Riforma e apertura in Cina, e la sua cooperazione con Italia ed Europa
Possiamo collegare l’iniziativa “Belt & Road” con la “Strategia per l’interconnessione eurasiatica” mettendo in pratica una logica di mutuo beneficio e affrontando efficacemente le sfide globali.
Quest'anno ricorre il quindicesimo anniversario dell’istituzione del partenariato strategico completo tra Cina e Italia, mentre l’anno prossimo si celebrerà il cinquantesimo dall’allacciamento delle loro relazioni diplomatiche. In un momento storico così importante il presidente Xi Jinping ha compiuto una visita di stato in Italia, nel corso della quale i due Paesi hanno firmato un memorandum sull’adesione italiana all’iniziativa “Belt and Road” insieme ad una serie di accordi di cooperazione in settori tradizionali. Questo ha consentito di rafforzare l’interconnessione, ampliando a 360 gradi la collaborazione in altri ambiti “emergenti” tra cui la scienza e la tecnologia, l’agricoltura e le finanze, rafforzando ulteriormente gli interessi che le industrie dei due Paesi hanno in comune. Tutto ciò ha dato un nuovo impulso alla cooperazione sino-italiana ed ha aperto nuovi spazi a favore del mutuo beneficio. L’iniziativa “Belt & Road” è già divenuta una nuova importante piattaforma che stimola la collaborazione tra Cina e Italia, e le cui potenzialità saranno ulteriormente esplorate e sfruttate appieno in futuro.
L’Italia è storicamente il capolinea dell’antica Via della Seta ed è un nodo cruciale tra la “Cintura economica della Via della Seta” e della “Via della Seta marittima del XXI secolo”. In questa nuova era Cina e Italia sono partner naturali che cooperano nel quadro dell’iniziativa“Belt & Road” e in questo senso, nel suo articolo pubblicato il 20 marzo sul Corriere della Sera, il presidente Xi Jinping ha citato la celebre frase di Alberto Moravia: “Le amicizie non si scelgono per caso, ma secondo le passioni che ci dominano”. Si può dire che la firma del memorandum sull’adesione italiana al progetto “Belt and Road” sia una scelta ragionevole compiuta sulla base dell’attuale situazione dei due Paesi e della tradizionale che contraddistingue i loro rapporti.
Nei 50 anni trascorsi dall’allacciamento delle relazioni diplomatiche, Cina e Italia si sono fidate l’una dell’altra e hanno collaborato strettamente, costituendo un esempio di aiuto reciproco e di mutuo beneficio tra Paesi diversi dal punto di vista storico-culturale, con diversi sistemi che regolano il funzionamento della società e un diverso livello di sviluppo economico. Nonostante queste differenze i due Paesi hanno costituito un partenariato fondato sui principi di fiducia, rispetto e comprensione, e piuttosto prezioso in un contesto internazionale come quello attuale, foriero di grandi cambiamenti e nuove sfide.
Nel 2004 Cina e Italia hanno costituito un “partenariato strategico completo”, simbolo della rapida fase di sviluppo onnicomprensivo che da quel momento ha caratterizzato i loro rapporti bilaterali.
Negli ultimi anni ci sono stati frequenti scambi di visite ad alto livello che hanno dato un chiaro segnale del rafforzamento della fiducia reciproca. Inoltre, anche la cooperazione bilaterale in settori importanti tra cui l’economia, la scienza e la tecnologia, l’istruzione, la cultura, le scienze umane e sociali – come anche negli affari internazionali – ha continuato a percorrere una direzione di sviluppo corretta e sostenibile.
Negli ultimi 40 anni dal lancio delle politiche di riforma e apertura, l’ambiente degli investimenti in Cina ha assistito ad un continuo miglioramento e il sistema di economia aperta di mercato è stato progressivamente perfezionato. Il 15 marzo 2019 la Cina ha approvato la “Foreign Investment Law”, che stabilisce che gli investimenti esteri in Cina dovranno essere soggetti a trattamento nazionale prima dell’ingresso nel Paese e al sistema di gestione delle liste negative. Questa legge ha avuto la funzione di fare chiarezza sulle regole e sulle questioni di grande interesse per gli investitori stranieri come quella dei sussidi, della proprietà intellettuale e del trasferimento di tecnologie. In futuro gli investitori cinesi e stranieri potranno godere in Cina del medesimo trattamento, insieme alle joint-venture e alle sole proprietorship, agli investimenti statali e a quelli privati. Tutti questi fattori contribuiranno a rafforzare su vasta scala la trasparenza e la gestibilità dell’ambiente degli investimenti in Cina e a garantire – in accordo a quanto previsto dalla legge – un nuovo quadro di apertura completa. La porta della Cina verso l’estero rimarrà sempre aperta, ci sarà un miglioramento della qualità dell’ambiente per gli investimenti e vi saranno sempre più opportunità di sviluppo per le imprese straniere in Cina.
