Si scrive CIIE e si legge futuro
Le eccellenze italiane hanno confermato di essere gradite al mercato cinese. E la tecnologia italiana di alto livello ha potuto finalmente farsi conoscere dal più vasto pubblico. All'ultimo China International Import Expo l'attivismo dell'Italia, con i suoi 6000 metri quadrati di esposizione, si è fatto notare.
di Sun Yanhong
“Nuova era, condivisione del futuro”. E' stato il tema della seconda edizione della China International Import Expo (CIIE), tenutasi a Shanghai dal 5 al 10 novembre. Vi hanno partecipato 180 paesi, regioni e organizzazioni e grazie all’ampliamento degli spazi espositivi il numero dei Paesi “ospiti d’onore” è salito da 12 a 15 rispetto all’edizione precedente. Fra gli ospiti d’onore 2019 era stata recentemente inserita l’Italia, che nella precedente edizione della CIIE, pur non essendo paese ospite d’onore, aveva in ogni caso vantato una superfice espositiva di 5300 metri quadrati, collocandosi al secondo posto fra tutti i paesi europei partecipanti, mostrando la sua grande attenzione al mercato cinese. Nel 2019 l’Italia ha profuso un impegno maggiore, non solo confermando già nel marzo scorso la partecipazione come ospite d’onore e progettando con cura il proprio padiglione nazionale, ma estendendone la superfice espositiva fino a 6000 metri quadrati, collocandosi così al secondo posto subito dopo la Germania. L’Italia si è inoltre contraddistinta sia per aver trasferito per prima un prodotto da esposizione sul territorio cinese, il nuovo MPV dell’IVECO, che per aver introdotto per prima nei padiglioni un altro gioiello, il pattugliatore veloce Faraday N.195.
L’entusiasmo italiano dimostra da un lato l'attenzione peculiare del Governo e delle imprese italiani verso l’export e dall’altro un progressivo incremento del livello e della qualità della cooperazione economica e commerciale tra Beijing e Roma. Dal punto di vista dello sviluppo interno l’Italia è un’economia decisamente votata all’export: la trasformazione e l’esportazione sono infatti alla base della sua economia. Tuttavia negli ultimi anni, a seguito delle crisi finanziarie e del debito, i suoi consumi e i suoi investimenti interni rimangono deboli e, poichè la sua economia manca di una forte politica interna orientata alla ripresa, essa dipende sempre più dal mercato esterno. Per questo la Cina, il mercato con il maggiore potenziale al mondo, ha attratto particolarmente l’attenzione italiana, facendo in breve tempo dell’export verso la Cina l'obiettivo comune del Governo e delle imprese italiani. Guardando ora alle relazioni tra i due paesi, negli ultimi anni lo sviluppo del bilaterale ha visto un decisivo e rapido miglioramento, da ultimo grazie all’impulso senza precedenti dato dalla visita di Stato in Italia del Capo dello Stato cinese Xi Jinping. Durante il suo soggiorno in Italia nel marzo scorso i due governi hanno firmato il Memorandum di cooperazione sulla Belt and Road Initiative (BRI): l’Italia è divenuta così il primo paese del G7 ad aver aderito all’iniziativa, svolgendo un ruolo di primo piano anche nell’individuare nuove prospettive di sviluppo per un'estesa e fattiva cooperazione tra Cina e Italia, in particolare in ambito economico e commerciale. Come stabilito dal Comunicato Congiunto sul rafforzamento del partenariato strategico e dal Memorandum di Cooperazione sulla Belt and Road Initiative, Beijing e Roma hanno raggiunto un’intesa per offrirsi l'un l'altra accesso ad un’offerta maggiormente ampia e conveniente, con l’obiettivo di promuovere progressivamente un maggiore equilibrio nei rapporti commerciali bilaterali e favorire la crescita degli investimenti bilaterali. Si può dunque affermare che la China International Import Expo abbia garantito ai due Paesi una seria piattaforma per la promozione della crescita e per l’equilibrio commerciale bilaterale. L’attiva partecipazione italiana ha favorito non solo l’accesso al mercato cinese di moltissimi beni italiani di eccellenza, ma ha anche indicato nuovi spazi per gli investimenti italiani nelle imprese cinese.
