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    Le Antiche Favole Cinesi
    (GMT+08:00) 2005-08-05 15:46:32    
    TORINO 2006-PECHINO 2008

    Paolo Alberto Volpe


    cri

    La straordinaria avventura di due giovani italiani e della loro Cinquecento

    Nei cassetti dei ricordi ogni italiano, anche se non appassionato di motori, rievoca, non senza una vena di malinconia, una Fiat cinquecento.

    Il rombo della marmitta inconfondibile, stampato nella mia memoria da decenni, da quando mia madre a bordo della sua, rossa fiammante, mi portava con lei a fare la spesa. Il 21 luglio scorso ho avuto modo di rammentarne il suono, l'ineguagliabile levetta di accensione, la carrozzeria dalla forma tanto particolare, laddove non avrei mai pensato di poterlo fare, a Pechino:

    Danilo Elia e Fabrizio Bonserio, due intraprendenti giovani trentenni, ce l'hanno fatta: hanno guidato, per circa tre mesi attraversando sette nazioni e senza l'appoggio di alcun veicolo di supporto tecnico. Come mezzo di trasporto una mitica Fiat 500 R del 1973, acquistata appositamente per l'occasione a Roma, scegliendo la capitale al fine di poter avere all'estero un termine di riconoscimento italiano, anche se a quanto pare non ha funzionato... nell'est europeo li scambiavano per rumeni; a Bari la Fiat ha pagato loro la rimessa a nuovo del motore in un'officina convenzionata fornendo i rudimenti tecnici per eventuali riparazioni. Alcune modifiche alla batteria e ai sedili, dei pneumatici pi resistenti vista l'imperviet del tragitto, due ruote di scorta e una tanica di benzina montate su di un portapacchi originale degli anni settanta, qualche bagaglio e i due viaggiatori hanno lasciato Bari, luogo di residenza di uno dei due, rodato il motore nuovo per 1.200 km su strade statali attraversando gli Appennini (a parer loro stato il percorso pi snervante di tutto il viaggio), e una volta a Torino sono stati accolti da Mamma Fiat sulla celebre pista sopraelevata del Lingotto. Ricevuti gli onori di casa e due felpe sociali sono ufficialmente partiti il 18 aprile scorso, destinazione Pechino. La Fiat ha colto la palla al balzo pubblicizzando l'evento con il nome "Torino 2006 - Pechino 2008" una sorta di trait d'union fra le prossime Olimpiadi invernali e quelle su modello De Coubertin. Va detto che l'iniziativa del tutto personale e a proprie spese, un'ulteriore occasione, una sfida per chi di viaggi ne sa qualcosa, una competizione con le proprie capacit, un adattarsi continuo a luoghi e situazioni sempre nuove, a strade impraticabili, tutto con un chiodo fisso in mente, il nome di una citt, la meta. In effetti i protagonisti, di avventure di questo tipo ne hanno gi vissute parecchie, con passione hanno cominciato a viaggiare sin da adolescenti con lo spirito di intraprendenza che accomuna le destinazioni da loro raggiunte: da Bari a Caponord, Norvegia in bicicletta, Nepal su una vecchia moto, Islanda in 4x4 e per di pi in inverno, e ancora da Bari a Kaliningrad, UK, USA, Lituania, insomma dei veri e propri giramondo.