Le esperienze e i risultati conseguiti dalla Cina negli ultimi anni hanno fatto sì che il Paese si sia accorto che l’apertura conduce al progresso mentre la chiusura è causa di arretratezza. Come già sottolineato, la Cina non chiuderà mai le sue porte all’estero, ed è proprio grazie a questa logica che il Paese ha conseguito in passato notevoli risultati. Anche in futuro sarà così e questo consentirà di creare uno sviluppo sostenibile e di alta qualità. Per questo la Cina continuerà a portare avanti il suo progetto di liberalizzazione e di facilitazione del commercio e degli investimenti, rinsaldando la cooperazione con l’Italia e con i Paesi dell’Ue, insieme a quella multilaterale e alla collaborazione su mercati terzi. La Cina userà al meglio l’opportunità offerta dalla piattaforma “Belt & Road” e insisterà sui principi di consultazione, costruzione congiunta e condivisione, impegnandosi al massimo per realizzare una cooperazione con l’Europa e con i vari Paesi del mondo all’insegna dell’apertura, dell’inclusività e del mutuo beneficio.
Il mondo di oggi si trova in una fase di grandi cambiamenti, è costretto a fronteggiare un numero sempre maggiore di fattori che creano instabilità e incertezza, e anche l’Ue dovrà affrontare questioni nuove, tra cui l’uscita della Gran Bretagna dal circolo dei Paesi membri. In questo contesto è ancor più importante mantenere alto il livello delle relazioni tra Cina e Unione europea. Noi da sempre consideriamo l’Europa come un costruttore e un attore importante sull’attuale palcoscenico internazionale, oltre che un attivo sostenitore del multilateralismo. Il processo d’integrazione europea è un risultato raggiunto dai Paesi e dai popoli europei con l’intenzione di perseguire la pace e l’amicizia. Negli ultimi sessant’anni la posizione dell’Europa nei confronti del processo d’integrazione è rimasta invariata ed essa ha continuato ad impegnarsi nel portare avanti le riforme e nell’affrontare le più diverse questioni e sfide. Cina e Ue partecipano insieme al processo di pluralizzazione e globalizzazione economica; esse presentano ampi interessi in comune, insieme a quello del mantenimento della pace e della stabilità. Per la Cina e per l’Europa è molto importante promuovere globalmente la prosperità e la sostenibilità dello sviluppo, affrontando le questioni poste dal cambiamento climatico e dai i rischi finanziari; esse sono inoltre partner insostituibili che si sostengono a vicenda nei rispettivi processi di riforma e di sviluppo. La Cina è dunque lieta di vedere un’Europa solidale, stabile, aperta e prospera, per questo sostiene coerentemente il processo d’integrazione europea e s’impegna a sviluppare e a mantenere rapporti equilibrati e approfonditi con gli organi e i Paesi membri dell’Ue, e con le altre nazioni dell’Europa.
Sin dal 2013, anno in cui il presidente Xi ha lanciato l’iniziativa “Belt & Road”, la cooperazione tra Cina e Ue ha visto progressi continui, anche se ciò non ha evitato alcuni malintesi. In quest’occasione desidero esporre in modo semplice il mio parere su come connettere l’iniziativa “Belt & Road” e con la “Strategia per l’interconnessione eurasiatica” dell’Unione europea.
L’iniziativa “Belt & Road”, che si fonda sui principi di consultazione, costruzione congiunta e condivisione, considera come punto di partenza le idee di connettività e interconnessione. Per questo motivo la Cina s’impegna a portare avanti l’interconnessione delle strategie di sviluppo con i Paesi e le regioni interessate da questo progetto per rafforzare le complementarietà a vantaggio di tutti, il mutuo beneficio e uno sviluppo condiviso. L’anno scorso l’Ue ha reso pubblica la sua “Strategia per l’interconnessione eurasiatica”, che ha riscosso molto apprezzamento per l’importanza data al collegamento tra le diverse regioni dell’Eurasia e per il suo ruolo nella promozione della crescita economica dei due continenti in nome di una “connettività” e di una “interconnessione” completa, sostenibile e fondata sulle regole”.
