Si pu dire che la Conferenza di Bandung, tenutasi nel 1955 in Indonesia, costituisca un capitolo di grande importanza nella storia della Repubblica Popolare Cinese. Per suo tramite la Repubblica Popolare Cinese ottenne infatti per la prima volta la comprensione e il rispetto dei paesi asiatici ed africani, creando un nuovo quadro della sua politica estera.
Dopo la conclusione della seconda Guerra Mondiale, il movimento di liberazione nazionale delle colonie si presentava molto attivo, con un gran numero di Paesi asiatici liberati dal lungo dominio colonialista e che avevano conquistato l'indipendenza politica. Tuttavia l'imperialismo non si rassegn alla sua sconfitta. Per realizzare le loro mire di aggressione in Asia, gli Stati Uniti tramarono la creazione in Asia e nel Pacifico di un blocco militare, al fine di crearvi tensione ed intervenire negli affari interni degli altri Paesi. In tali circostanze, i Paesi asiatici ed africani chiedevano ad alta voce di diventare padroni del loro destino. In questo quadro, nel marzo 1954 il governo indonesiano propose la convocazione della Conferenza Asia-Africa.
Ostili all'apertura della conferenza, gli imperialisti, sia prima che durante i lavori, ricorsero ad ogni mezzo per ostacolarla e sabotarla. Gli imperialisti americani giunsero addirittura a sistemare una bomba ad orologeria sull'aereo "Principessa del Kashmir" noleggiato dalla delegazione cinese, nel tentativo di impedire con un attentato la sua partecipazione. Dopo il vergognoso fallimento dei loro intrighi, gli Usa fomentarono discordie fra le delegazioni presenti, cercando inoltre di istigare polemiche fra loro approfittando delle diversit di sistemi sociali e di ideologie fra i Paesi asiatici e africani, nel tentativo di far naufragare i lavori.
La Conferenza Asia-Africa, tenutasi tra il 18 e il 24 aprile 1955 a Bandung, stata un grande meeting di importanza storica convocato per la prima volta dai Paesi dell'Asia e dell'Africa senza la partecipazione dei Paesi colonialisti. Visto che dei Paesi partecipanti solo 7 riconoscevano la Repubblica Popolare Cinese, la presenza della delegazione cinese, raramente vista in occasioni diplomatiche, suscit naturalmente una forte attenzione. Tuttavia gi all'inizio dei lavori emersero divergenze e contraddizioni fra le varie delegazioni. Puntando immediatamente il dito contro la Cina, alcuni Paesi diffusero la "teoria della minaccia cinese" e si gettarono contro il Comunismo. Durante la riunione plenaria del 19 aprile, il Premier cinese Zhou Enlai sal sulla tribuna per pronunciare il suo intervento. Avendo deciso di distruibuire fra i rappresentanti presenti il testo del suo discorso, egli aggiunse solo alcune parole, iniziando col dire: "La delegazione cinese venuta per cercare l'unit, e non i litigi", al che la sala rumorosa piomb nel silenzio. Zhou Enlai espose ulteriormente la proposta di "cercare i punti comuni mettendo da parte le divergenze", ritenendo che le diversit tra i vari Paesi nel sistema sociale e nell'ideologia non possano costituire un ostacolo alla realizzazione dei loro interessi e della loro unit. Alla fine del suo intervento, nella sala si alzarono lunghi applausi e grida di approvazione.
Il 24 aprile 1995, dopo l' approvazione del "Comunicato finale della Conferenza Asia-Africa", il meeting giunse alla conclusione. Nella risoluzione sul "Manifesto per la promozione della pace e della cooperazione mondiali", il "Comunicato finale" avanza 10 principi sui rapporti internazionali in vista della promozione della pace e della cooperazione mondiali, conformi ai cinque principi avanzati congiuntamente un anno prima dalla Cina e dall'India, ossia "il rispetto reciproco della sovranit e dell'integrit territoriale, la non aggressione reciproca, la non ingerenza reciproca negli affari interni, l'uguaglianza e il mutuo vantaggio e la coesistenza pacifica."
La Conferenza Asia-Africa costituisce un'importante pietra miliare della storia del movimento di liberazione nazionale dei popoli dei vari Paesi dei due continenti. Lo spirito di opposizione all'imperialismo e al colonialismo, di conquista e salvaguardia dell'indipendenza nazionale e della pace mondiale e di aumento dell'amicizia fra i vari popoli stato chiamato in seguito lo "spirito di Bandung". Incoraggiata dallo spirito di Bandung, la lotta dei popoli dei vari Paesi asiatici per la conquista e la salvaguardia dell'indipendenza nazionale si fece sempre pi ampia e profonda e un numero sempre maggiore di Paesi segu una politica estera pacifica e neutrale. I popoli africani soggetti da tempo alle vessazioni e ai saccheggi dell'imperialismo si risvegliarono rapidamente, mentre nacquero una serie di partiti politici nazionalisti e organizzazioni popolari. Il movimento per la liberazione nazionale si fece sempre pi vigoroso, creando negli anni '60 una corrente di indipendenza dei Paesi africani.
Dopo la Conferenza di Bandung, la Cina ha sempre trattato gli affari internazionali seguendo i cinque principi della coesistenza pacifica, guadagnandosi l'unanime apprezzamento dei Paesi delle varie regioni, con etnie e sostemi sociali diversi.
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