Diffamando il Xinjiang con un disegno di legge gli Usa si daranno la zappa sui piedi
Il 21 giugno entra ufficialmente in vigore il “disegno di legge preventivo sul lavoro forzato degli uiguri” formulato dagli Stati Uniti. Questo documento pieno di bugie vieta l’importazione dei prodotti del Xinjiang a patto che “ci siano chiare prove che non siano prodotti del lavoro forzato”. Si tratta dell’ultimo provvedimento adottato dagli Usa con l’intenzione di diffamare la situazione dei diritti umani del Xinjiang e utilizzarla come un’arma per colpire le industrie del Xinjiang come quelle del cotone, dell’agroalimentare e del fotovoltaico, contenendo così lo sviluppo cinese.
Il cosiddetto “lavoro forzato” nel Xinjiang costituisce totalmente una bugia inventata dalle forze anti-cinesi. Prendiamo come un esempio la produzione di cotone, il livello di meccanizzazione complessiva della semina del cotone di buona parte del Xinjiang ha superato il 90%, in alcuni luoghi della regione si utilizzano anche il sistema di navigazione satellitare Beidou e la tecnologia senza conducente, non esiste nel Xinjiang il “lavoro forzato”.
Con questo disegno di legge pieno di bugie, gli Usa potrebbero darsi la zappa sui propri piedi. Secondo le stime di WORKER RIGHTS CONSORTIUM, i marchi e i rivenditori statunitensi importano ogni anno oltre 1,5 miliardi di capi di abbigliamento con tessuti prodotti nel Xinjiang, dal valore totale di oltre 20 miliardi di dollari. Oltre a ciò, Xinjiang è anche la più importante base di produzione del mondo di polisilicio, materiale di base dell’industria fotovoltaica.
Gli Usa si trovano attualmente ad affrontare la più alta inflazione negli ultimi 40 anni. Se il governo americano continuerà ad escludere i prodotti di buona qualità e prezzo ragionevole, come il cotone e il polisilicio del Xinjiang dalla catena di fornitura, i consumatori americani si lamenteranno di più e i politici americani perderanno il sostegno dell’opinione pubblica.