Perché la politica di “zero dinamico” è la strada giusta per la Cina
“La scorsa settimana fino al 28 maggio, nel territorio statunitense si sono verificati 110 mila nuovi casi di Covid-19 al giorno, in crescita di 22% rispetto a quella delle scorse due settimane.” “Recentemente, i media statunitensi hanno pubblicato i dati secondo cui l’epidemia negli Usa sta probabilmente in una drastica crescita silenziosa”.
Nel frattempo, l'ondata di focolai a Pechino e Shanghai, è stata efficacemente controllata, con risultati significativi nella lotta contro l'epidemia. Secondo gli ultimi dati forniti dall'OMS all'inizio di maggio, il numero cumulativo di decessi per Covid-19 ha raggiunto finora a circa i 15 milioni, mentre il tasso di infezione e di morte si mantengono ad un livello più basso in ambito globale.
Sin dallo scoppio della pandemia, oltre un milione di americani sono morti, e di conseguenza, 200 mila bambini sono diventati “orfani a causa del Covid”, e innumerevoli famiglie sono state spezzate. La ragione fondamentale della tragedia è il fatto che la prevenzione e il controllo dell’epidemia degli USA servono sempre al princpio di “priorità del capitale e degli interessi politici privati”.
Rispetto agli Stati Uniti il partito al potere e il governo della Cina persistono sempre nel mettere il popolo e la vita al primo posto e nell’azzeramento dinamico dei contagi, ottenendo risultati notevoli.
La persistenza cinese nella politica di zero dinamico ha lo scopo di realizzare i maggiori risultati di prevenzione e controllo con il costo minore possibile al fine di assicurare al meglio la vita e la salute del popolo e la produzione e l’ordine di vita normali.
La Cina rappresenta il Paese con la maggiore popolazione caratterizzata da una grande densità, per cui le risorse mediche risultano spesso limitate. In Cina gli ultrasessantenni sono 267 milioni. In un recente articolo, il professore della Takushoku University, Satoshi Tomisaka prevede che se la Cina abbandonasse questa strategia, la pandemia potrebbe scoppiare su vasta scala nelle campagne, dove probabilmente nascerebbe qualche nuova variante del virus il che potrebbe provocare conseguenze ancora peggiori.
Il virus va fermato, ma l’economia va anche stabilizzata. Nel primo semestre di quest’anno, il PIL cinese è cresciuto del 4,8%, superiore alle prospettive esterne. Di recente, il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, Pierre-Olivier Gourincha, ha osservato che negli ultimi anni, la strategia anti-Covid ispirata al concetto di “zero dinamico” ha garantito l’andamento normale dell’economia cinese.
La Cina è la seconda economia del mondo, da un lato, la difesa della linea di di “zero dinamico” da parte di oltre 1,4 miliardi di cinesi è già di per sé il maggiore contributo alla lotta mondiale al Covid e alla ripresa economica, dall’altro, il fatto che la Cina è riuscita per prima a controllare la pandemia e a riprendere il lavoro e la produzione, ha stabilizzato la filiera e la supply chain in tutto il mondo.
La Cina continuerà a persistere su questa linea per realizzare maggiori risultati con il minore costo, e questo rappresenta una responsabilità non solo per il popolo cinese ma anche per quelli degli altri Paesi.