Attenzione, Asia-Pacifico! Gli Stati Uniti cercano di nuovo di ottenere qualcosa senza offrire nulla in cambio
Il 23, il leader statunitense, in visita in Giappone, ha annunciato il lancio del cosiddetto “Indo-Pacific Economic Framework” (IPEF). Tuttavia, i contenuti principali di questo quadro sono vaghi, tranne per il fatto che sostiene il “disaccoppiamento” dalla Cina nella catena di approvvigionamento senza ridurre in modo esplicito le tariffe di accesso al mercato statunitense. Alcuni analisti sostengono che si tratta semplicemente di una manovra con cui gli Stati Uniti cercano di ottenere qualcosa senza offrire nulla in cambio.
Il concetto del cosiddetto IPEF è stato introdotto dal leader statunitense in occasione della sua partecipazione in videoconferenza al Vertice dell’Asia orientale ad ottobre dello scorso anno. La rappresentante degli Stati Uniti per il commercio Katherine Tai ha affermato che l’IPEF rappresenta un “efficace contrappeso” alla crescente influenza della Cina. È chiaro che l’IPEF è quasi fatto su misura per la Cina ed è essenzialmente uno strumento politico degli Stati Uniti per mantenere l’egemonia economica regionale, piuttosto che un accordo di libero scambio con riduzione delle tariffe e apertura del mercato.
Gli Stati Uniti, tuttavia, hanno sottovalutato il giudizio della maggior parte dei Paesi della regione. Da un lato, per quanto riguarda il contenuto dell’IPEF, gli Stati Uniti affermano che coopereranno con i Paesi dell’Asia-Pacifico in materia di economia digitale, stabilità della catena di approvvigionamento, infrastrutture delle energetiche pulite e lotta alla corruzione. Tuttavia, molti Paesi dell’Asia-Pacifico hanno avanzato dubbi poiché non risulta chiaro quale forma e funzione avrà questa cooperazione, perché gli Stati Uniti chiedono di più ma danno di meno e perché la continuità può trasformarsi in un problema.
La ragione più importante è che i Paesi della regione sono molto preoccupati per il “ritiro dalle organizzazioni e la distruzione dei patti” da parte degli Stati Uniti, e questo “deficit di fiducia” è difficile da eliminare. Qualche anno fa, il Trans-Pacific Partnership (TPP), guidato dagli Stati Uniti, aveva completato diversi cicli di negoziati, ma è stato stracciato dagli stessi Stati Uniti a causa del cambio di “padrone” alla Casa Bianca.
L’Asia-Pacifico è una regione particolarmente capace di accettare la globalizzazione e il libero scambio con risultati eccezionali in questi settori. In particolare, l’entrata in vigore del Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) quest’anno ha contribuito fortemente a liberalizzare e a facilitare il commercio e gli investimenti nella regione. In qualità di seconda economia mondiale, la Cina è diventata il principale partner commerciale della maggior parte dei Paesi della regione.
L'Asia-Pacifico è un terreno fertile per la cooperazione e lo sviluppo, non una scacchiera per i giochi della geopolitica. I Paesi asiatici devono tenere gli occhi aperti, stare all’erta e tenere il destino del loro sviluppo saldamente nelle proprie mani. Coloro che desiderano isolare la Cina scopriranno che alla fine saranno loro stessi a rimanere isolati.