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    Le Antiche Favole Cinesi
    (GMT+08:00) 2005-10-14 13:16:52    
    Intervista al ministro dell'istruzione, università e ricerca Moratti
    Shan Dehai

    cri
    1.Signora Ministro, Lei ha appena concluso la visita in Cina, e sappiamo che è la sua prima volta in Cina in qualità di ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca. Allora, quale impressione le ha lasciato la Cina durante questo viaggio?

    Certamente non è facile avere un'impressione precisa al termine di un viaggio così breve, ma dopo i numerosi colloqui che ho avuto nel corso della mia visita di una settimana posso dire che la Cina è un paese di grande tradizione e di grande cultura, legate alla sua storia millenaria, ma fortemente proiettato nel futuro. Ci sono circa 800 milioni di persone che ancora lavorano nel settore dell' agricoltura, molto importante per il Paese, e al tempo stesso un milione di ingegneri che lavorano nel settore tecnico. L'impressione è quindi di un Paese con una grande prospettiva di sviluppo, molto dinamico.

    Durante il viaggio, sono stata a Beijing, dove, oltre agli incontri istituzionali, ho visitato una scuola, e a Shanghai, nell'Università di Fudan. Mi hanno colpito molto i criteri di merito e la forte selezione all'interno del sistema istruzione per valorizzare i migliori talenti nonché la forte volontà del governo ad investire nei settori più innovativi e ad alto contenuto tecnologico. Mi ha sorpreso inoltre il dinamismo dello sviluppo edilizio, testimoniato dalla straordinaria velocità con cui si costruiscono i grattacieli.

    2.Come si è già appreso, durante la sua visita, l' Italia e la Cina hanno firmato vari accordi di collaborazione nel settore di Istruzione, Ricerca scientifica.

    Mi può dire quali sono i risultati concreti?

    Come giudica le relazioni tra l'Italia e la Cina di oggi?

    Un importante accordo che abbiamo firmato riguarda la costituzione dell'Università italo-cinese che avrà in Italia la sede presso i Politecnici di Milano e di Torino, e a Shanghai presso le Università Fudan e Tongji.

    A regime il nuovo Ateneo avrà 600 studenti per il corso della facoltà d'ingegneria, metà dei quali italiani e l'altra metà cinesi, e 200 studenti per il master in economia. Le lezioni si terranno in inglese, ma è previsto anche l'insegnamento della lingua cinese agli italiani e dell'italiano ai cinesi, con l'attivazione di corsi sia in Italia che in Cina. Tutto ciò dovrebbe favorire innanzitutto uno scambio di esperienze e una migliore conoscenza reciproca da parte degli studenti di entrambi i Paesi che sicuramente, in prospettiva, potranno aiutare le nostre imprese a entrare nel mercato cinese, e certamente anche le imprese cinesi a investire direttamente in Italia.

    Noi avevamo inoltre già avviato due anni fa alcune collaborazioni sia con il Ministero della Ricerca che con l'Accademia delle Scienze. I principali accordi che abbiamo firmato in questa occasione riguardano il settore dell'istruzione, attraverso una maggiore cooperazione tra scuole e università italiane e cinesi. Nell'ambito della ricerca scientifica, inoltre, gli accordi sottoscritti con il Ministero della Ricerca riguardano la ricerca nei settori dei nuovi materiali, delle biotecnologie, della bioinformatica, dell 'ambiente, della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio culturale. Si tratta di settori di punta, molto innovativi, che riflettono la volontà di entrambi i Paesi di utilizzare le tecnologie per la competitività del proprio sistema produttivo. Inoltre abbiamo avviato una collaborazione nei settori della medicina e anche della medicina tradizionale cinese.

    L'intesa con l 'Accademia delle Scienze riguarda invece la cooperazione negli ambiti della tecnologia del linguaggio umano, dello sviluppo sostenibile, dell'osservazione della terra e del monitoraggio ambientale, delle scienze dei materiali, del patrimonio culturale, ed altri progetti nel campo della fisica, della medicina e della farmacologia.