    Dopo una prima tappa a Milano, una sosta obbligata per fare una breve visita alla mostra di Palazzo Reale "Annicinquanta", sono ripartiti subito carichi di entusiasmo, attraversando la mattina seguente la frontiera con la Slovenia e in serata il confine Ungherese. In Ucraina la situazione di assetto stradale cominciata a precipitare rallentando notevolmente il regime di marcia tenuto fino a quel momento. La sera del 23 aprile sono entrati nella citt di Kiev, l'accoglienza della popolazione locale si faceva via via pi calda accompagnandoli in varie occasioni per tutto il resto del viaggio. Qualche giorno dopo si sono ritrovati di colpo nella Madre Russia, immersi nella sua burocrazia e in loschi personaggi cambiavalute, toccato l'acqua del Volga, nonostante il freddo insistente, e rivalutato l' itinerario scegliendone uno pi praticabile a livello di assetto stradale, anche se a Saratov una voragine nella strada ha quasi inghiottito il piccolo mezzo infliggendo al sistema frenante gravi danni, poi riparati. E cos via toccando Samara, Ufa, Chelyabinsk, ospiti in casa di nuovi amici di fronte a piatti tipici e boccali di birra, attraversando gli Urali, il limite montuoso, nell'immaginazione collettiva, fra Europa e Asia, entrando in Kazakistan, dove il percorso originario ha subito un mutamento; a complicare e deviare il percorso problemi di visto e una rivolta in Uzbekistan ( le frontiere con i paesi limitrofi erano chiuse a tempo indeterminato), rendendo quindi difficoltoso l'accesso al confine con il Xinjiang cinese. Lo spirito temerario e positivo che ha caratterizzato l'intero viaggio, ha quindi suggerito loro di optare per il nord, rientrando in Russia attraverso la steppa kazaka, fiancheggiando la famosa Transiberiana, un percorso molto impegnativo fra polvere, sassi, terribili buche e rifornimenti quasi inesistenti, in direzione di Vladivostock, costa orientale della Siberia: a Novosibirsk sono stati bloccati da problemi burocratici e di visto per pi di dieci giorni, approfittando dell'occasione per fare nuovi amici e straordinari incontri. Risolto l'inghippo kafkiano hanno toccato la bella citt di Irkutsk, citt sul fiume Angara nelle vicinanze del pi profondo e maestoso lago al mondo, il lago Baikal, poi hanno affrontato 1.400 Km di estenuante sterrato da Cita a Khabarivsk che ha provato assai la mitica Cinquecento e le forze dei due giovani; finalmente l'ultimo tratto di Transiberiana, ospitati in foresterie e mini alloggi, e l'atteso arrivo a Vladivostok, dalle coste del Mediterraneo a quelle del Mar del Giappone. Qui hanno imbarcato, dopo aver risolto i problemi di visto cinesi, il "Cinquino" su un traghetto che li ha portati nella capitale cinese il 18 luglio scorso, accolti e coccolati da Fiat China e dal suo chairman Franco Amadei, che ha organizzato per i due viaggiatori e per la mitica Cinquecento un ricevimento di benvenuto .

    I tre personaggi di questa storia che ha dell'incredibile, ovvero Danilo, Fabrizio e il "Cinquino", hanno attraversato l'Europa, tutta la Russia, percorrendo in senso longitudinale il pi lungo itinerario terrestre, nove fusi orari e decine di etnie diverse, lungo un tragitto di oltre 16.000 km.

    Ai nostri microfoni, alla domanda che pi facilmente viene naturale chieder loro e che racchiude il senso del viaggio, ovvero come nata in loro l'idea di questo formidabile viaggio, e perch la scelta della Fiat Cinquecento quale mezzo di trasporto, Fabrizio Bonserio ha risposto:

    "Innanzi tutto volevamo fare un viaggio con la macchina, perch le altre volte che ci capitato di viaggiare abbiamo appurato che con l'automobile si scopre la meta piano piano, chilometro per chilometro, invece viaggiando con l'aereo di colpo si arriva in un'altra realt ed o troppo traumatico o comunque un p limitante perch non sai cosa c' in mezzo. La Fiat Cinquecento l'abbiamo scelta sia perch una macchina importantissima per ogni italiano, dal dopoguerra ha permesso alle famiglie di spostarsi e di viaggiare, inoltre pensavamo fosse la macchina che , aspettativa disattesa, ci avrebbe permesso di risparmiare qualche soldo in pi dal nostro budget di spesa. Anche se da parte della Fiat non abbiamo avuto sponsorizzazioni in denaro, in realt la promozione pubblicitaria ci ha fatto un'enorme piacere; la scelta della Cinquecento come automezzo ha spinto Fiat sia a Torino, ma soprattutto Fiat China, a promuovere egregiamente l'iniziativa."

