Il tentativo americano di costruire un piccolo cerchio di alleati in Asia è destinato a fallire
Il Vertice speciale USA-ASEAN, una volta rimandato, si è concluso a Washington ieri (13 maggio).
Questo vertice, considerato dagli Stati Uniti come una parte importante della loro cosiddetta “Strategia Indo-Pacifica”, ha suscitato varie polemiche. Anche la dichiarazione congiunta rilasciata dopo il vertice è carente di contenuto pratico. Gli analisti hanno indicato che questo è risultato inevitabile perché gli Stati Uniti dicano sempre di voler allargare il “cerchio di amici” in Asia, ma in realtà cercano solo di contenere la Cina.
L’indipendenza è una posizione coerente dell’ASEAN, che ha una chiara comprensione del tentativo americano di costringere i paesi relativi a scegliere con chi vogliono stare. Il presidente eletto delle Filippine, Ferdinand Romualdez Marcos, ha affermato di non allinearsi a una superpotenza, ma stabilirà la propria politica estera in modo indipendente.
Durante l’incontro, il cosiddetto “Quadro economico Indo-Pacifico”, proposto dalla parte statunitense, non è stato accolto con favore dai paesi dell’ASEAN. Anche i media statunitensi ammettono che questo cosiddetto “Quadro” manca di contenuto specifico ed è soltanto uno strumento politico.
Durante il vertice l’ASEAN ha salvaguardato le dignità nazionali dei paesi membri e gli interessi regionali con le proprie azioni, il che dimostra, da un certo punto, il declino dell’egemonia e l’incapacità della diplomazia degli Stati Uniti.
I paesi asiatici accolgono con favore l’atto di buona volontà che contribuisce allo sviluppo pacifico dell’Asia e non accetteranno qualsiasi atto che minaccia la pace e la stabilità regionale. In questo senso, questo vertice tra gli Stati Uniti e l’ASEAN è stato un campanello d’allarme per “l’egemonia statunitense”.