È facile notare che per molti aspetti la “Strategia di interconnessione eurasiatica” e l’iniziativa “Belt & Road” presentino un alto grado di compatibilità, e che per questo possono e devono essere interconnesse. Per quanto riguarda gli investimenti nelle infrastrutture, la Cina ha inventato un sistema finanziario innovativo per risolvere le questioni presenti in questo ambito ed ha accumulato preziose esperienze in materia; dal canto suo l’Europa possiede un mercato finanziario sviluppato, con regole migliori e un sistema di leggi che regolamenta la costruzione delle infrastrutture. Sono convinto che se continueremo ad appoggiare l’idea di apertura, cooperazione, interconnessione e mutuo beneficio, e abbandoneremo le discriminazioni, sarà possibile risolvere i malintesi, rafforzare gli scambi e raggiungere un consenso più diffuso. In questo modo la “Strategia di interconnessione eurasiatica” e la “Belt & Road” riusciranno ad essere efficacemente collegate e diventeranno certamente un’importante piattaforma per realizzare la cooperazione tra Asia ed Europa, per il mutuo beneficio e per affrontare meglio le sfide globali.
L’Italia è la quarta maggiore economia dell’Unione europea, e la cooperazione italo-cinese costituirà sempre una parte importante nel quadro della collaborazione tra Cina e Unione europea. Dal punto di vista degli investimenti e del commercio, il 2018 è stato un anno che ha presentato diverse difficoltà, tuttavia il volume del commercio bilaterale tra i due Paesi ha toccato i 54,2 miliardi di dollari, con un aumento del 9,1% rispetto ai 49,6 miliardi dell’anno precedente e con una crescita di circa 2,5 volte rispetto ai 15,7 miliardi nel 2004, anno in cui Cina e Italia hanno avviato il partenariato strategico completo. Fino a giugno 2018, gli investimenti italiani in Cina hanno raggiunto quota 7,15 miliardi di dollari, mentre quelli cinesi in Italia hanno già superato i 15 miliardi, facendo dell’Italia il terzo paese in dell’Ue preferito dagli investitori cinesi. Ritengo che grazie all’importante visita in Italia del presidente Xi Jinping e la firma del Memorandum sull’adesione italiana all’iniziativa “Belt and Road”, sarà possibile che emergano nuove potenzialità di cooperazione tra i due Paesi.
Secondo alcuni dati diffusi di recente dell’ISTAT, l’Italia si è piazzata al primo posto tra i Paesi europei per la presenza di prodotti a marchio DOP e IGP. Per questo motivo la Cina è intenzionata ad importare più prodotti italiani di alta qualità, facendo sì che con una maggiore presenza del “Made in Italy” sia possibile rispondere al desiderio dei cinesi di una vita migliore, e che l’Italia possa giocare un ruolo importante nel processo di nuova industrializzazione della Cina, caratterizzato da più elevata qualità e maggiore efficacia. Noi inoltre incoraggiamo le imprese cinesi ad investire in Italia, in particolare quelle che lavorano nel campo del “greenfield investment”. Questo contribuirà a creare più posti di lavoro in Italia e a favorire uno sviluppo più equilibrato del commercio bilaterale.
Secondo l’accordo raggiunto tra CCCG (China Communications Construction Group) e Italia, la parte cinese parteciperà ai lavori di costruzione del porto di Genova e di Trieste, nel nord del Paese, che diventeranno con ogni probabilità dei nuovi nodi per il progetto “Belt & Road” nel Mar Mediterraneo. Grazie ad essi sarà possibile aumentare su vasta scala il volume del commercio marittimo tra Cina, Italia ed Europa. Questo sarà a vantaggio dell’Italia, che vedrà emergere ancor di più i suoi punti di forza, ma anche dei Paesi circostanti, che potranno trarre beneficio dai frutti di questa iniziativa. Questo progetto non solo renderà più agevole la connessione tra l’iniziativa cinese “Belt and Road” con “Invest in Italy” e “Costruzione del porti del Nord”, sfruttando le potenzialità di cooperazione e rafforzando le relazioni bilaterali, ma rafforzerà il ruolo dell’Italia anche nelle relazioni tra Cina e Unione europea.