Lo scorso anno diversi paesi partecipanti erano diffidenti nei confronti delle proposte cinesi e degli effettivi intenti dell’evento ma una volta verificati i positivi risultati ottenuti già nella precedente edizione dell’Expo, la maggior parte dei partecipanti nutre ora piena fiducia sulla affidabilità cinese nell’ampliamento dell’export. Anche l’Italia ne è pienamente convinta. Quest’anno, dopo la “riuscita partecipazione pilota” della scorsa edizione, più di 160 imprese italiane hanno partecipato ad esposizioni in tutti i settori, portando in Cina moltissimi e differenti prodotti. In generale, quest’anno le imprese espositrici italiane con i loro prodotti in esposizione a Shanghai perseguono tre obiettivi principali.
Il primo: i prodotti di pregio del “Made in Italy” sono seguiti con grande interesse dal mercato cinese, soprattutto impianti meccanici, design di interni, moda e abbigliamento, gastronomia e lavorazione di prodotti agricoli. Con queste eccellenze, le imprese italiane intendono mostrare non solo la straordinaria qualità del “Made in Italy” ma anche trasmettere il genio, la “perfezione”, l’estrema eleganza e il gusto dello “stile di vita italiano” : i 200 chilogrammi di farina provenienti dagli Appennini della Penisola che servono a produrre pane e altri cibi tipici italiani sono già diventati una leggenda in Cina.
Come secondo obiettivo, l’Italia desidera mostrare alla Cina e al mondo la sua “hard-power” promuovendo i suoi prodotti estremamente avanzati nei settori della navigazione marittima, dell’aerospaziale e dell’automobile. Nonostante l’Italia sia fortemente competitiva in molti settori dell’alta tecnologia e moltissime imprese si dedichino costantemente all’innovazione tecnologica e produttiva, queste sono note a pochi nel mercato cinese e la CIIE riesce a offrire loro un’importante piattaforma per farsi conoscere e apprezzare. La prima apparizione del pattugliatore veloce Faraday 195, dei tre aerei di Alpi aviation e dei due nuovi modelli dell’Iveco hanno riscosso un grande interesse da parte dei visitatori per le possibilità offerte di estrema duttilità.
Altro obiettivo dell’Italia nella partecipazione all’evento era quello di promuovere le proprie PMI. L’Italia è nota come il “Regno delle PMI” e possiede numerose imprese “hidden-champion” competitive e innovative. In quest’edizione - eccetto ENI, Maserati e Ferrero Rocher - le imprese italiane partecipanti sono quasi tutte PMI e avranno importanti opportunità di accesso al mercato cinese.
La China International Import Expo è la prima esposizione di livello nazionale sul tema dell’export del mondo ed è espressione degli enormi sforzi compiuti dalla Cina per salvaguardare il sistema del libero commercio nel momento in cui la globalizzazione economica ha subito una battuta d’arresto. La riuscita organizzazione di queste due edizioni dell’Expo ha permesso ad un numero sempre maggiore di paesi di ottenere benefici e di condividere solidamente l’obiettivo del continuo ampliamento dei rapporti commerciali con la Cina per intensificare i processi di globalizzazione economica. Infine, in relazione alla cooperazione economica e commerciale tra Cina e Italia, la CIIE si propone di promuovere l’export dell’Italia in Cina, non solo per affrontare e tentare di risolvere lo squilibrio commerciale di lunga data tra i due paesi, ma per sfruttare appieno le potenzialità dell’iniziativa Belt and Road. Durante quest’ultima edizione dell’Expo, il Dipartimento per lo Sviluppo del Commercio Estero del Ministero Cinese del Commercio ha firmato con l’ICE un memorandum al fine di intensificare ogni collaborazione percorribile, scambiandosi informazioni, per la condivisione delle risorse, per l’organizzazione delle esposizioni e per la promozione dei brand: è possibile affermare senza ombra di dubbio che la firma del Memorandum realizzi una solida base per il consolidamento della cooperazione economica e commerciale tra Beijing e Roma. L’Italia è la quarta economia dell’UE e la terza nell’eurozona: siamo convinti che i concreti benefici portati all’Italia dall’ampliamento delle relazioni con la Cina e il potenziamento della cooperazione economica e commerciale tra Beijing e Roma saranno considerate modello di riferimento per l’approfondimento della collaborazione economica e commerciale tra Cina e l’intera Europa.
(L’autore è professoressa di economia, vice ricercatrice dell’Istituto di studio europeo e vice direttrice dell’ufficio per le politiche tecnico-scientifiche dell’Accademia delle scienze sociali cinese e segretario dell’Associazione dello studio italiano dell’Associazione cinese dello studio europeo.)