    Una delle novit à rispetto agli accordi firmati precedentemente, oltre all'ampliamento dei settori di interesse e a una modalità di cooperazione più strutturata, consiste nella costituzione di laboratori di ricerca congiunti sia in Italia che in Cina, per incentivare il trasferimento delle conoscenze scientifiche ed incrementare anche le applicazioni industriali.

    La Cina è indubbiamente un Paese che sta vivendo ormai da qualche anno un momento di crescita straordinaria, e che è diventato molto competitivo in alcuni settori in cui tradizionalmente opera anche l'Italia, per esempio il tessile e l'abbigliamento. Ovviamente si pone in forte concorrenza con le nostre aziende, ma al tempo stesso offre anche un grande mercato e numerose interessanti opportunità per le nostre stesse imprese.

    3.Come abbiamo saputo, adesso gli studenti cinesi in Italia sono più di mille, ma questo numero e' di gran lunga inferiore a quello di Inghilterra, Francia, Germania.

    Secondo Lei, quali sono le sfide che attendono l' Italia e la Cina per rafforzare la cooperazione nel settore dell' Istruzione?

    E l'Italia come promuove la collaborazione tra i due paesi?

    Il numero che lei ha citato è sicuramente inferiore rispetto agli altri Paesi europei, ma negli ultimi due anni il dato è aumentato dieci volte. In questo senso molto importante è l'accordo che abbiamo firmato per il riconoscimento dei titoli di studio, che pone le premesse per un significativo rafforzamento della cooperazione interuniversitaria e dello scambio di studenti, ricercatori e docenti tra i due Paesi. Abbiamo raggiunto inoltre un consenso per arrivare in tempi brevi alla firma di un accordo che permetta di snellire le procedure per il rilascio dei visti d'ingresso agli studenti cinesi in Italia.

    4.Quest'anno è il trentacinquesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra l'Italia e la Cina. Avete qualche idea pi ù chiara e qualche progetto concreto nel campo dell'istruzione per celebrare questo avvenimento?

    Sono convinta che i tanti protocolli che abbiamo firmato e la costituzione dell'Universit à italo-cinese siano già esempi molto concreti che anticipano in qualche modo le celebrazioni per il 35° anniversario dei rapporti italo-cinesi e per l'"Anno dell'Italia" in Cina.

    Pensiamo inoltre di riuscire a potenziare ulteriormente, entro la fine di quest' anno, l'insegnamento della lingua italiana in Cina, sfruttando anche tutte le nuove tecnologie, sia internet che satellitari. Grazie all'accordo sottoscritto con il Ministero dell'Istruzione cinese daremo inoltre vita nelle scuole alla "settimana della cultura italiana" in Cina e alla " settimana della cultura cinese" in Italia, nel corso delle quali saranno insegnate la lingua, la cultura, la storia e l'arte dei due Paesi. Ci sono già circa 50 scuole coinvolte in questo progetto, ma vogliamo certamente far crescere questo numero .

    Oltre a queste iniziative, apriremo a Roma una sede dell'Istituto Confucio, per contribuire a rafforzare i legami tra i nostri due paesi.

    5.Signora Ministro, la competitività economica dell 'Italia è un problema di cui si è parlato tante volte di recente. Secondo Lei, il settore Istruzione, Università e Ricerca scientifica quale ruolo svolgerà per rilanciare l'economia italiana in crisi?

    L'innovazione tecnologica è il vero motore per rilanciare l'economia di un Paese, insieme con la valorizzazione del capitale umano che dev'essere condotta nelle scuole, nelle università e nei centri di ricerca. In Italia dopo 80 anni, abbiamo avviato una profonda riforma della scuola e dell'Università, creando percorsi formativi basati su qualità e merito e su un rapporto più stretto con il mondo produttivo. Per quanto riguarda il settore scientifico-tecnologico, abbiamo aumentato in maniera consistente gli investimenti orientando la ricerca su tre linee direttrici - la salute e la qualità della vita, la competitività delle imprese, lo sviluppo sostenibile a livello globale ? e concentrando le risorse su aree ad elevato potenziale di innovazione.

    Sono convinta che sia estremamente importante la collaborazione dell'Italia con gli istituti e le Università degli altri Paesi, perché le alleanze sono fondamentali per vincere la sfida della competitività.