Dal punto di vista della latitudine, la maggior parte dell'altopiano tibetano si trova nella zona subtropicale, ad un'altezza media di più di 4000 metri e con una gran ricchezza di risorse naturali. Rispetto alle zone cinesi alla stessa latitudine, il Tibet si presenta più alto e l'aria è più rarefatta, con scarse precipitazioni, una forte radiazione solare e venti impetuosi. La speciale posizione geografica e il clima particolare hanno originato le speciali usanze alimentari del popolo tibetano, con una quantità di cibi unici; visto che questi sono davvero troppi, ora illustrerò solo i cereali e le bevande. Quanto ai cereali, a differenza delle altre etnie del mondo che consumano riso o grano, i tibetani si nutrono di orzo. Fatto arrostire e macinato, l'orzo è mescolato al tè al burro di yak, creando la tsampa, l'alimento principale dei tibetani. L'orzo ha un alto valore nutritivo, non affatto inferiore a quello degli altri cereali. Posso dirti che ora in molti ristoranti e alberghi di Lhasa la tsampa compare nei menu, diventando il piatto principale dei banchetti per gli ospiti di tutto il mondo.

Per quanto riguarda le bevande, un elemento molto importante della cultura alimentare dell'altopiano, le più comuni sono il té al burro di yak, il tè dolce, il latte fresco, lo yoghurt, il vino e la birra d'orzo. Ti assicuro che la birra è deliziosa. Forse i nostri ascoltatori non sanno che i tibetani la vendono per strada su bancarelle riparate dal vento da tende di stoffa presso cui la gente si siede a riposare. La marca migliore è la Birra Lhasa, prodotta nella città. Una cosa interessante è che i tibetani nel corso delle feste o per svagarsi innalzano grandi tende nei giardini, dove passano le giornate danzando, cantando, bevendo birra e consumando parecchie varietà di dolci. In gergo si dice andare alla lingka, ossia al giardino (lingka in tibetano). Il té al burro di yak è normalmente salato, ma esiste anche il tè dolce dolce. Non solo sono piacevoli da consumare, ma la presenza del burro di yak incrementa il valore calorico e le scorte di vitamina A, mentre il tè dolce contiene molte proteine.

Forse i nostri ascoltatori italiani non sanno che il burro di yak e la birra d'orzo si possono anche trovare nei ristoranti tibetani di Pechino, oltre che a casa dei nostri amici tibetani che vivono qui... da poco ho gustato da Tashi una "torma", un dolce di burro di yak e frutta secca, piuttosto duro, utilizzato dai tibetani durante i loro viaggi a cavallo. I tibetani fanno anche del formaggio che tagliano a pezzetti e infilano con uno spago facendone una collana, che consumano immerso nel tè.

Un altro particolare interessante: visto che l'altopiano tibetano, a parte la zona forestale della parte sud, è tutto a grandi altezze, i locali utilizzano come combustibile la paglia e gli escrementi secchi dei loro yak, che bruciano molto bene. Gli escrementi sono raccolti dalle donne nei pascoli e appiccicati alle mura esterne delle case per farli seccare, alimentando poi i fornelli per preparare il tè e cucinare. A parte la funzione di combustibile, gli escrementi mantengono anche il calore. Facciamo un esempio: il té al burro di yak deve essere consumato caldissimo perchè il burro freddo fa male allo stomaco e se si fa bollire di nuovo il burro si separa dal té, quindi è imbevibile. Per mantenere il calore, prima dell'invenzione del termos i tibetani hanno escogitato un metodo per mantenere caldo il té per tutta la giornata: il té già bollito si versa in una teiera di terracotta che poi si sistema su un fornello di terra alimentato in basso da uno strato di escrementi di pecora dello spessore di circa 10 cm, ricoperto da ceneri di escrementi di yak, così gli escrementi sul fondo bruciano lentamente, senza produrre alcun fumo. Un modo molto pulito per mantenere il té caldo a lungo termine.

Un viaggio fra i nomadi tibetani è un'esperienza: ricordo che anni fa sono stato con degli amici ad un ghiacciaio dei monti Geladangdong, ad un'altezza di 5500 metri, scoprendovi che nelle vicinanze vivono in permanenza dei nomadi. Naturalmentre donne e uomini hanno un aspetto molto più vecchio della loro vera età, per via della durezza della vita a quelle altezze, tuttavia hanno gli occhi più luminosi che abbia mai visto in vita mia, simili a quelli degli indiani d'America. Ci hanno accolti nelle loro tende di feltro nero decorate con motivi geometrici realizzati con lo yoghurt, offrendoci tè al burro di yak, yoghurt e torma, seguiti da carne di maiale salata e spaghetti, naturalmente tutto prodotto in casa. Posseggono mandrie di yak di cui utilizzano praticamente tutto, ossia il latte, la carne e la pelliccia, mentre l'animale serve anche come mezzo di trasporto. Dalle tende vicine intanto arrivava un mucchio di gente felice della visita, visto che gli ospiti a quelle altezze sono rari, quindi molto bene accolti: portano notizie dal mondo esterno, e magari una parola di conforto non sentita in mesi di solitudine... Sono comunque un popolo libero, che in piena notte percorre a cavallo le montagne alla luce della luna e delle stelle.

Ricordo anche una spedizione alla ricerca di Dongchongxiacao, un'erba medicinale tibetana che cresce a 4000 metri di altezza, compiuta nella zona di Zhongdian: abbiamo raggiunto la zona con una carovana di cavalli che trasportavano le pentole, le tende e il cibo necessari per la vita nell' l'accampamento. Camminato per un giorno intero, lasciati alle spalle i boschi, abbiamo raggiunto i radi prati di quota 4000, accampandoci per la notte. Dopo il duro lavoro quotidiano di estrazione del Dondchongxiacao, per me invisibile, la sera ci si riuniva sotto una tenda a vedere film cinesi proiettati lassù da un tibetano con un' attrezzatura d'altri tempi, una cosa davvero straordinaria... La bellezza della natura e la cordialità dei tibetani mi hanno aiutato a superare le asprezze della vita a 4000 metri, e nonostante viso e piedi gonfi, ho resistito laggiù per 4 giorni, del che sono molto orgoglioso...