    Abbiamo chiesto invece a Danilo Elia in merito all'episodio che pi l'ha emozionato e a quello che invece l'ha fatto pentire di avere accettato questa sfida:

    " Pentire nessuno, veramente , non c' stato nemmeno un momento nel quale mi sia pentito di aver intrapreso questo viaggio, immerso in questa avventura; momenti emozionanti molti, dai pi semplici, quali ad esempio guidare su quelle strade infinite e realizzare la tua posizione, l'automobile con la quale stai procedendo, all'episodio che pi mi ha stupito, ovvero l'incontro in Russia, con un gruppo di australiani a bordo di macchine degli inizi del novecento, tra le quali un'Itala originale, che stava ripercorrendo la Pechino-Parigi del 1907 con automobili d'epoca: stavamo guidando verso est e ci siamo visti venire incontro un gruppo di macchine scoperte, evidentemente dei primi anni del secolo scorso, e a bordo i passeggeri vestiti con abbigliamento d'epoca. Fino ad allora sul nostro tragitto avevamo incontrato solo facce stupite di gente che ci vedeva passare, sgranare gli occhi e rimanere a bocca aperta, b noi in quel momento abbiamo fatto la stessa espressione. Siamo stati un p con loro, ci hanno portato nel luogo dove stavano campeggiando e hanno stappato, in onore del nostro incontro, una bottiglia di champagne; stato molto emozionante!"

    Quale il luogo pi bello di tutto il percorso:

    "A livello paesaggistico penso la steppa del Kazakistan, anche se guidare per tante ore a 60- 70 Km/h pu risultare un p noioso, ma un paesaggio che ti sconvolge per il suo aspetto naturale selvaggio; poi in realt tutto bello senza esclusioni, come le citt, ad esempio Kiev con il suo splendido centro storico."

    A Franco Amadei, chairman di Fiat China, che ha accolto calorosamente i tre personaggi di quest'avventura e ha condotto la serata di benvenuto, abbiamo domandato come ha ricevuto l'iniziativa di questi due giovani brillanti:

    "Con grande felicit, perch questa passione per la 500 ci coinvolge, credo che sia stata anche la macchina di molti di noi da giovani, da ragazzi, me la ricordo, una macchina eroica! E' un messaggio chiaro, non solo storico per il prodotto, per la nostra azienda, per il nostro marchio, ma anche un messaggio di qualit: pensate, una macchinetta di 500 centimetri cubici o poco pi, che ha oltre trenta anni di et, che si permette da sola, senza i tir di supporto tecnico, senza l'assistenza di ingegneri nel viaggio e senza cambiare un solo pezzo nel tragitto, di fare 16.000 Km ed arrivare fino a Pechino da Torino. Qualit Fiat!"

    Curiosi gli abbiamo poi chiesto quali saranno le prossime iniziative di comunicazione che il gruppo Fiat pubblicizzer in Cina:

    "Un incredibile tour di oltre 20.000 Km, il giro della Cina, che verr effettuato da due Ferrari Scaglietti 612 a partire dai primi di settembre prossimo, quindi va specificato che un'iniziativa della Ferrari, ma pur sempre in famiglia; lo supporta la Fiat China, la Fiat Auto con dei mezzi che seguiranno l'iniziativa, e tanti sponsors importantissimi. Un progetto bellissimo, difficile non solo per la durata dell'itinerario, ma per i 20.000 km di tragitto in Cina, poich a parte le zone centro orientali pi sviluppate, dove ci sono delle belle autostrade, il resto del percorso molto impegnativo; impegnativo il passaggio per il deserto, l'attraversata del Gobi, i passaggi per le zone tropicali con piogge monsoniche, e non per ultimo il passo per l'altipiano tibetano con 2.000 km sopra i 4.000 metri di altezza per poi raggiungere i 5.300 metri che, nonostante il mezzo, una sfida anche per l'elettronica e la motoristica. Un'impresa che nessuno mai riuscito a fare.

    La Scaglietti l'attuale GT 2+2 della Ferrari, una splendida auto da oltre 500 cavalli, passo abbastanza lungo, un' autovettura raffinatissima, il vero concetto di Gran Turismo: non soltanto prestazione sportiva estrema, ma viaggio in comodit e sicurezza, un grande viaggio. Oggi la Ferrari pu dimostare questo tipo di capacit"

    I due giovani sono rientrati in Italia dalle loro famiglie e al loro lavoro quotidiano, in attesa di tornare presto a riprendersi la loro fedele compagna Fiat Cinquecento. In loro la sensazione sublime di un'esperienza grandiosa, di un Viaggio per Viaggiare, quando il sentimento affluisce torrenziale e l'anima che si cerca si trova nel profondo, negli sguardi della gente, in ogni cosa.