Una musica armoniosa risuona nei campi di riso terrazzati - Canzoni polifoniche dell’etnia Hani

2019-10-21 09:00:00
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Puchun è un villaggio della prefettura autonoma di Honghe, una prefettura della provincia dello Yunnan abitata dalle minoranze etniche Hani e Yi. Sono ormai da molte generazioni che i membri dell’etnia Hani che vi abitano improvvisano melodie lavorando nei campi usando come base la musica che avete appena ascoltato. A volte un contadino inizia a cantare e altri si uniscono al canto con la propria tonalità, talvolta accompagnano il canto suonando lo strumento a tre corde che portano con sé o strappano delle foglie di zenzero selvatico, "meipa", e le arrotolano a mo’ di flauto, formando così un coro polifonico. Le loro canzoni, che si ispirano per lo più al lavoro nei campi, all'amore e alla natura, nella loro semplicità sono melodiose e piacevoli da ascoltare. Nel 2006 questa forma di canto, che è nota come canzoni polifoniche dell’etnia Hani, è stata inserita nel patrimonio culturale immateriale nazionale.

Che Ge, 51 anni, si è sposata nel villaggio di Puchun molti anni fa. È una degli eredi a livello nazionale delle voci dell’etnia Hani ed è la cantante principale della canzone "Growing Mountain Song".

Che Ge, che è già diventata nonna, ha una bella voce. Ci ha raccontato che ama cantare sin da quando era una bambina. Per lei cantare non è solo un modo per esprimere le sue emozioni, ma è anche un'abitudine e, per certi versi, un vero e proprio bisogno. Il canto è diventato ormai parte della sua vita, come lo sono l’acqua e il cibo.

“Quando ero piccola, aiutavo mia madre e mia nonna a prendersi cura dei miei fratelli più piccoli. Erano solite cantare mentre lavoravano i campi. A quei tempi pensavo che le canzoni d'amore originali potessero essere cantate in questo modo. Dopo averle ascoltate, le seguivo”.

Che Ge non parla e non capisce il cinese mandarino. Per comunicare con lei serve l’aiuto di un interprete. Ciononostante, basta starle vicino per capire che è una donna dell’etnia Hani serena e allegra. Nel vederla raccogliere le foglie attorno a sé e arrotolarle per formare un piccolo flauto, non ho potuto fare a meno di pensare che gli Hani vivono una vita perfettamente integrata con la musica e in armonia con la natura.

Chen Xiniang, che ha la stessa età di Che Ge, è un altro erede a livello nazionale della tradizione dei canti polifonici dell’etnia Hani del villaggio di Puchun. Insieme al suo gruppo musicale fa spesso spettacoli in varie località, divulgando in questo modo la cultura etnica.

Ogni volta che suona, appende al collo un piccolo strumento a tre corde, “xiao sanxian”, ormai sbiadito per quanto è vecchio. Ci ha detto che questo strumento è molto prezioso per lui.

“Questo (piccolo) sanxian mi è stato donato da mio nonno. Quando avevo 12 o 13 anni, i miei genitori non mi facevano studiare. La nostra famiglia non se la passava affatto bene. Io andavo in montagna a pascolare i buoi e le pecore”.

In qualità di erede di quest’antica tradizione, Chen Xiniang ritiene di avere l'obbligo e la responsabilità di far comprendere a un numero sempre maggiore di persone questa cultura.

Le canzoni polifoniche dell’etnia Hani non sono solo una forma di espressione musicale, ma anche un tipo di espressione artistica che il popolo Hani ha nel sangue. I tempi stanno però cambiando. La vita non è più quella di un volta e ciò rende sempre più difficile portare avanti questa eredità naturale. Al fine di salvarla e proteggerla, le autorità competenti hanno iniziato negli ultimi anni a rafforzare la costruzione digitale dei patrimoni immateriali per organizzare e registrare questi preziosi materiali. Li Baizhang, direttore del Centro Culturale della Contea di Honghe, ha risposto alle nostre domande poco dopo aver finito di registrare in studio alcune canzoni polifoniche degli Hani.

"Tutti gli esperti di patrimoni immateriali – ha detto con la voce rotta dall’emozione - sostengono che prima o poi i patrimoni immateriali sono destinati a scomparire. Noi proviamo a ritardare la loro scomparsa. Se si tratta di un progetto nazionale, è necessario creare prima un database digitale a livello locale. Solo così il patrimonio immateriale potrà sopravvivere".

All’Istituto Honghe, più di una dozzina di ragazze stanno provando la canzone "Growing Mountain Song" – riadattata dalla canzone antica dell’etnia Hani “Aria sulla produzione nelle quattro stagioni”.

I tempi cambiano e la cultura si rinnova. Spero che questa canzone, che ha accompagnato gli Hani per diverse generazioni, possa sopravvivere ancora un po’ più a lungo.

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