri degli imperatori delle dinastie del Ming e del Qing, e una statua del budda proveniente dal Tibet. Qui ci sono anche i regali ricevuti dagli altri paesi dove è diffuso il buddismo. Tra di essi il sutra ''pattra'', un paravento di bronzo, su cui sono immese le statue di budda, proveniente dal Giappone, una torre di tartaruga delle Filippine, un budda di giada birmano e i manoscritti su foglie di pipala della Cambogia.

Il movimento della terra e l'erosione dell'acqua del mare hanno fatto del monte Puto un luogo di grande interesse paesaggistico. Lungo il precipizio ci sono due rocce che somigliano a due tartarughe in movimento: una di esse è già arrivata alla cima del monte e l'altra è ancora a mezza strada. Non molto lontano c'è una pietra a forma di trottola che pesa decine di tonnellate, in equilibrio su una pietra di base, sembra quasi che un soffio di vento la possa far cedere. Ci sono decine di paesaggi del genere sul monte di Puto. La natura, come uno scultore, ha scolpito con una ascia magica le pietre del monte di Puto facendone oggetti d'arte.