[Gocce della Cultura]Mo Yan-“Trascorrere la Festa di Primavera nel paese natale”

2022-01-24 16:30:28
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Non c’è festa come la Festa di Primavera, da cui sia bambini che anziani possano trarre felicità e speranza. I temi delle opere dei letterati cinesi sono spesso legati alle festività tradizionali, e l’atmosfera del nuovo anno è un tema che piace a molti di loro. Ora assaporiamo insieme il gusto della Festa di Primavera con il famoso scrittore cinese Mo Yan.

Mo Yan è l’autore del famoso romanzo Sorgo rosso, a cui il regista Zhang Yimou si è ispirato per girare l'omonimo film. Il suo nome Moyan letteralmente significa “non parlare”, è lo pseudonimo di Guan Moye, un affermato scrittore e saggista cinese conosciuto a livello mondiale soprattutto per aver vinto il premio Nobel per la letteratura del 2012 grazie alla sua abilità nel fòndere racconti popolari, storia e contemporaneità con un forte realismo allucinatorio. Durante la sua infanzia, Mo Yan ascoltava spesso i racconti della tradizione popolare e folcloristica narrati dalla nonna.

Nasce da una famiglia di contadini il 2 febbraio 1955 a Gaomi, una piccola città cinese situata nella parte orientale dello Shandong in cui lo scrittore ha ambientato diversi dei suoi romanzi e racconti. Gaomi appare come il microcosmo di una Cina rurale, poverissima e piena di impèrvie; nonostante ciò, il legame di Mo Yan con la sua terra è molto forte: nei suoi racconti sono presenti lunghissime e vivide descrizioni del mondo contadino e della natura, nonché tutta una serie di metafore che provengono proprio dal mondo contadino.

Nell'ottobre del 2012 Mo Yan ha ricevuto a Stoccolma il Premio Nobel per la letteratura, specificando che la sua opera "con un realismo allucinatorio unisce racconti popolari, storia e contemporaneità".

Negli ultimi anni il tenore di vita della popolazione è migliorato, ma nonostante la gran varietà di bei prodotti e la colorata diversità di snack che si possono trovare alla vigilia, il gusto per la celebrazione di capodanno sembra essere diminuito, è come se avesse perso il senso di magia e solennità che aveva all’infanzia, e in “Trascorrere la Festa di Primavera nel paese natale” di Mo Yan che oggi leggeremo insieme con piacere forse potremo ritrovare le memorie d’infanzia.

Da bambino non vedevo l’ora che arrivasse l’anno nuovo, e spesso quando si entrava nel dodicesimo mese del calendario lunare iniziavo a contare i giorni con le dita, come se la Festa di Primavera fosse una destinazione lontana e difficile da raggiungere. Per i bambini celebrare l’anno nuovo significa avvicinarsi agli anni splendenti della propria vita, mentre per gli adulti indica invece un avvicinarsi agli ultimi anni.

Mo Yan ci ha detto che la festa Laba è la prima fermata del capodanno cinese. Le celebrazioni del capodanno cinese cominciano venti giorni prima della festa, cioè l’ottavo giorno dell’ultimo mese del calendario lunare.

In Cina il mese di dicembre del calendario lunare è anche chiamato Layue, mentre l’otto dicembre ricorre la festa Laba (ottavo giorno del mese La), una festa tradizionale dell’etnia Han considerata il prologo della Festa di Primavera. Anticamente, durante questa giornata si festeggiava per l’abbondanza del raccolto, si cacciavano gli spiriti maligni e si ringraziavano gli antenati e gli spiriti buoni. Tra le usanze più caratteristiche invece tuttora molto sentite c’è la preparazione e il consumo di una zuppa dolce di cereali e legumi dal nome di Labazhou.

Gli abitanti di Pechino considerano sempre la festa Laba come il simbolo della Festa della Primavera e quel giorno tutte le famiglie consumano la zuppa.

15 giorni dopo la festa di Laba arriva la “Festa Cizao”, che si celebra il giorno 23 dell’ultimo mese del calendario lunare. È un giorno speciale che precede il capodanno cinese, chiamato anche “piccolo anno nuovo”, e molti lo considerano l’inizio ufficiale dell’anno nuovo e vi attribuiscono grande importanza. In questo giorno si iniziano a pulire le proprie case e a fare lo shopping per la festa. Il nome della festa viene da 祭灶 (jìzào), dove 祭 (jì) significa “culto” e 灶 (zào) significa “stufa” (che anticamente in Cina si utilizzava per cucinare). In altre parole la ricorrenza celebra il culto della cucina ed è dedicato al dio Zaowang, che fu inviato sulla terra dal dio supremo Yudi per insegnare alle famiglie ad utilizzare il fuoco per cucinare. Una volta l’anno (il giorno della festa Jizao), Zaowang torna in cielo per informare Yudi su come si sono comportate le famiglie.

Dopo la festa Cizao, il capodanno cinese è proprio alla porta. Ma per i bambini, l’attesa è sempre troppo lunga. È finalmente arrivata la vigilia di capodanno, in cui le famiglie si riuniscono per il tradizionale "cenone". Nel pomeriggio, le donne e le bambine preparano i ravioli a casa, mentre gli uomini fanno offerte alle divinità e agli antenati. Si prega Buddha e si pulisce la casa dallo sporco dell'anno passato per fare posto alla felicità e alla buona sorte (fu 福) che arriveranno con il nuovo anno.

Con una storia di oltre 1800 anni, i ravioli (jiǎozi) rappresentano una pietanza cinese classica e un piatto tradizionale popolare in tutta la Cina durante le festività del nuovo anno, soprattutto nelle regioni settentrionali.

Quando si preparano, ci sono tanti modi per chiuderli, durante il Capodanno si lavorano in modo che la loro forma ricordi i caratteristici lingotti d’oro cinesi (che sono ovali e hanno la forma di una barca con le estremità rivolte verso l’alto). Secondo la tradizione più ravioli mangi e più soldi guadagnerai nell’anno a venire.

Il capodanno cinese inizia dall’ottavo giorno del dicembre e termine il 15° giorno del primo mese del calendario lunare, con una durata di oltre 40 giorni. È la festa tradizionale con il più lungo lasso di tempo. Il capodanno cinese è anche la festa durante la quale ci sono attività folkloristiche più intense. Tra le celebrazioni, si è quasi integrato in tutte le forme dei nostri costumi popolari. Lo spirito della festa di prima vera è l’ideale, la riunione, gli spiriti maligni, la pace, la dolcezza e l’armonia, che possano anche riflettere lo spirito della nazione cinese.

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