[In altre parole] L’inclusività degli Emergenti è la Carta vincente
Sedici anni di storia, sedici anni di sviluppo e crescita della cooperazione sud-sud. Il 14° forum dei BRICS si è tenuto a Pechino in modalità virtuale, con un intervento introduttivo del presidente Xi Jinping. Questo gruppo di paesi ha rilasciato un comunicato congiunto su alcuni fattori fondamentali per affrontare le sfide attuali e far avanzare multilateralismo e cooperazione al livello internazionale. Ricordiamo che stiamo parlando di più di 3 miliardi di persone, più del 41% della popolazione mondiale, con una quota di PIL pari a circa il 25% mondiale. Essi contano peraltro il 18% del commercio mondiale e il 25% degli investimenti stranieri. Se estendiamo ai loro partner commerciali queste cifre salgono significativamente. Solo nell’ultimo anno il commercio cinese con i paesi del gruppo è cresciuto del 39,2%, ammontando a più di 490 miliardi di dollari. Stesso trend dell’intero gruppo, che complessivamente ha fatto registrare interscambi commerciali per 8,55 trilioni di dollari nell’ultimo anno.
Ciò che caratterizza il gruppo è l’inclusività. Queste potenze lavorano per superare qualsiasi forma di egemonismo e rifiutano la logica a somma zero di chi vuole riportare indietro le lancette della storia. L’iniziativa BRICS plus, ad esempio, è emblematica della necessità di dare più voce e peso ai paesi emergenti ed in via di sviluppo, un passaggio fondamentale per riformare la governance globale, democratizzarla, e sostenere una crescente interdipendenza nel rispetto reciproco tra eguali.
Questi concetti sono stati introdotti ed ampliati dal discorso introduttivo di Xi, che ha spiegato la necessità di prendere scelte all’altezza dei tempi e delle sfide che abbiamo di fronte. Solo un approccio win-win - che la Cina pratica e rivendica continuamente - potrà garantire un mondo pacificato e dedito al benessere di tutti.
Il riferimento condiviso dei BRICS è l’organizzazione delle Nazioni unite e la sua carta fondativa: Non deve sorprendere, pertanto, che i leader abbiano ribadito la necessità di seguire la strada dello sviluppo sostenibile e dell’agenda 2030.
Con il 2020, lockdown e tentativi di reshoring hanno creato non pochi problemi alle catene globali di approvvigionamento di materie prime, componenti e beni di consumo. Più recentemente, il congelamento delle riserve russe all’estero e il blocco del sistema di pagamenti internazionali SWIFT per la Russia ha dato un altro colpo agli scambi internazionali. Tutto ciò ha radici geopolitiche precise e riguarda una specifica forma di globalizzazione, quella neoliberale a guida statunitense. Infatti, il commercio Sud-Sud cresce, gli scambi tra la Russia e il resto del mondo non occidentale crescono, così come migliora la dinamica economica internazionale della Cina. La cosiddetta de-globalizzazione è un espediente dei leader occidentali per contenere l’ascesa degli emergenti, ma è troppo tardi e la tendenza inevitabile, se non si cambierà passo, sarà l’isolamento dell’Occidente per sua volontà e in contrasto ai bisogni dei suoi stessi popoli.
I BRICS seguono la logica win-win, della cooperazione inclusiva e del rispetto reciproco, rigettando il sistema delle sanzioni unilaterali messo in piedi negli ultimi anni dalle varie amministrazioni statunitensi.
Insomma, i BRICS sono tutto il contrario della rappresentazione che ne viene fatta sui media occidentali.
L'autore è Fabio Massimo Parenti, Professore di Economia Politica Internazionale